L'ALBA avanza come proposta alternativa in America Latina



 

L'Avana, 26 aprile 2006

Hugo Chávez ha annunciato l’adesione della Bolivia all'ALBA

(PL) - Il presidente Hugo Chávez ha annunciato che la Bolivia si incorporerà il prossimo 30 aprile all'Alternativa Bolivariana per le Americhe (ALBA), un accordo di integrazione stabilito tra Cuba e il Venezuela.

Parlando nel Palazzo Presidenziale di Miraflores in occasione della creazione di un'impresa mista col Nicaragua chiamata "ALBA Petróleos", Chávez ha puntualizzato che andrà all'Avana insieme al presidente boliviano Evo Morales per realizzare questo proposito d’adesione.

"L'ALBA – ha sottolineato - avanza come proposta alternativa a vari livelli, perché avanza a livello di nazione, come in Venezuela ed ora anche la Bolivia si incorporerà".

L'impresa mista ALBA Petróleos è formata con la partecipazione dell'Associazione dei Municipi del Nicaragua e PDV Caribe, filiale di Petroleos del Venezuela (PDVSA). Alla cerimonia era presente l'ex presidente del Nicaragua ed attuale candidato presidenziale, Daniel Ortega.

Chávez ha indicato che la società mista fa parte degli sforzi integrazionisti della regione.

ALBA Petróleos, che ha sede in Nicaragua, conta su un capitale sociale iniziale di un milione di dollari, pagato al 10%. PDV Caribe apporterà il 60% e l'Associazione di Municipi il 40% restante.

Chávez ha ricordato che un candidato presidenziale in Nicaragua lo ha accusato di voler intervenire nelle elezioni e di voler comprare le volontà, offrendo petrolio, si presume, più economico, in un anno elettorale.

Questo discorso è stato elaborato dal Pentagono perché la destra più reazionaria è preoccupata per il peso della sinistra nel paese e teme pe ri risultati poiché il progetto sandinista non è morto.

Il progetto statunitense dell’Area di Libero Commercio delle Americhe (ALCA) è stato sconfitto per l'azione dei popoli, ma l’impero per contrattaccare ha creato adesso i Trattati di Libero Commercio (TLC) ed è così cominciata una nuova battaglia.

"La nostra sola alternativa è accelerare la nostra crescita : loro retrocedono di un passo noi ne facciamo due avanti", ha osservato il presidente venezuelano che prevede la sconfitta dei piani imperiali degli Stati Uniti per questo secolo .

http://www.granma.cu/italiano/2006/abril/mier26/alba.html

 

L'Avana, 26 aprile 2006

ACCORDO D’INTEGRAZIONE ENERGETICA
Preoccupazione a Washington

NIDIA DÍAZ – di GI

IL Governo degli Stati Uniti è preoccupato. È stato così impegnato a scatenare guerre e seminare conflitti nel mondo che ha trascurato quel che stava succedendo nel suo cortile di casa, dove la sua ostinazione ad imporre il neoliberismo ad oltranza ha provocato non solo l’ingovernabilità del modello ma anche la conformazione, su iniziativa delle maggioranze delle popolazioni di una buona parte dei nostri paesi, di nuove e praticabili opzioni con le quali sbarrare il passo a secoli di dipendenza e dominazione.

I capi di Stato della Bolivia Morales e dell’Uruguay Vázquez, si sono incontrati alcuni giorni fa nella capitale paraguayana Asunción e, assieme al presidente di questo paese sudamericano Nicanor Duarte Frutos, hanno invitato il Presidente venezuelano Chávez a condividere la nascita di un nuovo progetto d’integrazione: la costruzione di un gasdotto lungo quasi 800 km dalla Bolivia fino al Paraguay e all’Uruguay a beneficio dei loro popoli.

Il progetto dell’anello energetico andrebbe ad aggiungersi, arrivato il momento e compiuti gli aggiustamenti necessari, al megaprogetto Gas del Sud, già firmato dai capi di Stato del Venezuela, Hugo Chávez; del Brasile, Luis Inacio Lula da Silva e dell’Argentina, Néstor Kirchner, che il leader bolivariano ha definito l’inizio di un sogno: formare l’arco del gas sudamericano al quale si potrebbero integrare il Perù ed altre nazioni.

L’accordo, sottoscritto il 20 aprile scorso, consta di un Protocollo d’Intesa nel quale i firmatari si sono impegnati (per mezzo di una Commissione Trinazionale) ad avanzare negli studi di fattibilità per la costruzione del detto gasdotto. Il negoziato e la firma dell’Accordo d’Integrazione Energetica dovranno essere pronti prima della fine dell’anno.

Il Venezuela apporterà collaborazione tecnica e finanziaria.

È stata ugualmente importante la decisione del presidente paraguayano, Nicanor Duarte, di offrire al suo omologo boliviano il porto di Casado affinchè la Bolivia lo impieghi in usufrutto e lo utilizzi per costruirvi, eventualmente, una raffineria per la vendita degli idrocarburi. La Bolivia è la seconda riserva di gas del Sudamerica.

Gasdotto del Sud, Megasdotto, Arco del Gas Sudamericano, Petrosur e Petrocaribe costituiscono, al di là dei loro iniziatori regionali e delle carenze energetiche di alcuni e dell’apporto di altri, componenti un nuovo progetto d’integrazione latinoamericana che si sta aprendo il passo e che potrebbe, con il tempo, realizzarsi nell’ambito dell’ALBA (Alternativa Bolivariana per le Americhe).

Si tratta della costruzione di un modello di relazioni internazionali basato sulla solidarietà, sul rispetto delle asimmetrie strutturali, la complementarietà e non sulla competizione, su una politica d’inclusione che veda imperare l’uguaglianza e la cooperazione nel momento di negoziare firme e convegni ed il cui obiettivo sia l’essere umano e non il mercato. Un modello dal quale venga per sempre eliminato l’inganno del libero commercio.

La riunione di Asunción è in questo senso fondativa e dimostra che i vecchi patti d’integrazione regionale non hanno futuro, in quanto figli deformi del modello capitalista e della sua tappa neoliberista.

Non è un caso che politologi e osservatori, difensori del libero commercio e del mercato, abbiano cominciato a fare una campagna contro questi nuovi percorsi d’integrazione.

Stanno intenzionalmente agitando un fantasma politico-ideologico con il quale pretendono di "scomunicare" i progetti di liberazione che ispirano il Venezuela bolivariano di Hugo Chávez e la Cuba socialista di Fidel Castro, leaders con una chiara visione del futuro e una provata vocazione solidaristica e di cooperazione.

Come può essere oggi difesa, per esempio, la Comunità Andina delle Nazioni (CAN) dopo che due dei suoi Stati membri, Colombia e Perù, hanno firmato il Trattato di Libero Commercio con gli Stati Uniti e l’Ecuador sta per farlo sotto la pressione di Washington a danno di altri che, come la Bolivia, perde così il mercato per la sua soia, ad esempio.

Come può essere difesa quando, dalla firma del TLC con gli USA, peruviani e colombiani non potranno sviluppare medicinali generici, meno costosi per le economie nazionali e che, se prodotti, libererebbero questi popoli dalla dipendenza delle transnazionali dei medicinali.

Come si può difendere se peruviani e colombiani dovranno accettare che siano gli stessi Stati Uniti a certificare l’ingresso in queste nazioni della carne arrivata dal territorio USA, esponendosi al rischio di eventuali o congiunturali malattie, che nessun paese terzo vorrebbe correre.

Non è un segreto per nessuno che l’Amministrazione USA, fallita l’imposizione dell’ALCA originale, ha scommesso sui TLC come strumento della sua tradizionale politica del "divide et impera" e per impedire che l’America Latina arrivi unita ad un negoziato nel quale si difendano gli interessi nazionali.

I Trattati di Libero Commercio costituiscono, come direbbe l’accademico cubano Osvaldo Martínez, "uno specchietto per le allodole per coprire la vera politica di dominazione e sfruttamento".

Il libero commercio, in un’economia mondiale globalizzata e transnazionalizzata, dominata da gigantesche corporazioni e dove gli Stati Uniti e l’Europa praticano un serrato protezionismo selettivo, è una finzione, ha avvisato questo analista delle tematiche dell’economia mondiale.

Il Presidente venezuelano, di fronte a questa realtà, ha dato istruzione al suo ministro degli Esteri Alí Rodríguez, sabato 22 aprile, di porre fine all’associazione di Caracas alla Comunità Andina delle Nazioni, perchè è "un’istanza utile soltanto alle elites, alle transnazionali e non al nostro popolo, agli indios, ai poveri", ha affermato e perchè si stanno modificando gravemente e pericolosamente i principi originari che le dettero origine nel 1969.

Ha enfatizzato che "la Comunità Andina delle Nazioni è ferita a morte e oggi posso dire che è morta. L’hanno uccisa, non esiste. Il Venezuela abbandona la Comunità Andina".

La firma da parte degli USA di Trattati di Libero Commercio con nazioni della Comunità Andina significa che questo potenziale mercato di 120 milioni di persone verrà controllato dalle transnazionali nordamericane a svantaggio dei produttori locali, che non riceveranno sussidi statali e le cui esportazioni verranno decimate, mentre nel mercato interno non potranno competere con i prodotti statunitensi.

Nel caso del Venezuela, così come denunciato da Chávez, il paese verrebbe inondato da prodotti nordamericani che, una volta entrati in Colombia, verrebbero nuovamente esportati nel paese vicino, traendo vantaggio dalle agevolazioni reciproche delle nazioni facenti parte della Comunità.

Il presidente uruguayano Tabaré Vázquez, ha coinciso con il suo omologo venezuelano sul fatto che "vogliamo più e meglio MERCOSUR ma non quello di oggi, piagato da problemi che affliggono principalmente i paesi più piccoli del blocco".

Vogliamo, ha detto, essere gli artefici del nostro destino, del nostro futuro, vogliamo essere lavoratori, operai della costruzione di un’America del Sud più unita, fraterna, giusta, egualitaria e rispettosa delle ricchezze dei nostri popoli.

Quest’opinione si sta estendendo nel sub-continente e Washington si preoccupa.

http://www.granma.cu/italiano/2006/abril/mier26/acuerdo-it.html

 

L'Avana, 25 aprile 2006

Il Venezuela ha offerto cooperazione
allo sviluppo di Haiti

CARACAS, 24 aprile (PL). – Il Venezuela collaborerà con Haiti in materia d’energia e piani per lo sviluppo sociale della nazione caraibica, ha assicurato lunedì il presidente Hugo Chávez, che in una conferenza stampa congiunta con il presidente eletto di Haiti, René Preval, ha indicato che a maggio si recherà in questo paese una commissione tecnica venezuelana, chiamata a valutare le diverse necessità e ad elaborare gli accordi da firmare.

Preval ha compiuto una visita nella nazione sudamericana durante la quale si è incontrato con il leader bolivariano per delineare le sfere della cooperazione tra le due nazioni.

Chávez ha inoltre annunciato che è previsto l’ingresso di Haiti in PetroCaribe, accordo per mezzo del quale i paesi dei Caraibi ricevono petrolio con facilitazioni di pagamento.

Il governante ha informato che verrà consegnata una donazione di combustibile ad Haiti, destinata ai servizi ospedalieri e scolastici.

Il Presidente ha inoltre messo in risalto che verrà stipulato un accordo tra la Banca di Haiti e quella dello Sviluppo Sociale del Venezuela, per aprire crediti orientati all’assistenza dei cittadini più poveri della nazione caraibica.

Ha precisato che a questo progetto si aggiungerà una richiesta di un credito effettuata anteriormente per ampliare un aeroporto.

Le missioni educative verranno messe a disposizione del popolo haitiano per l’alfabetizzazione, la formazione tecnica e la continuità degli studi, ha puntualizzato Chávez.

Questi progetti sociali verranno articolati con Cuba, per l’esperienza dell’Isola in queste aree, ha spiegato il Presidente, aggiungendo che "l’ALBA continua ad acquistare forza e ad occupare spazio".

Preval ha aggiunto che si recheranno nel suo paese anche esperti cileni, argentini e brasiliani.

Ha considerato che si tratta del primo passo per conformare il piano haitiano, che ha come obiettivo il miglioramento delle condizioni di vita del popolo.

Ha messo in risalto che l’idea è migliorare situazioni come quella energetica, specificando che gli haitiani dispongono soltanto di 30 megawatt al giorno, due ore di luce elettrica.

Ha puntualizzato di desiderare un piano haitiano, magari elaborato con l’aiuto di paesi amici, "affinchè non vengano altri con i loro progetti e ci impongano soluzioni non costruttive per il nostro paese".

http://www.granma.cu/italiano/2006/abril/mar25/haiti.html

 

L'Avana, 27 aprile 2006

GUATEMALA
Tra la spada e l’impotenza

NIDIA DÍAZ – di GI –

Il proconsole nordamericano in Guatemala, James Dirham, si è intrufolato nel Congresso guatemalteco il 18 aprile per far pressione sui legislatori affinchè approvino subito la legge complementare necessaria all’ingresso definitivo del paese centroamericano nel TLC.

Gli USA, il Centroamerica e la Repubblica Dominicana hanno firmato nel 2005 il Trattato di Libero Commercio, che sarebbe dovuto entrare in vigore il 1º gennaio di quest’anno, se non fosse stato per l’ostacolo rappresentato dalla mancata approvazione di una nuova legislazione che disciplini la forma di dominazione implicita in questi accordi.

Soltanto El Salvador, Honduras e Nicaragua hanno detto di si finora, cambiando le loro legislazioni nazionali. Il Congresso del Costa Rica non ha ancora ratificato il TLC e in Guatemala il legislativo si sta dibattendo tra la tentazione di farsi aspettare e non apparire così servile di fronte al padrone o strappare anche soltanto poche modifiche per non danneggiare troppo il contesto sociale.

Nonostante ciò, sono bastati pochi minuti al rappresentante nordamericano perchè il presidente del legislativo, Jorge Méndez Herbruger, si rivolgesse ai suoi omologhi con una preghiera: "Sappiamo che non ci sono i voti sufficienti, ma chiedo ai capigruppo di prendere coscienza dell’importanza della legge" (quella che gli USA li obbligano ad approvare) "affinchè il TLC entri in vigore il prossimo 1º maggio".

Perciò è necessario che il Parlamento si metta d’accordo sulla modificazione di circa 15 leggi, così come esige Washington.

Tra queste ci sono il Codice Penale in vigore, la Legge sul Commercio, quella sulle Contrattazioni, quella dell’Imposta sulla Rendita, quelle relative ai timbri fiscali, ai prodotti finanziari, bancari, nonchè quelle relative alle Telecomunicazioni, alla Proprietà Industriale, ai Diritti d’Autore e alla Protezione dell’Ambiente.

Queste modificazioni andranno a danno della sovranità del paese e produrranno un’ulteriore restrizione dei pochi diritti del lavoro e sociali che restano al popolo guatemalteco.

Il presidente della Repubblica Oscar Berger, secondo un dispaccio dell’Agenzia AP, ha dichiarato alcuni giorni prima della presenza di Derham nel Capitolio: "Ci vogliono portare a situazioni che non possiamo permettere. Abbiamo una legislazione nazionale che siamo tenuti a rispettare e non possiamo cambiarla da un giorno all’altro in nome di un accordo commerciale. Gli Stati Uniti erano a conoscenza di questa situazione".

È legittimo chiedersi se il presidente Oscar Berger non sapesse che, firmando il TLC con Washington, stava consegnando la sovranità del paese, legandosi da solo le mani di fronte all’Esecutivo.

È stato un ingenuo se non si è nemmeno chiesto come e che cosa sarebbe divenuto il Guatemala dopo la firma dell’accordo.

Il ritardo nell’approvazione della legge complementare pretesa dall’impero è dovuto, tra l’altro, alla ricerca di un consenso per dare semaforo verde a misure compensative di carattere sociale, perchè i settori più vulnerabili della popolazione non vengano danneggiati dall’entrata in vigore del TLC. Stiamo parlando del 70% dei 12 milioni di guatemaltechi che vivono in povertà.

Il Governo, sottoposto a queste grossolane pressioni interventiste, si dibatte impotente di fronte alla determinata mobilitazione di contadini, indigeni, lavoratori e rappresentanti di organizzazioni dei Diritti Umani, che esigono vengano soddisfatte una serie di rivendicazioni, per sostenere le quali hanno indetto una sollevazione nazionale pacifica, che ha visto chiusure e blocchi di strade.

...

IL VENEZUELA RIBADISCE LA SUA USCITA DALLA Comunità Andina delle Nazioni (CAN)

(PL) - Il Venezuela ha confermato il suo rispetto per la decisione della Colombia di proseguire nello sviluppo dell’applicazione del Trattato di Libero Commercio (TLC) con gli Stati Uniti ma ha anche ratificato la sua volontà di uscire dalla Comunità Andina delle Nazioni (CAN).

Il presidente della Colombia, Álvaro Uribe ha comunicato al suo omologo venezuelano Hugo Chávez che non tornerà indietro nel suo proposito di negoziare il TLC con gli Stati Uniti.

La dichiarazione di Uribe è una risposta alle dichiarazioni di Chávez a proposito dell'uscita del Venezuela dal CAN, da rivedere se Colombia e Perù riconsideravano i loro accordi commerciali con Washington.

La ministro venezuelano dell’Industria Leggera e del Commercio, Maria Cristina Iglesias ha sostenuto che così com’è rispettabile la decisione di Uribe, si deve rispettarsi la posizione del Venezuela che vuole uscire dal blocco andino.

Intervistata durante il programma "Con Fiducia" della Venezuelana de Televisión, la Iglesias ha dichiarato che il Venezuela ha deciso di guardare a Sud, lasciandosi dietro il colonialismo e contando sulla capacità dei popoli in materia economica, puntando sull'integrazione.

La ministro ha definito "concentrati di malignità" i trattati di libero commercio ed ha ricordato che gli accordi della Colombia e del Perù con gli Stati Uniti, la CAN è stata vuotata dei suoi principi che non erano quelli del libero commercio ma dell’integrazione.

La ministro ha ricordato che il TLC col Messico non ha certo migliorato la situazione di miseria né la disoccupazione ma che, al contrario, gli Stati Uniti stanno costruendo un muro per ostacolare l'entrata dei messicani che cercano di sfuggire alla povertà e dalla disoccupazione.

La Iglesias ha commentato che l'uscita dal blocco andino non porterà sicuramente ad una rottura delle relazioni commerciali con Colombia, Ecuador, Perù e Bolivia ed ha precisato che si sta lavorando per stabilire relazioni bilaterali di commercio con giustizia.

La funzionaria ha anche sostenuto l'Alternativa Bolivariana per le Americhe (ALBA) proposta dal Venezuela con condizioni differenti ed ha precisato che la differenza tra le due posizioni è che c’è chi guarda al Nord ed al colonialismo e c’è invece chi guarda al Sud e alla lotta contro la povertà e popone un commercio equo.

Ella ha precisato che come ideologia geopolitica, il Sud abbraccia molto più del Mercato del Sud (MERCOSUR), integrato da Argentina, Brasile, Uruguay, Paraguay e Venezuela e il progetto d’una nazione di repubbliche non esclude i Caraibi, con una necessaria trasformazione del MERCOSUR.

"Dobbiamo fomentare un'integrazione sana pensando ai popoli, e non alle multinazionali, ha dichiarato la Iglesias, che ha denunciato anche "i segreti" dei TLC negoziati con tinte fosche, i cui testi non sono ancora noti.

Le regole che vogliamo – ha precisato - devono essere chiare, senza concorrenza selvaggia, senza attaccare i più deboli come le piccole imprese e le cooperative.

http://www.granma.cu/italiano/2006/abril/jue27/18guatemala-it.html

L'Avana, 11 aprile 2006

È stata costituita un’Impresa
Mista [cubano-venezuelana] per la riattivazione della Raffineria di Cienfuegos

È stato firmato oggi l’Accordo d’Associazione e i documenti complementari di costituzione dell’Impresa Mista PDV-CUPET S.A. per la riattivazione della raffineria di petrolio nella provincia di Cienfuegos.

Le compagnie petrolifere PDVSA del Venezuela e CUPET di Cuba hanno autorizzato le loro rispettive filiali PDVSA CUBA S.A. e Comercial CUPET S.A. a formalizzare l’Accordo, dando così applicazione alla Carta d’Intenti sottoscritta il 28 aprile 2005 nell’ambito dell’Alternativa Bolivariana per le Americhe, iniziativa dei presidenti Hugo Chávez della Repubblica Bolivariana del Venezuela e Fidel Castro di Cuba.

La ragione sociale di quest’impresa è la raffinazione di idrocarburi e la manifattura di prodotti; acquisto, stoccaggio, elaborazione, distribuzione e commercializzazione di idrocarburi e prodotti derivati nel territorio cubano ed all’estero; trasporto di petrolio e derivati per via marittima, fluviale e terrestre dentro e fuori il territorio cubano, mediante navi di sua proprietà o noleggiate allo scopo.

La parte cubana possiede il 51% delle azioni mentre quella venezuelana il 49%.

Firmerà con PDVSA, allo scopo di garantire il raggiungimento degli obiettivi dell’Impresa Mista PDV-CUPET S.A., un accordo per la fornitura di greggio e prodotti necessari al funzionamento ottimale della Raffineria di Cienfuegos, che verrà immediatamente sottoposta ad un processo di riabilitazione.

Le parti hanno espresso che questo Accordo dimostra l’interesse ad approfondire e consolidare la cooperazione energetica bilaterale nel settore degli idrocarburi, sulla base dei principi di uguaglianza e vantaggio reciproco.

La cerimonia di firma si è svolta nel Palazzo della Rivoluzione ed ha contato sulla presenza del Presidente Fidel Castro nonchè di Rafael Bielsa, Ministro dell’Energia e del Petrolio della Repubblica Bolivariana del Venezuela e Presidente di PDVSA.

Città de L’Avana, 10 aprile 2006

http://www.granma.cu/italiano/2006/abril/mar11/refineria.html

L'Avana, 25 aprile 2006

La firma dell’ALBA ha compiuto
un anno di successi


JAVIER RODRÍGUEZ

L’AVANA, 24 APRILE (PL). – È passato un anno da quando i presidenti di Cuba e Venezuela hanno firmato, nella capitale dell’Isola, 49 accordi per consolidare il processo d’integrazione dell’Alternativa Bolivariana per le Americhe (ALBA).

Il 29 aprile del 2005 i Presidenti Fidel Castro, di Cuba, e Hugo Chávez, del Venezuela, hanno sottoscritto a L’Avana questi documenti, che hanno dato un importante contributo a rendere più stretti i rapporti bilaterali.

Il contenuto dei principali accordi economici e politico-sociali formalizzati un anno fa e la loro successiva messa in pratica sono una dimostrazione del senso di cooperazione autentica implicito nei documenti firmati e del loro significato per la sub-regione.

Cuba ha esentato i prodotti venezuelani acquistati nell’ambito dell’ALBA dal pagamento dei dazi doganali e dalle imposte, mentre Caracas ha concesso agevolazioni daziarie a 104 articoli d’origine cubana e ha deciso di ridurre gradualmente i gravami fiscali sulle importazioni dall’Isola.

L’Avana ha sottoscritto contratti d’acquisto per 414 milioni di dollari con imprese venezuelane fabbricanti dagli alimenti ai pneumatici e con una succursale dell’impresa Petroleos de Venezuela (PDVSA).

In quest’ultimo caso i due paesi si sono accordati per esplorare, sfruttare, raffinare e immagazzinare gli idrocarburi e i loro derivati in territorio cubano, proposito materializzatosi con la successiva creazione di un’impresa mista che potenzierà la raffineria di Cienfuegos, situata in questa centrale provincia della nazione antillana.

Si è anche proceduto all’inaugurazione della succursale della Banca Industriale del Venezuela a L’Avana e di una filiale a Caracas della Banca Centrale di Cuba per finanziare importazioni ed esportazioni, con capitale iniziale di 400 milioni di dollari annuali.

Le due nazioni hanno deciso la costruzione a Cuba di un cantiere navale binazionale e la concessione del libero transito e dell’esenzione impositiva alle navi battenti bandiera venezuelana che trasportano passeggeri e merci nell’Isola.

Un aspetto di rilievo contemplato lo scorso anno negli storici documenti fa riferimento alla già esistente assistenza cubana al Venezuela nei campi della salute, dell’educazione, ecc., una collaborazione inedita tra nazioni latinoamericane.

Gli specialisti dell’Isola caraibica hanno sostenuto l’inaugurazione nello Stato sudamericano di centinaia di centri di diagnosi medica integrale, sale di riabilitazione e fisioterapia, nonchè centri ad alta tecnologia adibiti all’offerta di servizi gratuiti alla popolazione.

Negli accordi è contemplata la consulenza per formare in Venezuela 40 mila medici e 5 mila specialisti in tecnologia della salute in meno di un decennio e 10 mila diplomati di Liceo venezuelani diverranno medici e infermieri dopo aver studiato a Cuba.

Molte case di famiglie cubane in tutto il paese hanno aperto fraternamente le loro porte a questi studenti che, parallelamente, stanno studiando le loro materie nei policlinici e negli ospedali di tutto il paese.

Un’emozionante ed effettiva dimostrazione di solidarietà, ufficializzata negli accordi, è stata la decisione di praticare interventi chirurgici gratuiti a Cuba a 100.000 pazienti venezuelani con affezioni oftalmologiche, nell’ambito dell’Operazione Miracolo.

Il recupero o la preservazione della vista da parte di un così alto numero di persone ammalate, servizio che Cuba ha successivamente esteso ai cittadini di molti altri paesi, costituisce una bellissima pagina scritta anche come dimostrazione del significato umano dell’ALBA.

In questo stesso scenario si inscrive l’assistenza medica prestata annualmente negli ospedali cubani ad altre migliaia di cittadini venezuelani che ricevono dai trapianti di organi fino ai trattamenti ortopedici e neurologici.

Il presidente Chávez ha definito quell’atto di firma come un passo importante nell’integrazione dell’America Latina e dei Caraibi, "non come vuole Washington, ma per la libertà e la dignità delle nostre nazioni".

Sono trascorsi due giorni estremamente felici e fecondi, ha affermato Fidel Castro dopo le 48 ore di conversazioni e d’adozione delle decisioni, divenute autentica dimostrazione di quel che gli altri popoli possono aspettarsi dall’ALBA in contrapposizione al nordamericano Accordo di Libero Commercio per le Americhe (ALCA).

Quanto avvenuto nei 12 mesi successivi ha confermato i pronostici dei due statisti e le previsioni stabilite negli accordi di quel 29 aprile, con l’aumento a miliardi di dollari dei reciprocamente vantaggiosi scambi commerciali cubano-venezuelani.

L’ALCA di George Bush sta languendo e quasi nessuno la difende più, mentre la bolivariana ALBA coinvolge già, a distinti livelli di collaborazione, numerosi Stati latinoamericani e caraibici, a dimostrazione che i sogni possono divenire realtà.

http://www.granma.cu/italiano/2006/abril/mar25/alba.html

L'Avana, 24 aprile 2006

Sono più di due milioni gli alfabetizzati con il metodo [cubano] "Io si che posso"
● La Bolivia priorizzerà l’insegnamento delle lingue indigene ● L’UNESCO ha riconosciuto i risultati del programma cubano ● Il Seminario Internazionale sulle Politiche d’Alfabetizzazione verrà celebrato a L’Avana

NAVIL GARCIA ALFONSO – di GI

Circa 2 milioni di persone hanno appreso a leggere e scrivere in 13 paesi della regione da quando il programma d’alfabetizzazione Io si che posso è stato applicato in Venezuela fino all’inizio della sua utilizzazione in Bolivia.

Le ricorrenti incursioni di Cuba nelle campagne d’alfabetizzazione – a partire da quella che nel 1961 permise di dichiarare il paese territorio libero dall’analfabetismo – garantiscono la preparazione dei professionisti cubani che prestano collaborazione in altre nazioni.

L’utilizzo della televisione come mezzo di sostegno nei modelli educativi d’alfabetizzazione è stata un’idea di Fidel. In precedenza, nel 1998, venne creato un progetto per mezzo del quale impararono a leggere e scrivere circa 100.000 haitiani.

L’uso della televisione è stato introdotto quando la Rivoluzione bolivariana ha deciso di sradicare l’analfabetismo. La nuova variante permette di imparare a leggere e scrivere in 7 settimane. È stato così cambiato il paradigma dell’educazione tradizionale, che esige la presenza del professore di fronte agli alunni.

Il modello è stato denominato Io si che posso proprio in Venezuela ed ha permesso l’alfabetizzazione di 1,4 milioni di cittadini del paese sudamericano. La gran parte degli alfabetizzati ha deciso di continuare a studiare in un altro progetto per raggiungere il 6º grado. Questo programma di continuazione si chiama Io si che posso continuare. Coloro che lo iniziano hanno già terminato la prima fase, raggiungendo un livello equivalente al 4º grado.

L’applicazione del sistema Io si che posso, secondo il direttore della Cattedra d’Alfabetizzazione ed Educazione per Adulti dell’Istituto Pedagogico Latinoamericano e Caraibico (IPLAC), José Ricardo del Real, "coinvolge grandi gruppi di persone con una considerevole economizzazione di risorse e garantendo sempre la qualità del processo".

Sono numerosi i metodi d’alfabetizzazione esistenti nel mondo, ma nessuno è come questo. Tutti gli altri sono basati sulla presenza dell’insegnante, che dev’essere ben preparato a svolgere questo lavoro. Il metodo cubano necessita soltanto di personale di sostegno, del quale può far parte qualsiasi persona alfabetizzata della comunità che abbia superato un breve corso, in quanto il lavoro principale viene svolto dalle lezioni registrate nei video.

Secondo del Real "il metodo è molto flessibile e può essere adattato alle realtà delle differenti comunità". È già stato confezionato in portoghese, inglese e francese, oltre che in spagnolo. Nel caso della Bolivia, per esempio, il programma è in fase di adattamento alle caratteristiche sociali, culturali e linguistiche, in modo che possa venire priorizzato l’insegnamento di ognuno degli idiomi parlati in questo paese".

Il presidente Evo Morales si era impegnato ad eliminare l’analfabetismo poco tempo prima che si iniziasse un’opera concreta in questo senso, con l’obiettivo di poter contare su una popolazione meglio preparata per affrontare lo sviluppo del paese.

Félix Patzi, ministro cubano dell’Educazione, ha affermato a L’Avana durante il congresso internazionale ‘Università 2006’, che la modernizzazione del programma educativo boliviano sarà in funzione delle necessità della nazione e del riscatto dell’identità culturale dei popoli indigeni.

Io si che posso è un metodo creato per alfabetizzare giovani e adulti, basato sull’ampiezza della conoscenza che queste persone hanno dei numeri, anche se non sanno leggere. È molto facile insegnare loro a scrivere per mezzo di un’associazione di lettere e numeri.

La realizzazione di campagne d’alfabetizzazione può costituire un palliativo per ridurre gli alti indici di analfabetismo esistenti nei paesi poveri ma, come ha segnalato José del Real, "è necessaria una volontà politica dei Governi che garantisca la continuità dell’insegnamento, affinchè il numero degli analfabeti non continui a crescere".

Il metodo Io si che posso è stato utilizzato (avvalendosi della consulenza cubana) in Nuova Zelanda, Ecuador ed in alcuni stati messicani come Michoacán e Oaxaca. Sempre adattandolo alle caratteristiche di ogni regione.

Il Primo Congresso Internazionale d’Alfabetizzazione si è svolto a Cuba nel 2005. Cuba ha offerto il programma Io si che posso all’UNESCO, per contribuire a ridurre in poco tempo gli indici di analfabetismo. Un rilevante numero di paesi ha riconosciuto i risultati soddisfacenti del progetto durante la 33º Conferenza Generale di quest’organizzazione dell’ONU.

La Conferenza ha stabilito che, dal 5 al 9 giugno di quest’anno si svolgerà a L’Avana il Seminario Internazionale sulle Politiche d’Alfabetizzazione e Post-Alfabetizzazione. Tra le principali tematiche che verranno affrontate ci saranno: Alfabetizzazione bilingue e multilingue; Sviluppo interculturale; Approccio di genere e ruralità; Alfabetizzazione in comunità indigene e di persone con necessità educative speciali.

Altre importanti informazioni sul Seminario possono venire richieste inviando una mail all’indirizzo alfabetizacion at rimed.cu o cercate nel sito web www.alfabetizacion.rimed.cu
 

http://www.granma.cu/italiano/2006/abril/lun24/alfabetizacion.html

Venezuela e Cuba Venezuela-Cuba il 14 dicembre 2004 hanno dato vita all'ALBA - Alternativa Bolivariana para las Américas. Link: http://www.alternativabolivariana.org/.

Los presidentes Hugo Chávez y Fidel Castro firmaron un Acuerdo para la aplicación de la Alternativa Bolivariana para las Américas (ALBA)Simón BolívarJosé Martí

Maggiori info: http://www.granma.cubaweb.cu/secciones/alba/

 

www.resistenze.org - popoli resistenti - cuba - 18-12-04

Accordo tra il Presidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela ed il Presidente del Consiglio di Stato di Cuba per l’applicazione dell’alternativa bolivariana per le Americhe

14 dicembre 2004

Il Presidente Hugo Chavez Frias a nome della Repubblica Bolivariana del Venezuela da una parte ed il Presidente del Consiglio di Stato Fidel Castro dall’altra, a nome della Repubblica di Cuba, riuniti in Città de L’Avana il 14 dicembre 2004 in occasione della celebrazione del 180° anniversario della gloriosa vittoria di Ayacucho e della Convocazione del congresso Anfizionico di Panama, hanno ritenuto di ampliare e modificare l’Accordo Complessivo di Cooperazione tra Cuba e Venezuela, sottoscritto il 30 ottobre 2000. A questo scopo è stato deciso di firmare il presente accordo in occasione del 10° anniversario dell’incontro del Presidente Hugo Chavez con il popolo cubano.

Articolo 1

I governi di Venezuela e Cuba hanno deciso di fare passi concreti verso l’integrazione, basati sui principi contenuti nella Dichiarazione Congiunta sottoscritta in questa data tra la Repubblica Bolivariana del Venezuela e la Repubblica di Cuba.

Articolo 2

Essendosi consolidato il processo bolivariano dopo la decisiva vittoria nel Referendum Revocatorio del 15 agosto 2004 e nelle elezioni regionali del 31 ottobre 2004 ed avendo Cuba la possibilità di garantire il suo sviluppo sostenibile, la cooperazione tra la Repubblica di Cuba e la Repubblica Bolivariana del Venezuela si baserà a partire da questa data non solo sui principi della solidarietà, che sempre saranno presenti ma anche, il più possibile, sullo scambio dei beni e dei servizi che risultino più utili alle necessità economiche e sociali dei due paesi.

Articolo 3

Entrambi i paesi elaboreranno un piano strategico per garantire la più vantaggiosa complementarietà produttiva su basi di razionalità, utilizzazione delle particolarità favorevoli da una parte o dall’altra, risparmio delle risorse, ampliamento dei lavori utili, accesso ai mercati od altra considerazione basata su una vera solidarietà che potenzi le forze di entrambe le parti.

Articolo 4

Entrambi i paesi si scambieranno pacchetti tecnologici completi sviluppati dalle parti, in aree di interesse comune, con facilitazioni per la loro utilizzazione e sfruttamento, sulla base del principio di mutuo beneficio.

Articolo 5

Entrambe le parti lavoreranno di concerto, coordinandosi con altri paesi latinoamericani, per eliminare l’analfabetismo in paesi terzi, utilizzando metodi ad applicazione di massa di provata e rapida efficacia, praticati con successo nella Repubblica Bolivariana del Venezuela. Nello stesso modo collaboreranno in programmi per la salute in paesi terzi.

Articolo 6

Entrambe le parti decidono di effettuare investimenti di mutuo interesse alle stesse condizioni di quelle effettuate da entità nazionali. Questi investimenti possono assumere la forma di imprese miste, produzioni in cooperazione, progetti amministrati congiuntamente od altre modalità di associazione da stabilire.

Articolo 7

Entrambe le parti potranno decidere l’apertura di filiali di banche di proprietà statale di un paese nel territorio nazionale dell’altro paese.

Articolo 8

Allo scopo di facilitare i pagamenti e le riscossioni relative a transazioni commerciali e finanziarie tra i due paesi, si decide la concertazione di un Accordo di Credito Reciproco tra le istituzioni bancarie preposte allo scopo dai governi.

Articolo 9

Entrambi i governi prevedono la possibilità di praticare il commercio compensato, nella misura in cui questo risulti reciprocamente conveniente allo scopo di ampliare ed approfondire gli scambi commerciali.

Articolo 10

Entrambi i governi sosterranno lo sviluppo di piani culturali congiunti che tengano conto delle peculiarità delle diverse regioni e dell’identità culturale dei due popoli.

Articolo 11

 Nel concertare il presente Accordo, si è tenuto conto delle differenze politiche, sociali, economiche e giuridiche tra i due paesi. Cuba, in più di quaranta anni, ha creato meccanismi per resistere al blocco ed alla costante aggressione economica, che le permettono una grande flessibilità nei suoi rapporti economici e commerciali con il resto del mondo. Il Venezuela, da parte sua, fa parte di istituzioni internazionali alle quali Cuba non appartiene, tutte cose che devono essere considerate nell’applicazione del principio di reciprocità negli accordi commerciali e finanziari che si concretizzino tra le due nazioni.

Articolo 12

Di conseguenza, Cuba ha proposto l’adozione di una serie di misure indirizzate ad approfondire l’integrazione tra i due paesi e come espressione dello spirito della dichiarazione congiunta sottoscritta in questa data sull’Alternativa Bolivariana per le Americhe. Considerando i solidi argomenti esposti dalla parte cubana e la loro alta utilità come esempio dell’integrazione ed unità economica alla quale aspiriamo, questa proposta è stata compresa ed accettata dalla parte venezuelana con spirito fraterno ed amichevole, come un gesto costruttivo che esprime la grande fiducia reciproca esistente tra i due paesi.

Le azioni proposte da Cuba sono le seguenti:

1.                  La Repubblica di Cuba elimina immediatamente i dazi o qualsiasi altro tipo di barriera non daziaria applicabile a tutte le importazioni fatte da Cuba, la cui origine sia la Repubblica Bolivariana del Venezuela.

2.                  E’ esente da imposte sugli utili qualsiasi investimento statale, di imprese miste od a capitale privato venezuelane a Cuba nel periodo di recupero dell’investimento.

3.                  Cuba concede alle imbarcazioni battenti bandiera venezuelana lo stesso trattamento riservato a quelle battenti bandiera cubana in tutte le operazioni che queste effettuino in porti cubani, come parte dei rapporti di scambio e collaborazione tra i due paesi o tra Cuba ed altri paesi, così come la possibilità di partecipare a servizi di cabotaggio tra porti cubani, alle stesse condizioni delle imbarcazioni battenti bandiera cubana.

4.                  Cuba concede alle linee aeree venezuelane le stesse facilitazioni delle quali dispongono le linee aeree cubane per quanto riguarda il trasporto di passeggeri e merci a e da Cuba, nonché l’utilizzo di servizi aeroportuali, installazioni o qualsiasi altro tipo di facilitazioni, così come per quanto riguarda il trasporto di passeggeri e merci all’interno del territorio cubano.

5.                  Il prezzo del petrolio esportato dal Venezuela a Cuba verrà fissato sulla base dei prezzi del mercato internazionale, secondo quanto previsto nell’attuale Accordo di Caracas vigente tra i due paesi. Nonostante ciò, tenendo conto della tradizionale instabilità dei prezzi del petrolio, che hanno talvolta fatto scendere il prezzo del greggio venezuelano sotto i 12 dollari a barile, Cuba offre al Venezuela un prezzo di garanzia non inferiore ai 27 dollari a barile, sempre in conformità con gli impegni assunti dal Venezuela nell’ambito dell’Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio.

6.                  Per quanto riguarda gli investimenti di entità statali venezuelane a Cuba, la parte cubana elimina qualsiasi restrizione alla possibilità che tali investimenti possano essere al 100% proprietà dell’investitore statale venezuelano.

7.                  Cuba offre 2.000 borse di studio annuali a giovani venezuelani per il compimento di studi superiori in qualsiasi campo sia considerato di interesse per la Repubblica Bolivariana del Venezuela, compresi i campi della ricerca scientifica.

8.                  Le importazioni di beni e servizi provenienti da Cuba potranno essere pagate con prodotti venezuelani nella moneta nazionale del Venezuela od in altre monete reciprocamente accettate.

9.                  Per quanto riguarda le attività sportive così tanto in auge in Venezuela grazie al processo bolivariano, Cuba offre la possibilità di usare le sue installazioni ed attrezzature per i controlli antidoping, alle stesse condizioni degli sportivi cubani.

10.              Nel settore educativo, lo scambio e la collaborazione verranno estesi all’assistenza per quanto riguarda i metodi, i programmi e le metodologie del processo di insegnamento che siano considerate di interesse da parte venezuelana.

11.              Cuba mette a disposizione dell’Università Bolivariana il sostegno di più di 15.000 professionisti della medicina partecipanti alla Missione Barrio Adentro, per la formazione di tutti i medici generici e specialisti della salute, compresi i candidati a titoli scientifici, dei quali necessiti il Venezuela e di tutti gli studenti della Missione Sucre che desiderino studiare Medicina e poi laurearsi come medici generici, i quali nel complesso potrebbero arrivare ad essere decine di migliaia in non più di dieci anni.

12.              I servizi complessivi di salute offerti da Cuba alla popolazione assistita dalla Missione Barrio Adentro, dei quali beneficiano circa quindici milioni di persone, saranno prestati a condizioni e termini economici altamente preferenziali che dovranno essere comunemente stabiliti.

La Repubblica Bolivariana del Venezuela, da parte sua, ha proposto le seguenti azioni, indirizzate alle stesse finalità proclamate nell’Articolo 12 del presente accordo.

1.                  Trasferimento di tecnologia venezuelana nel settore energetico.

2.                  La Repubblica Bolivariana del Venezuela elimina immediatamente ogni tipo di barriera non daziaria a tutte le importazioni fatte dal Venezuela la cui origine sia la Repubblica di Cuba.

3.                  Sono esentati da imposte sugli utili tutti gli investimenti statali e di imprese miste cubane in Venezuela durante il periodo di recupero dell’investimento.

4.                  Il Venezuela offre le borse di studio delle quali Cuba abbia necessità per quanto riguarda gli studi nel settore energetico o per altri campi che siano di interesse per la Repubblica di Cuba, compresi quelli della ricerca e scientifici.

5.                  Finanziamento di progetti produttivi e di infrastrutture nei settori, tra gli altri, dell’energia, dell’industria elettrica, dell’asfaltatura delle strade e di altri progetti di viabilità, dello sviluppo portuario, degli acquedotti e delle fognature, del settore agroindustriale e dei servizi.

6.                  Incentivi fiscali a progetti di interesse strategico per l’economia.

7.                  Facilitazioni preferenziali ad imbarcazioni e velivoli battenti bandiera cubana in territorio venezuelano nei limiti permessi dalla legislazione del Venezuela.

8.                  Consolidamento di prodotti turistici multidestinazione di origine cubana senza aggravi fiscali o restrizioni di altro tipo.

9.                  Il Venezuela mette a disposizione di Cuba la sua infrastruttura ed equipaggiamenti per il trasporto aereo e marittimo su basi preferenziali, allo scopo di sostenere i piani di sviluppo economico e sociale della Repubblica di Cuba.

10.              Facilitazioni perché si possano costituire imprese miste, con capitale cubano, per la trasformazione di materie prime estratte dal fondo sottomarino.

11.              Collaborazione con Cuba in studi di ricerca sulla biodiversità.

12.              Partecipazione di Cuba al consolidamento di nuclei endogeni binazionali.

13.              Il Venezuela stipulerà accordi con Cuba nel campo delle telecomunicazioni, compreso l’uso dei satelliti.

Fidel Castro Ruz
Presidente del Consiglio di Stato della Repubblica di Cuba

Hugo Chavez Frias
Presidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela

http://www.resistenze.org/sito/te/po/cu/pocu4n18.htm

Alba