[Prec. per data] [Succ. per data] [Prec. per argomento] [Succ. per argomento] [Indice per data] [Indice per argomento]
Tutte le notizie sulle vicende del mese di agosto in Pernambuco - in fondo i messaggi da inviare per la liberazion di Amorim uno per email e uno per fax
- Subject: Tutte le notizie sulle vicende del mese di agosto in Pernambuco - in fondo i messaggi da inviare per la liberazion di Amorim uno per email e uno per fax
- From: Serena Romagnoli <md1042 at mclink.it>
- Date: Sun, 27 Aug 2006 16:56:14 +0200
VIOLENZA IN PERNAMBUCO 25/8 SENZA TERRA MINACCIATI DA PISTOLEIROS Dopo l¹arresto dei due senza terra nell¹accampamento Juá, comune di Sertânia (PE), pistoleiros armati stanno continuamente girando intorno a quell¹area, a cavallo, minacciando e spaventando gli agricoltori. 25 famiglie vivono lì. Nonostante si siano accampati pacificamente e stiano fuori dalla fazenda, soffrono continue minacce di morte. Secondo membri della ONG Terra dei diritti, i pistoleiros vivono nella fazenda e escono per intimidire i lavoratori. Nello scorso settembre il MST aveva denunciato le minacce, l¹amministratore era stato arrestato e poi liberato. Le minacce sono quindi ricominciate e si sono aggravate dopo l¹arresto dei due senza terra. Terra dei Diritti sollecita il pubblico Ministero a investigare sui casi di minaccia e sulla formazione di milizie private. La denuncia chiede anche che si affretti l¹insediamento delle famiglie nella regione. 24 agosto. MANIFESTO IN DIFESA DEI MOVIMENTI SOCIALI DI PARLAMENTARI DEL PERNAMBUCO Ieri è stato consegnato al Governatore della stato del Pernambuco Mendonça Filho un manifesto firmato da una ventina di parlamentari. Il manifesto ripudia la criminilazzazione dei movimenti sociali ed esige dal governo dello stato provvedimenti in relazione alla punizione degli assassini dei due Senza Terra uccisi domenica 20 e alla liberazione di Jaime Amorim e degli altri due militanti arrestati ieri nella Fazenda Juá. Secondo Marcelo Santa Cruz, uno dei parlamentari che firma il manifesto, ³L¹arresto di Jaime Amorim è meramente político e ha l¹obiettivo di sviare l¹attenzione dagli omicidi di domenica. Se Jaime fosse libero tutti gli sforzi dei movimenti sarebbero concentrati sulla punizione degli assassini.². 24 agosto 2006 ARRESTATI ALTRI DUE SENZA TERRA IN PERNAMBUCO. Il 23 agosto sono stati arrestati nell¹accampamento Juá, comune di Sertânia, in Pernambuco, i senza terra José Paulo da Silva e Paulo de Barros da Silva. Non ci sono al momento notizia sul motivo dell¹arresto. Nello scorso settembre, in seguito alle denunce del MST di minaccie sofferte dai lavoratori accampati da parte dell¹amministratore della fazenda, lo stesso amministratore, nella cui casa erano state trovate armi, era stato arrestato, ma presto liberato. La fazenda misura 5500 ettari ed è stata occupata all¹inizio dello scorso anno da circa 70 famiglie Senza Terra 23 AGOSTO: COSA E¹ SUCCESSO IN PERNAMBUCO IL 20 E 21 AGOSTO (Brasil de fato) Jaime Amorim è stato arrestato il 21 agosto per ³cattivo comportamento² durante una protesta contro la visita del presidente Bush, il 5 novembre 2005. Il mandato era stato emesso il 4 luglio, la motivazione per la quale è stato arrestato il 21 agosto è che era introvabile e che rappresentava una minaccia. Ma Amorim è una persona molto conosciuta, che da anni abita con la sua famiglia a Caruaru. Il 22 agosto il giudice relatore del caso Gustavo Augusto Lima ha negato la concessione dell¹habeas corpus Il giorno 20, Josias de Barros Ferreira, di 28 anni e Samuel Matias Barbosa, di 33, sono stati vigliaccamente assassinati nell¹accampamento Balança, ai margini della BR-232, nel comune di Moreno (PE), a 28 chilometri da Recife. Cícero Soares de Melo, Luiz Nanai e un adolescente di 16 anni (figlio di Cícero) sono i principali sospettati. Vivevano nell¹accampamento ma erano visti dalle altre famiglie come infiltrati, al servizio di un politico della regione, con l¹obiettivo di convincere le famiglie ad accettare un indennizzo per disoccupare l¹area. Nell¹accampamento di Balança vivono dal 2000, 59 famiglie legate al MST. In gennaio l¹impresa Copergás ha iniziato trattativer per lo sgombero dell¹area con l¹intenzione di costruire un gasdotto. Il MST ha posto la condizione di sistemare le famiglie in un altro luogo, fino alla creazione di un insediamento. ³Comprendiamo che l¹opera è importante per lo stato del Pernambuco e siamo disposti a liberare l¹area, ma non possiamo accettare denaro. E¹ contro i principi del Movimento², spiega Joba Alves, del Coordinamento stata del Movimento. Ferreira e Barbosa, membri della direzione statale del MST sono andati all¹accampamento a fare un¹assemblea con le famiglie. Un piccolo gruppo, guidato da Cicero, stava facendo pressione perchè le persone accettassero l¹indennizzo senza garanzie. Nell¹assemblea realizzata la sera del 19 fu stabilito dalla maggioranza che non sarebbe stato accettato l¹indennizzo proprosto e che si sarebbe continuata la lotta per l¹insediamento. La mattina del giorno 20, secondo i testimoni, Josias e Samuel erano ancora nell¹accampamento quando Cícero Soares, Luiz Nani e l¹adolescente sono arrivati. Cícero ha ordinato di ritirare la bandiera del MST perchè voleva innalzare una bandiera dei senza tetto. Josias ha risposto che la bandiera sarebbe stata ritirata solo sul suo cadavere. Appena Josias si è girato è stato colpito alla schiena. Samuel ha cercato di soccorrere l¹amico e anche lui è stato raggiunto da colpi alla schiena Josias è morto subito, Samuel all¹ospedale. Gli assassini hanno infierito sul corpo di Samuel colpendolo e mutilandolo mentre era ancora vivo. Il reverendo Marcos Cosmo do MTST (movimento dei senza tetto) ha dichiarato che Cicero non è legato al loro movimento e che non esiste nè è mai esistito conflitto tra MST e MTST 21 AGOSTO PERNAMBUCO ARRESTO DI JAIME AMORIM, DELLA DIREZIONE NAZIONALE DEL MST il 21 agosto stato arrestato Jaime Amorim, massimo dirigente del MST del Pernambuco, mentre tornava dal funerale di un senza terra e stava per andare a quello di un altro: si tratta di due dirigenti locali uccisi domenica in un accampamento: Josias Barros e Samuel Matias Barbosa " La prigionia di Amorim in questo momento ha l'obiettivo di confondere l'opinione pubblica e distogliere l'attenzione dall'assassinio dei due senza terra", dice la direzione del MST del Pernambuco. "Di fronte a questo esigiamo la liberazione immediata di Amorim e l'arresto degli assassini di Josias e Samuel". "Al contrario di quel che vogliono far credere la polizia e parte della stampa locale, i due dirigenti dello stato non sono stati assassinati da altri compagni del MST, ma da persone infiltrate nell'accampamento, che volevano smobilitare i lavoratori Senza Terra e demoralizzare il Movimento. Sono stati uccisi mentre difendevano la bandiera della riforma agraria contro la manipolazione politica e gli interessi del capitale". Ieri, 21 agosto, è stata inviata la richiesta di habeas corpus al Presidente del Tribunale del Pernambuco Il mandato nei confronti di Amorim, relativo a fatti successi nel novembre scorso, durante la visita di Busch, era noto da tempo, singolare è invece la scelta del momento in cui Amorim è stato arrestato, con la giustificazione che non sapevano dove trovarlo, mentre la sua abitazione è la stessa da molto tempo e lì l'hanno spesso convocato come testimone di altri fatti, Il MST chiede di mandare urgentemente messaggi per chiedere l'habeas corpus al presidente del tribunale (MESSAGGI DA INVIARE) 11 AGOSTO L¹ONU RICEVE DENUNCE SULLA VIOLENZA IN PERNAMBUCO Il 10 agosto il MST e altre organizzazioni come Giustizia Globale, la CPT ecc. hanno inviato una relazione al relatore speciale dell¹ONU sull¹indipendenza del Potere Giudiziario, Leandro Despouy, e al rappresentante dell¹ONU per il Diritti Umani, Hina Jilani. Il documento presenta denunce di violenza e persecuzioni contro i lavoratori rurali e i dirigenti del MST. La situazione si è aggravata con la recente decisione del Giudice di São Lourenço da Mata che ha ordinato lo sgombero a qualsiasi costo delle persone che occupano la fazenda. Circa 300 famiglie di lavoratori rurali occupano dal 2004 l¹accampamento Chico Mendes, che sta all¹interno di un terreno conosciuto come come Azienda São João. In questo luogo i lavoratori hanno costruito abitazioni, scuole e coltivano la terra con colture di sussistenza, che includono mais, fagioli, ananas ecc. L¹Incra ha già stabilito l¹improduttività degli immobili rurali. Secondo il MST l¹area è stata abbandonata dal Gruppo Votorantin da più di 17 anni. La tensione e il rischio di violenza da parte delle polizia, già elevato nello stato, sono stati potenziati dall¹ordine del giudice José Gilmar da Silva, di sgomberare immediatamente l¹area. Questa decisione non ha tenuto conto di un accordo fatto tra Incra, Governo dello Stato e Polizia Militare che un eventuale sgombero fisse successivo a un incontro tra Incra e impresa Votorantim il 15 agosto. Jaime Amorim ha dichiarato che il MST continuerà a trattare nonostante l¹arbitraria decisione del giudice. La situazione è estremamente tesa. Nell¹accampanto sono anche entrati membri di una milizia privata puntando armi contro i lavoratori. La polizia militare ha soltanto scortato fuori gli uomini armati illegalmente mostrandosi a favore della intimidazione. +++++++++++++++++++++++++++++++++ MESSAGGIO DA INVIARE <presid at tjpe.gov.br> agosto 2006. Excelentíssimo Senhor Dr. Fausto Freitas Desembargador Presidente do Tribunal de Justiça de Pernambuco Recife - PE Ref.: Habeas Corpus n.º 142289-3 3ª Câmara Criminal Prezado Desembargador, Somos preocupados com os fatos ocorridos nos últimos dias no Estado de Pernambuco, vem, respeitosamente à presença de V. Exa., manifestar apoio à liberdade imediata do defensor de direitos humanos e coordenador nacional do MST, Jaime Amorim Em 21 de agosto de 2006, Jaime Amorim, juntamente com centenas de trabalhadores/as rurais, representantes de entidades de direitos humanos e autoridades públicas, retornava do sepultamento de um dos trabalhadores assassinados, Josias de Barros Ferreira, no Município de Moreno/PE, com intuito de dirigir-se ao velório do trabalhador Samuel Matias Barbosa, quando foi abordado e preso por policiais, que realizaram uma operação na PE 52, região do município de Itaquitinga/PE. A prisão de Jaime Amorim decorre de uma ordem judicial proferida pelo Juiz da 5ª Vara Criminal da Comarca de Recife, nos Autos de Ação Penal n.º 001.2006.009.023-6, movidos pelo Ministério Público Estadual, sob acusação de dano qualificado e incitação ao crime. O MM. Juiz, Dr. Joaquim Pereira Lafayette Neto, em 04 de julho de 2006, decretou a prisão de Jaime Amorim alegando que ³a prisão faz-se necessária para segura aplicação da lei penal e a garantia da ordem pública, uma vez que, o acusado, em liberdade, poderá colocar em risco a paz e a segurança dos cidadãos de bem. Além do que, o denunciado não possui endereço fixo, o quê, com certeza, compromete a segura da aplicação da lei penal². Ocorre que o Ministério Público, ao oferecer a denúncia contra Jaime Amorim, sequer informou o endereço deste. Em razão disso, o MM. Juiz, sem que fosse feito qualquer esforço para localizar Jaime, determinou, indevidamente, que Jaime fosse citado por meio de edital para comparecer à audiência de interrogatório, alegando que Jaime ³não possui endereço fixo². Assim, sem saber da existência do processo, Jaime deixou de comparecer à audiência, fato que levou o MM. Juiz a decretar sua prisão preventiva, como mencionado. A prisão é totalmente ilegal e afronta os princípios fundamentais garantidos pela Constituição Federal e pelos Tratados e Pactos Internacionais sobre Direitos Humanos. O argumento utilizado para determinar a prisão de Jaime Amorim é incabível e inaceitável, já que Jaime, além de residir há anos com sua família no Município de Caruaru, é uma pessoa pública, cuja atividade envolve a sua exposição permanente, participação direta em reuniões e eventos com autoridades em espaços públicos e oficiais. Ressalte-se, que neste mesmo ano Jaime já havia sido intimado, por outros juízes de Recife, no mesmo Fórum, para comparecer como testemunha em outros processos judiciais, fato este que demonstra que nenhum esforço foi feito para localizar seu endereço. É necessário ainda frisar que há uma desproporção entre os esforços para garantir a investigação e punição dos responsáveis pelas mortes dos trabalhadores sem terra e os empenhados para efetuar a prisão de mais um militante social. Este tratamento diferenciado marca a história do país, que ficou internacionalmente conhecido pela inoperância em apurar as graves violações de direitos humanos e pela ³eficiência² em criminalizar os movimentos sociais e defensores de direitos humanos. Assim, por entendermos que prisão é ilegal e arbitrária, tratando-se de mais um caso de criminalização dos movimentos sociais e defensores de direitos humanos, vimos requerer: 1. A concessão imediata da liminar requerida no habeas corpus acima mencionado, sendo concedida a liberdade a Jaime Amorim, garantindo-se o respeito aos princípios constitucionais, pactos e tratados internacionais sobre direitos humanos, bem como à legislação processual penal; 2. A concessão da ordem de habeas corpus, a fim de garantir que Jaime Amorim tenha o direito de responder à ação penal em liberdade; 3. Que sejam tomadas todas as providências necessárias para investigar e punir os responsáveis pelos assassinatos dos trabalhadores rurais sem terra Josias de Barros Ferreira e Samuel Matias Barbosa, impedindo-se que o caso se transforme em mais uma história de impunidade das violações de direitos humanos. Atenciosamente, ************************************************************* agosto 2006. Excelentíssimo Senhor Dr. Gustavo Augusto Rodrigues de Lima Desembargador da 3ª Câmara Criminal do Tribunal de Justiça Recife - PE Fax: 0055-81-3419-3506 Ref.: Habeas Corpus n.º 142289-3 3ª Câmara Criminal Prezado Desembargador, (entidade/organização), preocupada com os fatos ocorridos nos últimos dias no Estado de Pernambuco, vem, respeitosamente à presença de V. Exa., manifestar apoio à liberdade imediata do defensor de direitos humanos e coordenador nacional do MST, Jaime Amorim. Em 21 de agosto de 2006, Jaime Amorim, juntamente com centenas de trabalhadores/as rurais, representantes de entidades de direitos humanos e autoridades públicas, retornava do sepultamento de um dos trabalhadores assassinados, Josias de Barros Ferreira, no Município de Moreno/PE, com intuito de dirigir-se ao velório do trabalhador Samuel Matias Barbosa, quando foi abordado e preso por policiais, que realizaram uma operação na PE 52, região do município de Itaquitinga/PE. A prisão de Jaime Amorim decorre de uma ordem judicial proferida pelo Juiz da 5ª Vara Criminal da Comarca de Recife, nos Autos de Ação Penal n.º 001.2006.009.023-6, movidos pelo Ministério Público Estadual, sob acusação de dano qualificado e incitação ao crime. O MM. Juiz, Dr. Joaquim Pereira Lafayette Neto, em 04 de julho de 2006, decretou a prisão de Jaime Amorim alegando que ³a prisão faz-se necessária para segura aplicação da lei penal e a garantia da ordem pública, uma vez que, o acusado, em liberdade, poderá colocar em risco a paz e a segurança dos cidadãos de bem. Além do que, o denunciado não possui endereço fixo, o quê, com certeza, compromete a segura da aplicação da lei penal². Ocorre que o Ministério Público, ao oferecer a denúncia contra Jaime Amorim, sequer informou o endereço deste. Em razão disso, o MM. Juiz, sem que fosse feito qualquer esforço para localizar Jaime, determinou, indevidamente, que Jaime fosse citado por meio de edital para comparecer à audiência de interrogatório, alegando que Jaime ³não possui endereço fixo². Assim, sem saber da existência do processo, Jaime deixou de comparecer à audiência, fato que levou o MM. Juiz a decretar sua prisão preventiva, como mencionado. A prisão é totalmente ilegal e afronta os princípios fundamentais garantidos pela Constituição Federal e pelos Tratados e Pactos Internacionais sobre Direitos Humanos. O argumento utilizado para determinar a prisão de Jaime Amorim é incabível e inaceitável, já que Jaime, além de residir há anos com sua família no Município de Caruaru, é uma pessoa pública, cuja atividade envolve a sua exposição permanente, participação direta em reuniões e eventos com autoridades em espaços públicos e oficiais. Ressalte-se, que neste mesmo ano Jaime já havia sido intimado, por outros juízes de Recife, no mesmo Fórum, para comparecer como testemunha em outros processos judiciais, fato este que demonstra que nenhum esforço foi feito para localizar seu endereço. É necessário ainda frisar que há uma desproporção entre os esforços para garantir a investigação e punição dos responsáveis pelas mortes dos trabalhadores sem terra e os empenhados para efetuar a prisão de mais um militante social. Este tratamento diferenciado marca a história do país, que ficou internacionalmente conhecido pela inoperância em apurar as graves violações de direitos humanos e pela ³eficiência² em criminalizar os movimentos sociais e defensores de direitos humanos. Assim, por entendermos que prisão é ilegal e arbitrária, tratando-se de mais um caso de criminalização dos movimentos sociais e defensores de direitos humanos, vimos requerer: 1. A concessão imediata da liminar requerida no habeas corpus acima mencionado, sendo concedida a liberdade a Jaime Amorim, garantindo-se o respeito aos princípios constitucionais, pactos e tratados internacionais sobre direitos humanos, bem como à legislação processual penal; 2. A concessão da ordem de habeas corpus, a fim de garantir que Jaime Amorim tenha o direito de responder à ação penal em liberdade; 3. Que sejam tomadas todas as providências necessárias para investigar e punir os responsáveis pelos assassinatos dos trabalhadores rurais sem terra Josias de Barros Ferreira e Samuel Matias Barbosa, impedindo-se que o caso se transforme em mais uma história de impunidade das violações de direitos humanos. Atenciosamente, (entidade/organização)
- Prev by Date: Newsletter Latina
- Next by Date: STEDILE alla IV Conferenza di scienze sociali a Rio
- Previous by thread: Chile / Caso Frei. Una verdad proxima a estallar
- Next by thread: STEDILE alla IV Conferenza di scienze sociali a Rio
- Indice: