Per favore cancellatemi
----- Original Message -----
Sent: Thursday, May 22, 2008 10:46
AM
Subject: Re: [latina] Fw: APPELLO ROM -
Aderiamo
Inviare una e-mail a FIEI (Federazione Italiana Emigrazione
Immigrazione): fiei at fiei.org o agli
altri indirizzi e-mail in calce all'appello.
--------- Original
Message -------- Da: latina at peacelink.it To: "latina at peacelink.it" <latina at peacelink.it> Oggetto: Re:
[latina] Fw: APPELLO ROM - Aderiamo Data: 22/05/08 10:44
Scusate
ma quale sito/e-mail devo contattare per aderire
all' Appello: "Il sonno della rag ione genera mostri"
?
grazie Alessandra
Il giorno 22/mag/08, alle ore 10:37, Rodolfo.ricci ha
scritto: --------- Original Message -------- Da: redazione at emigrazione-notizie.orgTo: " redazione at emigrazione-notizie.org" < redazione at emigrazione-notizie.org> Oggetto: Newsletter
Emigrazione Notizie Data: 21/05/08 20:03
Lo zingaro e il clandestino non possono diventare dei capri
espiatori. Adesisci all' Appello: "Il sonno della ragione genera
mostri".
Recenti avvenimenti di cronaca, e la loro accresciuta
rappresentazione mediatica, hanno portato ad emergere in maniera plateale un
diffuso atteggiamento di sospetto, quando non manifestazioni di vero e proprio
razzismo, verso gli zingari, italiani e immigrati.
La denigrazione
verbale, genericamente diretta a queste comunità ed anche gli episodi di
aperta violenza e razzismo nei loro confronti, non possono essere in alcun mo
do tollerati. Spesso questi comportamenti vengono giustificati come risposta
al presunto alto tasso di devianza di questo popolo, dimenticando che i reati
in sé sono sempre compiuti da singole persone e che la responsabilità penale
è, per legge, individuale.
Una politica intelligente, a vantaggio
della sicurezza dei singoli e della collettività, sarebbe quella di analizzare
le cause che portano ad una maggiore devianza tra queste persone
(emarginazione soc iale e culturale, assenza di politiche d'integrazione,
ecc.) offrendo misure atte a governare davvero l'immigrazione e a coniugare
politiche di sicurezza con quelle di accoglienza ed integrazione. Si
preferisce invece battere il tasto sulla paura della gente e sulla necessità
di inasprire le leggi e le pene.
E' anche strano che il battage
pubblicitario sulla sicurezza e sulla paura degli italiani, avvenga proprio
quando il Ministero di Giustizia dimost ra, statistiche alla mano, che i reati
in Italia sono diminuiti e che in Europa - il nostro Paese è uno dei più
sicuri dal punto di vista dell'ordine pubblico.
Il sospetto che esista
una precisa regia dietro queste campagne mediatiche è inevitabilmente forte:
una regia volta a rendere più accettabili misure di legge intollerabili contro
i diritti della persona. Una regia che sposta l'attenzione degli italiani dal
pesante declino economico e sociale in c ui stiamo vivendo, verso un nemico ed
un obbiettivo esterno: lo zingaro, l'immigrato, il diverso. Come spesso
succede nella storia, anche su questo versante come popolo italiano abbiamo la
memoria corta e ci sembra lecito accettare attacchi verbali e misure contro
gli zingari che consideriamo intollerabili, quando rivolte ad altri popoli od
etnie. E' un atteggiamento pericoloso e , per dirlo con le parole di Goya, "il
sonno della ragione genera mostri".
Non è mai colpa nostra se le
cose vanno male, è sempre colpa di qualcun altro e così, mentre ci beiamo
della supposta imbattibilità della creatività italiana, non ci accorgiamo che
la crisi del nostro Paese di fronte alle sfide della globalizzazione è anche
crisi di capacità di interloquire con l'esterno, le culture degli altri, la
gestione serena dei fenomeni del nostro secolo, quali l'unità europea e le
migrazioni.
In ogni caso, è certo che una politica esclusivamente di
pura e semplice repressione dei reati che derivano dal disagio sociale sarà
una tela di Penelope, e se non ci si indirizzerà anche verso la rimozione
delle cause della condizione dei rom, non servirà a molto: a meno certamente
di non innalzare l'escalation fino alla deportazione collettiva, all'arresto
indiscriminato, o peggio, cosa fortunatamente proibita dalle normative
internazionali . Non sembri retorica quest'ultima osservazione: rom e i sinti
sono state vittime nei lager, e quella tragedia che in lingua zingara è
ricordata come Porajmos, ed equivale alla shoah del popolo ebraico, pone un
dovere di memoria e una responsabilità di tutti per il presente e il
futuro.
I sottoscritti promotori di
questo appello, operatori nel campo dell'immigrazione e dei problemi sociali,
con esperienze disparate e di diverse ispirazioni politiche, culturali e
religiose, propongono questi punti all'attenzione del governo nazionale,
regionale e locale, dei media,, nonché degli operatori sociali così come di
quelli di polizia:
1. Combattere la campagna mediatica volta a creare
atteggiamenti razzisti e xenofobi nei confronti degli zingari, ma anche
dell'immigrazione in generale. 2. Adottare efficaci politiche di sicurezza
e chiudere i campi noma di, in quanto ghetti e fonte di emarginazione ed
illegalità, incentivando misure di vera accoglienza ed integrazione di queste
comunità; i "campi nomadi" sono costosi, perpetuano le discriminazioni,
ostacolano una reale integrazione. Sono anche una "zona grigia" di illegalità,
su cui occorre che sia fatta luce, per tutelare in primo luogo i più deboli
tra coloro che vi vivono. 3. Procedere ad un vero e completo censimento dei
singoli e dei nu clei familiari di zingari presenti in Italia, come primo
passo verso misure di integrazione diversificate ed efficaci; 4. Per i
minori e i giovanissimi, nati e vissuti nelle baracche, occorre prevedere con
coraggio e creatività opportunità di integrazione e anche di cittadinanza,
capaci di rompere un circuito davvero infernale di sottrazione di futuro;
5. Ridurre i casi di espulsione solo per le persone che non hanno titolo o
che hanno commesso reati legalmente comprovati; chi ha tale titolo, inoltre,
deve essere trattato con rispetto e dignità. Prevenire le condizioni di
emarginazione, miseria e criminalità sarà sempre più razionale e anche più
economico che reprimerne gli esiti. 6. Occorre un'integrazione tra il
livello europeo, quello nazionale, quello regionale e comunale: occorre
evitare infatti che la sindrome del "non nel mio cortile": i rom non sono
immondizia. 7. Mantenere la memori a collettiva del Porajmos, anche
incentivando la ricerca storica sui campi di concentramento costituiti dal
governo italiano nel periodo fascista, un evento rimosso e colpevolmente
dimenticato. 8. Incoraggiare la voce dei Rom e Sinti italiani, che ad oggi
sono l'unica minoranza linguistica storica del nostro Paese a non godere di
alcuna tutela: auspichiamo che sorga un'associazione rappresentativa della
comunità zingara italiana.
Danielà Carlà Giuseppe
Casucci Luca Cefisi Piero Soldini Rodolfo Ricci
Chi intende
appoggiare questo appello può mandare la propria adesione a:
Giuseppe
Casucci: g.casucci at uil.it Luca Cefisi: luca.cefisi at gmail.com
Piero Soldini: soldini at sede.cgil.it
Oppure a FIEI: fiei at fiei.org
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