Tutte le notizie sulle vicende del mese di agosto in Pernambuco - in fondo i messaggi da inviare per la liberazion di Amorim uno per email e uno per fax



VIOLENZA IN PERNAMBUCO
 
 
25/8 SENZA TERRA MINACCIATI DA PISTOLEIROS
Dopo l¹arresto dei due senza terra nell¹accampamento   Juá, comune di
Sertânia (PE), pistoleiros armati stanno continuamente girando intorno a
quell¹area, a cavallo, minacciando e spaventando gli agricoltori. 25
famiglie vivono lì. Nonostante si siano accampati pacificamente e stiano
fuori dalla fazenda, soffrono continue minacce di morte. Secondo membri
della ONG Terra dei diritti, i pistoleiros vivono nella fazenda e escono per
intimidire i lavoratori. Nello scorso settembre il MST aveva denunciato le
minacce, l¹amministratore era stato arrestato e poi liberato. Le minacce
sono quindi ricominciate e si sono aggravate dopo l¹arresto dei due senza
terra. 
Terra dei Diritti sollecita il pubblico Ministero a investigare sui casi di
minaccia e sulla formazione di milizie private. La denuncia chiede anche che
si affretti l¹insediamento delle famiglie nella regione.
 
24 agosto. MANIFESTO IN DIFESA DEI MOVIMENTI SOCIALI DI PARLAMENTARI DEL
PERNAMBUCO
Ieri è stato consegnato al Governatore della stato del Pernambuco Mendonça
Filho un manifesto firmato da una ventina di parlamentari.
Il manifesto ripudia la criminilazzazione dei movimenti sociali ed esige dal
governo dello stato provvedimenti in relazione alla punizione degli
assassini dei due Senza Terra uccisi domenica 20  e alla liberazione di
Jaime Amorim e degli altri due militanti arrestati ieri nella Fazenda
Juá. Secondo    Marcelo Santa Cruz, uno dei parlamentari che firma il
manifesto, ³L¹arresto di Jaime Amorim è meramente político e ha l¹obiettivo
di sviare l¹attenzione dagli omicidi di domenica. Se Jaime fosse libero
tutti gli sforzi dei movimenti sarebbero concentrati sulla punizione degli
assassini.².
 
24 agosto 2006 ARRESTATI ALTRI DUE SENZA TERRA IN PERNAMBUCO.
Il 23 agosto sono stati arrestati nell¹accampamento   Juá, comune di
Sertânia, in  Pernambuco, i senza terra  José Paulo da Silva e Paulo de
Barros da Silva. Non ci sono al momento notizia sul motivo dell¹arresto.
Nello scorso settembre, in seguito alle denunce del MST di minaccie sofferte
dai lavoratori accampati da parte dell¹amministratore della fazenda, lo
stesso amministratore, nella cui casa erano state trovate armi, era stato
arrestato, ma presto liberato.
La fazenda misura 5500 ettari ed è stata occupata all¹inizio dello scorso
anno da circa 70 famiglie Senza Terra
 
23 AGOSTO: COSA E¹ SUCCESSO IN PERNAMBUCO IL 20 E 21 AGOSTO (Brasil de fato)
Jaime Amorim è stato arrestato il 21 agosto per ³cattivo comportamento²
durante una protesta contro la visita del presidente Bush, il 5 novembre
2005. Il mandato era stato emesso il 4 luglio, la motivazione per la quale è
stato arrestato il 21 agosto è che era introvabile e che rappresentava una
minaccia. Ma Amorim è una persona molto conosciuta, che da anni abita con la
sua famiglia a   Caruaru. Il 22 agosto il giudice relatore del caso
Gustavo Augusto Lima ha negato la concessione dell¹habeas corpus
Il giorno 20, Josias de Barros Ferreira, di 28 anni e   Samuel Matias
Barbosa, di 33, sono stati vigliaccamente assassinati nell¹accampamento
Balança, ai margini della BR-232, nel comune di Moreno (PE), a 28 chilometri
da Recife. Cícero Soares de Melo, Luiz Nanai e un adolescente di 16 anni
(figlio di Cícero) sono i principali sospettati. Vivevano nell¹accampamento
ma erano visti dalle altre famiglie come infiltrati, al servizio di un
politico della regione, con l¹obiettivo di convincere le famiglie ad
accettare un indennizzo per disoccupare l¹area.
Nell¹accampamento di Balança vivono dal 2000, 59 famiglie legate al MST. In
gennaio l¹impresa  Copergás ha iniziato trattativer per lo sgombero
dell¹area con l¹intenzione di costruire un gasdotto. Il MST ha posto la
condizione di sistemare le famiglie in un altro luogo, fino alla creazione
di un insediamento. ³Comprendiamo che l¹opera è importante per lo stato del
Pernambuco e siamo disposti a liberare l¹area, ma non possiamo accettare
denaro. E¹ contro i principi del Movimento², spiega Joba Alves, del
Coordinamento stata del Movimento.
Ferreira e Barbosa, membri della direzione statale del MST sono andati
all¹accampamento a fare un¹assemblea con le famiglie. Un piccolo gruppo,
guidato da Cicero, stava facendo pressione perchè le persone accettassero
l¹indennizzo senza garanzie. Nell¹assemblea realizzata la sera del 19 fu
stabilito dalla maggioranza che non sarebbe stato accettato l¹indennizzo
proprosto e che si sarebbe continuata la lotta per l¹insediamento.
La mattina del giorno 20, secondo i testimoni,  Josias e Samuel erano ancora
nell¹accampamento quando  Cícero Soares, Luiz Nani e l¹adolescente sono
arrivati.  Cícero ha ordinato di ritirare la bandiera del MST perchè voleva
innalzare una bandiera dei senza tetto. Josias ha risposto che la bandiera
sarebbe stata ritirata solo sul suo cadavere. Appena Josias si è girato è
stato colpito alla schiena. Samuel ha cercato di soccorrere l¹amico e anche
lui è stato raggiunto da colpi alla schiena Josias è morto subito, Samuel
all¹ospedale. Gli assassini hanno infierito sul corpo di Samuel colpendolo e
mutilandolo mentre era ancora vivo.
Il reverendo   Marcos Cosmo do MTST (movimento dei senza tetto) ha
dichiarato che Cicero non è legato al loro movimento e che non esiste nè è
mai esistito conflitto tra MST e MTST



21 AGOSTO ­ PERNAMBUCO ­ ARRESTO DI JAIME AMORIM, DELLA DIREZIONE NAZIONALE
DEL MST
il 21 agosto  stato arrestato Jaime Amorim, massimo dirigente del MST del
Pernambuco, mentre tornava dal funerale di un senza terra e stava per andare
a quello di un altro: si tratta di due dirigenti locali uccisi domenica in
un accampamento: Josias Barros e Samuel Matias Barbosa
 
   " La prigionia di Amorim in questo momento ha l'obiettivo di confondere
l'opinione pubblica e distogliere l'attenzione dall'assassinio dei due senza
terra", dice la direzione del MST del Pernambuco. "Di fronte a questo
esigiamo la liberazione immediata di Amorim e l'arresto degli assassini di
Josias e Samuel".  
    "Al contrario di quel che vogliono far credere la polizia e parte della
stampa locale, i due dirigenti dello stato non sono stati assassinati da
altri compagni del MST, ma da persone infiltrate nell'accampamento, che
volevano smobilitare i lavoratori Senza Terra e demoralizzare il Movimento.
Sono stati uccisi mentre difendevano la bandiera della riforma agraria
contro la manipolazione politica e gli interessi del capitale".
   Ieri, 21 agosto, è stata inviata la richiesta di habeas corpus al
Presidente del Tribunale del Pernambuco
 Il mandato nei   confronti di Amorim, relativo a fatti successi nel
novembre scorso, durante la visita di Busch, era noto da tempo, singolare è
invece la scelta del momento in cui Amorim è stato arrestato, con la
giustificazione che non sapevano dove trovarlo, mentre la sua abitazione è
la stessa da molto tempo e lì l'hanno spesso convocato come testimone di
altri fatti,
     Il MST chiede di mandare urgentemente messaggi per chiedere l'habeas
corpus al presidente del tribunale
(MESSAGGI DA INVIARE)
 
 
11 AGOSTO ­ L¹ONU RICEVE DENUNCE SULLA VIOLENZA IN  PERNAMBUCO
Il 10 agosto il MST e altre organizzazioni come Giustizia Globale, la CPT
ecc. hanno inviato una relazione al relatore speciale dell¹ONU
sull¹indipendenza del Potere Giudiziario, Leandro Despouy, e al
rappresentante dell¹ONU per il Diritti Umani, Hina Jilani. Il documento
presenta denunce di violenza e persecuzioni contro i lavoratori rurali e i
dirigenti del MST. La situazione si è aggravata con la recente decisione del
Giudice di  São Lourenço da Mata che ha ordinato lo sgombero a qualsiasi
costo delle persone che occupano la fazenda. Circa 300 famiglie di
lavoratori rurali occupano dal 2004 l¹accampamento   Chico Mendes, che sta
all¹interno di un terreno conosciuto come come Azienda   São João. In questo
luogo i lavoratori hanno costruito abitazioni, scuole e coltivano la terra
con colture di sussistenza, che includono mais, fagioli, ananas ecc.
L¹Incra ha già stabilito l¹improduttività degli immobili rurali. Secondo il
MST l¹area è stata abbandonata dal Gruppo Votorantin da più di 17 anni.  La
tensione e il rischio di violenza da parte delle polizia, già elevato nello
stato, sono stati potenziati dall¹ordine del giudice  José Gilmar da Silva,
di sgomberare immediatamente l¹area.  Questa decisione non ha tenuto conto
di un accordo fatto tra Incra, Governo dello Stato e Polizia Militare che un
eventuale sgombero fisse successivo a un incontro tra Incra e impresa
Votorantim il 15 agosto.   Jaime Amorim ha dichiarato che il MST continuerà
a trattare nonostante l¹arbitraria decisione del giudice. La situazione è
estremamente tesa. Nell¹accampanto sono anche entrati membri di una milizia
privata puntando armi contro i lavoratori. La polizia militare ha soltanto
scortato fuori gli uomini armati illegalmente mostrandosi a favore della
intimidazione. 

+++++++++++++++++++++++++++++++++
 
 
 MESSAGGIO DA INVIARE
 <presid at tjpe.gov.br>
   agosto  2006.
Excelentíssimo Senhor
Dr. Fausto Freitas 
Desembargador Presidente do Tribunal de Justiça de Pernambuco
Recife - PE
Ref.: Habeas Corpus n.º 142289-3 ­ 3ª Câmara Criminal
Prezado Desembargador,
 Somos preocupados com os fatos ocorridos nos últimos dias no Estado de
Pernambuco, vem, respeitosamente à presença de V. Exa., manifestar apoio à
liberdade imediata do defensor de direitos humanos e coordenador nacional do
MST, Jaime Amorim 
Em 21 de agosto de 2006, Jaime Amorim, juntamente com centenas de
trabalhadores/as rurais, representantes de entidades de direitos humanos e
autoridades públicas, retornava do sepultamento de um dos trabalhadores
assassinados, Josias de Barros Ferreira, no Município de Moreno/PE, com
intuito de dirigir-se ao velório do trabalhador Samuel Matias Barbosa,
quando foi abordado e preso por policiais, que realizaram uma operação na PE
52, região do município de Itaquitinga/PE.
A prisão de Jaime Amorim decorre de uma ordem judicial proferida pelo Juiz
da 5ª Vara Criminal da Comarca de Recife, nos Autos de Ação Penal n.º
001.2006.009.023-6, movidos pelo Ministério Público Estadual, sob acusação
de dano qualificado e incitação ao crime.
O MM. Juiz, Dr. Joaquim Pereira Lafayette Neto, em 04 de julho de 2006,
decretou a prisão de Jaime Amorim alegando que ³a prisão faz-se necessária
para segura aplicação da lei penal e a garantia da ordem pública, uma vez
que, o acusado, em liberdade, poderá colocar em risco a paz e a segurança
dos cidadãos de bem. Além do que, o denunciado não possui endereço fixo, o
quê, com certeza, compromete a segura da aplicação da lei penal².
Ocorre que o Ministério Público, ao oferecer a denúncia contra Jaime Amorim,
sequer informou o endereço deste. Em razão disso, o MM. Juiz, sem que fosse
feito qualquer esforço para localizar Jaime, determinou, indevidamente, que
Jaime fosse citado por meio de edital para comparecer à audiência de
interrogatório, alegando que Jaime ³não possui endereço fixo². Assim, sem
saber da existência do processo, Jaime deixou de comparecer à audiência,
fato que levou o MM. Juiz a decretar sua prisão preventiva, como mencionado.
A prisão é totalmente ilegal e afronta os princípios fundamentais garantidos
pela Constituição Federal e pelos Tratados e Pactos Internacionais sobre
Direitos Humanos.
O argumento utilizado para determinar a prisão de Jaime Amorim é incabível e
inaceitável, já que Jaime, além de residir há anos com sua família no
Município de Caruaru, é uma pessoa pública, cuja atividade envolve a sua
exposição permanente, participação direta em reuniões e eventos com
autoridades em espaços públicos e oficiais. Ressalte-se, que neste mesmo ano
Jaime já havia sido intimado, por outros juízes de Recife, no mesmo Fórum,
para comparecer como testemunha em outros processos judiciais, fato este que
demonstra que nenhum esforço foi feito para localizar seu endereço.
É necessário ainda frisar que há uma desproporção entre os esforços para
garantir a investigação e punição dos responsáveis pelas mortes dos
trabalhadores sem terra e os empenhados para efetuar a prisão de mais um
militante social. Este tratamento diferenciado marca a história do país, que
ficou internacionalmente conhecido pela inoperância em apurar as graves
violações de direitos humanos e pela ³eficiência² em criminalizar os
movimentos sociais e defensores de direitos humanos.
Assim, por entendermos que prisão é ilegal e arbitrária, tratando-se de mais
um caso de criminalização dos movimentos sociais e defensores de direitos
humanos, vimos requerer:
1. A concessão imediata da liminar requerida no habeas corpus acima
mencionado, sendo concedida a liberdade a Jaime Amorim, garantindo-se o
respeito aos princípios constitucionais, pactos e tratados internacionais
sobre direitos humanos, bem como à legislação processual penal;
2. A concessão da ordem de habeas corpus, a fim de garantir que Jaime Amorim
tenha o direito de responder à ação penal em liberdade;
3. Que sejam tomadas todas as providências necessárias para investigar e
punir os responsáveis pelos assassinatos dos trabalhadores rurais sem terra
Josias de Barros Ferreira e Samuel Matias Barbosa, impedindo-se que o caso
se transforme em mais uma história de impunidade das violações de direitos
humanos.
 
 
Atenciosamente,
 *************************************************************
 
 agosto 2006.
 
 
Excelentíssimo Senhor
Dr. Gustavo Augusto Rodrigues de Lima
Desembargador da  3ª Câmara Criminal do Tribunal de Justiça
Recife - PE
 
Fax: 0055-81-3419-3506
 
 
Ref.: Habeas Corpus n.º 142289-3 ­ 3ª Câmara Criminal
 
 
Prezado Desembargador,
 
 
(entidade/organização), preocupada com os fatos ocorridos nos últimos dias
no Estado de Pernambuco, vem, respeitosamente à presença de V. Exa.,
manifestar apoio à liberdade imediata do defensor de direitos humanos e
coordenador nacional do MST, Jaime Amorim.
 
Em 21 de agosto de 2006, Jaime Amorim, juntamente com centenas de
trabalhadores/as rurais, representantes de entidades de direitos humanos e
autoridades públicas, retornava do sepultamento de um dos trabalhadores
assassinados, Josias de Barros Ferreira, no Município de Moreno/PE, com
intuito de dirigir-se ao velório do trabalhador Samuel Matias Barbosa,
quando foi abordado e preso por policiais, que realizaram uma operação na PE
52, região do município de Itaquitinga/PE.
 
A prisão de Jaime Amorim decorre de uma ordem judicial proferida pelo Juiz
da 5ª Vara Criminal da Comarca de Recife, nos Autos de Ação Penal n.º
001.2006.009.023-6, movidos pelo Ministério Público Estadual, sob acusação
de dano qualificado e incitação ao crime.
 
O MM. Juiz, Dr. Joaquim Pereira Lafayette Neto, em 04 de julho de 2006,
decretou a prisão de Jaime Amorim alegando que ³a prisão faz-se necessária
para segura aplicação da lei penal e a garantia da ordem pública, uma vez
que, o acusado, em liberdade, poderá colocar em risco a paz e a segurança
dos cidadãos de bem. Além do que, o denunciado não possui endereço fixo, o
quê, com certeza, compromete a segura da aplicação da lei penal².
 
Ocorre que o Ministério Público, ao oferecer a denúncia contra Jaime Amorim,
sequer informou o endereço deste. Em razão disso, o MM. Juiz, sem que fosse
feito qualquer esforço para localizar Jaime, determinou, indevidamente, que
Jaime fosse citado por meio de edital para comparecer à audiência de
interrogatório, alegando que Jaime ³não possui endereço fixo². Assim, sem
saber da existência do processo, Jaime deixou de comparecer à audiência,
fato que levou o MM. Juiz a decretar sua prisão preventiva, como mencionado.
 
A prisão é totalmente ilegal e afronta os princípios fundamentais garantidos
pela Constituição Federal e pelos Tratados e Pactos Internacionais sobre
Direitos Humanos.
 
O argumento utilizado para determinar a prisão de Jaime Amorim é incabível e
inaceitável, já que Jaime, além de residir há anos com sua família no
Município de Caruaru, é uma pessoa pública, cuja atividade envolve a sua
exposição permanente, participação direta em reuniões e eventos com
autoridades em espaços públicos e oficiais. Ressalte-se, que neste mesmo ano
Jaime já havia sido intimado, por outros juízes de Recife, no mesmo Fórum,
para comparecer como testemunha em outros processos judiciais, fato este que
demonstra que nenhum esforço foi feito para localizar seu endereço.
 
É necessário ainda frisar que há uma desproporção entre os esforços para
garantir a investigação e punição dos responsáveis pelas mortes dos
trabalhadores sem terra e os empenhados para efetuar a prisão de mais um
militante social. Este tratamento diferenciado marca a história do país, que
ficou internacionalmente conhecido pela inoperância em apurar as graves
violações de direitos humanos e pela ³eficiência² em criminalizar os
movimentos sociais e defensores de direitos humanos.
 
Assim, por entendermos que prisão é ilegal e arbitrária, tratando-se de mais
um caso de criminalização dos movimentos sociais e defensores de direitos
humanos, vimos requerer:
 
 
1. A concessão imediata da liminar requerida no habeas corpus acima
mencionado, sendo concedida a liberdade a Jaime Amorim, garantindo-se o
respeito aos princípios constitucionais, pactos e tratados internacionais
sobre direitos humanos, bem como à legislação processual penal;
 
2. A concessão da ordem de habeas corpus, a fim de garantir que Jaime Amorim
tenha o direito de responder à ação penal em liberdade;
 
3. Que sejam tomadas todas as providências necessárias para investigar e
punir os responsáveis pelos assassinatos dos trabalhadores rurais sem terra
Josias de Barros Ferreira e Samuel Matias Barbosa, impedindo-se que o caso
se transforme em mais uma história de impunidade das violações de direitos
humanos.
 
 
Atenciosamente,
 
 
(entidade/organização)