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Brasile: Lula avrà bisogno di molto coraggio



Brasile

"LULA AVRÀ BISOGNO DI MOLTO CORAGGIO"
intervista a João Pedro Stédile

DA "JORNAL DO BRASIL 5 GENNAIO 2003"

João Pedro Stédile, lider del MST elogia i primi passi del nuovo 
Governo e dice di avere fiducia nella riforma agraria
Uno dei principali quadri della direzione nazionale e l'ideologo del 
Movimento dei Senza Terra (MST) dalla sua fondazione nel 1984 - lo 
spauracchio dei grandi proprietari di terra in Brasile, ma una delle 
icone delle recenti lotte popolari nel paese - l'economista 
specializzato in Messico João Pedro Stédile, è un uomo alto e rubusto 
che tifa appassionatamente per il Grêmio di Porto Alegre e per la 
riforma agraria. Stedile ora conta i minuti che ci vorranno per vedere 
il sogno realizzato.
Con una voce tranquilla e qualche pausa ogni tanto, Stédile ha 
preferito le risorse della rete mondiale informatica per concedere 
l'intervista esclusiva al Jornal do Brasil, nella quale dice di 
attribuire al presidente della Repubblica Luiz Inácio Lula da Silva, la 
responsabilità per la trasformazione di una storia di scontri e morti, 
lungo due decadi, in un processo pacifico ed efficace. Attraverso 
internet, Stédile non economizza parole di appoggio e fiducia 
nell'avvio del processo più delicato di distribuzione di ricchezze in 
Brasile. Il 1° aprile del 1964, poco dopo aver decretato 
l'espropriazione delle terre lungo le strade federali, nello storico 
discorso dell'Automobil Club, il presidente João Goulart è stato 
rovesciato e la nazione si è vista proiettata in uno dei periodi più 
oscuri della Storia. Questa volta, l'ammiratore del comunista e 
rivoluzionario Luiz Carlos Prestes crede che la storia non si ripeterà.
- Come vede queste prime ore del governo Lula?
- Il governo Lula si sta comportando secondo le aspettative create 
dalla sua elezione. Da un lato, la sconfitta della politica del 
neoliberismo. Dall'altro, il popolo con un'enorme speranza che ora ci 
saranno reali cambiamenti. E, in mezzo, il nuovo governo che è conscio 
delle proprie enormi responsabilità per non ingannare, ancora una 
volta, la volontà popolare.
Il governo Lula deve affrontare molte sfide. La prima è non lasciarsi 
schiacciare dalla volontà del cosiddetto mercato, che nasconde in 
realtà la volontà dei grandi capitalisti. Il governo Lula avrà sempre 
bisogno di avere come punto di riferimento la società brasiliana. E, 
per questo, avrà bisogno di molto coraggio. Il suo coraggio non verrà 
dalla retorica, ma dalla partecipazione popolare. Senza il popolo che 
si organizza nella base, senza che la società, nel suo insieme, si 
mobiliti, non avremo i cambiamenti che il popolo aspetta. E in questo 
processo speriamo che i mezzi di comunicazione di massa e lo stesso 
governo aiutino a demistificare fantasmi come il mercato, la borsa 
valori ecc. che non rappresentano la nostra società.
- Il MST mobiliterà le campagne per appoggiare la rivoluzione sociale 
proposta dal ministro José Dirceu?
- Il MST è un movimento sociale che ha come obiettivo principale quello 
di eliminare la povertà e le disuguaglianze sociali nell'ambiente 
rurale brasiliano. E pensiamo che il principale nemico dei nostri 
obiettivi è il latifondo, ossia la concentrazione della proprietà della 
terra. Il secondo nemico è questo modello economico sotto il controllo 
delle multinazionali e del capitale speculativo. Il nostro ruolo è 
sempre quello di organizzare i poveri delle campagne perché prendano 
coscienza dei loro diritti, si mobilitino e lottino. Questo faremo 
sempre, mantenendo la nostra autonomia in relazione al governo. La 
nostra forza sarà data dal numero di lavoratori che riusciremo ad 
organizzare in vista di questi obiettivi.
- Secondo lei, qual è la formula per realizzare una riforma agraria 
pacifica ed efficace in Brasile?
- In primo luogo, in qualsiasi processo sociale, non esistono formule o 
modelli. Quel che esiste sono le condizioni, i rapporti di forza. In 
tutto il mondo, le riforme agrarie sono sempre avvenute quando sono 
coincise due circostanze. Da un lato, un governo popolare che voleva 
fare la riforma agraria, ossia voleva eliminare il latifondo dalla 
società. Dall'altra, un movimento contadino organizzato, con coscienza 
politica e capacità di mobilitazione. Né una cosa, né l'altra, da sole, 
possono realizzare la riforma agraria. Pensiamo che, in questo periodo 
storico, potremo creare le condizioni ideali per questa riforma, se il 
MST e altri movimenti riusciranno a massificare l'organizzazione dei 
poveri della campagna e se il governo manterrà il suo impegno di 
eliminare la concentrazione della proprietà della terra nella nostra 
società. Avremo così le condizioni favorevoli perché ci sia una vera 
riforma agraria, nel senso di democratizzare la proprietà della terra, 
riorganizzare la produzione di alimenti per il mercato interno, di 
garantire il miglioramento del reddito e delle condizioni di vita per 
la popolazione rurale.
- Ma come pensa il MST di poter far fronte ai movimenti di estrema 
destra, gli stessi che scuotono la democrazia venezuelana, che 
propongono lo scontro armato nelle campagne, come è successo ad 
Eldorado dos Carajás, in Pará?
- Anche se il latifondo non è sconfitto e ha molta forza e tentacoli 
nel Potere Esecutivo degli Stati, nelle polizie e all'interno del 
Potere Giudiziario, è minoranza nella nostra società. Ci sono soltanto 
27.000 latifondisti, padroni di proprietà superiori a duemila ettari 
ciascuna, che controllano complessivamente più di 178 milioni di 
ettari. Applicando la Costituzione e la Legge Agraria, con coraggio e 
senza burocrazia, lo Stato brasiliano potrà espropriare più di 100 
milioni di ettari. E' molta terra.
- Il latifondo, quindi, è ancora una minaccia per il MST?
- Noi non abbiamo paura dei latifondisti, sono la parte più debole 
della élite economica del paese. Sappiamo che l'immensa maggioranza del 
popolo brasiliano vuole farla finita con il latifondo e ci aiuterà a 
indebolirlo, come ha fatto fino ad oggi, nonostante gli attacchi di 
questo settore arretrato che ha spesso potuto contare sul beneplacito 
dei passati governi. Penso che il pericolo maggiore, per il governo 
Lula, verrà dalle possibili articolazioni del grande capitale 
internazionale e del governo Bush. Sono le stesse forze che hanno 
impedito cambiamenti reali nel 1999 in Equador. Sono queste stesse 
forze che vogliono rovesciare il presidente del Venezuela, Hugo Chávez. 
Sono queste forze potenti che possono sconvolgere qualsiasi governo 
popolare.
- La presenza di Miguel Rossetto nel Governo è un elemento positivo per 
le riforme nelle campagne?
- La presenza del ministro Rosseto è un segnale positivo. E' una 
persona con una tradizione storica di impegno nella sinistra 
brasiliana. Ma noi preferiamo non dare giudizi sulle persone o sulle 
dichiarazioni. Ciò che permetterà di avanzare saranno i rapporti di 
forze nella società. E a noi spetta organizzare il popolo perché si 
ottenga il livello di pressione necessario a qualsiasi processo di 
cambiamento.
- In questi rapporti di forze, quanto pesa il capitale dei latifondisti 
in relazione al potere del governo eletto da più della metà della 
popolazione brasiliana?
- Nella struttura economica e sociale dell'ambiente rurale brasiliano 
sono presenti varie forze sociali. Ci sono i latifondisti arretrati, 
che utilizzano la terra come riserva di valore e che producono poco o 
niente. Al massimo si dedicano all'allevamento estensivo. C'è un altro 
settore, di gente che possiede tra i 500 e i mille ettari, che è il 
settore produttivo, legato all'agroindustria e all'esportazione. Il 
nuovo ministro dell'Agricoltura, Roberto Rodrigues, rappresenta questo 
settore. E può restare come sta, sono loro che hanno più forza 
economica e rappresentatività sociale. Ma non sono i nostri nemici. I 
nostri nemici sono i latifondi improduttivi. E questo settore pratica 
ancora il "coronelismo elettorale" (coronel = colonnello, capo 
politico, grande proprietario); ha propri deputati e influenza 
governatori e il Potere Giudiziario, ma è odiato dalla popolazione 
delle campagne, che sa che loro sono gli oppressori. Ci auguriamo che i 
partiti tradizionali e i governatori eletti si allontanino sempre più 
da questi settori e si uniscano alla maggioranza della società, che 
vuole cambiamenti.
- C'è una qualche regola stabilita per la riforma agraria in Brasile? 
Nel 1964, João Goulart ha proposto l'esproprio delle terre ai margini 
delle strade federali. Questa idea può essere ripresa ora?
- In relazione alla riforma agraria, esistono linee politiche sulle 
quali concordano gli intellettuali, i movimenti sociali e, che in 
qualche modo sono presenti anche nel programma di governo di Lula. La 
riforma di oggi non è solo dividere le terre. Questa era la riforma 
agraria classica del capitalismo industriale del secolo XIX e 
dell'inizio del XX secolo, che tutti i paesi sviluppati hanno 
realizzato. Ora la riforma agraria comprende molti altri aspetti. La 
distribuzione della terra non è solo una questione di giustizia 
sociale, deve essere vista come fonte di lavoro, di garanzia di lavoro 
per i poveri delle campagne. E richiede di riorganizzare la produzione 
per il mercato interno e per produrre alimenti. Deve sposarsi 
all'agroindustria, portare l'agroindustria nelle campagne. La riforma 
agraira si deve legare al cooperativismo. Abbiamo anche bisogno di 
sposarla con tecniche agricole che rispettino l'ambiente e rompano con 
la dipendenza dalle multinazionali.
- E' chiaro quali siano i necessari passi avanti al momento di 
organizzare la produzione nelle terre già espropriate. Ma è la 
divisione delle terre che sembra essere il grande ostacolo in questo 
processo, no? Quanti ettari possiedono i latifondi e come, in pratica, 
sarà possibile dividerli? Le occupazioni sono un metodo ancora 
considerato valido dal MST ?
- La cosa positiva del Brasile è che abbiamo ancora molta terra 
disponibile, adatta all'agricoltura e vicina al mercato, sotto il 
controllo del latifondo. Quanto al processo di distribuzione delle 
terre, penso che abbiamo già un'esperienza sufficiente per adottare 
forme differenziate e complementari, come lotti individuali, 
organizzazione di comunità collettive, imprese autogestite, 
cooperative, ecc. Addirittura in molte regioni si può ridurre l'attuale 
dimensione di terre distribuite dall'Incra e sviluppare di più 
l'agroindustria. Ma il problema non sta tanto nella dimensione del 
lotto, né nella forma della proprietà. La stessa Costituzione 
brasiliana prevede varie forme complementari. Il problema è nell'avere 
uno stimolo all'organizzazione sociale della produzione. Perché i 
poveri possano organizzare agroindustrie e forme avanzate di produzione 
degli alimenti. E' questo che può permettere, una crescita rapida della 
produzione di alimenti, del reddito degli insediati, un miglioramento 
delle loro condizioni di vita e del loro livello culturale e sociale.
- Ma, e le occupazioni?
- Fino a quando ci saranno, nella nostra società, da un lato grandi 
proprietari, latifondisti, con terre improduttive e dall'altro milioni 
di senza-terra, ovviamente ci saranno occupazioni di terra. Le 
occupazioni fatte dal popolo non sono che il risultato di questa 
immensa contraddizione che si è andata costituendo durante il processo 
storico nella nostra società. Non dipendono né dal governo, né da 
misure di repressione, né dalla volontà dei dirigenti dei movimenti 
sociali. Da parte nostra, andremo avanti coscientizzando i lavoratori e 
stimolando le lotte per i loro diritti.

- Possiamo dire che il Brasile entra in un periodo di pace e giustizia 
sociale, con l'elezione di un lavoratore alla Presidenza?
- Il MST ha sempre appoggiato Lula, dal 1989. Abbiamo contribuito alla 
costruzione del PT e ci consideriamo un movimento sociale di sinistra. 
Per questo abbiamo sempre dialogato con il PT, prima, durante e dopo le 
elezioni. Abbiamo sempre parlato di quali sono i problemi più urgenti, 
come della necessità di risolvere il problema degli accampati, della 
mancanza di credito rurale, della mancanza di assistenza tecnica, della 
necessità di rafforzare l'Incra. Così come abbiamo esposto la necessità 
di cambiare il modello agricolo di tipo nordamericano che il governo 
Cardoso ha adottato per la nostra agricoltura e si è risolto in una 
tragedia sociale. E sappiamo che il cambiamento del modello esigerà un 
processo più lungo, ma che il governo deve pianificare e indicare 
subito, altrimenti le multinazionali, che sono le responsabili della 
fame nelle campagne, si impossessano del commercio, della sovranità 
alimentare, delle agroindustrie e se non si sta attenti vorranno 
fornire le 'ceste basiche' per il programma di lotta alla fame.
- Citi tre personaggi che, secondo lei, hanno aiutato a costruire 
questo momento della storia del paese.
- In tutti i periodi della nostra storia ci sono stati sempre lottatori 
e pensatori che hanno incarnato la necessità di cambiamento. Tra quelli 
che ci hanno già lasciato, penso che il popolo brasiliano deve 
riconoscenza a Luiz Carlos Prestes, Josué de Castro e Paulo Freire, per 
quello che ciascuno di loro ha rappresentato. Tra coloro che sono 
ancora tra noi, incarnano la lunga storia del popolo brasiliano, i 
nostri amati Celso Furtado, Apolônio de Carvalho e Lélia Abramo.



fonte (traduzione in italiano) MST Italia
http://www.mst.citinv.it/