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MST e Governo Lula: un articolo di Stedile e una intervista a Salete Carollo (MST/RGS) in visita in Italia



@ Le sfide attuali della sinistra brasiliana di Joao Pedro Stedile  (Jornal
em tempo - setembro)

Compiti primordiali. Scontrarsi con le politiche neoliberiste esige
organizzazione e lavoro di base.


     La società  brasiliana vive un periodo molto speciale, per diverse
ragioni. Una di queste è il lungo periodo di crisi del modello economico.
Quando c¹è crisi, c¹è instabilità, ma allo stesso tempo si instaura un
processo di transizione ­ anche se non sappiamo in che direzione andremo.
Questo dipenderà dalla correlazione di forze sociali.
Dopo 50 anni del cosiddetto modello di industrializzazione dipendente ­
secondo la definizione di   Florestan Fernandes ­, negli anni 80 questo
modello è entrato in crisi  rispetto al livello di accumulazione del
capitale. Nella decade seguente, la classe dominante brasiliana ha accettato
un ruolo subalterno al capitale internazional, è passata a realizzare le
politiche neoliberiste nell¹ ³illusione²  di costruire un nuovo modello di
sviluppo della economia nazionale.
 Le politiche neoliberiste hanno denazionalizzato  la nostra economia,
sottratto  potere allo Stato e dato libertà totale al capitale
internazionale. Ma questa subordinazione non è sfociata in un nuovo ciclo di
sviluppo. Il capitalismo internazionale era entrato in una fase di totale
egemonia del capitale finanziario, intrecciato ai grandi gruppi
monopolistici che dominano il commercio, l¹industria  e i servizi.
Ora, la forma principale di accumulazione è nella sfera finanziaria. Si
accumula per mezzo di interessi e del lucro nell¹acquisto di azioni delle
imprese statali  o nazionali già installate  e si dà libertà totale di
inviare il  denaro all¹estero. Niente di tutto questo genera ricchezza
nazionale, impiego, lavoro, distribuzione di reddito.
In dodici anni di queste politiche, l¹economia nel suo insieme è rimasta
instabile. Indipendentemente dal fatto che il PIB crescesse, rimanesse
stabile o diminuisse, le grandi transnazionali e il capitale finanziario
guadagnano sempre. Ossia, il modello non serve per le nazioni, non serve
perché le popolazioni migliorino la loro vita, ma serve per le grandi
imprese oligopolistiche e per il capitale finanziario.

Mutamenti e contraddizioni
    Con risultati sociali sempre peggiori, il popolo ha capito il
significato di queste  politiche e, nell¹elezione del 2002, ha votato contro
questo modello. Non si sapeva tuttavia, cosa doveva essere messo al suo
posto, anche per il basso livello del dibattito politico della campagna del
2002. Nel momento di sconforto legato alla minaccia rappresentata dalla
crisi dell¹Argentina, parte delle elite brasiliane ha accettato la
possibilità di un cambiamento e si è alleata con l¹alternativa Lula.
Dall¹altro lato, quello del PT e delle forze sociali che hanno appoggiato
Lula, questa possibilità  era vista come un¹alleanza tattica tra la classe
lavoratrice e settori della borghesia industriale, per affrontare il
capitale finanziario nazionale e internazionale. Ma da parte delle elite, la
lettura non è stata di questo tipo. Hanno fatto un¹alleanza  per continuare
a influire sulle politiche pubbliche nella direzione del neoliberismo.

Passata quasi metà del mandato presidenziale, il risultato è qui di fronte.
Si va avanti con una politica economica neoliberista egemonizzata da quei
settori della classe dominante brasiliana che controllano tutta  l¹area
economica del governo, dalla Banca centrale fino al Ministero
dell¹Agricoltura. La natura e le conseguenze di questa  politica le
conosciamo già tutti da dodici anni  Determinano l¹egemonia del capitale
finanziario,  che utilizza le politiche pubbliche per garantire i suoi tassi
di profitto, attraverso gli interessi,  il potere dell¹oligopolio e la
libertà totale di azione.
E qual è la contraddizione che finisce per aiutarci? E¹ che questo insieme
di politiche economiche di taglio neoliberista non si costituisce in un
modello solido di accumulazione di capitale e di ripresa di un processo di
sviluppo nazionale. Potremo anche avere crescita economica, ma sarà
egemonizzata dal capitale finanziario, dal settore oligopolizzato
dell¹economia e dalle esportazioni delle imprese transnazionali  che
utilizzano il libero-commercio per aumentare i loro tassi di profitto.
In queste politiche non c¹è spazio per la distribuzione del reddito, per la
riforma agraria, per il mercato interno, per la crescita del consumo di beni
di massa e neanche per le politiche sociali. Senza catastrofismo, con questa
opzione, i problemi sociali non fanno che aggravarsi. Qui, in Cina, e in
qualsiasi paese venga applicata.
Questa  è la sfida di ordine economico. Non c¹è via d¹uscita per il popolo
nelle politiche economiche neoliberiste. Esse interessano solo al grande
capitale. Restando all¹interno di esse, i problemi del popolo non faranno
che aggravarsi, anche con la crescita del PIB e con alcuni settori,
particolarmente quelli legati al mercato estero, che aumenteranno il numero
di posti di lavoro.

 La sfida della sinistra sociale
  E come affrontare questo quadro? C¹è una tendenza naturale delle forze
sociali e politiche a riferirsi soltanto a quello che fa il governo.
Tuttavia, come si dice in mezzo al popolo,     ³il buco è più in basso². La
società brasiliana deve discutere e costruire un nuovo progetto di sviluppo,
pensando quale modello possa oggi organizzare la produzione e l¹economia
rivolgendosi alla soluzione dei problemi della popolazione e non solo
dell¹accumulazione del capitale. C¹è bisogno di un vero e proprio mutirão
sociale, che porti questo dibattito in tutti  gli spazi sociali, delle
scuole, dei collegi, università, sindacati, chiese e movimenti sociali. E
questo estrapola la tendenza semplicistica  che si limita semplicemente a
parlar male del governo o a sostenerlo.
La seconda sfida. Nella lotta delle classi tutto si risolve attraverso la
correlazione di forze. Non basta un esercizio di retorica, per quanto
combattivo sia. Chi non ha popolo organizzato, non ha forza per sostenere le
proprie idee. Chi ha solo buone idee e non si preoccupa di organizzare i
lavoratori, i poveri, cade facilmente nel settarismo, nel sinistrismo  o nel
moderatismo.
La correlazione di forze sociali attuale è sfavorevole per la classe
lavoratrice, per il lungo periodo storico di riflusso del movimento di
massa. Questo non vuol dire che non ci siano lotte sociali. Ma non esiste un
movimento in crescita e di massa che costruisca  organicamente una unità
popolare intorno a un progetto unificato di mutamento. Bisogna stimolare le
lotte sociali e la costruzione di un ampio movimento di masse, unitario, che
riesca a contrapporsi all¹egemonia del capitale finanziario, che si esprime
nelle più diverse sfere della società, a volte anche nel movimento sindaale.
Qui c¹è bisogno di una riflessione autocritica di tutti noi. per stimolare e
organizzare le lotte sociali è necessario fare un lavoro di base , il che
significa  che la militanza sociale deve dedicarsi prioritariamente a fare
il lavoro di convincimento e di organizzazione nucleare del popolo. Dobbiamo
utilizzare le nostre energie per andare dove il popolo vive, lavora e
organizzarlo. 
Bisogna che portiamo le nostre idee, i nostri materiali, fare piccole
riunioni, riunire, costruire forza sociale organizzata. Purtroppo parte dei
militanti non capisce che senza organizzare il popolo non si va da nessuna
parte, e molte volte si illude con eterne riunioni della cupola o meri
discorsi di valutazione della congiuntura.

Disputa ideologica
    La terza sfida che la sinistra  sociale deve affrontare è nel campo
della disputa ideologica. Dobbiamo organizzare la disputa dell¹egemonia
nella società, come ci invitava a fare Gramsci. Non solo fare lotte
economiche, corporative, che possono ottenere piccole conquiste sociali per
la classe, ma che non organizzano la classe per cambiamenti sostanziali, né
portano avanti progetti nella società.
In questo campo ideologico abbiamo molti fronti e compiti in sospeso.
Abbiamo il lavoro di formazione politica della nostra  militanza, dei nostri
quadri, attualmente molto scarso. Abbiamo il compito di costruire i nostri
propri mezzi di comunicazione sociali: radio comunitarie, televisioni
comunitarie e pubbliche, giornali e bollettini. Fino a quando ci illuderemo
di conquistare piccoli spazi nella televisione, nei giornali e radio della
borghesia? Essi saranno sempre al servizio degli interessi della loro
classe, la classe dominante, come ci avvertiva  il   rimpianto Perseu
Abramo.
Dobbiamo anche utilizzare le più diverse forme di espressione culturale. Il
teatro, la musica, la danza, le arti plastiche e le feste popolari
rappresentano una eccellente forma di comunicazione sociale e di idee con il
nostro popolo. 
Come vedete abbiamo molti compiti di fronte a noi, se vogliamo uscire da
questa crisi economica e ideologica che la società brasiliana vive. Le
sinistre  hanno bisogno di fare una buona autocritica e cominciare a
lavorare guardando al lungo periodo.

João Pedro Stédile, membro della direzione del MST


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Ci prepariamo ad accrescere accampamenti ed occupazioni e a scendere nelle
strade per esigere l¹attuazione del PNRA

Intervista  a Salete Carollo del MST del Rio Grande del Sud
(a cura di Serena Romagnoli, www.comitatomst.it)

Salete Carollo, in Italia per partecipare a convegni  e feste (Convegno
Agape, Feste di Liberazione di Terni e Perugia, Festa dell¹Unità di Ravenna,
Convegno Ore 11, Convegno Manitese) e per ritirare il Premio Guillen
Carovane a Piacenza, attibuito a Joao Pedro Stedile, ci parla  del progetto
di riforma agraria del MST e del  governo Lula, che non sta attuando il
Piano di riforma agraria, delle accuse di violenza e corruzione avanzate nei
confronti del Movimento, di ciò che una insediata del MST si aspetta  da
coloro che in Europa vogliono appoggiare il progetto di riforma agraria e ci
invita a visitare gli insediamenti del MST.


Salete; vivo in un insediamento di Senza Terra nel Rio Grande del Sud. In 15
famiglie (delle 35 che fanno parte dell¹insediamento) abbiamo costituito
una cooperativa e tutta la nostra vita è informa collettiva. Il nostro
lavoro è collettivo e la nostra principale sfida in quanto cooperativa è
costruire  un modello di produzione agroecologica e anche tentare di
costruire una vita in comune, una vita più giusta, più egualitaria.
L¹insediamento si chiama Lagoa do Junco, sta nel comune di Itapesa a 100
chilometri da Porto Alegre


… Che ha fatto il governo Lula per la riforma agraria, dall¹inizio del suo
mandato?

La nostra valutazione, in quanto MST, è che di fatto il governo non è
riuscito ad avviare una riforma agraria di nuovo tipo in Brasile  perché non
è che  non voglia, vuole realizzare una riforma agraria di tipo nuovo in
Brasile,  noi lo sappiamo, Lula si è impegnato con i brasiliani, con il MST,
su questo. Ma quel che sta succedendo ora  in Brasile è  che si sta lottando
per  il tipo di progetto da realizzare e  la classe dominante si organizza
intorno all¹agrobusiness e fa sì che prevalga un progetto agricolo rivolto
agli interessi dell¹agrobusiness, mentre noi del MST vogliamo costruire
un¹altra  proposta un altro modello di riforma agraria, che è contro la
monocultura, contro la grande meccanizzazione agricola e l¹uso  intensivo di
agrotossici.  Noi sosteniamo un altro progetto, che si basa sulla
diversificazione della produzione, sull¹agroecologia, sull¹  agricoltura
organica e soprattutto dove si possa  costruire un modella di agricoltura
cooperativa, dove l¹agroindustria  arrivi direttamente al produttore   e non
ci siano più intermeduari  perché, se c¹è l¹agroindustria  e il prodotto
viene trasformato all¹interno della comunità, questo acquista un valore
maggiore   e se ciò invece non avviene,  nella piccola agricoltura  la
situazione di ingiustizia continuerà a prevalere perché il contadino non
uscirà mai dalla povertà.
L²agronegozio sostiene   la produzione per l¹esportazione, mentre noi
sosteniamo che bisogna produrre per il mercato interno, perché tutta la
popolazione del campo e della città possa alimentarsi. Ci sono 32 milioni di
persone sotto la linea di povertà, per loro vogliamo produrre alimenti.
Il governo Lula non è riuscito ad avviare questo tipo di riforma agraria che
noi sosteniamo. Siccome Lula ha partecipato alle elezioni e per vincere ha
fatto una alleanza il governo  è un governo  di coalizione Š.
La  questione non è lui o noi,  ma discutere un progetto per il Brasile e
non pensare soltanto all¹esportazione.  La nostra valutazione è che il
governo Lula non ha fatto praticamente niente di quel che proponiamo. Quel
che noi diciamo è che esiste un PNRA e quello che noi stiamo facendo è
esigere che Lula esegua questo piano (che non era quello che volevamo) ma
che è il migliore che si può ottenere oggi.


… Ma qualcosa del PNRA (Piano Nazionale di Riforma Agraria) è stato
realizzato? 

Rispetto al nuovo modello di agricoltura o a una riforma agraria di questo
nuovo tipo (espropriazione di grandi latifondi,agricoltura cooperativistica,
agroindustria negli insediamenti, credito specifico per gli insediati ) non
ci sono stati passi avanti. Fino ad oggi non si è fatto quasi niente in
questo senso.  
In questi due anni del governo praticamente non ci sono stati insediamenti
Nel Rio Grande del Sud, per esempio, non è stata insediata nessuna famiglia.
MST e Via Campesina ritengono che il nostro compito sia oggi scendere in
strada, manifestare, faremo marce. Il nostro ruolo è rafforzare la coscienza
dei senza terra in modo che si organizzino, aumentando il numero di famiglie
accampate, il numero di accampamenti e occupazioni, che è la nostra  forma
di lotta.  Il nostro cammino è fare pressione, dipende dalla congiuntura ma
dobbiamo accelerare manifestazioni e forme di pressione perché abbiamo
capito che   Lula non farà la riforma agraria se noi dei movimenti sociali,
del MST, non facciamo pressioni. L¹agrobusiness  è cosi forte che determina
molte cose che stanno succedendo in Brasile in relazione ai transgenici e
anche al bilancio. (quanto denaro viene destinato  all¹agrobusiness e quanto
alla riforma agraria? E¹ un assurdo, la differenza è enorme). Quello che sta
prevalendo  in BrasileŠ  è questo modello di agricoltura che serve alle
politiche delle transnazionali, della Banca Mondiale, del FMI.


… Alcuni accusano il MST di avere in questa fase comportamenti violenti,
nelle occupazioni di terre e di edifici, che ne pensi?

Le nostre forme  di lotta sono restate le stesse da 20 anni  a questa parte.
Oggi abbiamo più chiaro chi è il nostro nemico. Il nostro nemico non è il
governo Lula, il nostro nemico è il latifondo, il capitale internazionale.
Tutte le nostre azioni sono per un Brasile  senza latifondo; il nostro
grande obiettivo è farla finita con il latifondo in  Brasile.
Con chi è il nostro scontro ? Con il latifondo. Chi genera violenza? Non
sono i senza terra che si organizzano, occupano un latifondo per fare
pressioni sul governo perché espropri la  terra.  Non è questo che genera
violenza, chi realmente dispone di armi, di  fucili, è il latifondo.  Che ha
guardie di sicurezza delle fazenda, una mafia del latifondo molto grande,
che genera la violenza Quando avvengono i conflitti, gli sgomberi violenti
contro di noi,  sono loro che ci aggrediscono.  Il conflitto è violento ma
chi è armato sono loro, non siamo noi. Normalmente, nel processo di
negoziazioni,  viene segnalato quando un latifondo può essere espropriato,
quando i latifondisti capiscono chi è che può danneggiarli,  cominciano a
organizzare le loro milizie i loro capangas armati e vengono allo scontro.
Non è che la violenza sia aumentata per colpa del governo Lula. I
latifondisti si sono organizzati e ci stanno aggredendo di più e la
repressione continua perché,  cosa controlla Lula nei mezzi di
comunicazione, che oggi sono quelli  che più ci attaccano? . Ogni giorno ci
sono servizi contro il MST, contro i senza terra. Ma perché la classe
dominante,  la borghesia,  ha paura. Perché? Perché noi ci organizziamo e
organizziamo i poveri e quando i poveri diventano soggetti del processo e
non più sottomessi, questo genera coscienza ed è allora che la classe
dominante e la borghesia e il latifondo hanno paura,  perché stiamo
crescendo. Siamo passati da 60.000 famiglie a 100.000 famiglie accampate in
500 accampamenti e questo rappresenta una forza grande, capace di convincere
il governo a fare cambiamenti ed è questo che preoccupa la borghesia, è
questo che preoccupa il latifondo. Di questo hanno paura, non hanno paura
delle armi,  perché le armi le hanno loro. Quello che non hanno è il popolo
organizzato, per questo tremano e da qui nasce la violenza.


… Ma Lula ha fatto qualcosa di buono?

Si varie politiche, alcuni programmi legati a ³Fame Zero²    sono stati
lanciati o sono migliorati, relativamente ad educazione, salute ed
agricoltura. Ora quel che noi però valutiamo è che questo non altera  la
struttura fondiaria, si tratta ancora di misure compensatorie,  che erano
presenti anche nel governo di Fernando Henrique,   in governi anteriori. A
chi interessa mantenere queste politiche compensatorie? Alla Banca Mondiale,
alle transnazionali. Essenzialmente Lula non ha modificato la struttura .
Resta lo stesso modello di agricoltura, anche in termini di ministeri, si
mantiene la stessa struttura: Ministero dell¹agricoltura  che si occupa
dell¹agrobusiness e Ministero dello sviluppo agrario che si occupa della
riforma agraria. Quindi,  l¹essenza del problema,  Lula non l¹ha affrontata.
Anche se parla di Piano A, B, C. Non si arriva mai al piano B, stiamo sempre
nel Piano A , un governo di transizione  che non fa grandi cambiamenti. Noi
pensiamo che questi cambiamenti ci saranno, se noi, non solo il MST, e Via
Campesina, ma tutte le categorie , tutti i lavoratori  del Brasile
cominceranno a rianimarsi e capire che questo è un momento in cui la massa
si deve organizzare, scendere in piazza e esigere dal governo i cambiamenti.


… Che valutazione dai del comportamento del governo in relazione ai
transgenici? 

Questo argomento è molto complesso. All¹inizio sembrava una disputa
politica, ideologica, ma oggi abbiamo capito che è una disputa relativa al
progetto e una questione tecnica. Tecnicamente, scientificamente  non
abbiamo studi e analisi sufficienti, speriamo che Lula mantenga una
posizione di precauzione, misure  di precauzione.
Noi stiamo esigendo che sia sull¹Alca, sia sui transgenici  Lula faccia un
plebiscito ufficiale in Brasile e consulti il popolo. In altri paesi   si è
verificato che i consumatori non vogliono i transgenici;  noi, che siamo
produttori, se sappiamo che la società non vuole transgenici, perché
dovremmo produrre transgenici?  All¹agrobusiness   interessa solo di
produrre  per l¹esportazione.  La nostra lotta  è su un fronte opposto. Noi
abbiamo fatto una lotta perché Lula non permettesse la vendita dei  prodotti
transgenici. Oggi non è autorizzata la coltivazione,  ma tutti sanno che
clandestinamente, la Monsanto la Cargill e altre imprese spargono questi
semi. Ci sono insediati che hanno comprato semi di soia senza sapere che
erano transgenici, lo hanno scoperto dopo. La situazione è complicata perché
le transnazionali, nel loro pacchetto tecnologico, vendono all¹agricoltore,
che è ingenuo, anche l¹idea che farà più soldi, il che non è vero.
 E¹ tutta  una lotta che vogliamo rafforzare perché sia il ministero
dell¹ambiente che il governo assumano una posizione chiara contro i
transgenici. Le lotte che abbiamo fatto fino ad ora hanno purtroppo avuto
scarsi risultati. L¹agrobusiness ha determinato la posizione del governo.
Se il governo accetta la vendita, finisce per incoraggiare la coltivazione
anche se è proibita.

… La Commissione Parlamentare di Inchiesta sulla Terra, voleva aprire i
conti di Anca e Concrab, organizzazioni legate al MST, perché?

  La borghesia e i latifondisti ci attaccano attraverso i mezzi di
comunicazione, il sistema  giudiziario, persecuzioni, prigione ecc. Una
delle forme è stata   questa, una forma di attaccare direttamente il MST.
Quando che si vede che il MST comincia ad avere un rafforzamento in quanto
movimento, l¹adesione di un numero sempre maggiore di famiglie e che queste
famiglie credono in un  progetto diverso e si organizzano e hanno questa
forza,  si disperano.  La CPMI, che in realtà era la commissione d¹inchiesta
sulla terra,   doveva coinvolgere tutti,  compresi i latifondisti;  i
deputati di destra sono riusciti a far passare  l¹idea che andava
controllato il denaro dell¹ANCA,  come se l¹ANCA stesse sviando risorse
pubbliche, frutto di convenzioni con il governo federale ed i governi degli
stati,  per fare occupazioni e organizzare il MST.  Ma come ho detto si
tratta  di  un¹altra forma di repressione perché  non sanno più che fare.
Per fortuna una equipe di nostri avvocati ha ottenuto la sospensione di
questo provvedimento di rottura dei sigilli bancari perché il MST è il MST e
l¹Anca è un¹altra organizzazione  e tutte le nostre convenzioni sono state
rispettate, i soldi sono stati spesi per i progetti per cui si è chiesta la
convenzione .  Ma non si fermeranno, cercheranno altre forme. Noi dobbiamo
essere pronti a tutto perché lo scontro è sul progetto e la borghesia,
quando arriva al limite della disperazione, è capace di tutto.


… Ma quale danno avrebbe potuto avere il MST, dalla rottura del sigillo
bancario, se i conti sono in regola?

Un danno all¹immagine;  se avessero resi pubblici i conti bancari, avrebbero
verificato che  non ci sono problemi, ma questo non sarebbe stato divulgato.
Quello che vogliono colpire è l¹immagine del MST, dire che è corrotto.
Volevano rompere i sigilli dei conti dell¹Anca, ma non quelli dei
latifondisti, che hanno anche conti all¹estero.    Ma noi stiamo tranquilli
perché, dal punto di vista dell¹Anca,  non ci sono problemi, i conti possono
essere verificati. Ma l¹obiettivo era diffamare il MST e mettergli la
società  contro, perché la società crede nel MST.


… Quindi la società brasiliana continua a valutare positivamente il
Movimento? 

Noi abbiamo una grande forza, oltre alle famiglie che entrano nel Moviemnto,
l¹altra grande forza è la società che ci appoggia, sia quella brasiliana che
quella internazionale; ci sono personalità, istituzioni internazionali.
Anche qui in Italia, oltre al vostro lavoro di appoggio al MST, dovunque
andiamo ci accorgiamo che le persone credono nel cambiamento e percepiscono
il MST  come una speranza.
Così come la società  brasiliana crede nel MST crede ancora nel governo
Lula, crede che il governo Lula è venuto per fare mutamenti, la speranza è
ancora molto forte.


… Che appoggio vi aspettate  dall¹Europa?

Che chi ci sta appoggiando continui. prima di tutto. Molti nei luoghi in cui
sono andata mi hanno chiesto: come possiamo aiutarvi?  Varie sono le forme
di appoggio non solo del MST ma della lotta per la riforma agraria. e per
mutare questo modello.  Non c¹è bisogno solo di appoggio finanziario che è
importante e necessario, ma è fondamentale capire quel che succede in
Brasile, quel che si vuole con la costruzione di un PNRA e con il progetto
di riforma agraria.  Ed è importante  fare denunce a livello internazionale.
Molta gente qui in Italia legge quello viene scritto nei mezzi di
comunicazione, ma non sono cose vere. Quindi è importante diffondere
informazioni corrette, organizzare gruppi di appoggio alla riforma agraria,
e al MST, alle famiglie accampate e insediate, denunciare, in tutti  gli
spazi possibili, la questione dei transgenici. Questa non è solo una lotta
nostra, del Brasile; se italiani e europei decidono di non consumare
transgenici, questa è una forma di lotta, sono forme di lotta  del
quotidiano e anche di messa in discussione del progetto, forme di lotta
possibili. 
Importante è diffondere la consapevolezza   che la riforma agraria non è
solo accesso alla terra,  ma costruzione di un modello differente   per una
nazione come il Brasile.  Ed è importante che le persone che ne hanno la
possibilità  conoscano direttamente la situazione, vengano in Brasile  e poi
diffondano informazioni nel loro ambiente e si rafforzi questo movimento di
una società italiana che capisca la necessità del mutamento perché la
globalizzazione, produce effetti negativi dappertutto.  E¹ importante che si
costruisca  un movimento mondiale  per costruire  una alternativa .

… Tu hai parlato di venire a conoscere la realtà brasiliana. So che voi del
MST del Rio Grande del Sud, vi siete organizzati per ricevere quelli che vi
vogliono conoscere, promuovete il turismo solidale.

Il programma di turismo solidale parte da una domanda molto grande che
abbiamo avuto di delegazioni, gruppi, singole persone che ci visitavano ed è
arrivato un momento che era così intensa la domanda di persone che volevano
visitarci  che questo creava problemi negli insediament; le persone non
riuscivano più a produrre per occuparsi delle visite. Questo programma è
nato per dare una organicità,  a queste visite,  ma nasce anche come
programma di turismo solidale perché chi ci visita appoggia la lotta per la
riforma agraria e il MST e l¹insediamento è il risultato di questo processo
di lotta.  
Il carattere di questa  iniziativa è essenzialmente politico. Ci sono
persone preparate a ricevere questi gruppi e ad occuparsene;  ma
l¹iniziativa ha anche carattere economico.  Le persone che vengono vogliono
contribuire, noi abbiamo quindi definito una tariffa  unificata in tutti
questi luoghi che non viene corrisposta alla singola famiglia, ma
all¹insediamento. Le tariffe non sono alte   ma  questa  entrata  è per noi
significativa.  
Questo programma si sta consolidando nel Rio Grande del Sud  e si amplierà a
livello nazionale. Ora si sta estendendo a Santa Catarina, all¹insediamento
di Dionisio Cerqueira che ha un flusso abbastanza grande di visitatori  e in
Parana.  Ma l¹ampliamento dipende dagli stati che vogliono aderire a questo
programma, organizzano gli insediamenti, preparano le persone ecc. Forse
anche a San Paolo  verrà istituito uno spazio per coordinare il programma,
che è attualmente coordinato da noi.
Stiamo anche discutendo di realizzare un¹agenzia di turismo del MST, perché
gli stranieri che vengono da noi, potrebbero passare attraverso questa
agenzia, ma stiamo facendo uno studio di fattibilità  economica.
Tornando al turismo solidale, ogni gruppo può definire quanto tempo vuole
restare e quali sono gli aspetti del movimento che vuole conoscere.
 
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