[Date Prev][Date Next][Thread Prev][Thread Next][Date Index][Thread Index]
incontro con il MST
- Subject: incontro con il MST
- From: "Nello Margiotta" <animarg@tin.it>
- Date: Sun, 17 Aug 2003 00:13:41 +0200
L'incontro con il MST, nella zona di Santo Amaro ( per chi ama Jorge Amado e
le canzoni di Veloso e Betania questo piccolo centro a pochi km da Salvador
di Bahia non risulta ignoto) è stato possibile grazie alla mediazione
culturale di Loris, volontario del MLAL ( movimento laici america latina)
dal 1996 in Brasile e da un anno gestore a Itapua, zona turistica a nord di
Salvador, della stupenda "Casa Encantada" accogliente ostello al servizio
dei volontari del MLAL e dei cultori del turismo responsabile, come noi,
partiti con l'organizzazione CTA di Torino.
Loris ha voluto farci conoscere l'evoluzione organizzativa del MST,
facendoci incontrare tre realta' molto diverse dal punto di vista
strutturale ma unite coerentemente dal progetto politico-economico del MST.
Una premessa doverosa va fatta rispetto a ch tipo di immagine la stampa e le
TV brasiliane davano del MST e dei suoi rappresentanti: violenti occupatori
di terre private, pericolosi estremisti già in contrasto profondo con il
governo di Lula.
La realtà mostrataci risulta molto diversa: il primo incontro e' stato con
un gruppo di 30 famiglie che avevano creato da un anno un "accampamiento"
cioè un primo stadio di una occupazione di terra, che, per quanto ci hanno
spiegato, non viene mai a caso, ma viene studiato attentamente dall'
organizzazione ed avviene non su terre private ma su terre sottratte dallo
stato a fazenderos che siano stati condannati per morosita'o ,come nel caso
da noi incontrato, ad uno zuccherificio fallito.
Gli occupanti, molto motivati ed organizzati, sempre in contatto con la
struttura centrale del MST dello stato di Bahia e con il comitato federale,
provenivano dalle favelas di Bahia o erano immigrati dalle aree a nord del
paese, restavano a turno per circa 6 mesi, in baracche tirate su alla
meglio, ricoperte da sacchi neri, scelti per indicare sia il lutto per i
compagni uccisi o morti di stenti, che la condizione di "lixo" immondizia
sociale a cui erano condannati.
Nello stato di Bahia questi accampamenti di occupanti sono più tollerati che
in altri stati come il Parà a nord e il Paranà a sud dove sono avvenuti, nei
giorni della mia permanenza in Brasile, scontri con la polizia con arresti
e feriti.
Ci hanno spiegato che generalmente dopo l'occupazione parte la trattativa
con il ministero dell'agricoltura che si conclude in un tempio non inferiore
dei quattro anni, dopo il quale l'occupazione diventa stabile e riconosciuta
assegnazione della terra, con dimensioni che possono raggiungere i 500
ettari, utilizzate da un numero di famiglie non superiori alle 50 famiglie.
Simbolo dell'accampamiento è la bandiera rossa del MST, dove il bianco
centrale sta a indicare la speranza di pace.
Nel secondo incontro siamo stati ospiti di un "assentamiento" cioè di una
struttura stabile e legalmente riconosciuta del MST, gestita da 30 famiglie
dove il coordinamento era guidato da una simpatica signora di circa 50 anni,
a dimostrazione dello sforzo sociale del MST di ridurre il deleterio
"machismo" della società brasiliana, dando pari dignità alle donne. In
questa struttura di circa 300 ettari riconoscibile all'ingresso dalla
bandiera dl MST e da un grande cartello che informa sulla legalità dell'
assentamiento, le case delle 30 famiglie hanno già un loro dignità, pur
essendo ancora in fase di costruzione con mattoni senza intonaco e
coperture in eternit (materiale che in Brasile è ancora legale, come se i
danni dell'amianto non colpissero i paesi extra europei ((:- ).
La signora ci ha mostrato con orgoglio gli alberi di cacao coltivati dalla
comunità in perfetto possesso collettivo e ci ha fatto assaggiare gli ottimi
cioccolatini fondenti prodotti dalla comunità, che molti di noi si sono
affrettati a comprare. Mentre eravamo intenti a girare la grande azienda
collettiva è suonata la campana posta al centro dello spazio comune, che
richiamava tutti i soci alla periodica riunione di gestione, che ci è
apparsa molto partecipata e molto attiva , con donne e uomini che a turno
prendevano la parola e discutevano animatamente.
Abbiamo lasciato la comunità alla sua riunione e ci siamo spostati a pochi
chilometri in un'altra struttura di circa 500 ettari gestita con gli stessi
criteri da circa 50 famiglie ed appartenuta alla medesima fazenda, il cui
proprietario era stato condannato a cedere allo stato molti ettari per non
aver pagato le tasse; ci è stato detto che era stato lo stesso ministero a
concordare con il MST l'occupazione dei due appezzamenti di terreno,
occupazione che inizialmente aveva riguardato 700 famiglie, ridotte poi alle
attuali 80 da un semplice sorteggio a cui tutti si erano sottoposti senza
polemiche od opposizioni: chi era stato escluso semplicemente passava ad una
nuova occupazione in un terreno anche lontanissimo da quelli visitati.
Con questo sistema il MST è riuscito a dare terra da coltivare ed un futuro
a circa 250 mila famiglie in tutto il Brasile.
Questo secondo assentamiento risultava ancora meglio organizzato dell'altro,
anche se erano evidenti i segni del boicottaggio da parte delle autorità
locali: tralicci della luce che da almeno due anni aspettavano di diventare
utili per l'allacciamento della corrente elettrica.
Anche qui ci ha accolti e guidati una arzilla signora, che ci ha fatto
vedere l'allevamento delle vacche, possedute dalle singole famiglie ma
pascolanti in comune, fin quasi dentro le abitazioni, decorose e pulite
poste a circolo attorno ad un area comune, e i campi coltivati con cura per
il sostentamento della comunità.
L'impressione è stata di una realtà moto consolidata dove la serenità aveva
preso il posto alla tensione dell'accampamiento ed alle accanite discussioni
del primo assentamiento; se qualche problema appariva sembrava più legato al
futuro in relazione al fatto che ci è stato confessato dalla nostra ospite
che i figli, soprattutto maschi, sembravano essere più attratti dalla vita
cittadina e mal sopportavano la "bucolicità" di quello che invece a noi
sembrava una conquista di pace, dignità e relativo benessere.
Tutto ciò mi è apparso un limite ed un pericolo per il futuro del MST il cui
scopo pare essere non solo dare terra da coltivare a chi non ha nulla, ma
anche costruire un progetto sociale comunitario molto forte ed alternativo:
se le nuove generazioni nate e cresciute in queste aziende collettive non
acquisiscono l'orgoglio di ciò che i loro genitori hanno conquistato, ma
tendono a farsi riassorbire dalle metropoli sovraffollate e degradate delle
favelas, tutto il progetto del MST di dare una nuova prospettiva ai poveri
del Brasile, rischia di fallire per fattori endogeni più che per l'
opposizione delle oligarchie latifondistiche.