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Cecenia: volontari italiani aiutano i profughi
- Subject: Cecenia: volontari italiani aiutano i profughi
- From: Alessandro Marescotti <kfqma at tin.it>
- Date: Tue, 07 Mar 2000 19:24:33 +0100
From: Samuele Filippini <samuele.apg23 at libero.it> Subject: Comunicato dalla Cecenia della Operazione Colomba Comunicato - Cecenia - Operazione Colomba Andrea Pagliarani (di Rimini) e Daniele Aronne (di Viterbo) sono riusciti ad entrare in molti campi profughi della Rep. Fed. Dell' Inguscetia e in un campo profughi in territorio ceceno a circa 50 km da Grozny, all'interno del progetto OPERAZIONE COLOMBA promosso dalla Comunità Papa Giovanni XXIII. Con noi due persone della Caritas Francese e della Caritas Russa. Abbiamo viaggiato in mezzo ai profughi della Cecenia, visto le loro precarie condizioni di vita, ascoltato le loro paure ed i loro bisogni. Abbiamo visto come le grandi organizzazioni umanitarie gestiscono le distribuzioni di aiuti, ci siamo scontrati con la burocrazia russa e con la paura di essere rapiti, non può e non deve rimanere solo una immagine nelle nostre menti. I profughi della orribile guerra in Cecenia, che sono oggi in Inguscetia, sono circa 180.000: molti sono stati già sparpagliati e deportati in luoghi isolati all'interno del territorio della Federazione Russa per non permettergli di riunire le proprie forze. I più fortunati vivono in case private, ma ci sono anche diversi campi profughi ufficiali e soprattutto molti accampamenti provvisori in condizioni disperate. Abbiamo incontrato profughi che vivono accampati in 84 vagoni di treno, 50 per ogni vagone, altri invece accampati dentro pericolanti fabbriche in disuso, ammassati dentro autobus distrutti o in macchine abbandonate. Nonostante gli sforzi delle grandi agenzie umanitarie internazionali le condizioni igieniche sono disperate, la tubercolosi si sta diffondendo a macchia d'olio tra la gente, manca cibo, acqua potabile, elettricità, vestiti, scarpe e cibo per i bambini, medicine e tutto ciò che basterebbe per garantire la sopravvivenza in attesa di potere rientrare in Cecenia (tutta la "macchina umanitaria" è gestita dal ministero dell'Emergenze Russo e coordinato da una grande Ong Danese DRC). Molti vivono in queste condizioni da circa 4 mesi, tutti ci hanno raccontato le atrocità che hanno visto, l'esercito russo che sparava su donne e bambine mentre scappavano verso l'Inguscetia e molti sono i feriti che abbiamo incontrato negli ospedali. Tutti hanno molta paura, si sentono abbandonati nelle mani della violenza, molti vorrebbero tornare in Cecenia anche sapendo che la loro casa è stata distrutta, ma non possiedono più i documenti per potere testimoniare che durante la guerra hanno vissuto come profughi fuori dalla Cecenia, senza combattere o più semplicemente non possono fare valere i propri diritti di fronte alla autorità russa. Molti sono quelli che non sono riusciti ad attraversare il confine tra Cecenia ed Inguscetia: siamo riusciti ad entrare, in territorio Ceceno, in un campo profughi a 50 km da Grozny, con l'unica condizione di non portare macchine fotografiche e di mostrare i documenti che attestassero la nostra appartenenza ad organizzazione umanitarie, e che non eravamo giornalisti! Le persone che abbiamo incontrato sono disperate, nessuna organizzazione ha mai portato aiuti di nessun tipo, forse per paura o forse per ostacoli da parte delle autorità locali russe: le condizioni di vita sono disperate. Il villaggio che abbiamo visitato si chiama Serna Vodska e ci sono circa 14.000 profughi. Purtroppo il problema della sicurezza (1.800 rapimenti negli ultimi 4 anni) per gli stranieri è serio: le Ong internazionali lavorano attraverso personale locale o assumono scorte armate private. Nei prossimi giorni visiteremo i numerosi profughi nella zona di Volgograd. Per chiamare i nostri volontari potete chiamare i seguenti numeri: 03357056512 - 0078 442 316163 - 00881620212322 Samuele Filippini Rimini Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII
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