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I: news




----- Original Message -----
From: Alberto Autelitano <a.autelitano@amnesty.it>
To: <Undisclosed-Recipient:;>
Sent: Monday, June 04, 2001 5:42 PM
Subject: news


> IL DIRETTORE DI «CARETAS»
>
> «Belle promesse in campagna elettorale, ma riuscirà a mantenerle?»
>
>
> DAL NOSTRO INVIATO
> LIMA - «Sembra che Toledo stia vincendo, ma da testimone della storia del
> Perù resto scettico di fronte alle promesse della campagna elettorale.
Come
> farà a mantenerle? Stesso discorso per García. A García non è riuscita la
> rimonta; ha l’aria di essere fuori. Non per sempre. Un politico entrato in
> politica da bambino non si ritira mai. Lo ritroveremo candidato nel 2006.
Ma
> la preoccupazione non sono gli uomini, ma i loro disegni distribuiti alle
> folle. Negli ultimi 50 anni ogni protagonista a caccia di voti ha
dispensato
> sogni a elettori che restano al limite della sopravvivenza. Sono rimasti
> sogni. O sono precipitati nei disastri che hanno cambiato la faccia del
> Paese, come la dittatura Fujimori. Vedremo se la speranza di tornare una
> società normale si realizzerà o ricominceranno le inquietudini».
> Enrique Zileri Gibson sta preparando la festa del compleanno tenendo d’
> occhio i risultati che consolidano Toledo. Caretas , la sua rivista, è un’
> istituzione. L’ha fondata la madre, Doris Gibson, radici scozzesi. Qualche
> mese fa il giornale ha compiuto mezzo secolo e le poste peruviane hanno
> dedicato un francobollo alla signora, 91 anni, che ancora partecipa ai
> consigli d’amministrazione.
> Il giornale non ha abbassato bandiera davanti alle minacce di Fujimori.
> Zileri è andato avanti da solo: pubblicità all’osso, e giornalisti
> coraggiosi nel rivelare ciò che adesso tutti sanno, costretti all’esilio
> dagli attentati di Montesinos, anima nera dei servizi segreti. Oggi
Caretas
> trionfa come simbolo dell’indipendenza dell’informazione.
> Delitti di polizie, narcos e dintorni: «Domani mattina Toledo si sveglierà
> contento, ma si sveglierà con un mal di testa che non gli passerà mai. La
> vittoria è positiva per l’ equipe che ha messo in campo. Tecnici dalla
fama
> internazionale consolidata. Un superministro dell’Economia come Kunkisky
dà
> fiducia alle piazze finanziarie, sempre le stesse e sempre negli Stati
> Uniti. García ha messo in fila uomini più scialbi. Da solo non è forse
> bastato». Provo a chiedere se considera Toledo una creatura «americana»,
per
> formazione culturale. Zileri sorride: «Quando è tornato in Perù preferiva
> parlare inglese quando parlava d’economia. Erano in pochi a capirlo. Un
> teorico discreto ma con nessuna esperienza pratica. Nelle sue quattro
> campagne elettorali si è rivelato oratore modesto, retorico, emotivo.
> Eliane, la moglie, ha contribuito all’esasperazione dei comizi con
> suggerimenti da antropologia turistica. Destino e rivincite degli Inca».
> Da borghese di buon gusto, a Zileri non spiace García. L’eleganza pacata
con
> la quale rilanciava i vecchi progetti politici. E la compattezza dell’
Apra,
> unico partito organizzato del Paese. «Se gli esperti di Toledo funzionano,
> le anime del suo Perù possibile sono purtroppo tante, messe assieme quasi
a
> caso. Non so come potranno convivere». E le anime di García? «Più amiche
fra
> loro anche se il leader porta il peso di un passato disastroso. Con
qualche
> giustificazione. Negli anni Ottanta l’America Latina veniva travolta dall’
> inflazione e la socialdemocrazia di García è andata a pezzi. Penso che il
> soggiorno francese gli abbia insegnato tante cose. Purtroppo i ricordi
> bruciano, non sono facili da dimenticare e la nuova esperienza non sembra
> essere bastata a convincere gli elettori».
> Nei mesi interminabili delle campagne elettorali, Cesar Hidebrandt,
> direttore di Liberación , intellettuale dalle nobili tradizioni familiari,
> ha sparato sulle debolezze economiche e sociologiche di Toledo e García.
Ma
> alla vigilia del voto, quando le previsioni restavano incerte, ha deciso
> cosa fare. Confessando «purtroppo non ho scelta». Il Perù non
> sopravviverebbe al voto bianco. Può solo andare contro García e,
> faticosamente, spingere Toledo.
> Mentre la vittoria sta per concretizzarsi, Hidebrandt spiega l’avversione
al
> leader socialdemocratico. Vent’anni fa apparteneva agli intellettuali dell
’
> Apra. Dopo i primi mesi «degli intrighi di García» al governo, lascia il
> partito e diventa battitore indipendente «come dovrebbe essere ogni
> intellettuale. Se Alan ce l’avesse fatta, il messaggio del Perù alle nuove
> generazioni e al mondo intero, suonava chiaro: siamo scimmie senza
memoria.
> Dimentichiamo ingiustizie, furti e delitti pur di sbarcare il lunario.
> Garcia era il candidato perfetto di un popolo sepolto nell’ignoranza e
> disposto a dimenticare: è stato il suo sciagurato quinquennio a dare vita
> agli incubi di Fujimori».
>
> Maurizio Chierici
> Fonte: Il Corriere della Sera
>
> Alberto Autelitano
> Via Degli Sminatori 10/h
> 40026 Imola (BO)
> Tel. 0338 - 2996862
> e-mail a.autelitano@amnesty.it
> www.amnesty193.it
>