Rodolfo Gigli manda una lettera anche a casa mia per chiedere di votarlo



Comunicato stampa

Rodolfo Gigli, quello del "caso Gigli-Icem", quello che ho sconfitto in
tribunale nel processo su La mafia a Viterbo, manda una lettera anche a casa
mia per chiedere di votarlo

Giunto ad una certa età, uno non si stupisce più di niente. O quasi.
Arriva anche a casa mia, come credo nelle case di migliaia di viterbesi, una
lettera di Rodolfo Gigli, candidato di Forza Italia alla Regione Lazio, che
chiede il voto.
Nella letterina di propaganda è scritto che "si tratta di un ritorno" e che
costui intende "salvaguardare, con coerenza, le esperienze politiche già fatte".
Le conosco, quelle esperienze.

Si tratta infatti del Rodolfo Gigli che ho già sconfitto in tribunale nel
processo seguito al mio articolo su La mafia a Viterbo.
Si tratta del Rodolfo Gigli del "caso Gigli-ICEM", quella che i magistrati
definirono "Una torbida storia".
Si tratta del Gigli segretario regionale della DC e presidente della Regione
Lazio negli anni ruggenti di Sbardella.
Si tratta del Gigli capo della corrente andreottiana di Viterbo quando a
Viterbo (che non si trova in Sicilia ma nel Lazio) Salvo Lima presiedeva il
congresso provinciale della DC.
Si tratta del Gigli vertice operativo del sistema di potere andreottiano
dominante sull'alto Lazio, il sistema di potere che interagendo col modello
di sviluppo imposto al territorio aveva creato i prerequisiti per la
penetrazione mafiosa a Viterbo, quando nel viterbese era latitante Pippo
Calò, quando Gaspare Mutolo si trovava a Montalto di Castro, nel viterbese
operava Alvaro Giardili, la Cassa di Risparmio di Viterbo finanziava Enzo
Cafari per l'affaire Costa Tiziana a Crotone, e nell'alto Lazio era un
pullulare di inquietanti presenze, a cominciare dalle intraprese dei
"cavalieri dell'apocalisse mafiosa" di Catania.

Dalle mie parti si dice di certe persone che "le compra chi non le conosce".
Proprio perché so chi sia Rodolfo Gigli e quali siano le sue "esperienze
politiche già fatte", è certo che non lo voterò, e mi indigna ed inquieta il
pensiero che costui possa tornare a governare la Regione.


Peppe Sini
responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo
già consigliere comunale e provinciale
promotore dell'"Osservatorio provinciale contro il regime della corruzione,
l'intreccio politico-affaristico ed i poteri criminali"

Viterbo, 30 marzo 2000

Mittente: Peppe Sini, str. S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. e fax 0761/353532

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Sandro e Roberta Ercoli
Via C.P. La Fontaine 69
01100 Viterbo
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