[AI] Public Forum - Sessione sui diritti umani e civili



GENOVA, 18 luglio. Il forum sui diritti umani, coordinato da don Luigi Ciotti del Gruppo Abele di Torino, apre con un membro del comitato per la creazione della Corte Penale Internazionale. Esattamente tre anni fa, il 17 luglio e' stato firmato lo statuto di Roma, istitutivo della corte. A tutt'oggi delle 60 ratifiche necessarie per la sua entrata in vigore, ce ne sono solo 36. Tra i paesi del G8, soltanto Germania, Italia, Francia e Canada hanno ratificato lo statuto. Dal Giappone addirittura lo statuto non e' stato neppure firmato e anche gli Usa si oppongono alla ratifica.

Tra gli altri interventi, quello che ha maggiormente trascinato la platea e' stato quello di Hebe de Bonafini, presidentessa dell'associazione delle madri di Plaza de Mayo, un gruppo di donne latinoamericane che da 24 anni si riunisce in piazza ogni giovedi' alle 15,30 per ricordare i propri figli "desaparecidos". Quest'esperienza di "socializzazione della maternita'" nasce dall'idea che la lotta individuale sia inutile, e la lotta di queste donne non si limita alla ricerca dei figli scomparsi ma si e' estesa all'impegno civile in difesa dei diritti sociali e della liberta', non solo in america latina, ma anche in varie altre zone di crisi come la ex-jugoslavia, Cuba, Chiapas, Brasile. Sulla base di un'idea della politica come "azione che libera" il 6 aprile del 2000 le "madri" hanno fondato un'universita' popolare con tre materie obbligatorie per ognuno dei 10 corsi di laurea: formazione politica, formazione popolare, storia delle "madri di plaza de mayo".

Un altro intervento di rilievo e' stato quello di Giovanni Grandi della Comunita' Papa Giovanni XXIII di Rimini, che ha messo l'accento sulla situazione del popolo curdo, che da due anni ha abbracciato la scelta della nonviolenza chiedendo la legittimita' politica e rinunciando alle azioni armate contro il governo della Turchia. "Cercare di cambiare la coscienza di chi ti sta opprimendo": cosi' Giovanni Grandi ha descritto la scelta dell'ab bandono della lotta armata da parte del popolo curdo. Descrivendo le condanne a morte subite da ragazzini minorenni, tuttora in carcere per una sospensioe momentanea della pena capitale in Turchia, Grandi ha messo in evidenza anche le reponsabilita' dei paesi del G8 nell'ignorare la gravita' della situazione in Turchia per quanto riguarda il rispetto dei diritti umani. E' stata comunque evidenziata la risposta delle popolazioni curde che stanno cercando di organizzarsi, anche assieme ad alcuni turchi, in una rete di solidarieta' composta da artisti, intellettuali, sindacalisti, giornalisti e gente comune.

Francesca Ciarallo