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Lettera a Álvaro Uribe a 5 anni dal massacro di San José de Apartadó
- Subject: Lettera a Álvaro Uribe a 5 anni dal massacro di San José de Apartadó
- From: annalisa melandri <annalisamelandri at yahoo.it>
- Date: Sat, 6 Feb 2010 23:19:07 +0000 (GMT)
Lettera a Álvaro Uribe a 5 anni dal massacro di San José de
Apartadó
Qui
si può firmare la lettera, che in versione cartacea verrà spedita
ai destinatari nella giornata di lunedì dall'Associacione Colombia
Vive!
Presidente de la Republica de
Colombia
ALVARO URIBE VELEZ
Fiscal General de la
Nación
GUILLERMO MENDOZA DIAGO
Presidente Consejo Superior de la
Judicatura
JORGE ANTONIO CASTILLO RUGELES
Signori:
In tutto il mondo, cittadini e cittadine
sia della Colombia che di altri Paesi, solidali con le Comunità contadine
colombiane che quotidianamente devono sopportare affronti e aggressioni da parte
di membri della forza pubblica in opposizione ai loro diritti inalienabili,
esprimono indignazione per il modo in cui lo Stato colombiano ha
costantemente ostacolato il processo giudiziario tramite il quale si spera di
giungere ad una giusta sentenza per gli accusati di crimini di lesa umanità per
il massacro compiuto il 21 febbraio 2005 nel quale otto membri della
Comunità di Pace di San José de Apartadó sono stati assassinati in modo
cruento.
Fin da quando fu commesso il crimine, la comunità
internazionale non ha mai cessato di scrivere petizioni e d'inviare comunicati
alle autorità colombiane affinchè quell'atroce massacro non rimanesse impunito
come è successo invece per altri 197 crimini perpetrati ai danni di questa
Comunità di civili i quali, nel portare avanti il loro percorso di resistenza
civile e non violenta, le uniche cose che chiedono allo Stato
colombiano sono il rispetto della Costituzione e, concretamente, il
rispetto per la Vita dei membri della Comunità e il loro Diritto a vivere in
Pace.
Dal momento stesso in cui fu denunciato il massacro
perpetrato da membri dell'Esercito Nazionale in connivenza con paramilitari, lo
Stato Colombiano, rappresentato da Lei, Signor Presidente, dal Procuratore
allora in carica, Luis Camilo Osorio e dal Ministro della Difesa in carica ai
tempi del crimine, Signor Jorge Alberto Uribe, e da altri rappresentanti del
Governo di allora, ha dichiarato una serie di cose che i fatti hanno poi
dimostrato essere non vere. In primo luogo, fu negata la presenza di truppe
nella zona del massacro nel giorno 21 febbraio 2005, presentando carte
geografiche militari e documenti ufficiali che poi sono stati riconosciuti come
falsi. Egualmente, il signor Luis Camilo Osorio, Procuratore Generale nel
periodo 2002-2005, quando in seguito ricoprì la carica di ambasciatore della
Colombia in Italia, affermò che il massacro del 21 febbraio 2005 era stato
compiuto da guerriglieri delle FARC in vista di un prossimo reinserimento di
Luis Eduardo Guerra nella vita civile mediante un programma presidenziale.
Questa accusa, che si ripete in varie comunicazioni scritte in risposta alle
denuncie internazionali riguardanti il suddetto crimine, oltre ad essere falsa
può considerarsi anche come una calunnia, visto che fa insinuazioni e vuol
creare dubbi sull'integrità morale di Luis Eduardo Guerra, che in quel momento
svolgeva il ruolo di interlocutore tra la Comunità di Pace e la Vicepresidenza
affinché non fosse istallato un posto di polizia nel podere della Comunità, come
dovrebbe ricordare il Signor Vicepresidente Francisco Santos.
Anche a Lei Signor Presidente, in varie
occasioni, organizzazioni come la Rappresentanza in Colombia del Alto
Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani e la Commissione
Interamericana per i Diritti Umani, le hanno fatto notare che in alcuni
suoi interventi pubblici aveva parlato di questa Comunità di Pace come di
un'organizzazione vicina alla guerriglia.
Ed allora le recenti notizie sulla sparizione avvenuta
nella sede della Procura Nazionale di 9 fascicoli contenenti prove accusatorie
nei confronti dei militari processati per il massacro e, in aggiunta la
possibile prescrizione dei tempi del processo e la strategia di dilazione da
parte dei difensori dei militari, in sintonia con il contesto anteriormente
descritto, ci inducono a pensare che vi sia una ben precisa strategia
d'ostruzione della giustizia per evitare l'assunzione di responsabilità penali
tanto agli autori materiali che a quelli morali del sopra citato
pluriomicidio.
Noi chiediamo come sia possibile che documenti di tale
importanza per la sicurezza di tutti possano sparire senza nessuna spiegazione
dalla sede della Procura Nazionale. Se una cosa del genere può accadere proprio
nella sede dell'ente responsabile di garantire le misure necessarie per la
comparsa in giudizio degli imputati di un processo penale, della conservazione
delle prove e della protezione di tutta la popolazione, e con maggior ragione
delle vittime, cosa si può sperare dalla giustizia colombiana?
Risulta evidente la gravità di questi crimini
considerati di lesa umanità, e che oggi, ancora una volta,
chiediamo non restino impuniti, e non solo per il fatto stesso del delitto
ma anche perché a questo si aggiungono altre aggravanti, come, ad esempio, il
ruolo sociale e comunitario a favore della pace in Uraba' svolto da alcune delle
vittime del massacro, ruolo riconosciuto tanto localmente che
internazionalmente; la crudeltà con la quale furono assassinati tre
bambini e la natura di chi si suppone abbia commesso il massacro,
membri delle forze dell'ordine e della sicurezza. Proprio coloro i quali
dovrebbero preservare l'integrità e la sicurezza della popolazione
colombiana.
Signor Presidente e Signori membri del Governo
Colombiano, sembra che gli avvocati difensori dei militari accusati del massacro
avvenuto il 21 febbraio 2005 non condividano l'opinione del Presidente che
risulta contrario alla prescrizione dei processi e alla messa in libertà degli
imputati per scadenza dei termini, opinione espressa nel comunicato del 12
gennaio del corrente anno per mezzo del suo portavoce César Mauricio Velásquez.
Poiché in caso contrario non ricorrerebbero a questi artifici per approfittare
del poco tempo concesso a questi processi dal codice penale
colombiano.
Per questo, le chiediamo che, come massima autorità
dello Stato, proceda a fare chiarezza sulla scomparsa di documenti tanto
importanti riguardanti un crimine sul quale il mondo intero tiene attentamente
lo sguardo e per evitare che sia concessa l'impunità ai colpevoli di questo
crimine.
Il prossimo 21 febbraio ricorderemo che cinque anni
fa tre bambini, due donne, un lavoratore e due leader sociali furono
brutalmente squartati da membri del Esercito nazionale e che fino ad ora non è
stata emessa una giusta sentenza per questo crimine di lesa
umanità.
.
Firmatari:
Rete italiana di solidarietà, Colombia Vive!
Onlus reteitalianadisolidarieta at gmail.com (
Italia) ( Italia)
Comune di Narni sindaco at comune.narni.tr,it(
Italia)
Comune di Cascina, sindaco at comune.cascina.pi.it
( Italia)
Centro Studi Difesa Civile, presidente at pacedifesa.org ( Italia)
Comunità Cristiana di Base Oregina di Genova, giuseppecoscione50 at gmail.com(Italia)
AVI. Associazione Volontariato Insieme, f.tartini at alice.it ( Italia)
LIBERA. Associazioni, nomi e numeri contro le Mafie - Sezione
internazionale, libera.international at libera.it( Italia)
Narni per la pace, narniperlapace at libero.it(Italia)
Fondazione Basso – Sezione internazionale simonafr at gmail.com (Italia )
MIR , Movimento Internazionale di Riconciliazione
paoloeilaria at tele2.it (Italia)
Fondazione Neno Zanchetta aldozan at tele2.it (Italia )
Associazione I Raggi di
Belen lorenzo.cesana at fastwebnet.it (Italia )
Circolo Culturale Primomaggio info at circoloprimomaggio.org (Italia)
Iniciativa Solidaria Internacionalista
(España)
Asociación Burgalesa para el Impulso Social jmibeas at ubu.es(España)
ONG - XXI Solidario xx1_solidario at yahoo.es(España)
ACAT Action des chretiens pour l’abolition de la torture, programmes Amérique latine mariacecilia.gomez at acatfrance.fr( Francia) Con copia a:
LUIS MORENO OCAMPO
FRANCISCO SANTOS
CARLOS FRANCO ECHEVARRIA
Embajador SABAS PRETELT DE LA VEGA
Embajador GEROLAMO
SCHIAVONI
Annalisa Melandri http://boicottaisraele.wordpress.com La rivoluzione è un fiore che non muore La
revolución es una flor que no muere |
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