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(AI) Tarso Genro in provincia di Pisa, by Lorenzo G. Biagi
- Subject: (AI) Tarso Genro in provincia di Pisa, by Lorenzo G. Biagi
- From: Davide Musso - AltrEconomia <musso at altreconomia.it>
- Date: Wed, 18 Jul 2001 19:11:01 +0800
SAN ROSSORE (Pisa) - Tarso Genro, sindaco di Porto Alegre, scende subito sul piano operativo: «Le città devono fare resistenza umana e, nel nome di un nuovo umanesimo, ricostituire identità, ridare voce ai cittadini, riportare la politica nell'economia». Porto Alegre, nel sud del Brasile, è la città-laboratorio che sperimenta nuove forme di democrazia partecipativa. A gennaio ha ospitato il primo Forum sociale mondiale e nel febbraio prossimo ospiterà il secondo: è una città simbolo per la lotta contro il neoliberismo e il suo pensiero unico. Genro a San Rossore, al convegno organizzato dalla Regione Toscana (che sarà a Genova con il suo confalone), ha portato tutta l¹esperienza e il prestigio acquisiti in questi anni dalla sua città: «Dobbiamo riflettere - ha detto - sulla nostra storia e proporre un progetto di civiltà alternativo a quello che stanno preparando. Non esiste una globalizzazione unica, non esiste un processo che coinvolge la totalità dell'umanità. Esistono invece paesi globalizzanti e paesi globalizzati, esiste un ordine globale con integrati e dissidenti, con privilegiati ed esclusi». Vanno ricostituite le identità locali, sostiene Genro, nel confronto con le realtà globali. La Regione Toscana, per il suo meeting «From Global to Glocal», ha invitato personaggi con esperienze diverse: da José Bové (che non è arrivato perché trattenuto «nella Genova dei padroni della Terra», ha scritto in una lettera, da uno «schieramento militare») a Ivan Illich, da monsignor Bettazzi a Walden Bello. Ivan Illich, antico leader della contestazione degli anni Sessanta, si è richiamato a Gandhi e alla nonviolenza, ha contestato «un mondo in cui gli stessi semi sono merci sottoposti a brevetto». Bello, direttore di Focus on Global South, ha ribadito la sua convinzione che il neoliberismo stia attraversando un momento di grande crisi «avendo disatteso la promessa di ridurre la povertà nel mondo. In questo scenario - ha detto - noi dobbiamo unirci e proporre un'alternativa». Monsignor Bettazzi, già vescovo di Ivrea, ha richiamato «il dovere dei cristiani di interessarsi alla globalizzazione, che va smascherata proprio in nome della vera democrazia e della vera libertà» e anche il vescovo di Pisa Alessandro Plotti, presidente della Conferenza episcopale italiana, ha indicato il dovere cristiano di chiedersi «se l'economia globale sia davvero in grado di salvare l'uomo dalle sue schiavitù. La libertà dell'uomo è infatti la sua dignità». Il presidente della Regione Toscana, Claudio Martini, ha spiegato le ragioni dell¹adesione alla manifestazione del 21: «In otto - ha detto - non possono decidere per tutti: è una questione di democrazia e di giustizia e anche di modernità». E Victor Menotti, direttore dell'International Forum on Globalization, ha accolto l¹apertura di Martini con entusiasmo, sostenendo che la Toscana «può diventare la Porto Alegre dei Paesi del nord», un faro a livello internazionale per quanti credono «in una globalizzazione diversa».
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