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Re: terremoto in Nicaragua e inizio discussione
Caro Pier Luigi,
innanzi tutto ti ringrazio per aver preso parte alla discussione. Veniamo
al dunque: mi rimproveri di scrivere un "messaggino accompagnato da qualche
rapida osservazione": io non volevo fare una profonda analisi politica,
sociologica, ecc., ma constatare i fatti per innescare una discussione. Se
e' vero in parte che la guerriglia non ha risolto certi problemi (anche se
ne ha risolti altri, vedi la nascita di una democrazia, seppur di tipo
borghese, in Nicaragua, per esempio), non lo ha fatto certo il capitale con
le sue transnazionali, che invece e' stato quello che ha creato i problemi
stessi. Mi chiedi chi puo' farsi carico della risoluzione di tali problemi.
Io non lo so: penso pero' che una lista di discussione possa essere un
punto di incontro virtuale per chiarirsi, per progettare, per spiegarsi,
per arricchirsi culturalmente, ecc. Nessuno ha la bacchetta magica, ma la
serieta' e la voglia di cambiare le cose, possono fare molto di piu' che
non il semplice riportare notizie, lasciando ognuno nella propria
solitudine globalizzata, in contatto con tutto e con tutti (e per di piu'
in tempo reale) ma solo.
Vorrei per lo meno mettere un punto fermo: gli individui, pur se capaci,
intelligenti, laboriosi, ecc, non valgono niente se presi da soli e isolati
dal contesto sociale. Da questa verita', tanto cara al neoliberismo al
punto che preferisce inchiodarci davanti ad una televisione che proietta
immagini di intrattenimento, dovremmo iniziare a muoverci
nel senso di non limitarsi a
spedire messaggi alla lista, ma oltre a cio' discutere della notizia, del
perche' e' successa, se c'era possibilita' di evitarla, quali misure da
prendere in futuro affinche' non si ripeta (per non dovere cosi' spedire un
nuovo-vecchio messaggio alla lista); forse sto correndo troppo, o forse sto
scoprendo l'acqua calda... Inoltre non chiamerei "sfighe" i fatti che ho
elencato: e' certo che siano conosciuti e che siano incontrovertibili, ma
e' altrettanto normale elencarli per dare avvio ad una sorta di
discussione; queste "sfighe" vengono pagate con sofferenze, torture, morte
per banali malattie, per fame, e non sono causate dalla casualita'(posso
comprendere la tua ironia, se ne hai voluto fare, ma nell'incertezza circa
le tue intenzioni, voglio mettere un punto fermo). Anche per cio' che
riguarda l'elencazione delle inadempienze di Aleman in Nicaragua, e' certo
che non si risolvano solo parlandone, ma e' anche vero che senza prima
parlarne non si puo' immaginare e creare uno scenario diverso. In altre
parole, vorrei che in questa lista si evitasse di fare critiche sterili,
soppesando le parole, facendo ironia sul come uno tenta di affrontare un
argomento, cercando solo di essere sempre super-partes: siamo esseri umani,
che si arrabbiano, che soffrono, che possono essere contrari a questo
sistema: cio' non vuol dire che tali persone abbiano una ricetta risolutiva
pronta: ne' tentomeno che non hanno il diritto di sollevare la questione
solo per il fatto di non avere una ricetta magica. Io questa ricetta non ce
l'ho! Al tempo stesso, pero', sono certo che una soluzione esista, e che
forse se la cercassimo insieme avremmo piu' possibilita' di trovarla,
nonostante sia bene non negarci la difficolta' del compito. Forse non ci
stiamo accorgendo che stiamo vivendo, in quest'ultimo ventennio, uno dei
periodi piu' oscuri del secolo: pensiamo di sapere tutto, in realta'
sappiamo cio' che le agenzie informative passano: pensiamo di essere liberi
e siamo tutti sotto controllo (sia in senso tradizionale con schedature dei
carabinieri e polizia, sia virtuale, vedi echelon); pensiamo di essere
giusti pero' accettiamo la doppia morale, i due pesi e due misure; crediamo
nell'uguaglianza dei diritti dei cittadini, pero' ci risulta normale che
per fare notizia un paese povero, deve portare almeno mille morti sul
tavolo delle agenzie informtive, mentre un giocatore di calcio e' poi
sufficiente ad oscurarli. In questo quadro io non mi ci riconosco: spero
che ci sia qualcun'altro che non ci si riconosca.
E allora non sottilizziamo sul come una persona tenta di far partire una
discussione: badiamo alla sostanza. La sostanza e' che nella lista ci
dovrebbero essere piu' persone che discutano sulle tante notizie. Non avrei
problemi a scrivere delle mie esperienze coi rifugiati del Guatemala nel 93
e 94 dopo il loro ritorno dal Messico; dell'autogolpe di Cerezo, ne
tantomeno delle battaglie affrontate con loro, con i rischi e pericoli che
ne derivava in quella congiuntura politica. Oppure della solidarieta' col
Nicaragua, ormai prossima ai dieci anni, con analisi della situazione vista
da diversi e anche contrastanti punti di vista; o della situazione
colombiana, in cui ho convissuto con amici "colombos", che mi hanno fatto
capire come la realta' sia piu' variegata che monocromatica di quel che
sembra. Queste, pero', sono esperienze personali, e che non avrebbe senso
pubblicare sulla "lista latina": assumerebbe un senso solo nel caso in cui
servissero per fare un progetto di cambiamento, e non tanto per raccontare
qualcosa, o per avere un messaggio in piu' da leggere.
Spero che la discussione continui prendendo una piega piu' culturale e
operativa. Penso ce ne sia veramente bisogno.
Gianni
At 00.30 25/07/00, you wrote:
>CARISSIMO,
>preferisco non riportare il messaggio da cui traggo spunto, perche'
>esso e' molto lungo e non credo che chi legge ami ricevere un
>messaggino accompagnato da qualche rapida osservazione.
>ti assicuro che saro' sincero, ma cerchero anche di non esser
>maleducao: la volgarita' non aiuta la discussione, anzi la avvelena.
>Molte delle cose che dici sulla situazione odierna in America
>latina sono assolutamente incontrovertibili e il recente cambio
>avvenuto in messico desta sospetto. Rimane in me una domanda
>irrisolta: poiche' la soluzione guerrigliera non e' riuscita a
>trasformare il trasformabile, quali seire possibilita' di cambio
>esistono? In altri termini: chi (individui, gruppi, elementi della
>societa' civile e di quella politica non corrotta) puo' farsi carico
>di un cambiamento urgente? Fare un semplice elenco delle "sfighe" non
>e' sifficiente, ricordare le inadempienze di un governo come quello
>di A. aleman potrebbe non bastare a riflettere. Occorre anche
>immaginare degli scenari e progettare un futuro.
>
>HASTA PRONTO
>
>tengo tantos hermanos que no los puedo contar
>en nel valle y la montana
>en la pampa y en el mar
>(A. Yupanqui)
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