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Fw: Internazionale: le notizie (373)
Brasile. Stati Uniti, Canada e Messico (i tre paesi del Nafta, l'accordo di
libero scambio del Nordamerica) hanno deciso di bloccare le importazioni di
carne brasiliana per prevenire la diffusione dell'encefalopatia spongiforme
bovina (Bse), il morbo della "mucca pazza", anche se nel paese sudamericano
non è stato registrato un solo caso di Bse. Secondo il Canada il Brasile ha
rifiutato di fornire dati sulla sicurezza delle carni bovine esportate. Le
autorità brasiliane sostengono invece che si tratta di una ritorsione
commerciale voluta da Ottawa per le presunte sovvenzioni concesse
dall'Organizzazione mondiale del commercio (Wto) al concorrente Brasile per
la costruzione di alcuni jet [14].
Cile. Il quotidiano El Mostrador ha pubblicato sull'edizione online alcuni
documenti inediti che testimoniano il coinvolgimento dell'ex dittatore
Augusto Pinochet nelle violenze della Carovana della morte, un'operazione
per uccidere gli oppositori politici nei giorni che seguirono il golpe del
1973. Il documento fa riferimento a 14 omicidi che i militari del regime
compirono ad Antofagasta, circa 1.300 chilometri a nord di Santiago, il 19
ottobre del 1973. Il testo contiene una richiesta formulata a Pinochet 36
giorni dopo le 14 esecuzioni in cui le autorità militari incaricate
dell'operazione chiedono di coprire le torture praticate all'ingegnere
Eugenio Ruiz-Tagle prima di essere fucilato [9].
Colombia. Le Forze armate rivoluzionarie della Colombia (Farc) hanno deciso
di riprendere i negoziati di pace con il governo del presidente Andrés
Pastrana. Pastrana e il leader della guerriglia marxista, Manuel Marulanda
Vélez, si sono incontrati per due giorni a Los Pozos, nella zona
smilitarizzata concessa dal governo, e hanno firmato un accordo in 13 punti.
Questo prevede lo scambio dei prigionieri malati e la mediazione di paesi
terzi per risolvere il conflitto. I negoziati sono ricominciati
ufficialmente il 14 febbraio. L'8 marzo governo e guerriglieri dovrebbero
incontrare i rappresentanti dei paesi scelti come mediatori [9].
Ecuador. Il presidente Gustavo Noboa e i rappresentanti delle organizzazioni
indigene hanno firmato a Quito un accordo per porre fine alle violente
proteste scatenate dalla decisione del governo di aumentare i prezzi di
trasporti e combustibili. La rivolta degli indios aveva indotto il governo a
decretare lo stato di emergenza dopo che c'erano stati tre morti, decine di
feriti e numerosi arresti. In base all'accordo il governo accetta di
ridimensionare gli aumenti del gas liquido e della benzina e si impegna a
ridurre il costo dei trasporti pubblici. Il governo ha disposto l'immediata
liberazione delle persone arrestate nei giorni scorsi [8].
Messico. Il subcomandante Marcos, capo dell'Esercito zapatista di
liberazione nazionale (Ezln), ha dichiarato che non incontrerà il presidente
Vicente Fox al termine della marcia della delegazione dell'Ezln fino a Città
del Messico che avverrà dal 25 febbraio al 6 marzo. In un messaggio
pubblicato sul sito internet dell'Ezln (www.ezlnaldf.org) Marcos ha scritto
che riprenderà i negoziati solo quando il governo libererà i prigionieri
zapatisti e smilitarizzerà il Chiapas. La delegazione dell'Ezln partirà da
San Cristóbal de las Casas per chiedere al Congresso federale l'approvazione
di una legge sui diritti delle popolazioni indigene [13].
Salvador. Un mese dopo il terremoto che ha provocato un migliaio di morti,
una nuova violenta scossa (6,1 gradi della scala Richter) ha colpito la
capitale San Salvador, provocando la morte di 237 persone e il ferimento di
altre 1.500 [13].