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Convenzione di Strasburgo e diritto di voto agli immigrati residenti
- Subject: Convenzione di Strasburgo e diritto di voto agli immigrati residenti
- From: Alessandro Marescotti <kfqma at tin.it>
- Date: Mon, 21 Feb 2000 17:47:06 +0100
A persone, associazioni, riviste impegnate per la pace e i diritti Proposta di una campagna di sensibilizzazione affinché a tutti gli stranieri residenti in Italia sia finalmente riconosciuto il diritto di voto nelle elezioni amministrative E' un obiettivo minimo ma essenziale, ed immediatamente praticabile: - ratificando finalmente il capitolo C della Convenzione di Strasburgo del 5/2/1992; - estendendo a tutti gli stranieri residenti in Italia il diritto già riconosciuto dal 1996 a quelli provenienti da paesi membri dell'Unione Europea. Cari amici, vi proponiamo un impegno comune per un obiettivo limitato ma il cui conseguimento potrebbe a sua volta produrre sviluppi assai rilevanti: il riconoscimento del diritto di voto per le elezioni amministrative a tutti i residenti così da permettere al più presto ad oltre un milione di immigrati residenti in Italia di far sentire la loro voce come elettori e come eletti negli enti locali, così da poter anche contribuire ad orientare in senso democratico l'azione delle amministrazioni locali. In Italia vi sono oltre 1.250.000 stranieri legalmente residenti. Con la loro presenza, la loro umanità, essi contribuiscono all'economia, alla cultura, alla vita civile di questo paese; ma a tutti loro è negato il diritto di voto per le elezioni amministrative (con la limitatissima eccezione di quelli provenienti da paesi membri dell'Unione Europea). Per il diritto di voto nelle elezioni amministrative il Parlamento potrebbe procedere con relativa celerità, essendovi riferimenti giuridici e precedenti significativi. Il riferimento giuridico fondamentale è la Convenzione di Strasburgo sulla partecipazione degli stranieri alla vita pubblica a livello locale del 5/2/1992, che al capitolo C (ancora non ratificato dal Parlamento italiano) prevede appunto il diritto di voto -elettorato attivo e passivo- per le elezioni amministrative. In altri paesi tale diritto è da tempo vigente; il caso forse più significativo è quello dell'Irlanda, in cui tale diritto fin dal 1963 è riconosciuto a tutti gli stranieri che ivi risiedono da almeno tre mesi (per un quadro europeo cfr. la tabella in Caritas di Roma, Immigrazione, dossier statistico '99, p. 157). Il precedente significativo fondamentale è il riconoscimento del diritto di voto amministrativo per gli stranieri residenti provenienti da paesi membri dell'Unione Europea, già in vigore in Italia dal 1996. Il significato politico Il significato politico del riconoscimento del diritto di voto nelle elezioni amministrative agli stranieri residenti è evidente: un notevole rafforzamento della democrazia; ed anche un rafforzamento ed una riqualificazione delle istituzioni democratiche di base in quanto rese così più rappresentative. A ciò si aggiunga che la presenza negli enti locali degli stranieri residenti porta nelle istituzioni di base cultura, sensibilità ed impegno nella lotta al razzismo ed alla discriminazione. Infine, ciò aiuterebbe a "mondializzare" la coscienza e l'azione delle istituzioni democratiche di base, a dare loro una corretta prospettiva, non rattrappita nel provincialismo, ma aperta alle problematiche complessive che non possono essere delegate ai soli governi nazionali ed alle sole istituzioni internazionali. Come condurre questa campagna: iniziative possibili Noi pensiamo ad una gamma di iniziative mirate per questo preciso obiettivo articolata ad esempio come segue: a) lettere ai mass-media; b) diffondere materiale informativo su internet; c) invitare all'impegno gli enti locali; d) invitare all'impegno i parlamentari sensibili; e) iniziative pubbliche di informazione, sensibilizzazione, mobilitazione; f) coinvolgimento di altri soggetti sia istituzionali che associativi a sostegno della proposta. Alle persone, i gruppi, i mezzi d'informazione che fossero d'accordo con questa proposta chiediamo di voler autonomamente intraprendere le iniziative che riterranno onestamente e ragionevolmente utili allo scopo (evitando quindi atteggiamenti strumentali, equivoci, settari o autopromozionali). Ovviamente, se vi impegnate in questa iniziativa, ci farebbe piacere sapere cosa state facendo e ricevere il materiale da voi prodotto. Cordialmente, Il Centro di ricerca per la pace di Viterbo Viterbo, 1 novembre 1999 Mittente: Centro di ricerca per la pace str. S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. e fax 0761/353532 -------------------------------------------------------------------- Alessandro Marescotti c/o PeaceLink, c.p.2009, 74100 Taranto (Italy) http://www.peacelink.it per inviarmi e-mail usa questo indirizzo: a.marescotti at peacelink.it -------------------------------------------------------------------- E' stato assolto con formula piena Giovanni Pugliese, segretario di PeaceLink! 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