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Internazionale: le notizie





Cile, nuovo ordine di arresto per Pinochet
Il 29 gennaio il giudice Juan Guzmán ha nuovamente ordinato l'arresto
dell'ex dittatore Augusto Pinochet accusato di essere coinvolto
nell'assassinio di 77 oppositori del regime durante l'operazione Carovana
della morte, avvenuta subito dopo il golpe dell'11 settembre 1973. Il 27
gennaio l'ex dittatore cileno era stato dimesso dall'ospedale militare di
Santiago dove era stato ricoverato d'urgenza per un leggero infarto,
episodio giudicato dagli oppositori di Pinochet una "messa in scena per
sfuggire al processo". Guzmán aveva già ordinato l'arresto di Pinochet in
dicembre, ma la Corte suprema di Santiago aveva imposto al giudice di
sottoporre il generale a controlli medici e a un interrogatorio preliminare.
La decisione della Corte suprema applicava una legge cilena che prevede il
diritto a test medici e psicologici per gli indagati con più di 70 anni. I
test e l'interrogatorio preliminare si sono svolti la scorsa settimana. Dopo
l'ordine di Guzmán i legali di Pinochet hanno deciso di ricorrere in appello
[30].


Chiuso il Forum sociale di Porto Alegre
Il 30 gennaio si è concluso a Porto Alegre, in Brasile, il primo Forum
sociale mondiale che si è svolto negli stessi giorni (25-30 gennaio)
dell'annuale Forum economico mondiale di Davos, in Svizzera. Oltre diecimila
attivisti di circa mille organizzazioni antiglobalizzazione di 120 paesi si
sono incontrati nella capitale dello Stato brasiliano di Rio Grande del Sud.
La scelta di Porto Alegre non è casuale: da 12 anni la città è amministrata
dal Partito dei lavoratori, con politiche alternative al neoliberismo. Porto
Alegre è stata la prima città brasiliana a varare leggi che garantiscono
alle minoranze razziali e ai portatori di handicap pari diritti nell'accesso
al mercato del lavoro. Al Forum sociale c'erano il premio Nobel portoghese
José Saramago, Danielle Mitterrand, il leader del movimento brasiliano dei
Sem Terra (Mst) João Pedro Stedile e il guerrigliero indipendentista di
Timor Est Taur Matan Ruak, lo scrittore Ariel Dorfman, Naomi Klein, l'ex
presidente algerino Ahmed Ben Bella, il teologo Leonardo Boff, il leader del
movimento francese contro la globalizzazione José Bové, lo scrittore Eduardo
Galeano [30].

Colombia. Il presidente Andres Pastrana ha prolungato di quattro giorni la
scadenza dello status di zona smilitarizzata all'area usata per il colloqui
con la guerriglia della Forze armate rivoluzionarie della Colombia (Farc)
[31].


Ecuador. La polizia di Quito ha arrestato Antonio Vargas, presidente della
Confederazione delle nazionalità indigene dell'Ecuador (Conaie). L'arresto
segue la prima giornata di agitazioni indette dalla Conaie per protestare
contro la politica economica del presidente Gustavo Noboa. Noboa ha
recentemente imposto tasse necessarie per applicare le direttive del Fondo
monetario internazionale. In particolare il governo ha imposto aumenti del
75 per cento dei prezzi nei trasporti e del 25 per cento sul prezzo del
carburante [31].



Perù. La polizia di Lima ha perquisito la casa del braccio destro dell'ex
presidente peruviano Alberto Fujimori, Vladimiro Montesinos, e ha
sequestrato 700 videocassette in cui sono filmati gli incontri di Montesinos
con alcuni funzionari dello Stato. La diffusione dei video segue la
sospensione del vicepresidente della commissione d'inchiesta sul caso
Montesinos, Ernesto Gamarra, accusato di corruzione e apparso anche lui in
una delle 700 cassette. Montesinos è ancora latitante [25]. La Corte suprema
ha sospeso tre dei suoi magistrati apparsi in una delle 700 videocassette
sequestrate a casa di Montesinos: Alipio Montes de Oca, Víctor Raúl Castillo
e Luis Serpa. Si tratta di una misura cautelare mentre prosegue l'inchiesta
del Consiglio nazionale della magistratura sui tre accusati di corruzione
[29].