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i troppi domini di Grauso
- Subject: i troppi domini di Grauso
- From: Alessandro Marescotti <kfqma at tin.it>
- Date: Fri, 18 Feb 2000 18:38:53 +0100
Ieri, in preda all'allarme e alla fretta, abbiamo detto che Grauso aveva registrato 6 milioni di domini. Sono 500 mila, e sparsi per tutto il mondo. L'allarme comunque rimane ed e' grave che il mondo del profit abbia tale "mano libera" e che il mondo del non profit sia trattato peggio su Internet, senza agevolazioni e con meno possibilita'. E' grave che un'impresa possa registrare carrettate di domini e invece un'associazione solo uno. Ecco, per completezza, l'articolo sulla vicenda tratto dalla Repubblica di ieri. ---------------------------------------------------------------------------- --- "Le persone che si sentono lese possono fare ricorso solo il titolare del nome può registrare il sito web" L'Authority contro Grauso "Deve restituire i domini" Ma l'ex editore rilancia: "Non capiscono la rivoluzione di Internet. Il mio è soprattutto un gesto politico" di GIANCARLO MOLA ---------------------------------------------------------------------------- ---- ROMA - Se voleva alzare un polverone, Nichi Grauso c'è riuscito ancora una volta. Contro il suo shopping in Rete da 60 miliardi di lire (mezzo milione di nomi di siti registrati in tutto il mondo) si leva anche la Naming Authority italiana, cioè l'organismo che detta le regole per l'assegnazione dei domini ".it". "Chi ha registrato quei nomi di persona non è in alcun modo loro rappresentante legale, non ha titolarità alcuna su tali nomi, e se si ritiene danneggiata la propria immagine personale e professionale ci si può appellare anche all'articolo 6 del codice civile che tutela il nome come uno dei diritti inalienabili dell'individuo", ha scritto alla Federazione nazionale della stampa Claudio Allocchio, presidente della Naming Authority. Proprio la presenza tra i domini registrati di nomi e cognomi di giornalisti, magistrati e politici sardi aveva indotto il sindacato dei giornalisti a protestare contro l'iniziativa di Grauso. E oggi la Fnsi ha avuto il riscontro delle sue lagnanze. La Naming Authority ha precisato che "chi ha registrato quei nomi non ha formalmente commesso un abuso perché ha autocertificato di avere il diritto di utilizzarli". Ma ha anche aggiunto che l'ex editore dell'Unione sarda si è assunto "tutte le responsabilità civili e penali del caso". Responsabilità di cui l'imprenditore non ha paura. "Le reazioni del governo e della Federazione della stampa dimostrano che questa gente non capisce la rivoluzione che ci sta venendo incontro", dice. "Io invece quando nomino Internet so di cosa parlo. La mia operazione è una provocazione, ma anche una cosa seria. Se guardiamo alla prima, la mia risposta a chi si sente defraudato del nome è: se mi pagano un buon riscatto gli restituisco l'identità sulla Rete". L'imprenditore tace un attimo. E subito puntualizza: "Ribadisco che comunque non ho comprato quei domini per poi rivenderli". Poi, senza aggiungere dettagli al progetto che aveva anticipato a Repubblica.it, si lascia andare alla filosofia: "Le rivoluzioni dell'umanità si sono avute ogni volta che l'élite dominante ha perso contatto rispetto alle avanguardie. E questo è sempre avvenuto in presenza di salti della tecnica e della tecnologia. Oggi siamo in uno di questi momenti. Io considero Internet un fatto politico prima che economico. E il mio gesto è un gesto politico". Non perde il gusto del paradosso, Grauso. Ma anche questa volta rischia di pagarne le conseguenze. Secondo la Naming Authority infatti potrebbe essere costretto a restituire i domini acquistati. Migliaia di persone infatti potrebbero presentare ricorso alla Registration Authority (l'organismo che assegna i domini) e chiedere che la concessione venga annullata. "L'Authority provvederà a cancellare immediatamente le registrazioni effettuate. Esistono già una serie di precedenti che si sono conclusi con la cancellazione d'ufficio". I due esempi più noti sono quelli di "www.massimodalema.it" e di "www.romanoprodi.it", i cui domini erano stati registrati da terzi e poi riconsegnati. Fra l'altro il governo di recente ha raccomandato alla Registration Authority di concedere i domini con nomi e cognomi di persone solo a chi ne sia effettivamente titolare. Ma la vicenda ha sollevato anche un problema di norme. Che qualcuno comincia a denunciare. Bruno Piarulli, presidente di Register.it, una delle società che fanno da intermediarie nell'assegnazione dei domini, lo dice senza mezzi termini: "Sono le regole a favorire situazioni come questa. Il sistema rende facile registrare 2.000 domini tanto quanto registrarne uno solo. Fare incetta è fin troppo semplice. La questione ha però un lato buono: adesso almeno se ne parla. E le aziende e i cittadini ora sanno a quale rischio vanno incontro se restano inerti". (17 febbraio 2000)
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