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SALVADOR: FMLN: Analisi a 8 anni dalla firma degli Accordi
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- Subject: SALVADOR: FMLN: Analisi a 8 anni dalla firma degli Accordi
- From: "Comit. Intern.sta Arco Iris" <ale.ramon@numerica.it>
- Date: Tue, 11 Jan 2000 21:57:06 +0100
In occasione dell'ottavo anniversario della firma degli Accordi di Pace in
Salvador, riproduciamo a seguire un testo di analisi della realtà a cura
del Fronte Farabundo Martí per la Liberazione Nazionale (FMLN). A seguire
riproduciamo anche un articolo pubblicato su "¡FARABUNDO!", bollettino
della Corrente Rivoluzionaria e Socialista del FMLN, (Numero 12 - dicembre
1999). Tale bollettino è a disposizione di chi lo volesse in spagnolo.
Comitato Internazionalista Arco Iris
IL FMLN ALLA COMUNITA' INTERNAZIONALE
Introduzione
Il prossimo 16 gennaio si compiranno otto anni dalla firma degli Accordi di
Pace tra il FMLN ed il governo del Salvador, che hanno posto fine ad un
conflitto interno armato che si è protratto per dodici anni. Nel
raggiungimento di questi accordi e nella loro esecuzione, già sia per
intermediazione della Organizzazione delle Nazioni Unite come dei diversi
governi ed organizzazioni internazionali, la Comunità internazionale ha
giocato e gioca tutt'ora un ruolo cruciale e, in alcune occasioni,
determinante.
Trascorsi questi otto anni da questa data è vantaggioso analizzare i
cambiamenti avvenuti nella realtà del Salvador, sottolineare gli
avanzamenti e segnalare gli ostacoli che ancora persistono perché il paese
si approssimi al profilo che i firmatari della pace sottoscrissero, come
unica e definitiva soluzione alla problematica strutturale che ha dato
origine allo scontro armato.
E' anche interessante riflettere sui nuovi passi che il paese deve dare per
avanzare nel perfezionamento della sua democrazia politica, nella
promozione della giustizia sociale e nello sviluppo economico che favorisca
le grandi maggioranze che vivono sottomesse alla povertà ed all'emarginazione.
1) Gli Accordi di Pace
Il processo di esecuzione degli Accordi di Pace, con le sue sfide e le sue
limitazioni, costituisce un esperimento storico di inestimabile significato
per il nostro paese e per la Comunità Internazionale.
Oggi come oggi il Salvador presenta un panorama politico radicalmente
diverso da quello dei decenni precedenti. Si sono create nuove istituzioni
come la Polizia Nazionale Civile e la Procura per la la Difesa dei Diritti
dell'Uomo. Si sono depurate le Forze Armate e si stà consolidando il nuovo
ruolo storico delle stesse dentro uno schema politico in cui il potere
civile ha la supremazia. Dall'altra parte, si è iniziata una pratica di
maggiore pluralità ed indipendenza della Corte Suprema di Giustizia e
dell'Assemblea Legislativa rispetto all'Organo Esecutivo.
Sebbene la maggioranza degli accordi più "rilevanti ed urgenti" per porre
fine allo scontro armato sono stati compiuti da entrambe le parti
firmatarie dell'Accordo di Chapultepec, è necessario segnalare che la
dinamica delle trasformazioni politiche ed economiche generate dal processo
di pace si è interrotta.
Ciò è dovuto, da un lato, al non compimento degli impegni importanti
contenuti nell'agenda di Chapultepec e, dall'altra, alla applicazione nel
paese di politiche economiche e di altre iniziative del governo che hanno
contribuito a rafforzare un modello di società che concentra la ricchezza
in poche mani ed esclude ampi settori sociali dai benefici della crescita
economica.
Le riforme politiche delineate dagli Accordi di Pace non solo mostrano una
situazione di stagnazione ma anche, in alcuni casi, evidenziano
preoccupanti segnali di regressione. A questa situazione contribuisce la
posizione unilaterale assunta dal governo del Salvador nell'intendere che
gli Accordi di Pace già siano stati compiuti e che per tanto non possono
essere più tema di discussione nel paese.
In questo senso, continuano incompiute le raccomandazioni sostanziali della
Commissione della Verità, in particolare quelle indirizzate a rafforzare le
istituzioni dello Stato incaricate dell'investigazione del reato e della
amministrazione della giustizia, per eliminare le cause strutturali che
hanno generato l'impunità, evitando che si ripeta un passato doloroso, e
per ottenere una autentica riconciliazione nazionale.
Sebbene gli Accordi non stabilirono misure che avrebbero modificato
sostanzialmente il modello economico, si si erano però stabiliti aspetti
che avrebbero aperto uno scenario nuovo nella ricerca di intese attorno
alle riforme strutturali, come ad esempio il Foro di Concertazione
Economico Sociale. Si prendeva in considerazione inoltre la riorientazione
delle politiche del sistema finanziario nazionale e la creazione di un
nuovo quadro giuridico per il settore agrario. Tutte queste misure
complementari non sono state compiute.
Riassumendo, l'impulso iniziale di questa prima fase successiva alla guerra
si è estinto. Per continuare ad avanzare nella consolidazione del processo
democratico si rende imprescindibile la costruzione di una nuova agenda
politica, sociale ed economica per il paese, che dia continuità alla
transizione iniziata con gli Accordi di pace del 1992. Urge consolidare la
nuova istituzionalità democratica creata a partire dagli Accordi,
completare la riforma politica ed iniziare la trasformazione strutturale
del modello economico-sociale generatore di povertà ed inequità, ottenendo
inoltre una piena riconciliazione nazionale sulla base della verità e della
giustizia.
Una profonda preoccupazione è l'indebolimento politico che ARENA per mezzo
del governo centrale stà facendo di una strategia della concertazione per
la soluzione dei conflitti, come sono il dialogo e la negoziazione, che
sono una eredità importante a livello nazionale ed internazionale, per
avanzare nei processi democratici e di consolidamento della pace con la
giustizia sociale.
2) Il Panorama politico
La conversione del FMLN in partito politico e la sua conseguente
partecipazione ai processi elettorali ed all'attività politica legale
costituiscono l'elemento che più caratterizza il presente decennio.
Gradualmente, il FMLN è andato occupando spazi di conduzione all'interno
dello stato salvadoregno, tanto a livello locale come a livello nazionale.
Certamente, e nonostante il pluralismo di cui oggi gode il sistema politico
salvadoregno, il deterioramento delle relazioni cittadino-Stato è più che
evidente. La frustrazione dei cittadini per l'inefficacia dello Stato nel
dare soluzioni ai problemi sociali, economici ed ambientali si traduce in
un crescente disinteresse nella partecipazione agli eventi elettorali e
nella perdita di credibilità del sistema politico nel suo insieme,
includendo, in primo luogo, i partiti politici e le istituzioni dello Stato.
Dall'altra parte, l'indipendenza dei poteri, elemento essenziale per una
democrazia politica, continua ad essere debole. Il disegno, le norme di
funzionamento dell'Assemblea Legislativa, gli usi ed i costumi imperanti al
suo interno - così come negli organismi del potere esecutivo e giudiziario
- sono concepiti affinchè predomino gli interessi delle minoranze ad ogni
costo sugli interessi delle maggioranze e affinchè non siano minacciati in
assoluto dalle decisioni democratiche che richiedono i cittadini.
In questa logica, l'Esecutivo, dominato dal partito ARENA dal 1989, fa uso
del suo potere e delle risorse di bilancio per ottenere maggioranze di voti
nell'Assemblea Legislativa ed approvare i progetti di legge che gli
interessano. Nel frattempo, quei progetti che non sono di loro gradimento
vengono censurati, e quando per convenienza politica vengono approvati, di
fatto vengono convertiti in leggi inapplicabili nel non elaborarsi
regolamenti e precetti amministrativi per la loro applicazione, o
semplicemente rimangono leggi incompiute, senza nessuna spiegazione.
La condotta mostrata dall'Esecutivo impedisce, danneggiando il paese, di
raggiungere lo Stato di Diritto. Così si hanno diverse leggi senza una
dovuta applicazione come la "legge del 6%" (legge che destinerebbe il 6%
del Bilancio Preventivo ai municipi), la legge sulla protezione della
natura, la legge contro il lavaggio del denaro, la legge di condono del
debito agrario, alcuni precetti della legge delle imprese amministratrici
di fondi pensione, ed altre ancora.
A quanto esposto bisogna aggiungere il funzionamento dell'Assemblea
Legislativa, le iniziative dell'Esecutivo, il blocco o insabbiamento delle
iniziative cittadine e dei parlamentari dell'opposizione; il funzionamento
ininterrotto durante tutto l'anno, senza periodi di sosta, durante i quali
i deputati possano riunirsi con i propri elettori, rendere loro conto del
proprio lavoro e preparare con loro iniziative o progetti di interesse di
quest'ultimi.
Questa situazione si vede rafforzata dal sistema elettorale vigente che,
oltre a consegnare il controllo e l'esecuzione dei processi elettorali agli
stessi partiti politici, non definisce i distretti per la rappresentazione
dei deputati, e dalla Costituzione della Repubblica, che, da un lato,
stabilisce il totale monopolio dei partiti politici per la
rappresentatività cittadina nel governo e, dall'altra parte, sancisce la
assoluta indipendenza dei deputati, senza stabilire nessuna modalità di
responsabilità ed ovviando a qualsiasi possibilità di revoca del loro mandato.
A quasi otto anni dalla firma della pace nel Salvador ancora non è
possibile affermare che esiste un pieno Stato di Diritto. L'Organo
Esecutivo attua con ampia discrezionalità, perfino in temi che sono retti
da leggi, che semplicemente vengono ignorante nella loro attuazione,
violate o ostruite nella loro applicazione. I ricorsi che i cittadini
presentano davanti alla Corte Suprema di Giustizia tardano anni ad essere
assolti e in molti casi, quando si produce la sentenza, questa è più una
risoluzione accomodatoria che una sentenza giuridica rispettabile. Il
cosìddetto Stato di Diritto è utilizzato per convenienza, per giustificare
le attuazioni dei funzionari del governo in favore della minoranza che
detiene il potere economico nel paese, o per condannare, rifiutare o
calunniare le domande e le lotte popolari.
Quando nel mondo sono avanzate le concezioni politiche che pongono al
centro della riforma dello Stato il passaggio dei poteri alle municipalità
e ad altre unità politico-territoriali, nel Salvador la decentralizzazione
mostra molti pochi segnali di avanzamento. Le municipalità continuano a
godere di poche facoltà e sempre meno risorse per promuovere politiche di
sviluppo locale. La capitale e la sua periferia continuano ad assorbire la
maggior parte della spesa pubblica nelle infrastrutture, nell'educazione e
nella salute, ai danni dei dipartimenti e delle zone del paese situate
nella periferia, imponendo così una iniquità, dal punto di vista del
territorio, nella distribuzione della ricchezza nazionale.
Per concludere, nemmeno possiamo osservare un serio impulso dei successivi
governi di ARENA verso politiche di integrazione regionale con gli altri
paesi centroamericani, che possano convertirsi in un motore per lo sviluppo
economico sociale ed economico della regione nel suo insieme.
L'integrazione è avanzata dal punto di vista economico mercantilista, ma
non da quello come parte della comunità centroamericana. Ignorando la
notevole esperienza internazionale in materia di integrazione economica e
politica, il governo del Salvador continua a mantenere uno schema di
integrazione regionale giù esaurito, dando enfasi alla cooperazione
intergovernativa e non attraverso politiche reali di integrazione, che
propizino la costruzione di un vero mercato unico per le merci, manodopera
ed investimenti, e che inoltre vadano configurando una nuova istituzione
giuridico-politica di integrazione centroamericana, dotata della
sovranazionalità necessaria per promuovere il processo regionale per nuove
ed irreversibili tappe, in un quadro di partecipazione cittadina e rispetto
per le identità culturali ed etniche e per le libertà democratiche degli
abitanti del Centro America.
3) Il panorama economico
Il Salvador vive una situazione economica di crisi, espressa dalla
diffusione della povertà, dal fallimento di imprese, dalla lenta crescita
economica, dall'aumento della disoccupazione, dalle difficoltà per coprire
la spesa pubblica, dall'instabilità del sistema finanziario e
dall'insoddisfazione generalizzata della popolazione.
Dopo la firma della pace, a partire dal controllo del governo e deformati
alcuni degli Accordi di Pace, i governi del partito ARENA sono riusciti a
evitare la transizione verso una democrazia reale e rappresentativa ed
hanno imposto una transizione di tipo neoliberista che ha permesso ai
settori del gran capitale di accumulare immense ricchezze a danno del
popolo salvadoregno, sottraendole alle casse del governo e del sistema
finanziario, in un processo di corruzione istituzionalizzata.
Dalla metà del 1996 l'economia è entrata in un processo di stagnazione e
non si osservano prospettive di miglioramento. Il Prodotto Interno Lordo a
prezzi costanti del 1990 è cresciuto del 6,4% nel 1995; del 1,8% nel 1996;
del 4,0% nel 1997 e del 3,2% nel 1998. Le più recenti stime suggeriscono
che il tasso di crescita economico per il 1999 oscillerà tra lo 0% e lo
0,5% e non tra il 2,5% e il 3,5% come lo prevede il governo e la Banca
Centrale per la riserva.
Negli ultimi anni le crisi delle attività agrarie si sono acuite, gli
industriali hanno dichiarato che il settore si trova in crisi a causa della
concorrenza sleale, degli alti tassi d'interesse bancario, della difettosa
infrastruttura economica e della delinquenza generalizzata. I settori
produttivi esigono esigono un cambiamento nella politica economica secondo
la necessità di riattivare l'apparato economico nazionale. A questo si
aggiunge il fatto che le attività commerciali e dei servizi sono cadute, in
generale, in una situazione depressiva. Il solo settore delle costruzioni
edili vede accumularsi circa 40000 abitazioni invendute, aumentando il
portafogli moroso del sistema finanziario.
Questo ambiente di ristagno economico si è tradotto nel fallimento e nella
chiusura di imprese industriali e commerciali, nel ritiro dal paese di
imprese "maquiladoras", nel fallimento di una delle banche più importanti
del sistema finanziario e nella fusione di alcune banche di media
grandezza. A ciò si aggiunge la notevole diminuzione delle attività
agroindustriali relazionate alla lavorazione del caffè e dello zucchero per
l'esportazione, con il susseguente licenziamento di impiegati e lavoratori.
La depressione dell'attività economica ha evidenziato l'urgente necessità
di intraprendere operazioni di salvataggio delle imprese. Deve segnalarsi
que l'elevata morosità di molte imprese con il sistema finanziario è
prodotto diretto del carattere speculativo che nel Salvador ha acquisito
l'attività bancaria, che si esprime in alti tassi di interesse e costi
finanziari in generale. Questa speculazione è stata la base per la
creazione di grandi gruppi economici attorno alle banche principali, a
partire da prestiti relazionati e dall'utilizzazione della intermediazione
finanziaria per accumulare ricchezza con le risorse degli utenti, siano
questi risparmiatori o debitori, delle banche.
Dall'altra parte, il deficit fiscale, che cresce anno dopo anno, stà
acquistando un carattere cronico. La crisi fiscale ha la sua origine nel
processo delle privatizzazioni, da un lato, però anche negli sgravi
doaganali indiscriminati ed accelerati, nella riduzione delle imposte sul
capitale, nell'evasione e nell'elusione fiscale, nella corruzione, nella
mancanza di austerità e nell'inefficenza della spesa pubblica. Di fronte ad
un panorama fiscale desolante il Presidente Francisco Flores propone che il
governo cerchi di ottenere più entrate andando a tassare le entrate dei
lavoratori salariati e delle piccole e medie imprese, perpetuando così una
politica tributaria regressiva e contraria ai concetti di equità,
solidarietà ed efficienza. E' così anche ci si propone di tassare con l'IVA
i cereali, i vegetali freschi, il latte e le medicine. Ci si propone poi di
tassare con l'imposta sulla rendita le piccole imprese le cui entrate
stiano sotto i 75.000 colones (1 dollaro vale 8,75 colones) e di fare
incorporare al sistema tributario i settori informali dell'economia.
Per quanto riguarda la privatizzazione delle imprese di energia elettrica e
delle telecomunicazioni è risaputo che le risorse ottenute da queste
vendite non sono state destinate a sviluppare la capacità produttiva del
paese. La maggioranza delle risorse originate dalla vendita delle centrali
di energia elettrica sono state destinate al pagamento del debito pubblico
di breve periodo ed una piccola parte per investire in infrastrutture
viarie ed impianti. A causa della crisi della finanza pubblica è
prevedibile che il sussidio alle tariffe sull'energia di cui godono fino ad
oggi i settori con minori entrate verranno eliminati. E' altresì un fatto
che le tariffe telefoniche locali saranno aumentate sulla base
dell'inflazione annuale. Dall'altra parte, lo Stato, nel vendere le imprese
che generavano enormi dividendi, si è privato di una fonte sicura e
permanente di entrate, senza prima aver incontrato una alternativa che
sostituisse queste entrate nel tesoro pubblico.
La percezione generalizzata dei cittadini è che l'economia vada male. Le
frequenti inchieste d'opinione situano la disoccupazione, i bassi salari,
gli alti prezzi del paniere basico e la delinquenza come i principali
problemi che colpiscono il paese. Mentre il paniere basico ha un costo di
2.308 colones (giugno 1999), il salario minimo in città appena raggiunge i
1.260 colones. Se a questo paniere basico si aggiungono elementi come
l'abitazione ed i servizi di base, il costo raggiunge i 4.916 (dicembre
1998). Sebbene sia certo che l'inflazione nell'economia è controllata in
termini generali non è meno certo che una analisi più disaggregata di
questa variabile macroeconomica dimostra che esiste una "inflazione per i
poveri", espressa dall'aumento dei prezzi per gli alimenti e le medicine,
che supera varie volte l'indice medio dell'inflazione nazionale. E' quindi
prevedibile che il peso dell'IVA sui prodotti del paniere basico danneggerà
drasticamente il potere d'acquisto dei salari più poveri, per non parlare
di quei settori che si trovano disoccupati.
4) Il Panorama sociale
Il Salvador vive una crisi sociale, che si caratterizza per la
mobilitazione dei sindacati, degli abitanti di zone marginali, dei maestri,
dei dannificati dell'uragano Mitch, degli ex-combattenti e di altri settori
sociali che, oppressi dalla loro situazione di esclusione, si mobilitano
per denunciare alcune questioni fondamentali: i bassi salari, la mancanza
di occupazione, la carenza di crediti produttivi, la mancanza di protezione
di fronte ai disastri naturali, la violenza e la delinquenza, l'assenza di
servizi di base, il timore di fronte alle privatizzazioni dell'educazione e
della salute, ecc....
Da vari mesi si è posto in marcia un vigoroso movimento popolare che ha il
proposito di evitare che la situazione di precarietà economica e sociale
termini soffocando i settori popolari.
Uno dei tratti che caratterizzano il panorama sociale salvadoregno è
l'inefficacia dei programmi per combattere la povertà intrapresi nel quadro
dei programmi di aggiustamento promossi negli anni '90. Oggi come oggi, il
Salvador continua ad essere uno dei paesi con i peggiori indici di sviluppo
umano (IDH) dell'America Latina. I settori della popolazione che si trovano
sotto il livello di estrema povertà e di povertà relativa continuano ad
aumentare. La situazione è arrivata agli estremi, a tal punto che il
governo ha smesso di pubblicare statistiche sulla povertà.
I disastri naturali hanno contribuito nell'ultimo anno ad aggravare la
situazione di vulnerabilità di importanti gruppi della popolazione ed hanno
evidenziato il carattere strutturale della povertà nel Salvador e nel resto
dei paesi della regione centromericana. L'uragano Mitch e le recenti
tormente che hanno danneggiato il paese hanno evidenziato l'assenza dei
piani di contingenza per affrontare questi fenomeni naturali e superare
rapidamente le sue sequele.
A più di un anno da Mitch, migliaia di cittadini delle coste salvadoregne,
in particolare coloro che si trovano nella foce dei fiumi Lempa e Paz,
continuano a vivere in una situazione di abbandono, senza una abitazione e
senza fonti sicure di acqua ed alimenti. Il tessuto produttivo di queste
zone è stato devastato ed ancora oggi continua senza essere stato
ricostruito.
Passata l'emergenza, il governo ha fatto poco o nulla per alliviare la
grave situazione di questi cittadini, lasciando alla cooperazione
internazionale la responsabilità della ricostruzione. Come se ciò fosse
poco, esistono indizi sulla deviazione di importanti fondi della
cooperazione internazionale, destinati ai dannificati dei disastri
naturali, alla campagna elettorale del partito ARENA.
Dall'altra parte, il governo si rifiuta di applicare criteri di controllo
sociale, di trasparenza e partecipazione cittadina nei progetti di
ricostruzione, così come aveva domandato la Comunità Internazionale durante
la Conferenza per la Ricostruzione in America Centrale, realizzatasi nel
maggio del 1999 a Stoccolma.
Una economia in rotta verso la recessione complica il panorama sociale. Le
statistiche governative indicano che il subimpiego nell'economica informale
è dell'ordine del 50% della Popolazione Economicamente Attiva (PEA). Un
congelamento della crescita economica avrà come effetto lo sviluppo della
disoccupazione formale dal 7%, 8% ad un minimo del 10%, 12%. Nel prodursi
questo sviluppo, circa il 60% della PEA risulterebbe disoccupata o
subimpiegata, vivendo in situazione di povertà, estrema povertà ed anche
indigenza.
Nello studiare più dettagliatamente questo settore della popolazione, si
scopre che nella disgregazione per sesso, nella microimpresa il 70,2% sono
donne e con una accumulazione semplice del 53%; la maggioranza di loro sono
capi famiglia, delle quali il 98% non ha nessuna attenzione rispetto alla
sicurezza sociale. Queste percentuali mostrano una forte presenza femminile
nelle categorie di maggiore vulnerabilità, che esercitano attività
economiche di minor remunerazione e che usualmente combinano con attività
riporoduttive o domestiche.
Non ci sono politiche specifiche che promuovano lo sviluppo economico e
sociale sostenibile, sebbene la microimpresa in generale (aprossimatamente
500.000), contribuisca per il 24% del Prodotto Interno Lordo.
Uno dei segnali più allarmanti ed evidenti della crisi sociale che vive il
Salvador è l'aumento sfrenato della violenza delinquenziale, tanto di
carattere comune come organizzata. Il Salvador è oggi come oggi il paese
più violento dell'America Latina, superando perfino la Colombia per
quantità di persone assassinate ogni 100.000 abitanti. La disperazione di
fronte ai delinquenti si è appropriata della popolazione, mentre gli
apparati della polizia e quelli giudiziari si vedono impotenti
nell'affrontare il crimine. La popolazione coinvolta nella delinquenza è
nella sua maggioranza composta da giovani che non hanno avuto accesso nella
loro infanzia ed adolescenza all'educazione, ad attività sportive, all'arte
e ad una cultura di pace; e nella loro gioventù non hanno avuto opportunità
di formazione tecnica e possibilità di lavoro. Alla base di questo fenomeno
delinquenziale si trovano, tra le altre, cause come: la diminuzione
sostanziale della proporzione del Prodotto Interno Lordo destinata
all'investimento sociale per lo sviluppo umano; lo sviluppo della
instabilità lavorativa, la disoccupazione e la povertà; la concentrazione
eccessiva della ricchezza in poche mani; l'aumento della corruzione e dei
reati dei colletti bianchi; il deterioramento dei valori di solidarietà e
d'umanità che fomentano condotte egoiste e mercantiliste; l'impunità; la
ritrazione della giustizia; il contrabbando e il commercio d'armi.
Sebbene il governo ha intrapreso un piano di sicurezza pubblica i risultati
dello stesso sono lontani dal corrispondere alle aspettative generate. Ciò
si deve, tra altre ragioni, al poco sforzo nella formazione della polizia,
alla dotazione inadeguata di risorse logistiche per la Polizia Nazionale
Civile, all'inclinazione a maneggiare situazioni di crisi utilizzando
esclusivamente la forza e all'assenza di politiche statali miranti a
prevenire il reato.
Certamente l'altro elemento che contribuisce ad aggravare la già precaria
situazione sociale dei salvadoregni è l'accelerato deterioramento della
natura, con le sue inevitabili conseguenze. Una delle preoccupazioni più
drammatiche dei salvadoregni è ottenere ogni giorno acqua potabile
necessaria per assicurare loro la salute, l'igiene e la vita stessa. La
contaminazione ambientale si stà traducendo in un incremento delle malattie
respiratorie, particolarmente sui bambini, e nell'epidemie di malattie
infettive-contagiose che sembravano già sconfitte. La salute mentale dei
salvadoregni anche si vede colpita di fronte alla assenza di spazi per la
ricreazione ed il contatto con la natura.
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Da " ¡ FARABUNDO !"
Bollettino della Corrente Rivoluzionaria e Socialista del FMLN - N°12,
dicembre 1999
EDITORIALE
Il Fronte esce da un lungo percorso di discussione interna, con una
identità più chiara e pronto per affrontare il periodo della campagna
pre-elettorale. Una pre-campagna ed una campagna elettorale che avvengono
in una situazione economica e politica di galoppante peggioramento
provocato da una congiuntura di lotta di importanti settori sociali e
lavorativi di nuova qualità. Tutto ciò a pochi giorni dalla fine di questo
secondo millennio ed alle porte del terzo.
Il Cambiamento di secolo e di millennio hanno per tanti una irritazione
quasi mitica, però per noi albergano solo la certezza che il secolo XXI
aprirà nuove prospettive per lo sviluppo di alternative a questo sistema
ingiusto, che oggi colpisce l'immensa maggioranza dell'umanità, prospettive
che si apriranno sempre e quando le forze rivoluzionarie (vale a dire
quelle in lotta permanente e preoccupate di trasformare questa società a
beneficio delle grandi maggioranze della popolazione) sappiano resistere al
canto delle sirene del neoliberismo, e sappiano anche avanzare
costantemente. Il Fronte, tra queste, oggi si è ben dotato per accettare
questa sfida:
- Si è dotato di piattaforme che sono più che semplici proposte per
affrontare i prossimi tre anni. Queste piattaforme sono arricchite da tutto
un quadro concettuale e fissano le grandi politiche sulle quali i candidati
eletti dovranno orientare le loro posizioni, proposte e condotte in ogni
momento, tanto nel parlamento come nelle amministrazioni locali. Le
proposte poi, si identificano con i desideri delle maggioranze della
popolazione e di tutti i settori oppressi dal neoliberismo con un
impostazione di sviluppo chiaramente di sinistra.
- Inoltre, tutti i candidati e le candidate hanno dovuto firmare atti
d'impegno con il partito che li lancia e sulle linee programmatiche per le
quali la popolazione li voterà. Tanto la Commissione Politica come la
Corrente Rivoluzionaria Socialista invita tutta la base del Frente a
controllare che i suoi funzionari pubblici compiano con questo impegno e
che segnali coloro che lo rompano.
- Il movimento sociale si è mostrato con nuove qualità, che si riflettono
nella solidarietà tra vari settori. Tanto a loro come ad ARENA assicuriamo
che i 110.000 militanti del Fronte, tutti dipendenti di un sistema di
salute, educazione e acqua accessibili a tutti, altamente convinti che non
è la vendita del patrimonio del popolo (la privatizzazione) che garantirà
questo diritto, saranno attenti, attivi e altamente solidari con i settori
che hanno deciso di difendere i propri diritti di lavoratori.
- E per finire oggi si abbiamo la certezza che si ci sono due progetti nel
Fronte. Prima solo lo affermavamo noi della Corrente Rivoluzionaria
Socialista e dalle pagine di questo ¡FARABUNDO! Oggi sono gli stessi
protagonisti che lo riconoscono: da che hanno annunciato l'esistenza del
cosiddetto Movimento Rinnovatore; da che ammettono di avere propri locali e
risorse; da che rivendicano essere socialdemocratici; e da quando alcuni
dei loro deputati cercano ad ogni costo di differenziarsi con attuazioni
diverse a quelle del resto del FMLN.
Con ciò è in discussione il carattere del nostro partito per il futuro: il
FMLN come semplice alleanza politico-elettorale, come sostiene il Movimento
Rinnovatore. O una organizzazione dove viga il principio democratico delle
decisioni programmatiche prese dalla maggioranza, e che queste abbiano
vigenza per tutti e tutte. Questa sarà la prossima sfida che le basi del
Fronte dovranno risolvere con il loro pronunciamento.
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