----- Original Message -----
From: Marisa Rosa
Sent: Friday, June 08, 2001 1:17 AM
Subject: JAIME CASTILLO PETRUZZI...Azione Urgente Cari amici,
questo è il testo di una petizione rivolta alle autorità italiane affinchè possano in qualche modo farsi carico direttamente della situazione di Jaime Castillo Petrizzi. Come si evince dal documento, Jaime, cileno appartenente al MRTA, che ha anche la cittadinanza italiana, sta scontando insieme ad altri suoi connazionali la pena dell'ergastolo con l'accusa di "tradimento alla patria" (cioè al Perù, che ovviamente non è la sua patria!!!), condannato da un "giudice senza volto" del tribunale militare, in applicazione di un decreto legge emanato sotto la presidenza di Fujimori e facente parte della cosiddetta "legislazione di emergenza". Vari organismi giudiziari internazionali che si occupano di diritti umani, hanno da tempo raccomandato al Perù di rivedere tale legislazione (che appunto in quanto di "emergenza" deve necessariamente essere limitata nel tempo ed applicata solo in situazioni di serio pericolo per la sicurezza delle istituzioni statali, condizioni che ora non ci sono più in Perù), abolendo anche i reati di "tradimento alla patria" e "terrorismo aggravato" che sono troppo vaghi e vanno contro il principio della certezza del diritto. Tra le raccomandazioni c'era anche quella dell'annullamento delle sentenze dei tribunali militari e la revisione dei processi davanti a tribunali civili. Con notevole ritardo e sotto la pressione dell'opinione pubblica nazionale ed internazionale e soprattutto dopo un'azione di protesta dei detenuti cileni che hanno portato avanti uno sciopero della fame per più di un mese con serie conseguenze per la loro salute, il governo provvisorio peruviano ha disposto la revisione dei processi davanti a giudici civili, cambiando il capo di imputazione da "tradimento alla patria" a "terrorismo aggravato ai danni dello Stato" (che fa parte sempre della legislazione di emergenza fujimorista e che rischia nella sostanza di non cambiare nulla per gli imputati). Da parte dei familiari dei prigionieri politici cileni, ci sono più volte giunte richieste di aiuto per sostenere la giusta causa dei loro familiari, facendo pressioni sulle autorità peruviane, cilene ed italiane. Riteniamo quindi giusto appellarci al Ministero per gli Affari esteri e all'Ambasciata italiana in Perù affinchè si facciano carico del caso di Jaime (come cittadino italiano) sia premendo sulle autorità peruviane affinchè si prendano tutti i provvedimenti necessari a garantire un processo equo che rispetti i principi sanciti dagli organizsmi internazionali, sia offrendo a Jaime l'assistenza giudiziaria, in base agli accordi già presi tra il nostro Paese e lo Stato peruviano. Il processo è attualmente in fase di istruttoria e tra qualche mese si procederà al giudizio ed alla determinazione della pena. Per questo non c'è tempo da perdere ed abbiamo pensato che, più che una raccolta di firme, che necessariamente richiede tempi lunghi, sia il caso che tutte le persone interessate e sensibili a questo caso, inviino la petizione per posta agli indirizzi indicati. Speriamo che questo appello venga accolto e vi preghiamo di farci sapere se avete provveduto ad inoltrare l'appello contattandoci ai seguenti indirizzi email: Marisa - hohcr@tin.it
Antonella - marea.alta@libero.it
Piazzale della Farnesina 1 00194 Roma e, p.c. All’Ambasciatore d’Italia in Perù Ambasciata d’Italia Avenida Gregorio Escobedo 298 Jesus Maria – Lima 11 PERU’
Oggetto: JAIME CASTILLO PETRUZZI cittadino italiano detenuto in Perù
Con la presente io sottoscritto cittadino italiano esprimo viva preoccupazione per la situazione di Jaime Castillo Petruzzi, cileno che ha anche la cittadinanza italiana, attualmente privato della propria libertà e detenuto presso le carceri peruviane con l’accusa di tradimento alla patria, insieme agli altri detenuti cileni: Marcela Gonzàles Astudillo, Alejandro Valdivia Lòpez, Lautaro Mallado Saavedra, Concepciòn Pincheira Saez e Alejandro Astorga Valdés. I detenuti di cui sopra, giudicati da un tribunale militare "sin rostro" e condannati all’ergastolo in base al Decreto-legge 25-659 emanato come decreto di legislazione di emergenza dal governo Fujimori per il delitto di "tradimento alla patria", si appellarono alla Corte Interamericana dei Diritti Umani la quale, con sentenza n° 52 del 30 maggio 1999 dichiarò l’invalidità del processo in quanto in aperta violazione degli articoli 50 e 51 della Convenzione Americana sui Diritti Umani e ordinò al governo peruviano una revisione dei processi davanti a tribunali civili con la garanzia di un giusto procedimento, ordinando al contempo di adottare tutte le misure necessarie per la revisione della legislazione di emergenza del governo Fujimori che risulta essere in aperto contrasto con i principi della Convenzione sui Diritti Umani. L’attuale governo provvisorio peruviano ha di recente disposto la revisione del processo davanti ad un tribunale civile, ma sempre con l’imputazione di "terrorismo aggravato nei confronti dello Stato", delitto previsto nella stessa legislazione di emergenza del governo Fujimori e che, per sentenza della CIDH dovrebbe essere abrogato. I detenuti di cui sopra hanno drammaticamente manifestando per più di 30 giorni rifiutando il cibo ed ogni altro genere alimentare, al fine di ottenere dalle Autorità peruviane il pieno accoglimento della sentenza della CIDH, il riconoscimento del diritto ad essere giudicati attraverso un giusto processo, che escluda come fattispecie penalmente rilevanti i capi di imputazione derivanti dalla legislazione di emergenza imposta dall’ex dittatore Fujimori. Da qualche giorno lo sciopero della fame è stato sospeso ed è iniziata la fase istruttoria del nuovo processo. Ritengo che le richieste dei detenuti e dei loro familiari debbano trovare un riscontro positivo e una soluzione giusta attraverso il convinto e tempestivo impegno politico e diplomatico dei Governi interessati alla sorte dei detenuti stessi, nonché attraverso la pressante mobilitazione dell’opinione pubblica e delle associazioni della società civile. In relazione alla personale situazione di Jaime Castillo Petruzzi, chiedo con insistenza che il Governo Italiano, attraverso l’impegno autorevole del suo Ministro per gli Affari Esteri, si pronunci politicamente per la tutela dei diritti del detenuto cittadino italiano, e si adoperi in tutti i modi e con tutti gli strumenti politici a disposizione al fine di ristabilire condizioni di giustizia nel trattamento carcerario e nella definizione della vicenda processuale, offrendo anche l’assistenza giudiziale necessaria, prevista dai trattati firmati dal nostro Paese e dallo Stato peruviano. Distinti saluti. |