----- Original Message -----
Sent: Tuesday, August 24, 2010 8:56
AM
Subject: [latina] SAN JOSE' de APARTADO',
ce la racconta lo scrittore Luigi Cojazzi, che ci ha vissuto per un anno
-
scusate la mail un po' lunga, spero che nessuno si
annoi, al limite chi non è interessato al tema "comunita di pace di san jose"
può semplicemente saltarla e passare a leggere altro.
ecco perché personalmente trovo che sia sostanzialmente sbagliato e
fuorviante parlare di 'cerchiobottismo' in riferimento alla comunità di pace
di san josé (al punto che mi viene il dubbio che forse ho frainteso le mail
precedenti, o forse chi le ha scritte, al di là di aver letto gli ultimi
comunicati, non conosce particolarmente la storia della comunità):
cerchiobottismo, per come la vedo io, indica lo sforzo di chi vuole
mantenere una certa equidistanza, per non voler prendere posizione.
la comunità di pace di san josé, al contrario, non ha mai avuto una
posizione 'neutrale' o 'equidistante', dal punto di vista politico, tra il
governo (e in particolare quello di Uribe) e le Farc: ha semplicemente
richiesto, appellandosi al diritto internazionale, di essere rispettata
in quanto popolazione civile in mezzo a un conflitto.
le posizioni politiche espresse in varie occasioni dalla comunità e dallo
stesso javier giraldo sono estremamente radicali, e in molti punti finiscono
di fatto per coincidere con quelle che originariamente erano le richieste
dello stesso movimento delle farc. e proprio per questo, il governo non ha
perso occasione di accusare la comunità e padre giraldo di non essere altro
che il braccio politico, i 'voceros', ovvero i portavoce, delle Farc (per
quanto loro abbiano invece deciso di portare avanti quelle richieste in modo
non violento).
la storia della comunità non potrebbe essere equidistante anche per altri
due motivi, che sono iscritti nella stessa storia della comunità.
1) la comunità di san josé nasce in Urabà negli anni '90, in una zona che
aveva vissuto una polarizzazione politica particolarmente esacerbata e
sofferto di azioni paramilitari estremament violente. La comunità di san josé,
situata sulla serrania del abibe, è a pochissimi chilometri dal
campamento del XV fronte delle Farc. ma la vicinanza tra la comunità e le farc
non è stata storicamente solo geografica.
molti dei membri della comunità hanno parenti, figli, fratelli, sorelle
che hanno militato, e spesso sono morti, nelle fila delle farc, e chi in
qualche modo ha conosciuto la gente della comunità, ha visto il dolore di
queste fratture familiari impresse nel corpo e nel volto delle persone.
prima della nascita della comunità, oltretutto, san josé de
apartadò era stato uno delle zone che maggiormente aveva appoggiato
l'esperienza della UP, ovvero il partito di sinistra che era nato dal processo
di smobilitazione delle farc a seguito dei dialoghi del 1984 del movimento
guerrigliero con il presidente belisario betancour (partito che è stato in
seguito letteralmente massacrato dai paramilitari nel giro di pochissimi
anni), e questo appoggio di san josé all'esperienza della UP è ancora visibile
a tutti coloro che vadano a visitare il vecchio caserio di san josé, perché è
iscritto sugli stessi muri delle case.
2)
si noti anche che storicamente, la comunità ha effettivamente subito degli
omicidi da parte delle farc, proprio perché le farc hanno vissuto come
'tradimento' il fatto che i membri della comunità di pace abbiano scelto la
lotta non violenta. Proprio per questo, ogni volta che la comunità, nel corso
dei suoi oltre dieci anni, ha emesso un comunicato per condannare la violenze
subite da parte dai paramilitari, e costringere il governo ad assumersi la
responsabilità politica di quei gesti, la prima risposta del governo è sempre
stata: ecco, fate comunicati solo quando vi attaccano i paramilitari e mai
quando vi attaccano le farc. (lo so che è una risposta che può sembrare
assurda, ma questa è la colombia. e ho sentito personalmente alte cariche del
governo colombiano come carlos franco e l'ex presidente francisco santos,
esprimerle apertamente). ecco perché la comunità, quando fa un comunicato, ora
menziona sempre anche le farc. per evitare che il governo possa mascherarsi
dietro questa risposta.
3)
rigaurdo all'utlima osservazione di fulvio, che dice "Non ti
pare che c'è un'ambiguità di fondo? Non sono le calunnie che, come effetto
collaterale, hanno avuto saccheggi e massacri. E' una precisa politica del
regime di Uribe ad averle pianificate"
be', francamente lo inviterei
a leggere uno solo, scelto a caso, dei libri che ha scritto javier giraldo
(detto da un ateo come me), o uno dei vari 'diritti di petizione' che egli ha
redatto a nome della comunità e diretto a alvaro uribe.
tecnicamente,
javier giraldo è uno degli storici e dei pensatori colombiani che più
compiutamente ha spiegato e raccontato come il paramilitarismo sia stata una
precisa scelta e una precisa costruzione dei vari governi colombiani
(rimarcando come in questa strategia abbiano svolto un ruolo essenziale gli
stati uniti e la loro strategia della guerra a bassa intensità nel cortile di
casa, inaugurata negli anni sessanta), con lo scopo di promuovere la
crescita del grande latifondo e del capitalismo agrario nelle campagne (e di
impedire ovviamente la diffusione dell'ideologia comunista), fottendosene
allegramente dei diritti alla terra delle popolazioni indigene e
afrocolombiane.
padre
javier giraldo è stato il nemico numero uno di uribe, ha denunciato in
un'infinità di occasioni la sua prossimità al paramilitarimo e ai narcos, e ha
dato vita a molte delle principali esperienze di resistenza civile e di difesa
dei diritti umani in Colombia, come per esempio il Centro de
investigacion y educacion popular.
le
'espressioni diplomatiche' utlizzate in certi comunicati della comunità, a
volte sono semplicemente giustificate dal fatto che, volenti o
nolenti, gli abitanti di san josé sono costretti a mantenere delle relazioni
con quello stato che li massacra, perché li ci vivono, e non stanno
comodamente seduti in poltrona a disquisire di cerchiobottismo come invece
facciamo noi.
saluti
a tutti
luigi
cojazzi