[Date Prev][Date Next][Thread Prev][Thread Next][Date Index][Thread Index]
Brasile: Frei Betto, Dicembre 2002
FAME ZERO
Frei Betto, Dicembre 2002
(l'articolo sarà pubblicato sul Notiziario della Rete Radié Resch)
Il Progetto Fame Zero che sarà realizzato dal governo Lula si propone
di ridurre significativamente l'esclusione sociale che fa del Brasile
uno dei tre paesi più ingiusti del mondo. Non ha senso centrare la
discussione sulla carta magnetica, il coupon o il denaro. E' come
discutere della qualità dell'acqua mentre la casa va a fuoco.
L'importante è garantire cibo a chi è condannato alla
sottoalimentazione e farlo in modo tale da evitare l'assistenzialismo,
il paternalismo e la dipendenza di colui che viene beneficiato dal
pubblico potere.
Discutendo dei mezzi e non del fine, si corre il rischio di perdere di
vista l'obiettivo del progetto. E' la chiarezza dell'obiettivo che
permetterà una scelta consapevole dei mezzi, anche tenendo conto di
differenze e peculiarità regionali.
Il Progetto Fame Zero non vuole reinventare la ruota. Esistono
moltissime esperienze di successo di lotta alla fame nel paese. E' da
queste che dobbiamo imparare. Per questo il coordinamento del progetto
ha stabilito un calendario per conoscere chi fa, cosa fa, come lo fa e
che errori e successi sono stati conseguiti. Quattro segmenti della
società sono invitati a presentare, separatamente, al progetto, il
lavoro che svolgono: le congregazioni religiose (che faranno un
seminario a S. Paulo, il 12 gennaio); l'iniziativa privata (che farà un
seminario nello stesso giorno); le ONG e gli organismi governativi. Gli
ultimi due faranno i loro seminari dopo la presa di possesso del nuovo
presidente della Repubblica.
Il progetto valorizza l'autonomia di tutte le istituzioni impegnate nel
campo della sicurezza alimentare, eccetto quelle vincolate al governo
federale. Queste dovranno passare per una valutazione e un
rinnovamento, giacché il carattere del progetto differisce
qualitativamente dalle iniziative adottate durante il governo Cardoso.
Il nuovo progetto riguarderà tutti i ministeri e le imprese pubbliche,
in modo da mobilitare l'insieme della macchina federale, forze armate
incluse, nella lotta alla fame.
Quanto alle altre istituzioni, come le ONG e gli organismi pubblici
delle sfere statali e municipali, il principio guida è evitare due
rischi: la cooptazione da parte della struttura federale,
trasformandoli in mere cinghie di trasmissione e la marginalizzazione
di iniziative che non coincidano con i principi del progetto Fame Zero.
La sfida è promuovere una sinergia, una sommatoria di sforzi in
direzione di una missione comune.
Solo chi non conosce il progetto Fame Zero può considerarlo
assistenzialista. Al di là del combinare 25 differenti progetti di
politiche pubbliche, dalla Borsa-Scuola alla Riforma Agraria, c'è il
proposito di promuovere l'educazione alla cittadinanza, saziando così
non solo la fame di pane ma anche quella di bellezza. Coloro che
saranno beneficiati dovranno assicurare la presenza dei figli a scuola
e frequentare corsi professionalizzanti, diventando persone produttive,
capaci di ottenere un reddito a partire dal loro impegno. Ma è dovere
del governo garantirgli le risorse, come il credito agricolo, perché si
possa fare il passo decisivo dall'esclusione all'inclusione sociale.
Alle persone disposte a lavorare nel progetto e a donare risorse
verranno indicate le strade da percorrere non appena il governo entrerà
in carica. Nel frattempo bisogna preparare la sua realizzazione e
creare legami con i partner istituzionali.
Per chi desidera ansiosamente contribuire da subito per placare il
dramma dei tanti affamati, suggeriamo che partecipi alla campagna
"Natale senza fame". Nel Nuovo Anno, la meta sarà un Brasile Senza Fame.
Frei Betto è coordinatore della Mobilitazione Sociale del Progetto Fame
Zero.
fonte (traduzione in italiano) MST Italia
http://www.mst.citinv.it/