15/12/2000 Sepulveda a Napoli in un rap per il Cile (dal Mattino)

["Nello Margiotta" <animarg@tin.it>]

Luis Sepulveda: Napoli e il Cile uniti da un rap
Il nuovo libro, un film da regista

Federico Vacalebre
Tra Napoli e il Cile esiste da tempo un’attrazione fatale. Tanto che Luis
Sepulveda, nell’enumerare le collaborazioni tra artisti cileni e partenopei,
si dimentica di Enzo D’Alò, partenopeo doc e regista del cartoon tratto
dalla sua «Gabbianella». Ma si ricorda di molti altri: «Innanzitutto c’è
Troisi nel ”Postino”
di Skarmeta. Poi gli Inti Illimani che hanno lavorato con Roberto De Simone.
E ancora gli Inti Illimani con i 99 Posse, militanti puri e duri che hanno
riletto ”El pueblo unido” in chiave reggae. E poi Daniele Sepe col disco
dedicato all’indimenticabile Victor Jara».
E ora arriva «Nati in riva al mondo», il progetto cileno del chitarrista
napoletano Mauro Di Domenico che la vedrà domani al teatro Mediterraneo al
fianco di connazionali come sua moglie Carmen Yanez,
Angel Parra (il figlio della grande Violeta) e Horacio Duran degli Inti. Che
cosa farete?
«Gli altri faranno dell’ottima musica, ne sono sicuro, io aspetto ancora di
rivedere Mauro per capire che cosa vuole che io faccia. Lui ha messo la sua
intelligenza e la sua arte al servizio di un’impresa difficile, spiegare al
mondo che cosa è davvero successo in Cile dalla dittatura ad oggi. Ha
viaggiato
da Santiago ad Antofagasta sino alla terra degli indios Mapuche per
ascoltare storie, registrare testimonianze, prendere appunti, scrivere
canzoni: spero che presto esca il libro-disco in cui ha raccolto tutto
questo. Quando ci siamo incontrati è nata l’idea di ”Un rap per il Cile”,
versi e musica scritti pensando di trovarsi, prima dell’inizio di una
partita, nello stadio di Santiago dove Pinochet
raccolse gli uomini di Allende, i militanti e i simpatizzanti di Unidad
Popular, chiunque si opponesse al colpo di stato. Prima dell’ipotetico
fischio dell’arbitro il nostro pensiero è andato al sangue versato da quelli
nati in riva al mondo, dai militanti di Unidad Popular, da Victor Jara
trucidato in quel campo, dai miei compagni che non ho mai più rivisto.
Accompagnare il mio amico napoletano nel suo spettacolo che, cantando,
racconta la dignità di un popolo tradito, è stata una maniera per ritrovare
anche il mio passato, di non sentirmi solo nell’ardua impresa di riscattare
dall’oblio la memoria gloriosa dei miei fratelli».
Che cosa unisce Napoli al suo Cile?
«Napoli è di casa a Santiago e Valparaiso, proprio come in Argentina e in
Uruguay: l’emigrazione ha reso i nostri popoli fratelli».
La magistratura del suo Paese, intanto, ha bloccato l’arresto di Pinochet.
«Ogni volta che festeggiamo la possibilità di far pagare al dittatore le sue
tremende colpe abbiamo una delusione. Ma questa me l’aspettavo: troppe
pressioni militari, troppo debole il governo a guida socialista. Il mio
popolo vuole giustizia e cambiamento, proprio come spiega lo spettacolo di
Di
Domenico».
Rapper, attore nel film di Teo Teocoli... Ha deciso di mettere da parte i
libri, di cambiare mestiere?
«No, scrivere è la mia vita, ho già completato il mio nuovo romanzo, ”Fine
del secolo”, che racconta la storia di un vecchio albergo, dei suoi clienti:
in Italia uscirà all’inizio dell’estate. Ma ho anche voglia di misurarmi con
nuove forme espressive: a febbraio inizierà a girare in Argentina il mio
primo film da
regista, oltre che da sceneggiatore. S’intitolerà ”Nowhere”, nel cast ci
sono Harvey Keitel, Angela Molina, Aitana Sanchez Gjion e la vostra
bellissima Sabrina Ferilli».

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dormono perchè hanno fame e quelli che non dormono perchè hanno paura di
quelli che hanno fame "           Lula

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