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Bolivia: Appoggi internazionali al governo Lozada



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BOLIVIA  14/10/2003 11:21
ŒGUERRA DEL GAS¹: APPOGGIO INTERNAZIONALE A GOVERNO SÁNCHEZ DE LOZADA
Politics/Economy, Standard

Le forze armate boliviane - protagoniste dei gravi scontri con i
manifestanti appartenenti alla Cob (Centrale operaia della Bolivia) e ai
gruppi contadini, che negli ultimi due giorni hanno provocato almeno 58
morti - hanno espresso la loro totale fedeltà al presidente della
Repubblica, Gonzalo Sánchez de Lozada, che sempre più larghi settori della
popolazione vorrebbero dimissionario. La solidarietà a Sánchez de Lozada
arriva anche dall¹esterno, e innanzitutto dagli Stati Uniti. Per bocca del
portavoce del dipartimento di Stato, Richard Boucher, Washington fa sapere
che ³il popolo statunitense e il suo governo appoggiano il presidente della
Bolivia democraticamente eletto, Gonzalo Sánchez de Lozada, e i suoi sforzi
per costruire un futuro più prospero e giusto per i boliviani². Il consiglio
permanente dell¹Organizzazione degli Stati americani (Osa), attraverso il
segretario generale César Gaviria esprime appoggio a de Lozada e invita i
manifestanti a tornare al tavolo delle trattative. La Commissione europea,
con il portavoce Chris Patten, lamenta ³i gravi incidenti e soprattutto la
perdita di vite umane² verificatesi negli ultimi giorni e invita alla calma.
Il Mercosur (Mercato comune del cono sud) ­ di cui la Bolivia è membro
associato - minaccia infine la sospensione del Paese dall¹organizzazione in
caso, piuttosto difficile, di golpe. Le principali organizzazioni
internazionali e Washington, dunque, si schierano apertamente con il
presidente Sánchez de Lozada e con le forze armate boliviane, nonostante il
polso duro usato contro i manifestanti scesi per le strade di El Alto e La
Paz. Sono 63 i morti provocati dagli scontri tra militari e gruppi di
lavoratori in sciopero nelle ultime cinque settimane, 55 negli ultimi tre
giorni. Nella sola giornata di ieri sono stati registrate 28 vittime, la
maggior parte a La Paz, mentre per oggi sono previsti altri scioperi e nuove
proteste contro il governo del presidente Gonzalo Sánchez de Lozada. I
militari annunciano che adotteranno ³maggior fermezza² affinché si
rispettino le norme di convivenza civile nella capitale, dove ormai
scarseggia il carburante. Il 75 per cento della popolazione boliviana vive
sotto la soglia di povertà. Le leve economiche e politiche del Paese sono
completamente in mano ai bianchi, mentre il petrolio e il gas nazionali sono
gestiti da consorzi di multinazionali che acquistano le materie prime a
basso costo e le rivendono in Bolivia ai prezzi più alti dell¹America
Latina. Lo scontento tragicamente esploso nelle ultime settimane per la
questione della presunta vendita sottocosto del gas boliviano rappresenta
solo la punta di un iceberg di scontento che ha spinto la popolazione a
utilizzare l¹arma dello sciopero e della mobilitazione per rivendicare
interessi di parte che spesso contrastano con le richieste degli altri
gruppi scesi in piazza e con gli interessi del governo e dei potentati
economici attivi nel Paese.[LL]