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immigrati: 5 provvedimenti per la liberta' e la dignita'
- Subject: immigrati: 5 provvedimenti per la liberta' e la dignita'
- From: Alessandro Marescotti <kfqma at tin.it>
- Date: Mon, 21 Feb 2000 17:47:34 +0100
Una proposta di lavoro Cinque provvedimenti legislativi ed amministrativi urgenti per la democrazia e la dignità umana in Italia Facciamo tutti uno sforzo affinché migliori la condizione delle persone immigrate nel nostro paese: chiediamo alle istituzioni (dai Comuni al governo) di cambiare atteggiamento e di scegliere un impegno di autentica solidarietà, di accoglienza ed assistenza. Troppe donne e troppi uomini oggi in Italia subiscono una crudele violenza: vittime di schiavitù, privati dei diritti fondamentali. Non basta l'impegno generoso di una parte limitata della popolazione italiana: occorre che anche le istituzioni si adoperino per contrastare il razzismo, la feroce violazione dei diritti umani. Per questo occorre un immediato e persuaso impegno legislativo ed amministrativo ordinato a cinque obiettivi: a) riconoscimento del diritto di voto per le elezioni amministrative a tutti gli immigrati regolarmente residenti, applicando la Convenzione di Strasburgo del 5/2/1992; b) lotta contro la schiavitù, applicando contro gli schiavisti ed i loro complici gli artt. 600-602 del Codice Penale e liberando, aiutando ed assistendo le vittime garantendo ad esse la permanenza in Italia, anche in applicazione del combinato disposto dell'art. 16 e dell'art. 17 della legge 40/98 (ora artt. 18 e 19 del Testo Unico sull'immigrazione); c) abolizione dei campi di detenzione per immigrati che non hanno commesso reati; tali campi sono palesemente antigiuridici ed incostituzionali; pertanto occorre cancellarli e cassare l'attuale art. 14 del D. Lgs. 286/98 (T. U. sull'immigrazione); d) radicale modifica del Capo II ("Controllo delle frontiere, respingimento ed espulsione") del Titolo II del T. U.: sulla base de jure della evidente antigiuridicità ed incostituzionalità delle fondamentali misure amministrative lì contemplate, e de facto del fallimento delle strategie da esso dettate, ed in particolare constatando come la prassi dei respingimenti e delle espulsioni abbia di fatto favorito solo il potere mafioso ed abbia assurdamente ridotto tante persone oneste e disperate alla terribile condizione della clandestinità con l'incombente rischio di finir preda della criminalità organizzata; e) trasferimento delle competenze in materia di immigrazione dalle questure ai Comuni. Sono obiettivi su cui da anni vi è un largo consenso tra pubblici amministratori, operatori sociali, studiosi, persone impegnate nella promozione della dignità umana e della civiltà giuridica. Occorre che questi semplici princìpi di inveramento della Costituzione e della Dichiarazione dei diritti dell'uomo, dello stato di diritto e della democrazia, si traducano in prassi amministrativa e norma legislativa. Peppe Sini responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo Viterbo, 10 febbraio 2000 Mittente: Peppe Sini, str. S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. e fax 0761/353532
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