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Associazione Papa Giovanni XXIII dal Chiapas



ASSOCIAZIONE
COMUNITÀ PAPA GIOVANNI XXIII
Associazione Internazionale Privata di Fedeli di Diritto Pontificio
Civilmente riconosciuto con D.P.R. 5-7-'72  n. 596
 Iscrizione al Registro delle Persone Giuridiche presso il Tribunale di
Rimini al n.16


Tre volontari dell' Operazione Colomba (corpo civile di pace dell'Ass.
Comunita' Papa Giovanni XXIII), Daniele Aronne, Eva Murtas e Andrea Mauri
(obiettore di coscienza in servizio presso la suddetta associazione) sono
da dieci giorni in Messico per comprendere, partecipare ed appoggiare il
processo di cambiamento e democratizzazione che "forse" si sta avviando
nel  suddetto paese.

Per quindici giorni una rappresentanza di 24 comandanti dell'EZLN (Esercito
Zapatista di Liberazione Nazionale), tra cui l'ormai noto SubComandante
Marcos, ha affrontato una lunga marcia attraverso gli stati messicani, 
spiegando in ogni tappa i contenuti  della legge sui diritti e sul rispetto
della cultura indigena (legge COCOPA) di cui ne andavano a chiedere al
congresso (parlamento) messicano l'approvazione.
Questo e' uno dei tre segnali che chiede l'EZLN per ritornare al tavolo
delle trattative (dialogo interrotto ormai da anni) con il governo
messicano (e non per firmare la pace come molti vogliono lasciar
intendere...).
Lungo il cammino la marcia ha raccolto molti consensi prima del trionfale
arrivo a Citta' del Messico.
E' stata una marcia partita come zapatista, di un gruppo di comandanti che,
sebbene disarmati, militarmente si dirigevano verso la capitale, ma poi
trasformatasi in una carovana di massa composta da tutti quelli "del colore
della terra".
Noi per due volte (a Cuernavaca e a Tepotztlan) abbiamo raggiunto la
carovana per ascoltare le loro richieste ufficiali al governo (e non quelle
confuse e manipolate che si leggono sui giornali locali) e per consegnare
ai comandanti zapatisti la richiesta di un incontro diretto con la nostra
associazione (ne hanno gia' ricevute piu' di 300 da tutto il mondo...).

In questi giorni abbiamo anche incontrato alcune associazioni messicane ed
internazionali tra le piu' rappresentative che si occupano della
problematica indigena e dei diritti umani (Serpaj, Serapaz, Mision Civil
por la Paz, Cipaz, Sicsal, Global Exchange...). Con loro abbiamo fatto
analisi sociali e politiche della situazione attuale del Messico, abbiamo
immaginato ed analizzato eventuali prospettive future possibili a questi
eventi ed abbiamo confrontato il nostro progetto di intervento nonviolento
nelle comunita' indigene del Chiapas con i loro rispettivi lavori. 
 
Domenica 11/03, poi, anche noi siamo stati  presenti nella piazza centrale
di Citta' del Messico (il Zocalo), ed eravamo in prima fila nel cordone di
sicurezza della societa' civile.
Poi l'arrivo della "comandancia", il caos e il silenzio in pochi istanti
Le parole del sub-comandante Marcos sono state dure, ma in esse vi si puo'
leggere anche un nuovo e strordinario messaggio, un tentativo di cambiare
modello di lotta, verso un cammino nonviolento:  "Siamo ribelli, ribelli
continueremo ad essere, pero' desideriamo esserlo con tutto quello che
siamo senza la guerra come casa e cammino, perche' cosi' parla il colore
della terra: la lotta ha molte vie e un solo destino."

Speriamo che finalmente la lotta possa trovare una via diversa da quella
delle armi, una via alternativa, una via nonviolenta, per questo speriamo
di riuscire ad incontrare la comandancia dell'EZLN , ma purtroppo (a detta
anche di molte associazioni locali) nel loro comportamento ci sembra di
vedere un esercito che alla societa' civile chiede solo appoggio ai propri
ordini e comandi invece di compromettersi seriamente.



Comunque gli zapatisti per riprendere le trattative di pace richiedono il
compimento dei cosidetti tre segnali:


- il ritiro dell'esercito da sette (delle 259 attuali) postazioni
strategiche nella zona di conflitto in Chiapas, ma finora ne sono state
tolte solo tre;

- la liberazione di tutti i prigionieri politici zapatisti, ma finora sono
stati liberati solo quelli tenuti nelle carceri del Chiapas e per mezzo del
nuovo governatore di tale stato e non del presidente federale;

- l'approvazione della legge COCOPA (COmision de COncordia y PAcificacion),
scopo della marcia, contenente i punti fondamentali sul rispetto della
cultura e dei diritti indigeni: la legge e' stata inviata al congresso ma
non potra' essere approvata (almeno in tempi rapidi) in quanto contiene dei
principi (legati all'autonomia indigena) al momento incostituzionali e il
presidente Fox non ha, nelle due camere, un'influenza tale da permettere il
cambio della costituzione.

Quello che ci e' parso finora certo e' la volonta' del presidente messicano
Vicente  Fox di apparire, attraverso una campagna mediatica di notevoli
proporzioni, come colui che sta portando avanti il processo di pace, e lo
fa attraverso spot pubblicitari e tante parole, ma tutti aspettano il
giorno in cui dovra' fare i conti con quello che ha promesso e il poco che
ha mantenuto...
Una settimana fa, ad esempio, si e' tenuto un concerto per la pace a Citta'
del Messico, trasmesso a reti unificate in tutto il paese mentre
dell'evento di Domenica 11/03  le maggiori televisioni di stato Televisa e
TeleAzteca non hanno  trasmesso in diretta un solo minuto, eppure e' stata
una delle piu' grandi manifestazioni di massa mai tenutesi in Messico con
piu' di 200.000 persone presenti nella piazza centrale del Zocalo e
moltissime televisioni internazionali collegate.

Poi abbiamo anche incontrato don Samuel Ruiz Vescovo emerito della diocesi
di S. Cristobal de Las Casas e una delle personalita' che maggiormente
hanno segnato la storia indigena messicana degli ultimi quarant'anni.
Lui  sembra nutrire speranze in un futuro migliore per le popolazioni
indigene del Messico e in una possibile soluzione pacifica del conflitto
anche se ci dice che il raggiungimento di un accordo di pace non sara'
sicuramente una cosa facile, e quello che possiamo sperare e' che entrambe
le parti facciano il possibile perche' le speranze di pace del Messico e
del mondo intero non vengano tradite.

Il futuro e' incerto, nessuno sa quanto i comandanti zapatisti rimarranno a
Citta' del Messico e che cosa veramente sperano di ottenere, nessuno puo'
prevedere i tempi dell'approvazione della legge COCOPA, nessuno puo'
immaginarsi le prossime mosse (fatti e non parole) del presidente Fox e del
congresso messicano.

Per contattare i volontari a citta' del Messico
e-mail: opcol@hotmail.com

Chi volesse darci una mano a portare avanti questa missione:
CCP 13792478  Intestato a
Associazione Comunita' Papa Giovanni XXIII  Via Mameli 1  47900  Rimini


Specificando nella Causale "Operazione Colomba  Chiapas"

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Ass. Comunità Papa Giovanni XXIII
Servizio Obiezione e Pace - Caschi Bianchi
Tel.  0541753619
Fax. 0541751624
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