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nicaragua 2
13-12-02
Durante la serata di ieri, 12 dicembre, il Primo Segretario della Asamblea
Nacional, Miguel Lōpez Baldizōn, membro del Gruppo Parlamentare "Azul y
Blanco", ha inoltrato al Tribunale di Managua la comunicazione ufficiale
della risoluzione della Asamblea Nacionalai con cui é stata tolta
l'immunitā parlamentare ad Arnoldo Alemān.
I due giudici, incaricati dei processi sugli atti di corruzione del Canal 6
(canale televisivo statale) e su quelli riguardanti la ormai famosa "huaca"
e cioé le enormi quantitā di denaro pubblico sottratte allo Stato e finite
sul conto bancario intestato alla FDN (Federaciōn Democratica Nicaraguense)
i cui intestatari sono l'ex Presidente Arnoldo Alemān, Byron Jerez,
attualmente in carcere e la figlia dell'ex mandatario, Maria Dolores
Alemān, hanno immediatamente emesso un mandato di cattura, concedendo gli
arresti domiciliari, per Arnoldo Alemān che, alle 14 di oggi (21 ore
italiane), dovrā presentarsi per le prime deposizioni.
Durante la notte tutti i membri della direttiva del PLC (Partido Liberal
Constitucionalista) si sono ritrovati nella casa di Alemān per discutere
sulla situazione. Alla riunione hanno partecipato anche le pių importante
cariche pubbliche che appoggiano ancora l'ex Presidente.
Per la giornata di oggi é prevista la sessione del Parlamento in cui si
dovrā votare la desaforaciōn di altri tre deputati del PLC accusati di
corruzione: David Castillo, Martha Mc Coy e Maria Dolores Alemān.
La giornata di ieri rappresenta sicuramente un momento storico nella storia
di questo Paese e anche se non é ancora possibile prevedere l'evolversi
della situazione, é stato un colpo duro per l'immagine ed il futuro di
Alemān e del suo entourage.
La situazione di stallo all'interno della Asamblea Nacional si é risolta
per mezzo della sospensione per 45 giorni di due deputati arnoldisti per la
loro assenza dai lavori del Parlamento per 21 giorni consecutivi senza
giustificazione. Al posto della deputata Delia Arellano, del partito Camino
Cristiano alleato del PLC, é stato chiamato il suo supplente Mariano
Salazār che ha votato a favore della desaforaciōn di Alemān.
Con questo meccanismo, l'attuale risicatissima maggioranza (47 a 45) potrā
ora continuare l'ordine del giorno della Asamblea ed approvare il Bilancio
della Repubblica, le altre leggi che giaciono da mesi nel cassetto e
soprattutto, eleggere il prossimo 9 gennaio la nuova Giunta Direttiva.
Immediate sono state le dichiarazioni favorevoli all'atto di ieri da parte
di molte ambasciate, dell'Impresa Privata e dei settori della societā
civile. La gente ha festeggiato anche nelle strade ed é rimasta incollata
alla televisione durante le quasi 5 ore di dibattito.
Resta ora da vedere quale sarā la strategia di Alemān e del PLC che
sicuramente non resteranno con le mani in mano ma, probabilmente,
cominceranno a mobilitare l'alto numero di persone, soprattutto nel nord
del Paese, che continuano ad appoggiare l'ex mandatario nicaraguense.
La strategia di Alemān sarā soprattutto quella di rappresentarsi come
vittima di un Governo traditore ed ingiusto (ricordiamo che l'attuale
Presidente Bolaņos é stato eletto come candidato del PLC ed é stato
Vicepresidente durante l'era Alemān). Le dichiarazioni delle ultime
settimane in cui avvicinava la sua figura a quella di Nelson Mandela e
quella di ieri in cui ha citato la famosa frase di Fidel Castro "La storia
mi assolverā", ne sono un chiaro segnale.
Intanto continua la presenza della Polizia in vari punti della cittā ed
intorno alla Asamblea Nacional mentre, l'Esercito, continua a mantenere lo
stato di Allerta Rossa Preventiva in attesa di un eventuale segnale del
Presidente Bolaņos.
L'arresto di Alemān non vuole dire la pace nel Paese e la fine di tutti i
problemi, anzi, costituisce la fine dei pretesti per il Presidente Bolaņos
che, in un anno dal suo insediamento, non ha praticamente attuato nulla
delle sue promesse elettorali.
Ora dovrā dimostrare che é in grado di portare avanti il Paese, di
risolvere i drammatici problemi di povertā dei nicaraguensi, di creare
nuova occupazione, lavorando gomito a gomito con i sandinisti che diventano
il vero ago della bilancia per avere la maggioranza nel Parlamento.
Un Alemān in prigione non per forza vorrā dire lo sgretolamento del PLC,
anzi potrebbe voler dire un arroccamento ancora pių forte dei 53 deputati
arnoldisti presenti in Parlamento e quindi, per Bolaņos, é una boccata di
aria fresca, ma non certo il momento di cantare vittoria.
Giorgio Trucchi - Managua