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Colombia NUNCA MAS: pedido de firmas" URGENTE
-----Messaggio originale-----
Da: Comité DDHH D. Gillard <d.gillard@skynet.be>
A: mision <misioncol@skynet.be>
Data: lunedì 27 novembre 2000 14.46
Oggetto: "Colombia NUNCA MAS: pedido de firmas"
Estimad@s amig@s,
Por la presente solicitamos URGENTEMENTE a todas las organizaciones y
ciudadanos informarnos de su adhésion a este documento (por e-mail o
por fax). Una lista de primeros firmantes sera dada a conocer el 29 de
noviembre, y pocos dias depués, será enviada a las autoridades de
Europa; EEUU y NNUU.
Muchas gracias por su respaldo,
Secrétariat pour l'Organisation de l'Acte "Colombia Nunca Más" au
Parlement européen
Il 29 Novembre 2000 con la partecipazione dei testimoni, delle vittime
e di numerose personalità si tiene, nel Parlamento Europeo a Bruxelles,
la presentazione del rapporto finale di “Colombia Nunca Màs”, sui
crimini di Lesa Umanità in Colombia
Convocato da Confederazione Internazionale delle Libere Organizzazioni
Sindacali - CIOSL
Confédération Mondiale du Travail - CMT
Fédération Internationale des Droits de l'Homme - FIDH
Coordination Paysanne Européenne - CPE
Comisiones "JUSTICIA Y PAZ" de Europa
Federación De Familiares de Desaparecidos de A.L.- FEDEFAM
Asociación Americana de Juristas - AAJ
Su invito dei diputati europei Jonas Sjöstedt (GUE/NGL), Cecilia
Malmström (ELDR), Karin Scheele (PSE) e Alain Lipietz (Greens/ALE)
La presentazione del rapporto a Bogotà ha luogo il giorno prima alla
presenza del rappresentante in Colombia dell’Alto Commissario delle
Nazioni Unite per i Diritti Umani, della delegata in Colombia
dell’ACNUR, dei rappresentanti delle delegazioni diplomatiche in
Colombia, di diputati e personalità di diversi paesi
Il rapporto costituisce una ricerca importante e rigorosa promossa da
17 organizzazioni colombiane sui crimini di lesa umanità dal 1996 al 1998
Organizzazioni colombiane che promuovono “Colombia Nunca Màs”:
Asfaddes, Colectivo de Abogados "José Alvear Restrepo", Comisión
Justicia y Paz, Comité de Solidaridad con los Presos Políticos, Comité
Permanente por la Defensa de los Derechos Humanos, Comisión de Justicia
y Paz y Reverencia por la Creación de la Familia Franciscana,
Asociación Minga, Corporación Sembrar, Credhos, Reiniciar. Codehsel,
Corporación Jurídica Libertad, Cebs, Corporación Humanidad Vigente,
Fundación "Manuel Cepeda", ANUC-UR, ANDAS, Misioneros Claretianos.
L’ Organizzazione dell’ atto al Parlamento Europeo è della Coordinación
Belga por Colombia - CBC: (CENTRE NATIONAL DE LA COOPERATION AU
DEVELOPPEMENT, (CNCD) - 11.11.11 (NCOS) - OXFAM-SOLIDARITÉ -
SERPAJ-EUROPA - BROEDERLIJK DELEN - RED EUROPEA DE COMITES " OSCAR
ROMERO " - FIAN-BELGIUM - AMNESTY NTERNATIONAL (VL) - AMNESTY
INTERNATIONAL (FR) - SOCIAL ALERT - COMMISSION "JUSTICE ET PAIX" - FUJA
- OPERATION MONDE NOUVEAU (OMN) - COMITE POUR LE RESPECT DES DROITS
HUMAINS " DANIEL GILLARD".
Il 28 novembre del 2000, “Colombia Nunca Màs” presenterà un primo
rapporto sullo sviluppo delle ricerche che includono i crimini contro
l’Umanità commessi tra il 1996 e il 1998 in 4 regioni del paese, tra le
più colpite: il Meta, il Guaviare, il Magdalena Medio e il Nord-est di
Antiochia. Il rapporto sulle altre regioni è ancora in corso e sarà
pubblicato prossimamente.
E’ importante sottolineare che a differenza di altre iniziative simili
eseguite in Argentina, Uruguay, Cile o Guatemala, in Colombia il
conflitto è ancora in corso e il genocidio avviene nella completa
impunità in un presunto Stato di Diritto.
Il rapporto contribuisce a dare elementi di analisi per la comprensione
delle cause economiche e politiche, strutturali dei crimini; dei
meccanismi utilizzati per la loro esecuzione e delle strategie
d’impunità adottate.
Si punta il dito principalmente sul fenomeno paramilitare, la cui
origine corrisponde agli orientamenti internazionali disegnati
nell’ambito della Dottrina della Sicurezza Nazionale, agli inizi degli
anni 60. Documenti recenti provano che la Colombia è implicata in
questa grande strategia contro-insurrezionale fin dal 1962. Alla fine
del 1965 con il decreto 3368 viene accordato ai gruppi paramilitari un
avallo istituzionale. Da allora il paramilitarismo è il modo usato per
“privatizzare” il terrorismo di Stato, e così mantenere lo statu quo di
chi detiene il potere e le ricchezze, mantenendo pulita l’immagine
dello Stato che dice difendere.
Il lavoro di “Colombia Nunca Màs” è iniziato nel 1996 e uno dei suoi
obiettivi è l’elaborazione di una banca dati che registri
l’informazione dei crimini contro l’ Umanità (1966-1998), intesi come
torture, esecuzioni extragiudiziarie, detenzioni e sparizioni forzate.
Nel corso di questa ricerca ci siamo resi conti che era stato
perpetrato un vero genocidio. In seguito a un lavoro realizzato nelle
diverse regioni del paese in cui si sono potuti costituire dei gruppi
di lavoro e dove le vittime e le organizzazioni colpite hanno potuto
fornire le informazioni, una prima stima approssimativa ha determinato
38.000 casi in tutto il paese classificati per dipartimento, regioni e
periodi storici. Questi crimini restano nell’impunità assoluta, sia sul
piano penale che su quello disciplinare. Tranne rare eccezioni, che
rappresentano l’1% dei casi, gli autori materiali non sono mai stati
sanzionati.
Duranti questi anni di lavoro, i membri del progetto hanno elaborato
dei criteri etico-politici che consideriamo come una guida per poter
continuare a lottare contro l’impunità e che ci permette stabilire un
rapporto con le vittime, i loro famigliari, le organizzazioni sociali e
politiche che sono state colpite, con i diversi movimenti
d’insurrezione, con lo Stato e la Comunità Internazionale. Questi
criteri sono i seguenti:
1. la Verità storica: Esiste un diritto dei popoli di sapere chi sono
le vittime, chi sono i responsabili e quali sono le loro ragioni,
motivi
2. Il Diritto alla Giustizia: Tutte le persone che hanno commesso un
delitto devono essere puniti e ancor di più se lo Stato lo ha permesso
o ne è stato complice. I crimini contro l’Umanità sono
imperscrittibili, i loro autori possono essere estradati, sono
sottomessi alla giurisdizione internazionale e possono beneficiare del
perdono o dell’amnistia
3. L’Indennità Integrale: lo Stato deve riparare integralmente i danni
causati sul piano individuale, familiare, sociale e politico e, in
generale, tutti i danni causati all’Umanità nella sua totalità
4. La Rappresentabilità: alle vittime non è accordato il diritto di
rappresentarsi, quindi noi proponiamo che si convochi un’Assemblea
Nazionale affinchè definisca le rappresentanze, i portavoce, i
delegati, le procedure per la presa delle decisioni.
5. Sulle caratteristiche dei negoziati. Consideriamo che i negoziati
debbano essere pubblici e senza limite alcuno, e debbano avere luogo
nella città di un paese che offra le garanzie necessarie per la
partecipazione e l’assistenza, e che le decisioni vengano prese insieme
alle vittime.
6. Autonomia e indipendenza politica. Come organizzazioni sociali,
difensori dei diritti umani, delle vittime e dei famigliari, ci
consideriamo autonomi e politicamente independenti; non accettiamo che
ci rappresentino nè lo Stato nè le organizzazioni della guerriglia.
Esigiamo dai partiti il rispetto reciproco, il libero dibattito delle
idee e il riconoscimento dei nostri porta voce e delegati.
7. La Prevenzione: A partire dal riconoscimento della gravità della
tragedia, lo Stato deve impegnarsi a smobilitare quelle strutture che
lo rendono complice, promotore o facilitatore dei crimini, e a
garantire che non avvengano Mai Più, prendendo tutte le misure
necessarie a questo scopo.
8. La Riconciliazione: La intendiamo come un processo per cui è
necessario passare per conoscere la verità storica, applicare la
giustizia contro i responsabili e riparare integralmente i danni
provocati. Se su queste basi è possibile pensare a un perdono
individuale risulta pressochè impensabile pensarlo sul piano politico,
cioè è impossibile prevedere una riconciliazione delle vittime con lo
Stato, e ancor meno delle vittime con i loro carnefici.
In attesa di una riforma integrale delle strutture dello Stato, e
l’elaborazione di una nuova Costituzione adatta alla nostra realtà, ci
permettiamo di proporre come risposta congiunturale, la creazione di
una commissione di chiarificazione storica, di giudizio per coloro che
hanno commesso o sono stati complici dei crimini, e di riparazione
integrale da integrarsi al processo di risoluzione politica del
conflitto sociale ed armato o con le vittime.
LLAMADO INTERNACIONAL «COLOMBIA NUNCA MAS»
Para que cesen los crimenes de lesa humanidad
Los ciudadanos y organizaciones abajo firmantes, consideramos que el
sufrimiento del pueblo colombiano constituye un drama intolerable, que
golpea la conciencia de la Humanidad y una amenaza contra la paz de la
región.
La comunidad internacional tiene la obligación de observar el drama de
Colombia sin concesiones, reconociendo la enorme responsabilidad de los
gobernantes de este país y de sus fuerzas de seguridad que llevan a
cabo, desde hace varias décadas, una política sistemática de exterminio
del movimiento social y de la oposición política.
La existencia de una insurgencia armada no debe servir de excusas para
que el Estado colombiano eluda el hecho de ser responsable, según el
derecho internacional, de la seguridad de sus ciudadanos, de la paz, la
estabilidad, la aplicación efectiva de la justicia y la vigencia plena
de los derechos humanos. Además, está totalmente demostrado que el
estado colombiano, comete cerca del 80% de las exacciones contra sus
mismos ciudadanos, a través de sus fuerzas de seguridad, o por
intermedio de grupos paramilitares con los cuales coordinan su accionar.
Nunca las masacres de gente inocente,de campesinos, indígenas,
sindicalistas, estudiantes, y tantos otros han sido tan numerosas como
este último año.
Nunca la cooperación entre las fuerzas de seguridad del Estado y los
grupos paramilitares ha sido tan clara y evidente.
Nunca el número de ciudadanos colombianos asesinados diariamente por
motivos políticos ha sido tan elevado como ahora.
Nunca la ayuda militar otorgada a Colombia, en particular
la proveniente de Estados-Unidos, ha sido tan masiva y perniciosa , a
tal punto que hace temer la regionalización del conflicto
POR TODO ELLO,
Solicitamos a la comunidad internacional ejercer la presiones
necesarias para que el gobierno colombiano cumpla con las
recomendaciones de las Naciones Unidas en materia de Derechos Humanos.
Solicitamos a la comunidad internacional se asocie a la construcción de
una paz duradera en Colombia, basada en el establecimiento de la verdad
sobre los crímenes contra la humanidad, la sanción de los responsables
que gozan de total impunidad, la democratización y la tolerancia
política, acompañada por reformas sociales verdaderas, suceptibles de
eliminar las principales causas de la violencia.
PARA QUE EL "NUNCA MAS" SE VUELVA REALIDAD EN COLOMBIA Y AMERICA LATINA.
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Enrico Marcandalli (ramalkandy@iol.it) - http://www.peacelink.it
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