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Bolivia: violazione dei diritti umani
Cari amici della lista,
vi mando l'articolo che ho scritto sulla situazione boliviana, tutte le
fonti sono elencate, vi chiedo qualche aiuto:
- queste notizie, come tutte quelle che riguardano i diritti umani, hanno
bisogno di essere reclamizzate il più possibile per esercitare pressione
tramite l'opinione pubblica; diffondete o datemi info per contattare
chichessia al cuale poter dare l'articolo;
- La "Red Andina de Informacion" citata nel mio articolo è ripresa da il
quotidiano boliviano El Diario ma vorrei mettermi in contatto con loro per
seguire il caso... chi pensa di potermi dare delle informazioni si può
mettere in contatto con me anche fuori lista (il mio e-mail è a pié pagina.
Grazie a tutti per l'attenzione!!!
Banzer, il blindato della coca
Il presidente boliviano Hugo Banzer ha ratificato martedì 12 dicembre a
Palermo la Convenzione contro il crimine organizzato internazionale promossa
dall¹Onu. È stato uno dei governi più veloci - ancora prima della chiusura
ufficiale dei lavori - a ratificare la convenzione la quale necessita la
convalida di almeno 40 Paesi per poter entrare in vigore. Ma questo non è
l¹unico motivo di orgoglio del presidente andino.
Alla riunione Banzer ha riferito del suo programma ³coca zero² intrapreso
dalla Bolivia per sradicare, nel vero senso della parola, le coltivazioni
illegali di coca. Solo quelle illegali; perché non bisogna dimenticare che
esistono ³necessità di mercato² che rendono legali alcune parti di queste
coltivazioni, come ad esempio produzioni destinate alla madre di tutti i
commerci: la Coca-Cola.
Il presidente boliviano ha così ottenuto, a Palermo, elogi per il suo
impegno contro il crimine, strappando anche qualche promessa di aiuti
economici proprio dal direttore dell¹Ufficio ONU, Pino Arlacchi che
dichiara: ³La comunità internazionale ha un importante debito con la
Bolivia².
³C¹è poco da festeggiare commenta alla MISNA un operatore umanitario in
Bolivia . Innanzitutto è necessario parlare della situazione dei diritti
umani, che in questi mesi di conflitto tra esercito e Œcocaleros¹, si è
gravemente deteriorata con un bilancio di decine di morti e feriti,
prevalentemente tra i civili. Il Chapare, principale centro di produzione
della coca nel Paese, è stato letteralmente messo a soqquadro: sono state
distrutte misere capanne e perpetrati atti di vandalismo da parte di uomini
in tenuta militare, rimasti impuniti. Si è sequestrato, torturato, puntato
armi alla testa di bambini, picchiato padri davanti ai figli, maestri di
fronte agli alunni e ignorato le denunce della Defensoría del Pueblo,
dell'Assemblea permanente dei Diritti Umani e della Chiesa².
Un intoppo al piano ³coca-zero²
Per la politica militarista del presidente Boliviano, che proseguiva nel
silenzio indisturbata, c¹è però adesso un ostacolo che rischia di far
saltare finanziamenti internazionali finora garantiti.
In un¹indagine ³sul campo² nel tropico di Cochabamba, a sud di La Paz,
istituzioni internazionali per la difesa dei diritti umani, hanno concluso
che la Forza di Azione Congiunta (FTC) e l¹Unità Mobile di Pattugliamento
Rurale (UMOPAR) usarono ³tecniche e tattiche militari proprie della guerra
del Vietnam² durante i mesi di settembre e ottobre in pieno conflitto
Œcocaleros¹-governo. I dettagli sono stati diffusi dalla Red Andina de
Informaciòn (RAI) e reso pubblico venerdì scorso (15/12) dal quotidiano El
Diario di La Paz. La denuncia coincide con le recenti affermazioni di un
dirigente Œcocalero¹ il quale afferma che l¹ex Comandante in Capo delle
Forze Armate Jorge Zabala è subalterno al capo della DEA nel tropico di
Cochabamba, un cittadino statunitense ex combattente della guerra in
Vietnam.
Secondo i dati raccolti dalla RAI gli abusi e le violazioni sono stati
commessi dalle pattuglie governative, e non hanno risparmiato nemmeno i
bambini; afferma Veronica Ramos Chili della Red Andina: ³ 16 persone sono
state sottoposte a torture premeditate dagli effettivi dell¹UMOPAR e la
maggior parte dei feriti con armi da fuoco presentano lacerazioni nelle
parti alte del corpo a prescindere dagli ordini ufficiali di sparare in
basso²...
Un ³Plan Bolivia² a tutti i costi
La coordinatrice della Red Andina de Informacion, Kathryn Ledebur, ha
affermato che consegnerà i risultati dell¹indagine ai parlamentari del
Congresso degli USA che, secondo la legislazione statunitense non possono
finanziare unità operative militari che commettano violazione contro i
diritti umani. In questo caso, aggiunge la responsabile, si deve aprire
un¹indagine permanente sui responsabili degli abusi e assoggettarli alla
giustizia Boliviana. Come ammette alla fine lei stessa ³non sarà cosa
facile, far rispettare agli Stati Uniti le sue proprie leggi², bisognerà
esercitare una forte pressione internazionale ma è gia esemplare che sulla
stampa locale si sia potuto rompere quel muro di paura e omertà che porta,
in genere, a pubblicare solo freddi dati statistici ufficiali.
La risposta sullo stesso quotidiano non si è fatta attendere; domenica 17
il Mininistro del Governo Boliviano Guillermo Fortùn assicura disinvolto che
³non ci sono gruppi armati irregolari legati a stranieri nel tropico di
Cochabamba, semmai ci sono gruppi armati propi dei Œcocaleros¹ Š²
La data del 15 dicembre giorno ufficiale della chiusura della famigerata
School of Americas, fucina di dittature militari in America Latina per oltre
mezzo secolo, deve essere letta come una affermazione militare degli Stati
Uniti sul continete meridionale, attraverso collaborazioni ³tecniche² ormai
consolidate da ³emergenze² come il Plan Colombia e prossimamente un più
urgente piano di aiuti per lotta alla droga in Bolivia.
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Martin E.Iglesias martinerrico@libero.it
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Martin E.Iglesias martinerrico@libero.it
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