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nonnismo: testimonianza di un allievo ufficiale
- Subject: nonnismo: testimonianza di un allievo ufficiale
- From: Alessandro Marescotti <kfqma at tin.it>
- Date: Fri, 28 Jan 2000 11:46:23 +0100
Ben 861 denunce per nonnismo nel solo 1999. Da piu' parti si dice che l'esercito di professione eliminera' il nonnismo. Ma e' proprio cosi'? Per riflettere sul fenomeno del nonnismo e sull'impatto educativo della vita di caserma, ecco una testimonianza. ---------------------------------------------- NONNISMO ED EDUCAZIONE MILITARE Lettera di un allievo ufficiale ---------------------------------------------- Questa lettera sara' un po' piu' seria del solito perche' qui in caserma sono successe cose che mi hanno lasciato molto male. Tutto e' successo quando sono arrivati i ragazzi del 103' corso AUC (Allievi Ufficiali di Complemento). Ora noi del 102' corso AUC siamo diventati "nonni". Speravo che verso di loro avremmo avuto uno spirito di comprensione e invece e' accaduto tutto il contrario. Appena arrivati, dopo ore di viaggio alle spalle, e' stato loro concesso di "fare il contrappello a letto". Si sono potuti cioe' mettere a dormire prima dell'orario del contrappello (un controllo notturno delle presenze) , senza dover subire il primo giorno tutte quelle storie tipo mettersi impalati sull'attenti prima di coricarsi. Noi del 102' corso AUC la prima notte di caserma facemmo il contrappello "in piedi". Bene, cosa e' successo ora? C'e' stata un'insurrezione del nostro 102' corso che si e' sentito "inferiore" ai nuovi: molti fra noi volevano che anche i nuovi del 103' corso AUC dovessero fare il contrappello in piedi. Invece di essere stizziti per il nostro contrappello (che ancora facciamo in piedi sull'attenti) erano stizziti perche' i nuovi la prima notte di caserma facevano il contrappello a letto. Piu' che un desiderio di star bene tutti si leggeva fra noi "nonni" il desiderio di vedere i nuovi arrivati soffrire cosi' come abbiamo sofferto noi. Questo e' diventato palese il giorno dopo quando si e' vista gente dei nostri godere sadicamente nell'osservare i nuovi arrivati aspettare immobili e inquadrati davanti alla mensa piu' di un'ora e un quarto, e dire: "Lo abbiamo noi, lo devono fare anche loro!" Si tratta per loro di stare in piedi, irrigiditi, bloccati, mentre a noi ora e' data piu' liberta nell'attendere davanti alla mensa e c'e' molto meno rigore se ci muoviamo. Ci sono state persone che mi hanno considerato pazzo perche' ho detto che mi sembrava giusto che l'adunata mensa, iniziasse per i nuovi arrivati con tre quarti d'ora almeno di ritardo, visto che devono fare un'attesa cosi' lunga. La cosa e' possibilissima e invece no: "Devono soffrire". E' un'ondata emozionale che non mi aspettavo e che coinvolge tutti coloro che sono stufi di questa vita che facciamo e che hanno bisogno di scaricare le loro nevrosi. Prima questa "scarica" avveniva soprattutto fra di noi, con uno stillicidio di sfottimenti e col tentativo continuo di "creare" delle "persone ridicole" (e avevano tentato di farlo con me); ora questa "scarica" si rivolge verso l'esterno. L'altra sera si era creata una strana euforia generale, una "mobilitazione" per accogliere i "missili" (cosi' vengono chiamati i nuovi che cominciano i corsi AUC). A loro veniva gridato: "Missili!". La cosa ha del goliardico per alcuni e del sadico per altri. C'e' stata una scorribanda con un casino indescrivibile in quanto alcuni nostri colleghi si sono organizzati in squadra gridando "missili scoppierete!", "missili morirete". Per ragazzi gia' abbattuti, depressi, spaesati e impauritI, come sono molti dei nuovi che cominciano a fare il militare, immaginiamo che effetto fa. Crea un clima insopportabile che porta a una chiusura in se stessi e a una sofferenza psicologica che ben conosco e che ho provato anch'io... Quando c'e' stata la scorribanda sono andato a incazzarmi con questi cretini; li' ci ho trovato anche il mio compagno di corso Lino, comunista, che gliene stava gridando quattro per far finire la gazzarra. Ma la cosa mi ha veramente sbalordito quando ho visto i nostri capicorso assumere atteggiamenti da "duri"; loro sono per trattare "duramente" i nuovi. E non accettano critiche. O hanno i nervi a pezzi oppure si sta impadronendo di loro quel sentimento che si chiama "rivalsa" e che e' il tentativo di godere del rispetto assoluto per qualche settimana da parte di una sessantina di persone, tanti sono i nuovi arrivati. Ho potuto vedere emergere in quei momenti gli spiriti piu' istintivi e animaleschi. Il tutto per imporre una "superiorita'". Pensavo che il nostro corso fosse piu' maturo e si distaccasse dal precedente che invece ci odiava. E invece si ripete implacabile lo stesso copione. E questo nonostante tutti dicessimo un mese fa che i nuovi arrivati li avremmo dovuti trattare in modo migliore di quanto i nostri "nonni" avessero trattato noi. Ma cio' che mi ha fatto arrabbiare e' stato il fatto che alcuni colleghi aizzavano il corso intero contro i "missili" mettendo in giro voci false o molto imprecise per farci sentire "calpestati" dai loro. Ad esempio avevano sparso la voce che i nuovi arrivati dovessero mangiare insieme a noi e non fare la coda dopo di noi, cosa che non era vera; certo non sono assolutamente contrario a questa forma di parita', ma se proponi una simile parita' ti fai mangiare vivo. Qualcuno di noi "nonni" e' andato a dire ai nuovi corsisti che erano tenuti a salutare con saluto militare tutti i "vecchi" del nostro corso, cosa che non e' scritta da nessuna parte (il saluto militare e' dovuto solo ai superiori). Questi tipi del nostro corso sono andati nelle camere dei nuovi a metterli sull'attenti, senza alcuna autorizzazione. Sono andati a controllare se nella loro camera avevano pulito bene o se c'era della polvere. Sono andati nei cessi a mettere sull'attenti la gente che doveva fare i propri bisogni. E giustamente sono stati ripresi dagli inquadratori, ossia da colleghi che sono stati incaricati del loro addestramento. Non fosse mai successo! Hanno preso questa critica appunto come un'offesa al loro onore: essere ripresi di fronte ai "missili", mai sia! C'e' da dire anche che questa volta gli inquadratori sono ragazzi seri, in gamba, del nostro corso, e forse per questo vengono criticati da altri ragazzi del corso che forse volevano fare loro gli inquadratori. C'e' gente che e' rimasta in piedi fino all'una di notte a fare capannelli pur di dire male degli inquadratori e del tenente che li dirige (e' un tipo simpatico, forse l'unico). In questa situazione io e pochi altri abbiamo difeso il loro operato con discussioni accese. Dopo di che e' successo un fatto gravissimo che raccontero' dopo. Infatti proprio ora che sto scrivendo (sono di sentinella ma in questo momento non sono di turno) mi giungono ulteriori notizie sulle stupidaggini che ha hanno fatto stanotte questi tipi frustrati e spesso fascisti. Sono infatti andati a "sbrandare" i nuovi, cioe' a tirarli giu' dal letto. Sono bravate che non solo tolgono il sonno a chi e' gia' stanchissimo ma che intimidiscono. Sono gesti che rinnovano una tradizione cinica, di sfottimento pesante che non ha alcuna analogia con lo "scherzo". Ricordo infatti che quando i "nonni" del 101' corso AUC tentarono di sbrandarci (e successe molto tempo dopo il nostro arrivo, all'inizio ci lasciarono stare) noi ormai li prendevamo a legnate. Per un pelo la cosa non degenero' in rissa e io, per la prima volta nella mia vita, ero deciso a usare le mani se mi avessero buttato giu' dal letto. Cio' che mi ha stupito e' che il ragazzo del nostro corso che sta nelle grazie del cappellano militare e' uno degli artefici principali di queste fesserie. Il bello e' stato pero' che la "squadraccia" che e' andata a sbrandare i nuovi, al ritorno ha trovato i letti disfatti e le coperte nel corridoio perche' uno che la pensa "come noi" gli ha restituito in contemporanea lo scherzo, con grade soddisfazione nostra quando lo abbiamo saputo. Inevitabilmente ci sono state discussioni molto accese e screzi. Ma io a questo punto preferisco non guardare piu' in faccia certe persone. C'e' ad esempio uno che non saluto piu' e che non vede l'ora di fare l'allievo di giornata per punire i "missili". Va dietro ai nuovi e li riprende con durezza se camminano sui marciapiedi (e' vietato camminare sui marciapiedi per i nuovi). Rompe l'anima in modo pazzesco ma noi, se potremo, quando la fara' piu' grossa del solito, lo andremo a dire al tenente cosi' in tabella di punizione non ci vanno a finire i "missili" ma ci va lui. E' infatti lui che e' andato nei cessi a mettere sull'attenti i nuovi, spacciandosi per inquadratore. Ma la cosa grave e' avvenuta l'altra sera. Non ha coinvolto i "missili" ma due del nostro corso. Dopo la mezzanotte L*******, un corsista di Napoli laureato in agraria, ha dato un pugno e ha scagliato per terra B*******, un veneto, un buon ragazzo, spaccandogli tre denti. Sono accorso poco dopo. Era una scena da far star male. Vedevi quel poverino che piangeva, con la bocca insanguinata e che diceva: "Rovinare un ragazzo di vent'anni... rovinare un ragazzo di vent'anni...". E piangeva a dirotto. L'episodio non va concepito "a parte" rispetto al clima di esaltazione ,con relative scorribande, che si e' venuto a creare con la venuta dei nuovi del 103' Corso AUC. Quello che ha dato il pugno e a spaccato i denti, la sera stessa del fatto era invasato di rabbia per il trattamento "dolce" riservato dal tenente ai "missili". Dopo due ore avrebbe scaricato la sua aggressivita' su un suo collega. Bestiale. E' una persona indegna, non ha neppure la scusante di essere uno "scugnizzo" napoletano ma e' figlio di un dottore, e' un laureato. Come e' successa la cosa? A mezzanotte B*******, il ragazzo veneto, aveva chiesto a L******* di spegnere la radio. L******* se ne e' fregato e ha fatto come se fosse il padrone della camera. B******* allora gli ha gettato le coperte addosso e L*******, che chissa' cosa covava dentro, e' diventato una furia e gli ha spaccato tre denti. Tutto secondo me va collegato al clima inquieto ed esaltato che stiamo vivendo, i nervi sono logorati, si reagisce prima, si scaricano sugli altri le proprie frustrazioni, si rivaluta la propria personalita' mediante un antagonismo cinico e sfottente. Infatti il veneto veniva continuamente sfottuto e umiliato. Il giorno dopo il fattaccio, un ragazzo del nostro corso ha avuto il coraggio di inveire contro il capocorso perche' non li avrebbe lasciati molto liberi di scaricarsi sul 103' AUC (il che in fondo non e' vero perche' ha anzi lasciato fin troppo mano libera). "Se ci avessi fatto scaricare sui missili - ha inveito - non sarebbe successo il fatto di B*******". L'ha detto davanti a un capannello di persone e io, presente, mi sono sentito scoppiare di rabbia. Gli ho gridato che se lui aveva dei problemi e doveva scaricarsi i nervi faceva meglio a prendersi uno psicofarmaco per calmarsi. Gli ho gridato che la sua era una mentalita' schiavista: "Ma che credi, che le persone siano cose? Credi di aver il diritto di prendertela con dei ragazzi solo perche' hanno 3 mesi di militare in meno di te? Ma per caso vuoi un po' di negri da frustare? E' questo quello che vuoi?" Me ne sono andato accecato dal dolore. E' qualcosa che ti scombussola per tutta la giornata. Di fronte a queste cose non dialogo piu', non voglio neppure ascoltare la risposta perche' la verita' lampante e' che chi ha dei dubbi su queste cose e' solo una merda. E io non guardo piu' in faccia chi non e' piu' un giovane ma un negriero. Per fortuna non sono il solo a pensarla cosi', anche se siamo una minoranza. Il bello e' che non sosteniamo "idee sovversive", ma semplicemente le idee del tenente il quale ha detto che non vuole che i nuovi subiscano vessazioni. E' una persona umana, oltre che simpatica. Ma voglio aggiungere qualche altro particolare sul "fattaccio". Era presente un altro corsista napoletano che ha recitato il copione dell'omerta' per coprire o per non incolpare il suo collega. Chi dovra' pagare i danni? In un primo tempo il protagonista del fattaccio non voleva pagare, diceva che non aveva neppure toccato l'altro, che era stato uno scivolone accidentale e che l'altro l'aveva provocato. Poi, impaurito dal rischio di una denuncia, ha temporeggiato, si e' messo a filosofeggiare in modo ipocrita e a dire che di fronte a quel dolore i soldi erano l'ultima cosa a cui pensava, ma intanto non si pronunciava. Ora pare che debba pagare lui, ma il veneto va cauto perche' non ha una raccomandazione alle spalle (come invece ha il napoletano) e questo puo' contare anche ai fini della giustizia; il veneto infatti potrebbe essere espulso dal corso se i superiori abbracciano la tesi della sua "provocazione", che non c'e' stata. Mi ha fatto pena quel ragazzo, si sentiva debole, piangeva per i denti perduti ma anche perche' quell'episodio concludeva una serie di vessazioni che aveva subito. Ora stiamo cercando di appoggiarlo. Ma molti non si pronunciano per quieto vivere o per non prendere posizione. Un mio collega di camera, la sera stessa del fattaccio, non si e' neppure scandalizzato del fatto, lo ha accettato con freddezza, senza emozionarsi. E' entrato in camera e ha detto: "L******* ha spinto B******* e gli ha rotto tre denti". E poi si e' messo a letto a dormire. Vorrei poi raccontare la pagliacciata dei voti. La nostra nostra destinazione dipende dai voti conseguiti durante le lezioni e le esercitazioni del Corso Allievi Ufficiali. Voti alti: si va a nella propria citta' o li' vicino. Voti bassi: si va chissa' dove, nei posti piu' sperduti e lontani. Per questo mi sto impegnando e ho preso 19 ventesimi in una materia che si chiama ********** mentre altri hanno preso 15 o anche 13. Io ero abbastanza contento. Alla fine il professore (un ufficiale) dice: "A voi che avete preso quei voti bassi devo fare un'interrogazione orale per alzarvi la media cosi' porto alla fine tutti sulle stesso piano e ve la vede poi voi con le raccomandazioni per quanto riguarda la destinazione". Per lui questa e' "eguaglianza" e in piu', ha detto, si "toglie gli scrupoli", sottintendendo: "Cosi' i vostri raccomandatori e padrini non avranno niente da ridire con me". Capito? In un'altra materia, ossia *************** ********, c'e' stata un'altra pagliacciata: la copiatura esplicita del compito. Il docente, anch'egli un ufficiale, ha fatto mettere sul banco cio' che dovevamo copiare. Con un altro docente ho preso 16 ventesimi per delle stupidaggini di errori. Nell'intervallo, mentre il docente era assente, abbiamo sbirciato il suo registro e accanto ai nostri nomi c'erano delle sigle come CC o VCC. Il docente, tornando, ci ha detto: "Ma non pensate di essere stati un po' indiscreti?" Abbiamo capito che quelle sigle significavano Colonnello Comandante, Vice Colonnello Comandante e il tutto significava "voti pompati" grazie alla loro raccomandazione. Infatti il giorno prima dei quiz c'era gente che non sapeva niente e lo confessava senza problemi; e poi hanno preso i miei stessi voti. Il raggiro, la "formalita'" quasi totale dei voti, e' cosa nota e viene ammessa spesso dagli stessi docenti con la massima spregiudicatezza. E' una presa in giro che non avrei mai e poi mai immaginato. L'assenza di serieta' e totale. Questo e' un sistema che ti addestra a non credere nella serieta' e ti distrugge i pochi principi buoni che hai dentro. Infatti ora se prendo i libri in mano per studiare le discipline del corso mi devo sempre difendere dagli sfottimenti. Inoltre il sottotenente ha detto che "non puo' mandare al Ministero i voti delle interrogazioni orali nelle materie di compagnia perche' sono troppo bassi". Per inciso: io ero stato interrogato due volte andando bene. Il sottotenente ha detto che saranno "alzati" tutti i voti, sia di chi ha studiato, sia di chi non ha studiato e verra' probabilmente dato il massimo dei voti ai raccomandati. Altra pugnalata (ma ormai mi sono abituato). Tutto sara' deciso in base alle raccomandazioni. In questo momento sto facendo la sentinella e ho trovato nella stanza le scritte murali di due soldati: "La naja e' un incubo di cui la liberta' e' il risveglio" e "Naja e' far difficile il facile attraverso l'inutile". Queste frasi emergono su uno sfondo di scritte inutili, stupide o volgari. Ci sono anche delle croci uncinate. Io ci ho scritto accanto: "Il sonno della ragione genera mostri". La prima volta che mi trovero' nelle condizioni di farlo scrivero' una massima di Mark Twain: "Educazione e' saper contemperare tutto il bene che pensiamo di noi stessi con tutto il male che pensiamo degli altri". Infatti qui bisticciamo sempre piu' spesso e "vaffanculo" e' diventata una delle forme di congedo sempre piu' ricorrente. Lettera dell'allievo ufficiale di complemento Alessandro Marescotti, 1' maggio 1981 DIFESA: SCOGNAMIGLIO, RIFORMA LEVA RIMEDIO AL NONNISMO Roma, 3 set. - (Adnkronos) - ''In un certo senso la riforma del servizio di leva, che peraltro ha avuto una gestazione piuttosto lunga, rappresenta anche una risposta al fenomeno del nonnismo''. Lo ha spiegato il ministro della Difesa, Carlo Scognamiglio, ricordando come le conclusioni della commissione incaricata di svolgere una ''riflessione scientifica'' sul fenomeno del nonnismo ''indichino nell'abolizione del servizio militare obbligatorio forse il principale rimedio e la principale forma di prevenzione al nonnismo nelle caserme''. -------------------------------------------------------------------- Informazioni a cura di PEACELINK web: http://www.peacelink.it e-mail: a.marescotti at peacelink.it -------------------------------------------------------------------- Indirizzo di posta convenzionale: PeaceLink, c.p.2009, 74100 Taranto (Italy) -------------------------------------------------------------------- Per sostenere PeaceLink: ccp 13403746 intestato ad Associazione PeaceLink, via Galuppi 15, 74010 Statte --------------------------------------------------------------------
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