Fw: Pape Satan.doc
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- From: "Grimaldi Fulvio" <bassottovic at libero.it>
- Date: Sun, 16 Jan 2011 15:56:49 +0100
domenica
16 gennaio 2011
PAPE
SATA'N, PAPE SATA'N ALEPPE! E ricordiamoci
dell'Honduras.
Quanti
si tengono or là sù gran
regi che qui
staranno come porci in brago, di sé
lasciando orribili dispregi! (Dante
Alighieri, Inferno, VIII, 49-51) Tra
nazi ci si intende Figuratevi se uno come me, che gira il mondo a raccontare le lotte e vittorie di masse violente in sacrosanta rivolta, possa non sentirsi anima e corpo parte delle rivolte maghrebine. Ma fermarsi lì, senza guardare un attimo dietro le nebbie dei gas, è come accontentarsi di una donna truccata per la serata senza volerla vedere la mattina al risveglio. O come leggere "il manifesto" e le piatte e superficiali cronache tunisine dell'innominabile islamofoba Giuliana Sgrena. O come quei chierici di Cuba che plaudono alla "revolucion" anche quando quella si mette giacca e cravatta. Dubbi? Mai! Intanto fa rabbrividire il confronto tra le rampogne inflitte dai media imperiali ai "violenti" della rivolta studentesca europea e la benevolenza riservata ai ben più violenti (evviva) oppositori di Ben Ali (al quale era rimasto un solo amico, lo sprovveduto manichino Upim, Frattini). Buttato a mare da tutti i suoi sponsor, come fosse un Noriega qualunque, insediato un compare del satrapo, presidente del parlamento, bollati di estremismo islamico coloro che non si rassegnavano al trasformismo gattopardesco allestito dalla "comunità internazionale", elogiati sindacati e partiti di sinistra, quelli sì "ragionevoli", pronti al "dialogo" e all'"unità nazionale" quanto da sempre i nostri e quasi tutti quelli del Terzo Mondo, ecco che un'insurrezione di popolo di segno rivoluzionario viene sfilata ai suoi protagonisti e messa nelle mani di qualche normalizzatore. Un vassallo logoro e screditato sostituito dalla cupola con un vassallo "democratico". Come Obama dopo Bush, come Menem dopo Videla, come Santos dopo Uribe, come Montezemolo o Draghi dopo Berlusconi. Cambiare tutto perchè nulla cambi. In più c'è da guardare alle origini dei moti maghrebini, che poi sono anche nordafricani e mediorientali: proteste del pane e della libertà negli stati di polizia, travestiti da democrazie e venduti a USrael-UE, in Algeria, Marocco, Tunisia, Giordania, attentati Mossad contro copti in Egitto, provocazioni giudiziarie anti-Hezbollah ad opera del solito tribunale di comodo (Milosevic, Bashir...) che, dopo averci provato con la Siria, fallendo grottescamente, ora cerca di addossare il crimine Mossad dell'uccisione di Rafiq Hariri, ai vincitori dei cannibali israeliani, fino alla secessione del Sud Sudan, del suo petrolio e delle acque del Nilo. Sono tutti fenomeni inerenti a una strategia di destabilizzazione e frantumazione del mondo arabo. Con dunque la manina visibile o meno visibile dei superspecialisti in provocazioni e terrorismo: Mossad-Cia-NED-Freedom House e affini. Dice, ma se le masse si rivoltano contro despoti corrotti, affamatori del popolo e servi dell'Occidente colonialista! Già, gli potrebbero pure star bene, quelle masse oggi, agli strateghi del divide et impera., purchè le si faccia rientrare poi nell’ordine costituito, liberista e imperiale. Come sanno che gli Abu Mazen, gli Abdallah, i Ben Ali, i Bouteflika sono merce a disposizione del migliore offerente, sanno anche che si tratta di merce marcia galleggiante sopra terremoti sociali in fieri e che li travolgeranno. Non è allora più saggio sostenere le rivolte popolari, preparare fin da prima la soluzione gradita e che possa radunare i "moderati", prima che spunti un nuovo Nasser o, meglio, un nuovo Saddam, a fare rivoluzioni vere? Intanto per l'Egitto e il Pakistan bastano alcune bombe tra i copti. Come da noi quelle del '92-'93..... Come da noi dopo la liberazione la nuova Italia tradita. Il corollario sudanese-libanese del disfacimento arabo Il governo libanese, che si reggeva sul fragile equilibrio tra la destra dei pupazzi dell'Occidente e lo schieramento patriottico di Hezbollah, cristiani di Aoun e PC libanese (uno dei pochi degni del nome), si è disfatto. Gli 11 ministri di Hezbollah, formazione maggioritaria nel paese, si sono dimessi. Con la secessione del Sud Sudan, in attesa di quella del Darfur, due Stati arabi strategicamente decisivi per il Nuovo Medio Oriente pianificato da Israele, con gli Usa all'ottuso traino, sono sotto schiaffo imperiali-sionista e rischiano la disintegrazione. Dopo l'Iraq ridotto all'età della pietra (come chiesto da Kissinger) e messo in mano a quattro farabutti, oltre tutto venduti più all'Iran che agli Usa, dopo lo Yemen bombardato e affidato agli squadroni della morte Cia, dopo il collocamento dei fiduciari Al Qaida anche in Nord Africa-Sahel per giustificare interventi atti a garantire petrolio e uranio all'Occidente, si azzannano pezzi forti: è il tuirno del più grande paese arabo e africano e del cuore geostrategico del Medio Oriente. In attesa che i sommovimenti maghrebini e le bombe Mossad contro cristiani qua e là mandino per aria il resto. In Libano, dopo l'attentato di destabilizzazione e criminalizzazione delle sinistre a Hariri nel 2004, dalle chiare impronte Mossad come da prove esibite da Hezbollah, un giudice Nato tedesco aveva cercato di incastrare la Siria. Tanto grossolano era il tentativo che è fallito sul nascere e di fronte alle confessioni in tv di testimoni subornati dal gaglioffo in toga. Si è dunque alzata l'asticella giuridica e ci si è inventati il solito tribunale Onu in divisa Nato. E, di colpo, grazie alle debite pressioni dell'angelo Hillary Clinton (così il manifesto) e dell'ultrà sionista Sarkozy, l'imputato è diventato Hezbollah. Che in vita sua mai aveva compiuto attentati che non fossero i sacrosanti razzi sugli israeliani, macellai di Sabra e Shatila e del Sud Libano, a fronte di uno Stato sionista che, dalla nascita, si regge sugli assassinii mirati, sulle stragi di massa, e sul terrorismo bombarolo ovunque. Basta pensare ai tribunali ONU su Ruanda e Jugoslavia per afferrare a quali abissi di infamia e servilismo si sia ridotto il diritto internazionale. Non per nulla questi tribunali sono di solito presieduti da personaggi come Antonio Cassese. Ora questo tribunale fa volare balons d'essay che ventilano la paternità di Hezbollah e, accreditati da Hariri figlio, manutengolo saudita, hanno provocato la caduta di un governo condizionato in senso patriottico dalla Resistenza, il caos, il probabile scatenamento di tumulti e massacri e l'urgente bisogno che Israele, o gli Usa, o la "Comunità Internazionale", intervengano per salvare la pace e ristabilire l'ordine. Nel Sudan della secessione, dopo aver alimentato e armato per mezzo secolo la rivolta di tribù animiste o rintronate dal cristianesimo, comboniani in testa (vero Zanotelli?), per disgregare un Sudan riottoso alla sudditanza, Israele, Vaticano, Usa e Germania, innescato anche il Darfur, si stanno avventando sulle ricchezze minerarie e idriche della martoriata nazione, da decenni sotto sanzioni peggio di Cuba. Ricchezze di cui gli illusi dell'"autodeterminazione" non vedranno neanche una goccia. In più, l'associazione a delinquere internazionale agli ordini dei nazisionisti, chiamata "comunità internazionale", si assicura una posizione strategica che, già garantiti i servizi dei clienti Uganda, Ruanda, Burundi, Etiopia, la pone in condizione di rinnovare, stavolta in chiave stragista, i fasti del colonialismo africano dell'800-900, dal Congo in sù e in giù. Quello contro il quale l'Africa aveva versato fiumi di sangue, riscattando una storia terrificante di spoliazione e schiavismo. Peccato che il sorridente Nelson Mandela, uomo del riscatto dall'apartheid (prima di razza, ora di classe) non abbia nessuna edificante dichiarazione da rilasciare in merito allo stupro del suo continente da parte di gente che l'aveva tenuto in carcere per vent'anni. E anche lì ha fatto la sua parte il solito tribunale dell'Aja quando ha incriminato Omar El Bashir, presidente sudanese, imperdonabile amico dell'Iraq d'un tempo, per genocidio in Darfur. In quel Darfur dove una contesa per l'acqua tra pastori e contadini era stata sfruttata (al pari di quella tra sciti e sunniti, copti e musulmani, tutsi e hutu...) dalla comunità internazionale, con le solite ricche ricadute sui mercenari umanitaristi delle ONG, per armare e scatenare una guerra civile "tra bande assassine arabe agli ordini di Khartum e poveri africani inermi", con le consuete cifre di vittime, tanto iperboliche quanto false. Ricordiamoci dei 400mila curdi trucidati da Saddam, mentre tutta la popolazione curda è ancora lì, a parte qualche centinaio caduto nella rivolta secessionista voluta da Bush senior, da Clinton e dagli israeliani. E anche "l'autodeterminazione" del Darfur è all'ordine del giorno delle democrazie occidentali. Hai visto mai che un Sudan unito e libero continui a trafficare con la Cina vendendogli petrolio e importando infrastrutture sfuggite a Impregilo o Halliburton. “UNA TRUFFA CHE LAVORA PER IL NEMICO" Dunque Wikileaks, così caro ai crociati della libertà d'informazione, l'aveva detto! Prima ancora che se ne accorgessero quei posapiano di Tunisi. Il messaggio "rivelato" dell'ambasciatore Usa aveva già scoperto che Ben Ali era un gaglioffo rubacchione e corrotto. Mica se ne erano accorti, in 23 anni di stato di polizia e satrapismo spinto, i morti di fame del paese. E così, ne deducono i crociati, Wikileaks sta rivoluzionariamente al fianco dei rivoltosi. E se invece quell' agenzia della Cia, diretta dal martire con le mesh, avesse voluto, per conto dei suoi mandanti, istigare una rivolta contro il vassallo decaduto e divenuto controproducente, per liberarsene e sostituirlo, nel nome di pacificazione e unità nazionale, col vassallo nuovo, travestito da vindice delle rivendicazioni popolari, però in salsa moderata, degna della "comunità internazionale"? Complottismo? Dietrologia paranoica, come direbbe il "manifesto" e come ha detto rispetto ai dubitatori della manifesta bufala dell'11 settembre? Assange negli anni '90 collaborava con la Nasa e i Laboratori del Centro Militare Fort Alamo. Nel Consiglio di Consulenza di Wikileaks ci sono, o c'erano: Philip Adams, dirigente dell'Ufficio Media del governo australiano, collaboratore dei giornali sionisti "The Times" e "Financial Times" e della catena tv del sionista Murdoch, dirigente del Centro per la Mente di Sidney insieme al criminale di guerra Tony Blair; Michael Spence, membro dell'ente di estrema destra USA incaricato della destabilizzazione dei paesi disobbedienti, Council for Foreign Relations, dove era socio del figlio di Murdoch; Steven Aftergood, esperto di segretezza per il governo USA; Ben Laurie, direttore di Open Rights Group, finanziato da Open Society, la vetrina accademica dello speculatore internazionale e finanziatore di "rivoluzioni colorate", il sionista George Soros. Arricchisce di garanzie imperiali questo Consiglio dei Consulenti di Wikileaks una muta di dissidenti cinesi e tibetani: Tashi Namgyai Khamsitsang, già presidente della Washington Tibet Association, vetrina Cia; Wang Youcai, fondatore del Partito Democratico Cinese, sempre vetrina Cia; Xiao Qiang, dirigente del Movimento Mondiale per la Democrazia, vetrina Cia, collaboratore (come la Politovskaja) delle radio Cia Free Europe/Liberty e ampiamente foraggiato dalla NED (National Endowment for Democracy) che affianca Soros nella destabilizzazione violenta di governi sgraditi a USraele; Wang Dan, editore negli Usa del giornale Bejing Spring (Primavera di Pechino), pure messo in piedi dalla NED. Oggi gran parte di questi nominativi e le loro ascendenze sono stati eliminati dai documenti Wikileaks. John Young, già collaboratore di
Assange, ne ha denunciato i
rapporti di collaborazione (con finanziamenti richiesti fino 5 milioni di
dollari) con due degli enti governativi Usa più impegnati nel terrorismo antislamico, guerrafondaio e sovvertitore di ordinamenti
altrui: Freedom House e NED. Oggi Assange, in attesa di estradizione, è ospite nel castello
del giornalista Vaughan Lockhart Smith. Costui, già capitano delle Guardie, inviato
embedded in Afghanistan, è oggi corrispondente della
rivista NATO "NATO Review". Ci si meraviglia allora
che Assange abbia dato l'esclusiva delle sue
"rivelazioni", non ai media di opposizione all'impero, ma a quattro
pubblicazioni imperialsioniste dell'ambito NATO - New York Times, Spiegel, El Pais e il rosa Guardian - tutti pro-guerra? Stupisce che Netaniahu abbia accarezzato le mesch di Assange ringraziandolo
per il lavoro svolto? Stupisce che le "rivelazioni" Wikileaks, a parte la montagna di
irrilevanze e scontatezze, sostengano tutte le
mire scoperte o coperte di USraele, sia avallando
falsi teoremi su nemici come Iran, Cina, Russia, Yemen, Afghanistan, sia
smerdando fantocci non più reddititzi e minacciati
dalla collera popolare? Stupisce che l'ex-partner Young abbia dichiarato: "Wikileaks è una truffa... che lavora per il
nemico"?
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stampa, 14 gennaio 2011 |
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