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Alla Comunità di Sant'Egidio: ripensare alla scelta di invitare il Mons. Maradiaga
- Subject: Alla Comunità di Sant'Egidio: ripensare alla scelta di invitare il Mons. Maradiaga
- From: annalisa melandri <annalisamelandri at yahoo.it>
- Date: Tue, 18 May 2010 21:36:11 +0000 (GMT)
Alla Comunità di Sant’Egidio
Roma
fax 06.580.01.97
Roma, 17 maggio 2010
Siamo venuti a conoscenza soltanto
ora dell’invito rivolto al Mons. Oscar Rodríguez Maradiaga, cardinale e
arcivescovo di Tegucigalpa (Honduras) da parte della Comunità di
Sant’Egidio e dall’Istituto Italo-Latino Americano, per tenere la
conferenza che si svolgerà presso la sede dell’ILA a Roma il 20 maggio
prossimo sul tema: “Oltre la violenza e la povertà. Proposte di
cambiamento per l’America latina”.
Sappiamo che il Mons. Maradiaga,
fin dai giorni immediatamente successivi al colpo di Stato avvenuto in
Honduras il 28 giugno dell’anno scorso, con il quale è stato deposto e
cacciato dal paese il presidente legittimamente eletto Manuel Zelaya,
si è distinto per le sue posizioni apertamente schierate con il
governo golpista di Roberto Micheletti e contrarie al ritorno di Manuel
Zelaya nel paese.
Il Mons. Maradiaga, e la gerarchia
cattolica honduregna, avevano d’altra parte espresso già prima del
golpe, forte perplessità e opposizione verso il progetto, portato
avanti dal governo Zelaya, di installare una Quarta Urna nelle sedi
elettorali, progetto che avrebbe condotto ad un’Assemblea Costituente
in un paese dove vige tutt’ora la Costituzione scritta dal dittatore
Policarpo Paz nel 1982. Un’Assemble Costituente che avrebbe restituito
finalmente un po’ di sovranità popolare ad un paese, L'Honduras, uno
dei più poveri del mondo, con una mortalità infantile del 48% fino al
5° anno di età, con una disparità tra classi ricche e classi povere tra
le più alte in assoluto. Un paese dove vige un sistema sociale in cui
una decina di famiglie possiede la totalità della ricchezza e del
potere, controlla le istituzioni politiche e giudiziarie e, in combutta
con le gerarchie militari ed ecclesiastiche, gestisce ogni aspetto della
vita sociale ed economica.
Ci sono inoltre ben noti i legami
dell’Opus Dei con le alte gerarchie cattoliche honduregne e sappiamo che
lo stesso Mons. Mardiaga ne è membro attivo da oltre due decenni.
E’ noto anche che “secondo documenti
in possesso del mensile El Libertador, il cardinale Rodríguez aveva
ottenuto un salario mensile di 5.300 dollari da parte dello Stato. Il
favore era stato concesso nel 2001 dal presidente della Repubblica,
Carlos Flores Facussé ed era stato sospeso proprio da Manuel Zelaya”. Il
suo salario è stato immediatamente ripristinato dal governo golpista.
Il Monsignore e il resto della
gerarchia cattolica non hanno mai d’altra parte espresso nessuna
condanna rispetto alle decine di persone che sono state uccise dai
militari e dai gruppi paramilitari e sulle migliaia che hanno subito e
continuano a subire gravi violazioni dei diritti umani. La violenza
golpista non si è esaurita infatti con le “elezioni” farsa del novembre
scorso, che hanno sancito la vittoria di Porfirio Lobo, ma continua a
ritmo costante colpendo giornalisti, attivisti, leader comunitari e
contadini, sindacalisti, in uno stillicidio continuo e costante di vite
umane ignorato completamente dai media internazionali.
Il Monsignore Maradiaga, poco
solidale e poco vicino al popolo, lo è ancor meno con gli uomini della
sua Chiesa. Mai una parola di condanna ha proferito contro le
persecuzioni a cui sono sottoposti da parte del governo uomini come
padre Andrés Tamayo, a cui è stata tolta la nazionalità honduregna e
che è stato espulso dal paese, o il gesuita Ismael Moreno (Padre Melo) e
il sacerdote Fausto Milla, perseguitati e minacciati più volte di morte
per il loro lavoro pastorale a fianco dei più poveri e per il loro
impegno contro il colpo di Stato.
Proprio padre Tamayo è in questi
giorni in Italia e auspichiamo un vostro incontro con lui, vero uomo di
Chiesa vicino alle vostre posizioni.
Alla luce di quanto sopra esposto,
ci coglie di sorpresa e ci amareggia pertanto la vostra partecipazione
all’evento di cui sopra.
Conosciamo bene le attività della
Comunità di Sant’ Egidio, sempre attente alle tematiche delle
popolazioni oppresse e della giustizia sociale.
Vi invitiamo quindi a riconsiderare
la vostra partecipazione attiva alla conferenza del 20 maggio prossimo,
informandovi che settori della società civile attenti al rispetto dei
diritti umani in particolare per quanto riguarda l’area dell’America
latina si sta stanno già organizzando per esprimere pubblicamente il
proprio dissenso da quest’ennesima legittimazione di un vero colpo di
Stato, oltre che per denunciare con tutti i mezzi e canali disponibili
le complicità in tale legittimazione, qualora dovessero esserci.
Annalisa Melandri
www.annalisamelandri.it
collaboratrice italiana della Lega
Messicana per la Difesa dei Diritti Umani (LIMEDDH)
a nome di altri attivisti di Roma
cell. 348/6035245
P.S. Vi informiamo che una cerimonia
di consegna di una laurea Honoris Causa al monsignor Maradiaga lo
scorso mese di novembre in Francia è stata annullata dall’ambasciata per
timore di proteste. Qui la notizia relativa:
http://www.ellibertador.hn/Nacional/3493.html
Annalisa Melandri www.annalisamelandri.it http://boicottaisraele.wordpress.com La rivoluzione è un fiore che non muore La revolución es una flor que no muere L'uomo è nato libero ed è ovunque in catene J.J. Rousseau |
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