Ci lascia Enzo
Tiezzi, scienziato e ambientalista scomodo e
geniale
E’ scomparso il 25 giugno scorso a Siena il Prof.
Enzo Tiezzi, classe 1938. Accademico, ordinario di Chimica Fisica presso
l’Università di Siena e scienziato ambientalista di
fama mondiale, fu uno dei primi studiosi ad
introdurre nel nostro paese il concetto di
sviluppo sostenibile, pensato e approfondito
dal grande economista ambientalista Herman Daly circa
25 anni fa. Enzo Tiezzi fu infatti l’unico italiano del gruppo dei
25 scienziati che insieme a Daly
nel 1984 gettarono le basi di questo concetto e delle
sue applicazioni future.
Tre anni dopo,
nel 1987, la nozione di
sviluppo sostenibile venne utilizzata
nel rapporto Brundtland della Commissione mondiale dell’ambiente e dello
sviluppo delle Nazioni Unite. Oggi fa parte ormai del nostro retaggio
culturale e della moderna pratica ambientalista ed ecologista. Da
Copenhagen a Cochabamba, il nostro futuro, la nostra
possibilità di sopravvivenza su questo pianeta e
soprattutto quella delle generazioni che verranno, dovrà passare necessariamente
attraverso l’applicazione pratica del concetto di
sviluppo sostenibile.
Considerato allora concetto innovativo,
lo sviluppo sostenibile (sustainable
development), che come Tiezzi spiegava significa
dare la possibilità di “estendere
alle future generazioni lo sviluppo”,
rivoluzionava completamente quello precedente di
carrying capacity, cioè la capacita’ portante
immediata del pianeta. Lo sviluppo sostenibile
introduceva quindi implicitamente l’idea di
“solidarieta’ generazionale” di cui iniziava a
parlare proprio in quegli anni Herman
Daly.
Grazie agli studi di Enzo Tiezzi e dei suoi collaboratori
e studenti, condotti in sinergia con quelli di Trista
Patterson dell’ Università del Vermount e con quelli dello stesso
Daly dell’Università’ del Maryland,
le amministrazioni comunali e provinciali della
Toscana, dove egli ha sempre vissuto e lavorato,
hanno potuto conoscere e confrontarsi, spesso
applicandole in progetti innovativi, con idee
nuove quali quelle di turismo
sostenibile e di impronta ecologica (la differenza tra la
domanda di disponibilità di risorse di un territorio e la domanda di
risorse della popolazione che vi abita) e degli indicatori
ecodinamici, un neologismo inventato proprio nell’ Università di
Siena che indica l’insieme di “indicatori energetici, ecologici ed
economici” applicati ad un sistema
territoriale.
Enzo Tiezzi è stato autore di circa 20 libri e oltre 500
pubblicazioni scientifiche tradotte in varie lingue ma
sicuramente “Tempi storici, tempi biologici”
scritto nel 1984 e riedito con il sottotitolo “Venticinque
anni dopo” da Donzelli nel 2005, e “I limiti
dell’energia” del 1987 scritto con Paolo degli Espinosa sono
stati i manuali scientifici di studio dell’
ambiente basilari per
una generazione che iniziava ad affrontare i temi
legati all’ecologia e alla salvaguardia del pianeta misurandosi
con un paradigma nuovo e fino a quel momento
sottovalutato, quello di tempo biologico del
pianeta.
“E’ la prima volta che i tempi storici, quelli
dell’organizzazione, dello sviluppo scientifico e tecnologico, della
società umana e della sua espansione demografica, interferiscono con i
tempi biologici, cioè con quelli della storia del pianeta, della
vegetazione, della fauna, delle acque, della temperatura,
dell’equilibrio biologico” scriveva Enzo Tiezzi oltre
vent’anni fa.
Un monito soprattutto per la sinistra materialista,
geneticamente portata ad esaurire nel tempo storico
la sua visione dello scorrere del tempo.
Il tempo è infinito e proprio la sua infinità
ha reso possibile la formazione di cicli vitali del
pianeta infinitamente lunghi se comparati con la
brevità dei tempi storici. Cicli vitali
tuttavia finiti, pensiamo a quelli dell’acqua e del
carbonio, che possono essere
irrimediabilmente compromessi se non si pone un freno
allo sviluppo illimitato delle risorse, se non viene rivisto il nostro
impatto sul pianeta, se non si comprende chiaramente che non “può
esistere una crescita infinita su un pianeta finito” come amava ripetere
Enzo Tiezzi. Se non si agisce pensando a
quella “solidarietà generazionale” immaginata e studiata da Daly,
lasceremo alle generazioni future un debito ecologico
impossibile da saldare e da recuperare.
L’odierna crisi economica, ambientale ed ecologica, già
prevista alcuni anni fa dal gruppo
di ricerca dell’Università di Siena diretto da Tiezzi, va affrontata
oggi secondo nuovi paradigmi. Sostituendo intanto l’indice PIL (prodotto
interno lordo), “uno tra i più rozzi e stupidi che si possa immaginare
dal punto di vista scientifico” con il più moderno indice di benessere
economico sostenibile, ISEW (Index of Sustainable Economic Welfare), il
nuovo indicatore economico pensato e studiato da Herman
Daly che come
spiegava Enzo Tiezzi nelle sue conferenze ed interviste,
“prende in considerazione l’ambiente, lo stato
sociale, l’energia, l’occupazione insieme ovviamente alla situazione
economica”. Non un freddo insieme di calcoli ma uno studio attento della
qualità della vita umana intesa come un insieme di
scelte sostenibili con la vita sul
pianeta.
Proprio adesso, in cui nel nostro paese da una classe
dirigente arrogante e sorda ai moniti della comunità
scientifica e degli ambientalisti, ma soprattutto
sorda alla presa di posizione antinucleare dei cittadini italiani
sancita con il referendum del 1987,
viene riproposta l’opzione
nucleare come scelta energetica primaria, ci
viene a mancare una figura importante e un
fondamentale punto di riferimento scientifico per tutti coloro che
credono che la Madre Terra, come anche Enzo Tiezzi amava definirla, vada
conservata e protetta perché anche le generazioni future possano avere
una possibilità di vita.
Nel 1987 nella scelta del NO all’ utilizzo per scopi
civili dell’energia nucleare fu sicuramente
fondamentale l’apporto di Enzo Tiezzi e del suo gruppo di ricerca
dell’Università di Siena. Recentemente egli aveva
ribadito la sua posizione in tal senso, riflettendo innanzitutto sulla
pericolosità della scelta nucleare (“la sicurezza nucleare è una
fiaba” aveva detto in una recente intervista) e invitando quindi a “sviluppare tutte le
meravigliose, stupende energie alternative che si possono ricavare dalla
Natura con effetto serra zero, a partire da quella
del Sole”.
Se ne va pertanto circondato
dal silenzio della stampa, serva dei
grandi interessi economici e politici che sono dietro
le scelte energetiche criminali che stanno decretando
la fine del pianeta, un grande
scienziato che ha speso tutta la sua vita
per difendere il diritto delle generazioni future ad
abitarlo.
Annalisa
Melandri
L'uomo è nato libero ed è
ovunque in catene. J.J. Rousseau
La rivoluzione è un fiore che
non muore La revolución es una flor que no
muere
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