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caso elian: il bimbo rientra a cuba
"LA REPUBBLICA ". Giovedi', 29 Giugno 2000.
Il ritorno a casa di Elian .A Cuba c'e' la tua vita.
Efinita l'avventura americana del piccolo .balsero.L'aereo che riporta il
bambino nell'isola di Castro e' decollato ieri notte da Washington. A bordo tutta
la famiglia. Il regime avverte: .Niente feste. Per ora.
di CARLO PIZZATI
TORNA a casa, Elian. Lo ha deciso il giudice, puoi andare e lasciarti alle
spalle una brutta avventura durata troppo a lungo.
Dopo tutti i guai che ha affrontato, le onde, gli squali, la morte della madre,
i flash dei media, il tira e molla tra parenti di Miami e famiglia cubana, e poi
il raid notturno che l'ha strappato dalla nuova casa americana, il piccolo
balsero finalmente torna a Cardenas, in quel paese a due ore e mezza dall'Avana
da cui era fuggito con la mamma il 25 novembre dell'anno scorso.
La battaglia legale l'ha vinta il padre, Juan Miguel, che da mesi attende con
Elian il verdetto della Corte Suprema americana per stabilire che l'unico con
voce in capitolo sul destino di Elian e' proprio lui. E il giudice Anthony
Kennedy ha dato ragione al compañero Gonzalez: Elian non vuole asilo
politico negli Stati Uniti, il fatto che suo prozio di Miami lo abbia chiesto
non e' vincolante. Insomma, decide papa' .
E papa' ha deciso di prendere il primo aereo per Cuba, che aspettava di decollare
da una pista fuori Washington, e tornare nella sua Cuba, seppellendo le
polemiche, i litigi e gli strazi familiari diventati diatribe politiche tra .el
lider maximo. e l'intera comunita' degli 800 mila cubani di Miami, gli esuli
fuggiti dal regime di Castro.
L'aereo che porta a Cuba la famiglia Gonzalez al completo e l'intera scolaresca
della classe di Elian, lascia una Washington che voleva disfarsi del problema e
che ha speso quasi due milioni di dollari durante sette mesi di battaglie
legali. L'aereo decolla da Washington e sorvola una Miami amareggiata e
sconfitta che vede passare nel cielo l'ultima rivendicazione anti-castrista, che
ormai e' svanita nell'aria, trasformata in un pesante smacco.
La rassegnazione della Miami cubana e' amara. Il solito manipolo di manifestanti
s'e' raccolto attorno alla casa di Lazaro, il prozio del niño balsero,
quella del raid, della grande rivolta per bloccare Elian in America. Ma ci sono
piu' giornalisti di cubani-americani. Lazaro appare in pubblico, ma piu' che altro
per borbottare qualche insulto ai reporter e lasciarsi trascinare via dalla
figlia. .No, non siamo arrabbiati - assicura, poco convinto, un'altro prozio,
Delfin Gonzalez - quello che mi fa irritare e' il fatto che voi giornalisti non
raccontiate le violazioni dei diritti umani a Cuba..
Marisleysis, la cugina del piccolo sopravvissuto, di questa storia non vuole
nemmeno parlarne, lei che e' cosi' abituata a sfogare il suo sdegno di fronte alle
telecamere. .Lasciatemi passare, ho un bambino con me., strilla ai giornalisti
mentre si fa strada.
.Svegliati America!., gridano i cartelli dei manifestanti. .Clinton e Gore amano
i comunisti., dice un'altro striscione. .Elian non si rende conto di quello che
gli sta succedendo - commenta un sessantenne - tra cinque anni non perdonera' a
suo padre di averlo trascinato di nuovo in quell'inferno.. Cosa lo aspetta?
.Violenza, abusi, la furia di Castro., risponde la settantenne Ruth Laoiza.
Little Havana e' sconfitta. Elian e' diventato un boomerang che ha infangato
l'immagine di quelli che Castro definisce i .gusanos., i .vermi. di Miami che lo
vogliono morto. Ma il nemico non e' solo a Cuba, e' molto piu' vicino: per la prima
volta, infatti, un'Amministrazione americana s'e' schierata contro la potente
lobby anti-castrista di Miami. A peggiorare le cose la notizia dell'altro giorno
che aggiunge benzina alle fiamme dell'umiliazione: i repubblicani al Congresso
hanno annunciato che non bloccheranno piu' l'ammorbidimento all'embargo economico
all'isola caraibica, permettendo la vendita di generi alimentari e di medicine a
Cuba. Poi, proprio prima del decollo di Elian dall'aeroporto Dulles di
Washington, Clinton va in tv e annuncia che e' ora di alleggerire l'embargo e per
difendere la gestione del caso.
La reputazione della comunita' cubana e' segnata da questa storia finita male:
durante la straziante saga del niño balsero, le immagini che il mondo ha
visto mostrano un gruppo di fanatici, intolleranti verso ogni forma di dissenso.
Due i fotogrammi shock che restano negli archivi della saga di Elian, oltre al
raid delle teste di cuoio che lo strappano ai cugini e zii. Il primo: un parente
del bimbo che aveva osato esprimersi a favore del ricongiungimento di padre e
figlio mentre viene picchiato dai dimostranti davanti al tribunale, tra le grida
che lo accusano dessere un .traditore comunista.. L'altro risale ad ottobre: il
pubblico accorso ad ascoltare la band cubana di Los Van Van viene preso a sputi
e a sassate dagli anti-castristi.
Ma dopo sette mesi, sono davvero finiti i grattacapi per il piccolo naufrago
divenuto simbolo di una guerra politica? Lo attendono difficolta' economiche, una
vita difficile, il lavaggio del cervello della propaganda castrista e la
repressione politica del comunismo, dicono i piu' agguerriti cubani di Miami.
.Addio Elian, sei tornato nel gulag., lo salutano i cartelli di Little Havana.
.Ecome se avessimo rimandato un bimbo ebreo nella Germania di Hitler., commenta
sdegnato un cubano.
Castro risponde con un sorriso sornione. Il balsero torna in un paese povero, ma
dove i bambini hanno una buona educazione e buoni medici, i pochi vantaggi del
socialismo tropicale. E il leader cubano invita alla calma. L'annuncio del
ritorno di Elian lo da' la tv, che interrompe la programmazione per permettere ad
un annunciatore di leggere un comunicato. .Ora piu' che mai - intima
l'annunciatore - dobbiamo mantenere la calma, con grande dignita' , serenita' e
disciplina. Ricordiamoci che la battaglia e' solo all'inizio e che c'e' ancora
molta strada da fare.. A comunicato avvenuto, la tv cubana mostra una foto di
Elian, accompagnata da una musichetta rilassante.
Ma la festa e' prevista, l'ordine e' di attendere, di aspettare che l'aereo tocchi
terra per poter celebrare un'altra vittoria dell'irriducibile Fidel Castro, che
e' riuscito a trasformare una bega di famiglia in un enorme successo politico che
per un podistrarra' i cubani dalle gravi difficolta' economiche di un paese che
tira a campare.
PIER LUIGI GIACOMONI
rhenus@libero.it
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