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Raggiunto accordo in Ecuador, messaggio inviato da Cristiano Morsolin



Abbiamo vissuto un'esperienza unica di pressione, di solidarietà, di cittadinanza attiva per la risoluzione non-violenta del "conflitto" tra governo dell'Ecuador e i Movimenti indigeni e popolari. A Quito Gianni e Nadia Tarquini, nostri coordinatori della "Comunità Internazionale di Capodarco" e dell'Ass. Intern. "Noi Ragazzi del Mondo", sono stati in prima linea a livello politico, a livello di tam-tam informativo, nell'aiuto logistico ai 10,000 indios rifugiati all'università salesiana, tra cui i nostri ragazzi lustrascarpe del progetto "Muchachos solidarios. Qui in Italia abbiamo fatto da eco ai reportage "in diretta", che l'agenzia di stampa missionaria Misna ha fatto rimbalzare rompendo il muro di silenzio dei mass-media italiani, insieme alle pubblicazioni in internet di Carta (www.carta.org). Abbiamo diffuso capillarmente il documento delle Ong come forma di pressione popolare, di democrazia diretta e partecipativa,  con il bel risultato che:

"Una missione del ministero degli esteri italiano sarebbe dovuta partire per Quito in questi giorni, per discutere con il governo Noboa della questione del debito estero. Noboa aveva chiesto, durante la sua visita in Italia nella scorsa estate, di trattare direttamente con il governo italiano la questione del debito. La missione però è stata annullata grazie alle pressioni di diverse Ong impegnate nel paese andino, che chiesto al governo di rinviare la visita ufficiale fino a quando non sarà ritirato lo stato d'emergenza e non saranno avviate trattative tra il governo ecuadoriano e gli indigeni. "

Le lettere che Gianni ha mandato fino a venerdi le ho pubblicate sul sito di PEACELINK all'indirizzo:
Il documento delle Ong e le  lettere di sabato e domenica le ho pubblicate su peacelink all'indirizzo:

Addirittura un lungo articolo dell'Avvenire di mercoledi cita sia Mons. Luna che il diario di sinistra Hoy e cita anche il materiale che gli ho inviato io:

"(..) Ieri, 10 ong italiane che lavorano in Ecuador, hanno chiesto al governo di Roma di mettersi in moto, ed hanno denunciato la situazione col crescente impoverimento del Paese per le drastiche misure imposte da Fondo monetario internazionale e Banca Mondiale. I rapporti diffusi via e-mail documentano violenze ripetute da parte della polizia e un clima generale di intimidazione.(..)"

Abbiamo interpellato anche Olivier Depuis, europarlamentare radicale che ha presentato un'interpellanza al Consiglio d'Europa. Misna ha telefonato a Gianni e ha dato in diretta la notizia degli accordi raggiunti, con una testimonianza "in diretta" che Gianni ha scritto via e-mail  a mezzanotte. Il nostro comunicato stampa Ainram è stato tradotto anche in francese e inglese.

Di fronte alle lotte di liberazione dei popoli delle Andel'Ass. Noi Ragazzi del Mondo ha assunto un ruolo da protagonista (si sono attivate molto anche Monica e Sulami nell'animazione dei 200 bambini della salesiana, e anche P. Giorgio e Asa) sia in Ecuador che qui in Italia: è una riflessione fatta mezz'ora fa da d. Franco qui a Roma dove abbiamo presentato l'esperienza brasiliana. I carissimi Gianni e Nadia ci ringraziano : "Sicuri che le pressioni internazionali hanno aiutato parecchio il difficile dialogo in Ecuador e contribuito al raggiungimento degli accordi, ringraziamo tutti coloro che ci hanno dato una mano per diffondere le notizie e frenare gli abusi dei diritti civili e umani, individuali e collettivi." Dobbiamo davvero riflettere sull'importanza di  questo ponte tra popoli che si deve rafforzare sempre più perchè le ingiustizie e le oppressioni planetarie devono continuare a provocarci, a gridare che "un altro mondo è possibile" (come il Forum Sociale Mondiale di Porto Alegre ha testimoniato): questi risultati positivi ci incoraggiano ad andare avanti malgrado tutto , senza limitarci a gridare contro il buio della notte neoliberista ma accendendo luci di speranza e solidarietà.

Vi mando i vari materiali. Saluti di pace da  Cristiano Morsolin

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Aggiornamento Ecuador 18.00 ora locale (24.00 in Italia) 

La "Toma del Arbolito"

racconto degli ultimi avvenimenti vissuti personalmente a Quito il 7 febbraio del 2001

Subito dopo la firma degli accordi i dirigenti indigeni sono tornati alla salesiana per annunciarli a tutte le persone che con grande coraggio avevano resistito alle pressioni e agli atti di repressione della forza pubblica e che ancora erano accampati nel grande villaggio improvvisato dentro l'Università.

Mentre i volontari distribuivano ció che restava immagazzinato alle mamme indigene, ci si preparava al ritorno alle comunità nella convinzione che era stata ottenuta una grande vittoria perchè le questioni di principio e di metodo erano state accettate dal Governo dopo il tentativo fallito di reprimere le voci represse per secoli. In párticolare l'accordo era stato firmato dal Presidente della Repubblica e da Antonio Vargas, poche ore prima arrestato come sovversivo, compattamente appoggiato dalle altre confederazioni indigene e dalla base.

Iniziava cosí una marcia pacifica  (intorno alle 16.00) che passava davanti al Parlamento e terminava al Parco dell'Arbolito, luogo simbolico perchè da anni sede di ogni protesta india e per questo chiamato territorio indigeno a Quito. Tutto finiva là dove avrebbe dovuto cominciare, in quel luogo particolare dove era stato negato l'accesso il primo giorno del "levantamiento" negando cosí il rispetto per le opinioni del popolo indio. La "toma del arbolito" era pacifica e festosa, tutto il contrario di ció che il Governo aveva voluto far credere facendo circolare voci di terrore, violenze, saccheggi delle case degli "uomini bianchi". C'erano indigeni della "sierra" e dell'amazzonia, donne e bambini, studenti, rappresentanti della società civile e religiosi. Erano migliaia. Insieme hanno cantato l'inno dell'Ecuador, ballato e festeggiato. Tra i cartelli spiccava quello che diceva Auiki (Tikuaña, sindaco indigeno di Cotacachi, vicepresidente dell'AME Associazione delle Municipalità Ecuadoriane, protagonista del dialogo con il Governo) Presidente e Delgado (prorettore dell'Università Salesiana) cardinale.

Hanno parlato i tre firmatari dell'accordo ringraziando i manifestanti, le donne e i bambini della salesiana, non dimenticando che il loro pensiero era rivolto non solo agli indigeni ma a tutti i poveri dell'Ecuador, che erano felici di aver bloccato la linea di politica economica del Governo, neoliberista e senza rispetto per i più deboli.

La "toma" terminava con il ricordo dei morti: un lungo e commovente minuto di silenzio per i veri protagonisti, insieme alla tenacia di tutti coloro che si erano raccolti nell'Università Salesiana, del dietrofront del Governo e della sua linea dura che stava portando l'Ecuador sull'orlo di una guerra civile.

 Ora viene la sfida per il futuro: l'integrazione vera, come cittadini, con pari dignità e possibilità, di tutte le popolazioni indigene dentro una democrazia  reale e non solo giuridica.

 

Quito 7 febbraio del 2001  ore 18.00

Gianni Tarquini CICa Capodarco Ecuador

 

PS il gas è stato fissato a 1,60 dollari a bombola di 15 chili, tra i punti firmati c'è ne uno che stabilisce azioni concrete contro i banchieri falliti per recuperare i loro beni e restituire ai cittadini mai risarciti il denaro perso.

-----Mensaje original-----
De: Comunidad Capodarco <anita@accessinter.net>
Fecha: Miércoles 7 de Febrero de 2001 2:44 PM
Asunto: Firma accordi ECUADOR

Alle 14.00 ora locale (le 20.00 in Italia) è iniziata la cerimonia che sanciva gli accordi tra il Governo dell'Ecuador e i principali movimenti indigeni del Paese. Intorno allo stesso tavolo erano seduti il Preside della Conaie Antonio Vargas (arrestato la settimana passata) e il Ministro de Gobierno Juan Manrique, vari dirigenti indigeni il Ministro di Difesa Ugo Unda e il Presidente della Repubblica Gustavo Noboa.
Hanno sottoscritto gli accordi: Santos segretario della presidenza, Pinto vicepresidente e Gustavo Noboa per il Governo, De la Crus (FENOCIN) Marco Murillo (FEINE) e Antonio Vargas (CONAIE) per i movimenti indigeni.
Non si conoscono ancora i dettagli. La bozza era la seguente:
la commissine incaricata di preparare la bozza di accordo ha steso 22 punti e 4 disposizioni, restano alcuni dettagli dove non c'è pieno accordo. Se la distanza non sarà ritenuta incolmabile un incontro tra il Presidente della CONAIE Antonio Vargas e il Presidente della Repubblica Gustavo Noboa sancirà il definitivo accordo (nel pomeriggio o nella notte).
I punti elaborati prevedono:
- congelamento del prezzo della benzina per un anno e possibilità di prorogare tale misura se la situazione economica del Paese sarà ancora critica;
- prezzo della bombola di gas di 15 chili da 2 dollari a 1,50 o 1,60 (è uno delle misure ancora in discussione), più un sistema di distribuzione a prezzi popolari per comunità povere;
- abbandono della proposta governativa di reintrodurre il cherosene per uso domestico (misura dannosa per la salute e l'ambiente che il presidente Noboa aveva proposto per le famiglie più povere);
- concretizzazione della disposizione che prevede prezzi dei biglietti dei mezzi pubblici al 50% per anziani, minori di età e portatori di handicap. Ricordiamo che il trasporto pubblico funziona attraverso concessioni a privati: questi ultimi non rispettando la disposizione trasportano solo chi viaggia con biglietti a prezzo intero;
- riattivazione del Banco del Fomento per crediti preferenziali , formazione e assistenza tecnica a piccoli produttori.
 
Inoltre è stata prevista, dopo la firma dell'accordo, la scarcerazione di tutte le persone detenute in questi giorni, l'indennizzazione per le famiglie dei deceduti e i feriti negli scontri, la restituzione degli alimenti, medicine e documenti requisiti dai militari.
 
Gli indigeni accampati nella salesiano hanno preannunciato una marcia pacifica per le concessioni ottenute, dopodichè lasceranno Quito per tornare nelle loro comunità.
 
 Il blocco delle strade dovrebbe cessare in giornata.
Gianni Tarquini CICa Capodarco Ecuador   Quito ore 14.28
 
Quito, 6 gennaio del 2001 ore 16.00 locali
 Come già vi abbiamo comunicato ieri è stata una giornata tesissima: mentre si stava riallacciando il dialogo sono arrivate le notizie dei morti a Tena - Napo (4 indigeni, di cui 1 o 2 minori di età) e svariati feriti. La tensione si è alzata e si è stretto intorno alla salesiana un cerchio che impediva l'accesso a chiunque mentre iniziava il lancio di lacrimogeni dentro l'università e fuori contro chi esprimeva simpatia per gli indigeni.
Noi, con gli amici di CONFIE e altre associazioni locali, dovevamo portare dentro alcuni aiuti raccolti: medicine, cotone, sali per la reidratazione e la donazione di tutti i lunedí del Supermercato locale (che il gruppo comunitario di Capodarco di Carcelen aveva deciso di offrire alle persone accampate nella salesiana). Sembrava impossibile ma siamo stati fortunati perchè io mi trovavo dentro. Abbiamo adottato una tattica nonviolenta: padre Giorgio da fuori mi ha passato i sali e il cotone attraverso alcune sbarre, io le ho prese, con l'aiuto di studenti e indigeni, per consegnarle ai volontari che si occupano dell'aspetto sanitario. La camionetta con i viveri, con Sonia, Sulami e Julia, è invece passata attraverso un ingresso posteriore dove le suore marianiste hanno la loro casa provinciale.  
Monica ha passato la domenica dentro l'università con alcuni amici (es. Cristian di ASA che è stato a Rio de Janeiro) per giocare con i bambini.
Sulami, io e Nadia facciamo parte della commissione coordinatrice (e raccolta dati, informazioni e bisogni) del gruppo di Associazioni che sta portando solidarietà agli indigeni (alle 17,30 abbiamo la prossima riunione).
Alle 16.00 di ieri i militari hanno fatto una prova di sgombero con l'intervento della polizia a cavallo e il lancio di lacrimogeni: eravamo lí io, Nadia e Isa Giunta del CRIC. Ci hanno caricato insieme ad altri simpatizzanti mentre, dalla piazzuola antistante la sede di Abya Yala (al lato dell'ingresso principale della salesiana, sede della libreria e la casa editrice fondata dai salesiani e che ha pubblicato approfonditi studi di antropologia, politica, teologia della liberazione ecc.) issavamo cartelli solidarietà e invitavamo le macchine di passaggio a suonare, con grande risultato.  
Pochi minuti prima alcuni poliziotti a cavallo, mentre caricavano, avevano calpestato due persone.
Durante la mattinata era arrivato mons. Corral, vescovo di Riobamba, amico di Capodarco e successore di Proaño. E' rimasto l'intera gionata con i dirigenti del Movimento. Si è proposto come interlocutore con il Governo per riallacciare i dialoghi.
Mons. Arregui, vescovo di Ibarra e Segretari della Conferenza Episcopale Ecuadoriana, è intervenuto su Radio la Luna sostenendo la necessità di tranquillizare gli animi e appoggiando la dichiarazione del premio Nobel Rigoberta Menchù che ha interpretato come un invito agli indigeni a cessare le proteste e i blocchi delle strade, mentre giustificava il Governo che avrebbe il dovere di mantenere l'ordine e di permettere la libera circolazione soprattutto di chi sta perdendo la possibilità di trasportare i prodotti di esportazione (es. i fiori per le vendite di San Valentino).
Oggi sembra che il dialogo tra le parti si sia riallacciato: il Presidente della repubblica Gustavo Noboa ha accettato di riunirsi con i dirigenti del movimento Indigeno dopo che le commissioni incaricate si saranno riunite e avranno previsto le concessioni che potranno essere firmate. Intanto nella salesiana la calma si è ristabilita. Il tutto nonostante arrivino ancora notizie delle tristi conseguenze degli scontri di ierie: un ulteriore morto nella provincia del Tungurahua.
 
Gianni Tarquini CICa Capodarco Ecuador  6 di gennaio del 2001, Quito.
 

ECUADOR, 7 FEB 2001 (18:55)

PROTESTA SOCIALE: STESO ACCORDO PRELIMINARE, SI ATTENDE INCONTRO TRA LEADER INDIOS E NOBOA (STANDARD, POLITICS/ECONOMY)
 
Si aprono spiragli di speranza sulla possibile conclusione delle proteste sociali scoppiate in Ecuador la scorsa settimana. Una commissione incaricata di preparare la bozza di accordo tra governo e movimenti indigeni ha steso 22 punti e 4 disposizioni, ma restano ancora alcuni dettagli sui quali l’intesa non è stata raggiunta. “Se le divergenze non saranno ritenute incolmabili – ha reso noto da Quito il dottor Gianni Tarquini, coordinatore dell’Associazione internazionale ‘Noi ragazzi del Mondo’ - un incontro tra il Presidente della Conaie (Confederazione delle nazionalità indigene dell’Ecuador), Antonio Vargas, e il presidente Gustavo Noboa sancirà l'accordo definitivo”. L’incontro potrebbe effettuarsi nel tardo pomeriggio o nella nottata. I punti finora elaborati sulla bozza di intesa prevedono il congelamento del prezzo della benzina per un anno e la possibilità di prorogare tale misura se la situazione economica del Paese sarà ancora critica. Riguardo al prezzo della bombola di gas di 15 chili, è ancora in discussione un calo della tariffa dai 2 dollari a 1,50 o 1,60, oltre al possibile varo di un sistema di distribuzione a prezzi popolari per comunità povere. L’intesa preliminare comprende inoltre l’abbandono da parte del governo del proposito di reintrodurre il cherosene per uso domestico, una misura dannosa per la salute e l'ambiente che il presidente Noboa aveva proposto per le famiglie più povere. Altro punto dell’intesa, l’applicazione della disposizione che prevede prezzi dei biglietti dei mezzi pubblici ridotti del 50 per cento per gli anziani, i minori di età e i portatori di handicap, una misura che viene ignorata dai privati che gestiscono il servizio pubblico. Altre misure contenute nell’intesa preliminare riguardano anche la riattivazione del “Banco del Fomento” per crediti preferenziali , formazione e assistenza tecnica a piccoli produttori. Dopo la firma dell’accordo, è prevista infine la scarcerazione di tutte le persone arrestate nei giorni scorsi, un indennizzo per le famiglie dei deceduti ed i feriti negli scontri e la restituzione degli alimenti, medicine e documenti requisiti dai militari. (FB)


ECUADOR, 8 FEB 2001 (9:6)

INDIOS IN FESTA ABBANDONANO UNIVERSITÀ SALESIANA, IL RACCONTO DI UN TESTIMONE (STANDARD, POLITICS/ECONOMY)
 
“Subito dopo la firma degli accordi i dirigenti indigeni sono tornati all’Università Salesiana per annunciare la notizia a tutte le persone che con grande coraggio avevano resistito alle pressioni e agli atti di repressione della forza pubblica e che ancora erano accampati nel grande villaggio improvvisato dentro l'ateneo”. A parlare è il dottor Giovanni Tarquini, coordinatore dell’associazione internazionale “Noi ragazzi del Mondo”, che ieri sera a Quito (Ecuador) ha vissuto in prima persona gli avvenimenti successivi alla firma dell’intesa tra governo e movimenti indigeni con la quale si sono concluse le proteste sociali scoppiate la scorsa settimana. “Mentre i volontari distribuivano ciò che restava immagazzinato alle mamme indigene – prosegue il dottor Tarquini - ci si preparava al ritorno alle comunità nella convinzione che era stata ottenuta una grande vittoria perché le questioni di principio e di metodo erano state accettate dal governo dopo il tentativo fallito di far tacere voci represse per secoli. L'accordo è stato firmato dal presidente Gustavo Noboa e da Antonio Vargas (presidente della Confederazione delle nazionalità indigene, Conaie), poche ore prima arrestato come sovversivo, e appoggiato in maniera compatta dalle altre confederazioni indigene”. Il dottor Tarquini continua il suo racconto, spiegando che alle 16:00 ora locale (le 22:00 in Italia) ha preso il via una marcia pacifica che è passata davanti al parlamento e si è conclusa al Parco dell'Arbolito, luogo simbolico poiché da anni è teatro di ogni protesta india e per questo viene chiamato ‘territorio indigeno’ nella capitale. “La ‘toma’ (presa) del ‘arbolito’ è stata pacifica e festosa – prosegue il dottor Tarquini -, tutto il contrario di ciò che il Governo aveva voluto far credere facendo circolare voci di terrore, violenze, saccheggi delle case degli ‘uomini bianchi’. Erano presenti indigeni della ‘sierra’ e dell'Amazzonia, donne e bambini, studenti, rappresentanti della società civile e religiosi. Erano migliaia. Insieme hanno cantato l'inno dell'Ecuador, ballato e festeggiato. Tra i cartelli spiccavano quelli con il nome di ‘Auiki’ (cioé Tikuaña, sindaco indigeno di Cotacachi, vicepresidente dell'Ame, Associazione delle municipalità ecuadoriane, protagonista del dialogo con il Governo)”. “Hanno poi parlato i tre leader indigeni firmatari dell'accordo (Antonio Vargas, Pedro de la Cruz e Marco Murillo) ringraziando i manifestanti, le donne e i bambini che hanno occupato l’Università politecnica Salesiana, precisando che il loro pensiero era rivolto non solo agli indigeni ma a tutti i poveri dell'Ecuador, che erano felici di aver bloccato la linea di politica economica del Governo, neoliberista e senza rispetto per i più deboli”. “La "toma" – ha concluso il dottor Tarquini – è terminata con il ricordo dei morti. Un lungo e commovente minuto di silenzio per coloro i quali, insieme a tutti gli occupanti della Salesiana, hanno spinto in prima persona il governo a fare dietrofront, ad abbandonare la linea dura che stava portando l'Ecuador sull'orlo di una guerra civile. Ora viene la sfida per il futuro: l'integrazione vera, come cittadini, con pari dignità e possibilità, di tutte le popolazioni indigene dentro una democrazia reale e non solo giuridica”. (FB)

 

ECUADOR, 7 FEB 2001 (2:45)

‘NOI RAGAZZI DEL MONDO’ ESPRIME SOLIDARIETÀ A MOVIMENTI INDIGENI (STANDARD, PEACE/JUSTICE)
 
L'associazione internazionale "Noi ragazzi del Mondo" della Comunità di Capodarco ha espresso la propria indignazione di fronte alla repressione del governo dell'Ecuador nei confronti di movimenti popolari e indigeni. "Siamo legati al Paese andino nella costruzione di ponti di scambio tra giovani italiani e ragazzi/e lavoratori nel microcosmo della strada – ricorda l’associazione in una nota diffusa oggi (6/2)- . (…) Anche nell'ultimo incontro internazionale svoltosi a Rio de Janeiro dal 26 dicembre 2000 al 15 gennaio 2001 nell'ambito del Giubileo ‘Pachacutik’ abbiamo sperimentato la ricchezza culturale, la lotta per la dignità, il legame alla Madre Terra (Pachamama) di tanti nostri amici e amiche dei gruppi ‘Muchacos Solidarios’ , ‘Accion Chicas’, ‘Asociacion Solidariedad y Accion di Quito’, di ‘Cristo de la Calle’ di Ibarra, di ‘Mano Amiga’ di Riobamba e ‘Mensajeros de paz’ di Cuenca. Stiamo imparando insieme a leggere la storia con gli occhi dei Piccoli della Terra che non tollerano le ingiustizie, la schiavitù della miseria". L’associazione ricorda i motivi della protesta avviata in forma massiccia la settimana scorsa dai movimenti indigeni e popolari del Paese andino contro le misure economiche messe in atto secondo le ricette strutturali dettate dal Fmi (Fondo monetario internazionale) al governo del presidente Gustavo Noboa. "Esprimiamo la nostra profonda solidarietà – prosegue il comunicato - nell'appoggiare la resistenza e la lotta dei popoli indigeni, dei movimenti popolari, dei ragazzi lustrascarpe rifugiati nell'Università Salesiana di Quito". "Noi ragazzi del Mondo" conclude ribadendo il proprio impegno a "rompere il muro di silenzio dei nostri mass-media, diffondendo notizie, materiali, denunce dalla frontiera dell'Ecuador" attraverso, tra gli altri, il proprio coordinatore a Quito, dottor Gianni Tarquini. (FB)

ECUADOR, 7 FÉV 2001 (16:54)

ASSOCIATION "NOI RAGAZZI DEL MONDO" SOLIDAIRE DES MOUVEMENTS INDIGENES (STANDARD, PEACE/JUSTICE)
 
L'association "Noi ragazzi del mondo", secteur international de la Communauté de Capodarco, exprime son indignation face à la répression du gouvernement équatorien à l'égard des mouvements populaires et indigènes. "Nous sommes liés au pays andin à travers la réalisation de programmes d'échanges entre jeunes italiens et jeunes et travailleurs du microcosme de la rue – explique l'association dans un communiqué daté du 06 février – (…) Lors de la dernière réunion internationale tenue à Rio de Janeiro du 26 décembre 2000 au 15 janvier 2001 dans le cadre du Jubilé ‘Pachacutik’, nous avons expérimenté la richesse culturelle, la lutte pour la dignité, le lien à la Mère Terre (Pachamama) d'un grand nombre de nos amis et amies des groupes ‘Muchacos Solidarios’, ‘Accion Chicas’, ‘Asociacion Solidariedad y Accion de Quito’, ‘Cristo de la Calle’ d'Ibarra, ‘Mano Amiga’ de Riobamba et ‘Mensajeros de paz’ de Cuenca. Nous apprenons ensemble à lire l'histoire avec les yeux des Petits de la Terre qui ne tolèrent pas les injustices ni l'esclavage de la misère". L'association internationale rappelle dans sa note les motifs de la protestation, orchestrée à grande échelle depuis la semaine dernière par les mouvements indigènes et populaires du pays andin. Ils contestent les mesures économiques appliquées conformément aux recettes structurelles dictées par le Fmi (Fonds monétaire international) au gouvernement du président Gustavo Noboa. "Nous exprimons notre profonde solidarité – peut-on lire dans le communiqué – et notre soutien à la résistance et à la lutte des peuples indigènes, des mouvements populaires, des petits cireurs de chaussures réfugiés à l'intérieur de l'Université Salésienne de Quito". Les ‘enfants du monde’ ("ragazzi del mondo") s'engagent à "briser le mur du silence de nos médias en diffusant les informations, le matériel et les dénonciations depuis la frontière équatorienne, grâce notamment au coordinateur de l'association à Quito, M. Gianni Tarquini.
 
“NOI RAGAZZI DEL MONDO” EXPRESSES SOLIDARITY WITH INDIGENOUS MOVEMENTS  (STANDARD, PEACE/JUSTICE)
 
The International association “Noi Ragazzi del Mondo” (We Youths of the World) of the Italian Community of Capodarco expressed indignation in light of the unprecedented repression of the social and indigenous movements of Ecuador by authorities. “We are linked to the Andean nation through the building of bridges for exchanges of Italian youths and young people and workers in the miscrocosmos of the street – reminded the association in a note issued today (6/2)- . (…) Even during our last international event, held in Rio de Janeiro from the 26th of December 2000 to the 15th of January 2001 in occasion of the ‘Pachacutik’ Jubilee, we experienced the cultural richness, the battle for dignity and the link to Mother Earth (Pachamama) of our friends of the ‘Muchacos Solidarios’, ‘Accion Chicas’, ‘Asociacion Solidariedad y Accion di Quito’, ‘Cristo de la Calle’ di Ibarra, ‘Mano Amiga’ of Riobamba and ‘Mensajeros de paz’ of Cuenca. We are learning together to read the story with the eyes of the Children of the Earth, that do not tolerate injustice and the slavery of misery”. The association also highlighted the motives behind the massive protest began last week by the social and indigenous movements of the Andean nation against the economic policies introduced by authorities based on structural regulations dictated by the International Monetary Fund (IMF) to the government of President Gustavo Noboa. “We express our most profound solidarity – continued the communicate – and support for the resistance and battle of the Indian populations, the social movements and the young shoe-shiners barricaded in Quito’s Salesian University”. “Noi Ragazzi del Mondo” concluded by underlining its determination to “break the walls of silence of our mass-media, by spreading news, material and denouncements from the frontiers of Ecuador” through its co-ordinator in Quito, Dr. Gianni Tarquini, as well as many others. (BO)