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Argentina: imprenditore italiano chiude fabbrica:scontri fra operai e polizia



(L'Unita' on line)
La decisione di un gruppo italiano sta provocando uno dei conflitti sociali
più aspri in Argentina. Solo oggi, il bilancio parla di decine di feriti,
fra i lavoratori e fra gli agenti, con un commissariato dato alle fiamme.
Tutto è nato perché a Neuquen (nell'Argentina centro-meridionale) Luigi
Zanon ha deciso di chiudere la propria fabbrica di ceramiche.
La direzione dell'impresa, che ad un certo punto è stata la più grande
d'America latina nel settore delle piastrelle e delle ceramiche, ha inviato
la lettera di licenziamento a tutti i 380 operai, dopo il rifiuto da parte
dei sindacati di applicare un piano di sospensione del 90% dei dipendenti.
I sindacati hanno organizzato a Neuquen una manifestazione di protesta.
Molta la tensione vista che la fabbrica è uno dei pochi insediamenti
industriali nella zona: la Questura sostiene che gli operai hanno cercato di
di appiccare il fuoco all'edificio del governo della provincia. Il sindacato
nega decisamente questa versione. Comunque sia all'improvviso sono entrati
in azione gli agenti antisommossa che hanno disperso i dimostranti
utilizzando sfollagente e una gran quantità di gas lacrimogeni.
I fratelli Zanon emigrarono dal veneto prima in Uruguay e poi in Argentina,
costruendo negli anni sessanta al centro della città un parco di
divertimenti (Italpark) che fece la loro fortuna. Dopo la morte di due
adolescenti nel parco, decisero di dedicarsi all'industria, con la
costruzione dell'impianto di Neuquen. Colpiti dalla crescente crisi
economica argentina, e più in generale latinoamericana, gli Zanon hanno
accumulato negli anni 75 milioni di dollari (160 miliardi di lire) di
debiti: almeno questo dice il loro bilancio.

Nello

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