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Successo della manifestazione per la Colombia a Roma



SUCCESSO DELLA MANIFESTAZIONE PER LA COLOMBIA A ROMA

Trecento persone, in un clima combattivo di unita' e solidarieta', hanno
partecipato al Sit-In sotto l'ambasciata U.S.A. a Roma per esprimere una
ferma condanna della visita di Clinton in Colombia e contro il Piano di
guerra, di vera e propria invasione, che egli e' andato a perorare. Il
Sit-In si è trasformato in una vera e propria manifestazione con blocco
stradale verso le ore 18,30. Molti gli interventi, tra cui quello di Grazia
Francescato, presidentessa dei Verdi.
Nella stessa giornata manifestazioni si tenevano in diverse capitali del
mondo, in quasi tutta l'America Latina, negli USA, in Canada, in mezza
Europa ma anche a Beirut.
Ci auguriamo che questo esempio di unita' d'azione contro l'imperialismo e
la globalizzazione venga seguito sempre da ora in avanti, a partire dalla
preparazione delle delegazioni per Praga.
Mai più divisi e disorganizzati contro il nemico comune!

Voce Operaia


=> Alleghiamo qui sotto il volantino diffuso a Roma dal Campo
Antimperialista-Italia


Pastrana mente: parla di pace ma prepara la guerra!


Clinton si trova in queste ore in Colombia. Ci va a perorare la causa del
Plan Colombia.
Clinton promette di prestare al governo Pastrana qualcosa come 30mila
miliardi di lire. In realtà di questo fiume di denaro, quella parte che non
sara' direttamente arraffata dalla mafia statale e dalla narco-borghesia
locale, approfondirà la povertà delle masse popolari, soprattutto dei
contadini poveri (su 37 milioni di abitanti, 11 milioni vivono nella
miseria piu' profonda), accrescera' la dipendenza della Colombia (gia' oggi
esempio di paese a sovranita' limitata), produrra' guasti irreparabili e
forse irreversibili all'eco-sistema (con l'uso dei micidiali defolianti
come l'Imazapyr, la Hexasinona, il Thebuthiuron, del terribile erbicida
Spike, nonché del fungo transgenico Fusarium oxysporum), inasprira' i
conflitti sociali e quelli tra le comunita'.
Si capisce che questo non è, come la gran parte di quelli che il Fondo
Monetario elargisce a tassi usurai ai "paesi in via di sviluppo", solamente
un prestito per incatenare questi paesi ai dettami delle transnazionali o
per dare un redditizio sbocco alla massa monetaria che in Occidente non sa
piu' come valorizzarsi. Non si tratta solo di strozzinaggio, di
giugulazione finanziaria.
Con il pretesto di stroncare il narco-traffico e le coltivazioni della
foglia di coca (grazie alla quale i contadini colombiani riescono a stento
a sopravvivere) il governo nord-americano, con l'avallo dei suoi soci in
affari, anzitutto europei e giapponesi e dei suoi lacche' latinoamericani,
vuole sferrare un colpo mortale alla resistenza delle masse popolari e alla
guerriglia rurale che ne costituisce la spina dorsale. Il Plan Colombia
implica infatti un gigantesco rafforzamento del sanguinario esercito
colombiano (notoriamente colluso coi clan narco-trafficanti) e
l'allestimento di piazzaforti logistiche per consentire l'arrivo di truppe
multi-nazionali anti-guerriglia capeggiate dagli USA (il Plan Colombia
destina oltre 300 milioni di dollari all' addestramento dei battaglioni
speciali antinarcotici ed al servizio di "intelligence", 122 milioni di
dollari ai programmi per i " diritti umani e la giustizia ", altri milioni
di dollari per i futuri " desplazados ", vale a dire per coloro che saranno
obbligati a fuggire dalle loro terre e dai loro villaggi bombardati con i
defolianti).
Come la "pulizia etnica serba in Kosovo" fu un pretesto per rovesciare un
governo che si rifiutava di entrare nella NATO e di accettare i dettami
neoliberisti del FMI e della Banca Mondiale, la lotta al narco-traffico è
il pretesto per schiacciare le principali forze guerrigliere (FARC ed ELN),
e con esse il movimento operaio urbano (gia' vittima di un vero e proprio
sterminio di tipo nazista: solo i sindacalisti sono stati ammazzati a
migliaia solo negli ultimi anni!).
Queste forze hanno proposto, nel corso dei negoziati con l'infame governo
Pastrana (che parla di pace ma prepara l'escalation della guerra), la sola
vera soluzione per farla finita con la guerra civile: una radicale riforma
agraria che distribuisca le terre ai contadini eliminando il latifondo (la
questione della terra è alla base del conflitto sociale ed armato in atto
nel paese da oltre un terzo di secolo: il 1,5% dei colombiani possiede il
98% delle terre; dei 114 milioni di ettari di terra colombiana, 63 milioni
sono boschi e selva, aree urbane, parchi naturali e corsi d'acqua; 51
milioni sono terra coltivabile. Di questi ultimi, oltre 30 milioni sono
latifondi incolti, coperti da erba e sterpaglie, destinati all'allevamento
estensivo, 8 milioni sono destinati all'allevamento intensivo e solo 4
milioni sono coltivati. La politica neoliberale contribuisce a cacciare i
contadini dalle loro terre: le importazioni alimentari sono incrementate in
pochissimo tempo del 700% e ciò ha favorito la voracità dei latifondisti
che continuano a sottrarre terra ai contadini, non di rado con l'uso della
violenza delle "guardie bianche". Comunità contadine, neri ed indigeni,
cacciati dalle terre, seguono il corso dei fiumi e si inoltrano nelle
foreste come  "desplazados"e hanno come sola alternativa la semina della
pianta di coca e del papavero, non avendo un mercato per i loro prodotti,
"antieconomici" rispetto a quelli importati e non commerciabili per
mancanza di vie di comunicazione); un'assemblea costituente da cui nasca un
sistema di effettiva democrazia popolare; lo scioglimento di tutti gli
squadroni della morte; un nuovo esercito al servizio del popolo; la
conquista della piena sovranita' nazionale e la rottura del cappio che
incatena la Colombia all'imperialismo.

Chiamiamo dunque tutti i cittadini che hanno a cuore la giustizia sociale,
la democrazia, l'autodeterminazione delle nazioni, i diritti umani, la
difesa dell'eco-sistema; a lottare con noi contro il Plan Colombia, contro
l'ingerenza nord-americana e il governo Pastrana , contro la minaccia di
una invasione militare imperialistica; per difendere con ogni mezzo
l'opposizione democratica e rivoluzionaria delle masse di cui le forze
guerrigliere come le FARC e l'ELN sono la punta di diamante e la cui
vittoria darebbe una spinta formidabile alla lotta emancipatrice dei popoli
e le comunità oppresse, dei proletari coscienti di tutti i paesi.

Tutti assieme dovremo chiedere al Parlamento ed al Governo italiani, ai
partiti politici e ai sindacati nonché alle Chiesa cattolica, al Parlamento
Europeo e all'ONU, di esprimere a tutti i livelli il loro dissenso per il
Plan Colombia"approvato dal Congresso degli U.S.A. respingendo ogni
richiesta di appoggio.

Con la resistenza colombiana fino alla vittoria!