[Date Prev][Date Next][Thread Prev][Thread Next][Date Index][Thread Index]

SELVAS.ORG: News dal "Foro Americas"



28 luglio 2004

Care/i TUTTI.

Selvas.org - Osservatorio Indipendente sulla Regione Andina
ha il piacere di inviarvi da Quito - Ecuador le "ultime" dal 1° Foro Social de las Americas, in anticipo sulle notizie on-line del nostrro sito.


-->>Tratto da UNIMONDO/ONEWORD:
** Fsa: in marcia contro i trattati sul commercio **
http://unimondo.oneworld.net/article/view/90804/1/
Dal I° Forum sociale delle Americhe arriva la testimonianza dal Chiapas
sugli effetti dei trattati di libero commercio (TLC) che creano
dipendenza dai prodotti americani e impongono di esportare la
manodopera. Anche dal forum dei popoli indigeni Abya Yala giunge una
forte opposizione ai numerosi piani regionali e continentali di
liberalizzazione del commercio. La Dichiarazione finale del Forum invita
alla marcia organizzata per oggi 28 di luglio a Quito per la vita e
contro l'Alca. Da segnalare l'intervista di Selvas al presidente della
comunità Sarayacu da tre anni impegnata nella difesa dei propri
territori contro lo sfruttamento petrolifero.

--> Oggi Tancredi Tarantino seguirà, oltre " l'impossibile", un interessante giornata ricca di appuntamenti inerenti ai trattati commerciali che incombono sul continente. Oltre l'ALCA (area libero commercio americhe) si analizzeranno i TLC (trattati libero commercio) proposti dagli Stati Uniti sottoforma di accordoi bilaterali. Le macro aree econonomiche come il PPP (PlanPuebla/Panamà):
In basso vi allego il pezzo "grezzo" sull'apertura del Foro a cura di T.T.

--> Oggi il Sen. Francesco Martone ha pubblicato sul Il Manifesto un pezzo dal Forum, selvas.org in collaborazione con il sito http://www.ecogiustizia.org/ vi allega (qui in basso) un altro pezzo, sempre in anteprima, sul PROCESSO ALLA BANCA MONDIALE concluso ieri a Quito, per la sovranità alimentare e il debito ecologico.

L'Osservatorio Indipendente sulla Regione Andina - Selvas.org sarà presente
a Quito (Ecuador) dal 24 al 30 luglio con alcuni suoi collaboratori per
darvi informazione dal 1° FORUM SOCIALE DELLE AMERICHE
(FSA - www.forosocialamericas.org)

Una finestra sempre aggiornata sarà consultabile all'indirizzo
http://www.selvas.org/ForoSocialAmericas04.html


Associazione Culturale SELVAS.ORG
info at selvas.org
Osservatorio Indipendente sulla Regione Andina
Sede Legale: Via delle Leghe 5 - 20127 Milano - ITALIA

-----------------------------------------------------------------
Tancredi Tarantino – Selvas.org da Quito
27 luglio 2004

Con una cerimonia d’apertura ispirata alle tradizioni artistiche e culturali dell’Ecuador, si è aperto a Quito il primo Social Forum delle Americhe, un appuntamento che si inquadra all’interno del piú ampio Social Forum Mondiale.
Strutturato in cinque diversi assi tematici, il Forum costituisce l’occasione per discutere i principali aspetti della realtà sociale, economica e politica del continente americano. “Abbiamo organizzato questo Forum – ha dichiarato Blanca Chancoso, dirigente indigena e organizzatrice insieme ad altri dell’incontro – con l’obiettivo di contribuire ad un confronto di idee e ad un approfondimento del pensiero critico e diverso, per riuscire in tal modo a dar vita ad alternative concrete al modello neoliberale”.

Un evento al quale partecipano circa dieci mila persone, provenienti da 40 diversi paesi, che con il loro entusiasmo e con la voglia di condividere valori ed ideali comuni, già da alcuni giorni, hanno cambiato il volto delle strade e delle piazze della capitale, all’insegna di una pluriculturalitá che costituisce uno dei temi trasversali del Social Forum.

Attraverso conferenze, seminari, manifestazioni artistiche e culturali, si è così cominciato a confrontarsi su temi come la militarizzazione del continente e la corruzione politica, la sovranità alimentare e la bio-pirateria, il libero commercio e il debito estero.
Il Forum sará dunque l’occasione per porre un tassello in piú nella costruzione di una globalizzazione differente basata sui bisogni della societá e non sugli interessi del capitale.

In particolare nella giornata di apertura di ieri é stata costituita una Assemblea dei Popoli che discuterá sull’illegittimitá del debito estero e sulla condanna dell’Alca e dei trattati bilaterali di libero commercio, che insieme ai diritti dei popoli indigeni e afrodiscendenti e ai problemi di genere, rappresentano i punti focali dell’evento.

Attraverso seminari e tavole rotonde, si sono inoltre trattati argomenti relativi alla tutela dei diritti umani, ai migranti, all’autodeterminazione dei popoli.

Nel tardo pomeriggio si sono invece tenute diverse conferenze volte ad approfondire argomenti come il ruolo dell’informazione, le alternative al sistema neoliberale, la costruzione di un’altra America incentrata sui popoli autoctoni.

Tutti questi eventi hanno visto la partecipazione di esponenti di fama internazionale del mondo politico e culturale. In particolare, Adolfo Perez Esquivel, premio Nobel per la Pace, Frei Betto, frate dominicano e teologo della liberazione, Eric Toussaint, politologo belga, Rigoberta Menchú, dirigente indigena guatemalteca e premio Nobel per la Pace.

Parallelamente a questo evento si sta svolgendo a Quito il Social Forum per la Diversitá Sessuale, con l’obiettivo di realizzare uno spazio di dibattito e proposte per mettere in moto i cambi sociali piú urgenti ed un riconoscimento dei diritti sessuali come diritti umani.

---------------------------------

Quito, 27 luglio 2004
di Francesco Martone

Si e’ concluso il Tribunale sulla Banca mondiale, la sovranit’ alimentare ed il debito ecologico.

Si e’ tenuto oggi nel paraninfo della Universita’ Andina di Quito il Tribunale sul debito ecologico , la Banca Mondiale, la Banca Interamericana di Sviluppo e la sovranita’ alimentare. Convocato da una serie di organizzazioni sociali e contadine federate con la Via Campesina, ong e reti per la giustizia ambientale ed il debito ecologico, la sessione ha analizzato gli effetti devastanti delle politiche agrarie sostenute dalle due Banche di sviluppo nel continente latinoamericano. L’atto d’accusa letto da Juan Tinei, della CLOC (Coordenadora Latinoamericana de los Obreros del Campo) non lascia spazio a dubbi: le due istituzioni soo responsanbili di crimini contro l’umanita’, di violazioni del diritto internazionale, della negazione del diritto alla salute dei popoli, dell’attentato ai diritti dei popoli indigeni. Numerose sono state le testimonianze di leader indigeni e contadini argentini, brasiliani, colombiani, ecuadoregni, che hanno puntato il dito sull’impoverimento creato dai piani di privatizzazione della terra, di impulso alla industrializzazione della produzione agricola, e di incentivazione all’uso di pesticidi ed OGM. In Argentina, le due banche finanziano l’espansione delle piantagioni di soia transgenica, e la dipendenza degli agricoltori dalle sementi prodotte in Europa a discpaito della autonomia produttiva e della sovranita’ alimentare. L’impatto sull’industria del bestiame e’ altrettanto serio, con conseguente deterioramento della qualit’ dei prodotti tra cui la carne. Bm e BID hanno mentito al popolo argentino, usando un linguaggio fuorviante nei loro documenti ufficiali, non parlando mai di OGM ma di sviluppo delle biotecnologie. Hanno convinto il governo argentino con tre false promesse, quella della convenienza economica dell’uso di OGM, della riduzione dell’uso di pesticidi, e della maggior competitivita’ in seguito alla rimozione dei sussidi. Hanno mentito sapendo di mentire, visto che altrove la BM ha potuto constatare il fallimento del suo approccio, ad esempio in Cina. Eppure il governo argentino si vede costretto dal peso del debito estero ad accettare queste imposizioni. In Brasile la politica agraria della Banca mondiale e’ caratterizzata da quattro costanti: espansione neoliberale, aggiustamento strutturale, stato minimo, e privatizzazione dell’acqua e della terra. A livello operativo la BM opera con programmi di georilevamento e mappatura catastale, per l’identificazione di terre produttive, la privatizzazione delle terre pubbliche, la titolarizzazione delle terre, ed il Banco da Terra. Un programma questo che ha lasciato i contadini con terre improduttive, a vantaggio dei grandi proprietari che hanno potuto trarre vantaggio dalla speculazione fondiaria. Uno dei giurati Jose Agusto Padua, coordinatore della rete per il riconoscimento del debito ecologico in Brasile, ha chiesto al relatore brasiliano, ex-presidente dell’INCRA, (l’Ente Brasiliano per la Riforma Agraria) quale fosse il potere di pressione della Banca nei confronti del governo Lula, governo che si caratterizza per un forte impegno alla giustzia sociale. La risposta e’ stata chiara e disarmante: La Banca propone al governo un ricettario pronto, una scelta obbligata per accedere ai suoi fondi. Certo le ONG ed i movimenti sociali speravano che il governo Lula potesse segnare una discontinuta’ con il passato, ma troppi sono i politici legati all’agrobusiness, al mercato della terra ed alle privatizzazioni e Lula sta pagando il prezzo politico della sua ampia pattaforma elettorale. Elsa Livia della Colombia scoppia in lacrime quando racconta dei contadini del suo paese ridotti alla fame , minacciati dalla militarizzazione delle loro terre e dalle biotecnologie marcate Sygenta e Monsanto. Un altro testimone colombiano Hildebrando Velez del CENSAT / Amigos de la Tierra punta il dito sui programmi di conversione del debito per natura, sostenuti anche dalla Banca mondiale. Sotto la falsa guisa di protezione delle foreste, la Banca sostiene un progetto di controinsurrezione, attraverso la formazione di 50 mila famiglie di guardiaboschi, null’altro che milizie civili dedicate al controllo del territorio. Ai 20 milioni di dollari forniiti dalla Banca mondiale si assommano gli impegni di alcune grandi ONG americane tra cui Conservation International.
La sentenza e’ stata letta, dopo una consultazione tra i vari giurati, dal Premio Nobel per la Pace Adolfo Perez Esquivel. Le due istituzioni, sono riconosciute essere tra i principali sostenitori della rivoluzione verde, dell’espansione delle biotecnologie, e della concentrazione della terra a favore dei paesi e delle imprese del Nord del mondo, generando debito ecologico e sociale verso i popoli latinoamericani. I modelli di industrializzazione dell’agricoltura, e delle monoculture hanno acuito la poverta’ distruggendo gli ecosistemi. I governi dei paesi destinatari sono conniventi in questa strategia, sotto il ricatto del debito estero. I processi di consultazione sono manipolati mentre i piani di aggiustamento strutturale obbligano quei governi a generare valuta pregiata attraverso la svendita del loro patrimonio naturale. Il modello agricolo neoliberale ha comportato ulteriore indebitamento dei contadini e l’abbandono delle terre. Oltre all’uso di pesticidi dal conclamato impatto sull’ambiente e sulla salute, la BM ed il BID sostengono industrie estrattive per l’esportazione quali le aquaculture di gamberetti che stanno togliendo ai piccoli pescatori la fonte di sostentamento distruggendo intere aree costiere e di mangrovie. Per tutto questo oggi il debito ecologico e sociale eccede di gran lunga quello economico e finanziario. Pertanto il Tribunale ritiene la BM ed il BID responsabili di crimini sociali ed ambientali, li obbliga ad indennizzare le vittime, ed a reintegrare gli ecosistemi distrutti in seguito alle loro politiche e progetti, all’appoggio alla riforma agraria, al blocco del finanziamento di programmi che aumentano il debito ecologico e sociale. al sostegno a pesticidi ed OGM. I governi dei paesi latinoamericani dovranno dare priorita’ alla sovranita’ alimentare ed alla produzione locale ecocompatibile per il mercato interno. Tutta l’America Latina dovra’ essere dichiarata OGM-free.
Nel corso della seduta del Tribunale e’ stato chiesto ad alcuni rappresentanti della societa’ civile di intervenire per corroborare le prove addotte dall’accusa. Ho avuto il piacere e l’onore di essere uno di questi. Concludo pertanto questa mia nota con il testo del mio intervento, per vostra conoscenza.

“ Vorrei condividere questa mia testimonianza in qualita’ di attivista che per 15 anni ha lavorato sulla Banca mondiale in un paese donatore , l’Italia. Nel corso degli anni ho potuto apprezzare l’assoluta mancanza di volonta’ politica della Banca Mondiale e del BID di cambiare radicalmente le loro politiche, Nel 1992 il rapporto Wapenhans denuncio’ la scarsa qualita’ dei progetti della Banca mondiale ed identifico’ nella cultura della rapida approvazione dei prestiti una delle cause principali dei suoi fallimenti.. Da allora la Banca mondiale ha compiuto solo cambiamenti cosmetici poiche’ il problema principale rimane la ricetta di fondamentalismo di mercato che continua ad essere la cultura dominante nelle Istituzioni Finanziarie Internazionali. Ogni volta che si presentano possibilita’ di miglioramento come con le raccomandazioni della Commissione Mondiale sulle Grandi Dighe o quelle dell’indagine sulle Industrie Estrattive (che contengono proposte cruciali quali il risarcimento e la restituzione , ed il diritto al consenso previo informato per le comunita’ locali) queste vengono vanificate da una cultura istituzionale tecnocratica e poco trasparente, e dall’opposizione politica dei governi. La privatizzazione dei beni pubblici e diritti fondamentali quali il diritto alla terra, all’acqua, alla casa, al cibo, all’aria va di pari passo con la violazione dei diritti fondamentali di cittadinanza poiche’ la consultazione e la partecipazione pubblica sono il piu’ delle volte un esercizio accademico. Nella mia esperienza di attivista ed oggi di parlamentare, sono giunto alla conclusione che esistono responsabilita’ plurime. Quelle delle Banche multilaterali, della loro cultura tecnocratica e la corruzione dei loro funzionari (un’inchiesta sulla corruzione e la Banca Mondiale e’ tuttora in corso nel Senato americano e si calcola negli ultimi 60 anni almeno 100 miliardi di dollari di fondi della BM sono andati persi per corruzione). Inoltre sono responsabili di governi dei paesi del Sud e del Nord del mondo, le Imprese che fanno lobbying nelle capitali . e le amministrazioni locali. La Banca mondiale ed il BID hanno poi una responsabilita’ culturale, poiche’ continuano a proporre lo stesso cammino, quello della dottrina neoliberista che ha dimostrato di non essere in grado di assicurare benessere , sicurezza e pace a livello globale. “Abbiamo appreso dai nostri errori” questo e’ il mantra che si puo’ leggere nei documenti confidenziali di valutazione interna della Banca mondiale. Tuttavia si persegue nell’errore con effetti devastanti sulla vita ed i diritti dei vostri popoli. Come parlamentare di un paese, l’Italia, che svolge un ruolo importante nelle Banche dal punto di vista politico ed economico, denuncio qui la responsabilita’ dei governi e dei parlamenti dei paesi del Nord che quasi sempre concedono ingenti risorse finanziarie a queste istituzioni senza curarsi degli effetti sulle vostre vite. In questo senso, mi impegno qui a portare nel Parlamento italiano le denunce fatte di fronte a questo Tribunale. Lo faro’ in occasione dell’imminente discussione per il rifinanziamento dell’IDA (International Development Association) affinche’ la vostra voce possa essere sentita anche al di la’ dell’oceano, Perche’ anche io come voi penso che 60 anni bastano!”