DOCUMENTI CHE POTETE TROVARE QUI SOTTO SU BRASILE E TERRA (APRILE 2006)



DOCUMENTI CHE POTETE TROVARE QUI SOTTO SU BRASILE E TERRA (APRILE 2006)
 
-      INFORMAZIONI SULLA RELAZIONE DELLA COMMISSIONE PASTORALE DELLA TERRA,
BRASILE: CONFLITTI NEI CAMPI 2005
 
-      MANIFESTO DELLE  AMÉRICHE IN DIFESA DELLA NATURA E DELLA DIVERSITÀ
BIOLOGICA E CULTURALE (Curitiba 20 aprile, con le firme tra gli altri di
Chavez, Chomsky ecc)
 
-      ARTICOLO DI DOM THOMAS BALDUINO, PRESIDENTE DELLA CPT, A DIFESA DELLE
DONNE CHE HANNO DANNEGGIATO IL VIVAIO DELL¹ARACRUZ
 
-      POESIA/MANIFESTO IN FAVORE DELLE DONNE DELL¹ARACRUZ, CON POSSIBILITA¹
DI FIRMARE IN LORO FAVORE
 
-      INIZIATIVE IN ITALIA IN OCCASIONE DEL 17 APRILE (10 ANNI DI IMPUNITA¹
DALLA STRAGE DI ELDORADO DOS CARAJAS E GIORNATA INTERNAZIONALE DI LOTTA
CONTADINA) CHE SI PROLUNGHERANNO FINO AL 13 MAGGIO
 
-      LETTERA AL PRESIDENTE LULA E AI MINISTRI DELLA GIUSTIZIA, DELLO
SVILUPPO AGRARIO DEI DIRITTI UMANI, CONSEGNATA ALL¹AMBASCIATA DEL BRASILE A
ROMA E AL CONSOLATO ONORARIO DI VENEZIA
 
 
 
 
 
 
 
 
 
CONFLITTI NEI CAMPI 2005
Relazione della CPT
 
Nel 2005 il numero di conflitti registrato è stato il più altro nei 21 anni
di pubblicazione del rapporto. Ci sono stati 1881 conflitti durante lo
scorso anno, mentre nel 2004 sono stati 1801. C¹è stata una crescita del
4,4%. Gli assassinati praticamente sono restati inalterati. Nel 2005 ce ne
sono stati 38. Uno meno che nel 2004, quando ce ne sono stati 39.
 
L¹anno scorso c¹è anche stato il maggior numero di denunce per lavoro
schiavo, 276 in totale. Nel 2004 erano state 236. Il numero di lavoratori
trovati in situazione di schiavitù è stato 7.707, 26.8% in più che nel 2004
e 4585 persone sono state liberate.
 
Il numero di conflitti e la violenza sono maggiori negli stati in cui più
cresce e si espande l¹agrobusiness: nelle regioni del centro ovest e nel
nord. Il Matto Grosso ha l¹indice più alto seguito da   Pará, Goiás,
Tocantins, Mato Grosso do Sul, Roraima, Rondônia e Amapá
 
Per consultare la relazione
http://www.mst.org.br/biblioteca/cpt2005/inicial.htm
 
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 Il  giorno  20 aprile  a CURITIBA (PARANA/BRASILE) VIA CAMPESINA E IL
COORDINAMENTO DEI MOVIMENTI SOCIALI, alla presenza di 1500 persone tra cui
HUGO CHÁVEZ, IL GOVERNATORE DEL  PARANÁ, ROBERTO REQUIÃO, E   JOÃO PEDRO
STEDILE. Hanno lanciato il :
 
MANIFESTO DELLE  AMÉRICHE IN DIFESA DELLA NATURA E DELLA DIVERSITÀ BIOLOGICA
E CULTURALE 
 
Viviamo in un sistema economico dominante che da secoli si è proposto di
sfruttare in forma illimitata tutti gli ecosistemi e le loro risorse
naturali. Questa strategia ha portato crescita economica.. Quello che si è
chiamato ³sviluppo² per alcune nazioni ha privilegiato il consumo e il
benessere sociale di una parte molto piccola dell¹umanità e ha escluso,
purtroppo dalle condizioni minime di sopravvivenza la grande maggioranza
dell¹umanità.
 
Il costo di questo sistema di sfruttamento della natura e delle persone,
insieme al consumismo sfrenato, è stato pagato dal sacrificio di milioni di
lavoratori poveri, contadini, indigeni, pastori, pescatori e altre persone
povere della società che sacrificano le loro vite ogni giorno. E¹ stato
anche pagato dall¹aggressione permanente alla natura che continua ad essere
sistematicamente devastata. L¹integrità e la diversità delle forme di vita
che sono il sostegno della biodiversità sono minacciate.
 
Se la natura del nostro pianeta è minacciata, con essa è minacciata anche la
vita umana. Perfino la ³Valutazione ecosistemica del Millennio² fatta
dall¹ONU e diffusa nel 2005 riconosce che ³le attività umane stanno mutando
in modo sostanziale, e in molti aspetti in modo irreversibile, la diversità
della vita nel pianeta Terra. Questo continuerà o si accelererà in futuro².
In questo importante riconoscimento della crisi planetaria è anche
fondamentale riconoscere  che non tutte le attività umane sono dannose, ma
lo sono soprattutto quelle guidate dal desiderio di ricchezza delle
corporazioni transnazionali.
 
 Come abitanti del continente americano abbiamo la coscienza della nostra
responsabilità universale. Il futuro della Terra dipende anche da noi. I
paesi amazzonici e andini, per esempio,  la Colombia. L¹Equador, il Perù, la
Bolivia, il Venezuela e il Brasile sono territori molto diversificati. Non
solo per la presenza di ricchissimi ecosistemi, ma anche per la presenza di
molti popoli indigeni, contadini, persone provenienti dai quilombos e altre
comunità locali, che da secoli e millenni hanno saputo vivere in
coabitazione con biodiversità e sociodiversità
 
La foresta amazzonica presente nei nostri paesi rappresenta un terzo delle
foreste tropicali del mondo e comprende più del 50% della biodiversità. In
essa ci sono almeno 45.000 specie di piante, 1800 specie di farfalle, 150
specie di pipistrelli, 1300 specie di pesci d¹acqua dolce, 163 specie di
anfibi, 305 specie di serpenti, 311 specie di mammiferi e 1000 specie di
uccelli.
A causa di questa ricchezza, l¹America Latina è oggetto della cupidigia dei
³neoliberisti globocolonizzatori², attraverso l¹azione folle di decine di
imprese transnazionali, soprattutto dei paesi del nord globale. Esse
praticano diffusamente la biopirateria. In altri tempi c¹era la corsa
all¹oro e all¹argento, oggi la corsa è alle risorse genetiche,
farmacologiche e ai saperi tradizionali e locali, tutti strategici per il
futuro degli affari del mercato mondiale. E ci vogliono anche imporre leggi
sui brevetti e per proteggere i loro profitti fantastici.
 
Vogliamo far fronte in modo deciso a questo processo di spoliazione.
Proponiamo significative politiche che mirino a:
 
1.    Conservare la diversità biologica e culturale dei nostri ecosistemi.
Si tratta di curarsi insieme degli organismi viventi nei loro habitat,
dell¹interdipendenza tra loro, all¹interno dell¹equilibrio dinamico proprio
di ogni regione ecologica, e dei caratteri singolari delle specie, così come
dell¹interazione sociale e ecologicamente sostenibile dei popoli che vivono
nella regione 
 
2.   Proponiamo politiche articolate finalizzate a garantire l¹integrità e
la bellezza degli ecosistemi e dei popoli che se ne curano e ne dipendono.
Questo implica la manutenzione delle caratteristiche che assicurano il loro
funzionamento e conservano l¹identità dell¹essere vivente e dell¹insieme
vivente, sia per il suo aspetto territoriale che biologico, sociale,
culturale, paesaggistico, storico e monumentale. La preservazione della
diversità biologica e culturale, dell¹integrità e della bellezza dei sistemi
ecologici offrono sostenibilità alle multiple funzioni ambientali e ai
benefici che l¹essere umano ottiene per sè e le future generazioni.: acqua
potabile, cibo, medicine, legname, fibre, regolazione del clima, prevenzione
delle inondazioni e delle malattie. Questi elementi costituiscono le basi di
sostentamento e svago, dell¹estetica e della spiritualità, così come il
supporto alla conformazione del suolo, alla fotosintesi  e al ciclo delle
sostanze nutritive, tra le altre funzioni vitali per il sostentamento di
tutta l¹umanità  
 
3.   Ci opponiamo risolutamente all¹introduzione delle specie esotiche
inadatte ai nostri ecosistemi, come succede con l¹introduzione di
piantagioni omogenee, industriali, di eucalipto, pino ecc. che distruggono
gli ecosistemi naturali e provocano forte impatto sociale per i popoli che
abitano le aree interessate, portano lucro, dollari, cellulosa, carbone, il
prosciugamento dell¹acqua e lasciano degrado e povertà.
 
4.   Ci opponiamo risolutamente all¹introduzione di organismi transgenici
nell¹ambiente. Non è accettabile l¹introduzione di OGM sia in agricoltura,
nelle piantagioni, nell¹allevamento o in qualsiasi altro tipo di attività
poichè oltre a non essere necessari servono soltanto al lucro di poche
imprese transnazionali. Portano rischi potenziali alla salute delle persone
e generano cambiamenti permanenti e irreversibili nella natura e negli
ecosistemi.  Ci opponiamo con decisione all¹introduzione di alberi
transgenici, che rappresentano un pericolo ancora maggiore, dovuto, tra
l¹altro,  al fatto che il polline ha la possibilità di disseminazione lungo
migliaia di chilometri, contaminando inevitabilmente altre foreste, incluse
le foreste native, con la moltiplicazione degli impatti sulla flora, gli
insetti e altre componenti della fauna, danneggiando anche la possibilità di
sostentarsi dei popoli indigeni, dei pescatori, contadini, abitanti dei
quilombos e altre comunità locali.
 
5.   Combattiamo decisamente i semi Terminator perchè attentano al
significato della vita. Siamo contro la riproduzione di questo tipo di seme
sterile perchè si tratta di un seme suicida che è a favore solo delle grandi
imprese transnazionali che controllano i semi per mantenere gli agricoltori
alle loro dipendenze.
 
6.   Ci opponiamo al tentativo del governo imperiale degli USA e della sue
imprese transnazionali. Desiderano imporci il trattato ALCA (Accordo di
Libero Commercio delle Americhe) , i trattati bilaterali TLC (Trattati di
libero Commercio), trattati che garantiscono gli investimenti stranieri, o
gli accordi di vertice costruiti senza nessuna partecipazione popolare
nell¹Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC). Questi accordi mettono
ancora più a rischio la nostra natura, la nostra agricoltura, i nostri
servizi e le condizioni di vita della nostra popolazione perchè mettono al
primo posto gli interessi e la garanzia del profitto.
 
7.   Manifestiamo il nostro appoggio e la necessità di riconoscere i popoli
e le comunità che, durante secoli e millenni hanno sviluppato la
biodiversità agricola. Riconosciamo le comunità che attraverso l¹adattamento
e la creazione di semi hanno costituito le basi di tutta l¹agricoltura e
l¹alimentazione dell¹umanità. Per mantenere queste basi di sostentamento e
questa enorme ricchezza della biodiversità agricola  e alimentare bisogna
riconoscere e affermare i diritti dei contadini, indigeni, pastori,
pescatori, quilombolas, alla terra, al territorio e alle risorse naturali
perchè possano proseguire questo compito cruciale di conservazione dei semi
creoli e nativi che possono essere moltiplicati solo a livello locale.
 
 
Combattiamo quelle imprese che vogliono controllare i semi, contro la
tradizione dei popoli che si sono sempre occupati e si occupano attentamente
dei semi e li hanno sempre considerati come fonte della vita che non si deve
mai trasformare in merce.
 
Infine esterniamo il nostro desiderio che questi propositi si trasformino in
benefici per i nostri popoli, garantiscano la sovranità alimentare, ossia,
il diritto che tutti e ogni popolo ha di produrre i propri alimenti in
condizioni salubri e socialmente giuste e in equilibrio con la natura.
Sosteniamo coloro che lavorano nei campi, i nostri agricoltori e contadini.
Sosteniamo il loro diritto a vivere al modo dei contadini e così garantire
il sostentamento alle nostre popolazioni. Questo modo di produzione
contribuisce in modo decisivo per rendere sostenibile il nostro Pianeta,
attraverso uno sviluppo integrale, imprescindibile per garantire il futuro
dell¹umanità.  
 
da Curitiba, Capital do Estado do Paraná, Construindo uma América Livre de
Transgênicos e de Agressões ao Meio Ambiente
 
1. Hugo Chavez, Presidente da República Bolivariana da Venezuela
2. Roberto Requião, Governador do Estado do Paraná - Brasil
3. Pérez Esquivel, Prêmio Nobel da Paz ­ Argentina
4. Eduardo Galeano, escritor ­ Uruguai
5. Peter Rosset, Phd em soberania alimentar - Estados Unidos
6. Pat Mooney, Grupo ETC, especialista no estudo das conseqüências dos OGMs
e novas tecnologias - Canadá
7. Silvia Ribeiro, pesquisadora do grupo ETC - México
8. Noam Chomsky, lingüista, MIT - Estados Unidos
9. Atílio Boron, cientista social, Clacso - Argentina
10. Violeta Menjivar, prefeita de San salvador - El Salvador
11. Chamille Chalmers, Campanha Jubileu Sur - Haiti
12. Ramon Grosfoguel - Porto Rico
13. Doris Gutierrez, deputada no Congresso Nacional - Honduras.
14. Mônica Baltodano, ex-comandante Sandinista - Nicarágua
15. Ernesto Cardenal, poeta, sacerdote e ex-ministro da educação - Nicarágua
16. Gioconda Belli, poetisa - Nicarágua
17. Raul Suarez, pastor Batista, e deputado na Assembléia do Poder Popular -
Cuba
18. Miguel Altieri, PDH em agroecologia, Univ. Califórnia - Chile
19. Fernando Lugo, bispo católico - Paraguai
20. Blanca Chancoso, Confederacion de Naciones Indígenas-CONAIE ­ Equador
21. Hebe de Bonafini, Madres de Plaza de Mayo ­ Argentina
22. Aníbal Quijano, cientista social - Peru
23. Leonardo Boff, escritor e teólogo ­ Brasil
24. Beth Carvalho ­ compositora e cantora - Brasil
25. Dom Pedro Casaldaliga, bispo e poeta ­ Brasil
26. Dom Ladislau Biernaski, bispo - Brasil
27. Monja Coen, Monja primaz da comunidade Zen Budista no Brasil
28. João Pedro Stedile, MST e da Via Campesina - Brasil
29. Temístocles Marcelos Netto, Secret. Nac. Meio Ambiente da CUT - Brasil
30. Letícia Sabatela, atriz, Movimento Direitos Humanos de artistas
brasileiros - Brasil
31. Nalu Farias ­ Marcha Mundial das Mulheres ­ Brasil
32. Pedro Ivo Batista ­ Rede Brasileira de Eco-Socialismo - Brasil
 
Per aderire all¹appello:
 http://www.petitiononline.com/campes50/petition.html
 
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ARACRUZ
 
L¹8 marzo, giorno della festa della donna, è avvenuta l'invasione di un
terreno dell'Aracruz Cellulosa, nella città di Barra do Ribeiro (Rio Grande
del Sud, Brasile) da parte di duemila donne di Via Campesina, che hanno
distrutto parte del vivaio. L'azione delle donne, intrapresa nell'ambito del
forum "Terra, lavoro e dignità" parallelo alla Conferenza ufficiale della
FAO sulla riforma agraria, aveva l'obiettivo di denunciare l'avanzata del
"deserto verde" creato dalla monocoltura dell'eucalipto per la produzione di
carta e cellulosa (di cui l'Aracruz è la massima responsabile, con 250mila
ettari coltivati), che danneggia il suolo in modo irreparabile e pregiudica
il rifornimento di acqua nella regione. A difesa dell'Aracruz, che può
vantare nel corso della sua storia anche l'espulsione di indigeni Tupinikim
e Guaranì dalle loro terre, e che contribuisce alla creazione di occupazione
con un posto di lavoro ogni 185 ettari piantati (anziché di un uno per
ettaro come nella piccola proprietà rurale), sono scesi in campo un po'
tutti, criminalizzando l¹azione delle donne. Le donne hanno anche ricevuto
la solidarietà di quanti si battono contro il ³deserto verde². Tra questi
Dom Thomas Balduino, presidente della Commissione Pastorale della Terra
 
PER FIRMARE L¹APPELLO IN FAVORE DELLE DONNE DI VIA CAMPESINA:
http://www2.sof.org.br/solidariedadeCampesina/form.php
 
 
Aracruz cellulosa =I terroristi
    
di Dom Thomas Balduino


L'8 marzo centinaia di donne di Via Campesina sono entrate a Barra do
Ribeiro, Rio Grande do Sul, nei laboratori e vivai della Aracruz Cellulosa e
li hanno danneggiati, per manifestare pubblicamente l'indignazione dei
contadini di fronte alle azioni della multinazionale negli stati di Spirito
Santo, Minas Gerais,  Bahia e   Rio Grande do Sul.

La reazione orchestrata dai media è stata immediata e ha coinvolto molta
gente del potere pubblico, della Chiesa, degli intellettuali della stampa,
con un tono in gran parte di condanna di quelle donne "che hanno aggredito
una impresa così rispettabile che ha portato solo benefici al Brasile".
Hanno detto insomma che quella era stata un'azione frutto di incompetenza,
esecrabile, sbagliata, terrorista.... Queste frasi di condanna forse stanno
servendo come   motivazione della punizione che sarà pronunciata dal potere
giudiziario, che, nei conflitti dei campi, raramente parla un linguaggio
diverso da quello del diritto assoluto della proprietà privata, oltre ad
avere sempre un atteggiamento durissimo contro i poveri e i senza terra.
 

Il giorno 21 è cominciata la vendetta istituzionalizzata per  dare
soddisfazione    all'impresa. Sei poliziotti armati, con un mandato, hanno
invaso la sede dell'associazione delle lavoratrici rurali di Passo Fundo.
Hanno confiscato documenti, computer, libretti di assegni, perfino denaro e
hanno umiliato le donne presenti.

  
Ma guardiamo l'altro lato della moneta. Recentemente, durante il 5° Incontro
su Fede e Politica a Vittoria di Spirito Santo, sono stato cercato da
dirigenti dei   guarani e tupiniquim, indignati per lo sgombero  richiesto
dalla Aracruz Cellulosa e eseguito il 20 gennaio nei villaggi di   Olho
d¹Água e Córrego do Ouro, dalla  Polizia Federale, con 120 agenti, con armi,
bombe, elicotteri. Dopo quella "pulizia", i trattori della multinazionale
hanno completato il servizio radendo al suolo le case e tutte le piantagioni
di quegli indios, i più poveri tra i poveri.
 
Abbiamo ascoltato nella CPT (Comissione Pastorale della Terra), grida di
lavoratori di Spirito Santo, Minas e Bahia, compresi abitanti dei quilombos,
che hanno dovuto abbandonare le loro piccole proprietà spinti
dall'isolamento in cui si sono trovati dopo che l'impresa ha comprato
piccole fazendas dei vicini in un'area immensa. Quello che prima era una
bella costellazione di abitanti, produceva varietà e abbondanza, riforniva
le fiere della regione, è diventato oggi il lugubre deserto verde della
monocultura dell'eucalipto. Gran parte di questa gente vive in condizione di
privazione nelle favelas delle città.


 L'Aracruz è anche responsabile dell'agonia del fiume San Francesco. Si
contano circa 1500 ruscelli che   confluivano nel fiume   e che dopo il
riforestamento dell'eucalipto si sono prosciugati. C'è inoltre il problema
dell'inquinamento intorno alle fabbriche di cellulosa. Il Brasile deve far
fronte ai rifiuti tossici e velenosi, alla desertificazione, alla
distruzione dell'ambiente, al disordine sociale e all'impoverimento
dell'agricoltura, allo stesso tempo in cui in Svezia e in altri paesi del
primo mondo arrivano una pulitissima cellulosa e i profitti altissimi che
finiscono nelle mani di pochi soci super ricchi.

  
La cosa più grave è che l'attività della multinazionale è alimentata da
generosi finanziamenti pubblici. Ecco i dati: nel 2001, con Cardoso,
l'Aracruz ha ricevuto dalla BNDES 666 milioni per la sua terza fabbrica.
Nello stesso anno il governo ha dato 600 milioni all'agricoltura familiare,
dell'intero Brasile. Ora, nel 2005, con Lula, la stessa impresa ha ricevuto
dalla BNDES (Banca Nazionale di Sviluppo Economico e Sociale) 318 milioni di
dollari per la costruzione di una fabbrica nello stato di Bahia. E nel
dicembre dello stesso anno ha avuto l'approvazione della BNDES della
concessione di  297 milioni per la modernizzazione della sua fabbrica nel
Rio Grande del Sud. Potrà restituire il debito a partire da 21 mesi dopo la
concessione e pagherà un interesse del 2% all'anno. Mentre gli interessi
riscossi dal Governo dagli agricoltori familiari sono dell'8.75%.


Ecco quello che ha motivato l'indignazione di quelle donne, espressa in
forma violenta contro la proprietà privata, ma certamente non violenta in
relazione alle persone. Le organizzazioni contadine riescono a spezzare il
silenzio dei media e a farsi sentire dalle nostre autorità solo occupando la
terra. Anche oggi ci sono accampamenti di senza terra che sono lì da sei
anni, da otto anni in attesa della riforma agraria, nello spirito di Gandhi
e di Luther King, in forma mite e pacifica, sotto baracche  coperte di
plastica nera, sul bordo della strada, senza prospettiva di avere risposte.
Dice bene l'antico proverbio: "la violenza è legittima quando la
mansuetudine è vana".


In latino "ara crucis" vuol dire altare della croce. Per la nostra
sensibilità cristiana l'usurpazione di questo nome per la sigla di una
multinazionale di questo tipo suona come blasfema. Per questo, le donne con
due tronchi di eucalipto hanno composto la Croce della loro pericolosa e
profetica marcia per la giustizia nelle campagne. Ormai non è più il nome
straniero dell'oppressione colonialista, ma il simbolo molto brasiliano e
familiare della speranza di liberazione.
 

 
   LE PIANTICELLE HANNO SPEZZATO IL SILENZIO
                 I
 
C¹era un silenzio sepolcrale
Su diciottomila ettari rubati
ai popoli tupi-guarani
su diecimila famiglie di discendenti dei quilombos
espulse dai loro territori
su milioni di litri di erbicidi
sparsi sulle piantagioni
  
C¹era un silenzio promiscuo
Sul cloro utilizzato
per sbiancare la carta
producendo tossine cancerogene che aggrediscono
piante, animali e persone
Sulla scomparsa 
di più di quattrocento specie di uccelli
e quaranta di mammiferi
del nord dello Spirito Santo
 
 C¹era un silenzio immobile
Sulla natura di una pianta
che consuma trenta litri di acqua al giorno
e non dà fiori nè semi
su una piantagione che produceva miliardi
e miliardi di dollari
solo per mezza dozzina di signori

 C¹era un silenzio profondo
Su migliaia di ettari accumulati
nello Spirito Santo, in Minas, a Bahia
e nel Rio Grande del Sud

 
C¹era un silenzio complice
Sulla distruzione della foresta Atlantica e dei pascoli
a causa della coltivazione di un solo albero
l¹eucalipto 
 
C¹era un silenzio comprato
Sulla voluttà del lucro
sì, c¹era un silenzo globale
sui capitali svedesi
sulle imprese norvegesi
sulla grande banca nazionale
 
Infine 
C¹era un immenso deserto verde
di concerto con quel  silenzio

 
II
 
Improvvisamente
Migliaia di donne si unirono
E distrussero le pianticelle
L¹oppressione e la menzogna

 Le pianticelle gridarono
improvvisamente
 e subito
 il riso della borghesia si trasformò in stupore
divenne una smorfia,  sconcerto

 
III
 
L¹ordine si sollevò incredulo
appellandosi al progresso e alla scienza
pronunciando vilmente
oscenità e volgarità

 Giornali, radio, riviste,
Internet e la TV,
coloro che danno le notizie
uomini d¹affari che parlano bene
politici rampanti
tecnici benpensanti
governi vacillanti
la destra vociferante
e tutti gli estremisti di centro
 produssero un coro, un¹eco,
comizi e dichiarazioni
difendendo il capitale
³Le donne non possono spezzare il silenzio!²
E chiesero la loro decapitazione!

 
IV
 
D¹improvviso
inaspettatamente
migliaia di donne 
distrussero il silenzio

 
 
In quel giorno 
Nelle terre dette dell¹Aracruz
Le donne di   Via Campesina
Furono il nostro gesto
Furono la nostra parola

 
 
(testo prodotto collettivamente da  Via Campesina)
 
 
******************************************************
Iniziative in Italia, organizzate dalla ASSOCIAZIONE AMIG@S MST-ITALIA (in
collaborazione con altre associazioni/organizzazioni)
ELDORADO 10 ANNI DI IMPUNITA¹
 
*  LETTERA al Presidente, al Ministro dello sviluppo agrario, al ministro
della giustizia, consegnata il 18 aprile a:
- Il rappresentante dell¹ambasciatore del Brasile a Roma, João André Pinto
Dias Lima  (con la realizzazione di una mistica all¹interno dell¹ambasciata
per ricordare i morti, con poesie e musica)
- Il Console onorario a Venezia  (con realizzazione di una  mistica di
fronte al consolato con foto di Salgado)
lettera <#+++> 
 
 
**Realizaçao de encontros con uma representante do MST/Para (Ayala DIas
Ferreira) e outras manifestaçoes sobre Brasil e reforma agraria, impunidade
dos responsaveis dos massacres, criminalizaçao das mulheres da Via Campesina
(Aracruz)
 nos seguintes dias e lugares:
 
 
18/19 aprile
ROMA, LIBRERIA ODRADEK, Eldorado 10 anni di impunità
ROMA, LICEO MORGAGNI, Il Movimento Sem Terra e le sue lotte
Con Ayala Dias Ferreira
 
19 aprile
PERUGIA: Mst, lotta per la riforma agraria e contro l¹impunità Con Ayala
Dias Ferreira
 
 
20 aprile
MODENA Mst, lotta per la riforma agraria e contro l¹impunità
Con Ayala Dias Ferreira
 
21 aprile
TRENTO Mst, lotta per la riforma agraria e contro l¹impunità
Con Ayala Dias Ferreira
 
 
22-25 aprile
FIRENZE- LASTRA A SIGNA, ARCI Mst, lotta per la riforma agraria e contro
l¹impunità con la partecipazione di Ayala Dias Ferreira
23 aprile, Concerto
24 aprile, intervista radio locale
25 aprile partecipazione alla seduta del consiglio comunale e alla
manifestazione di celebrazione dell¹anniversario della liberazione
 
 
26 aprile
MILANO, Facoltà di agraria: Mst, lotta per la riforma agraria e contro
l¹impunità Con Ayala Dias Ferreira
 
 
27 aprile
MONZA, FLAI/CGIL (federazione lavoratori agroindustria)
La lotta per la terra in Brasile
Con Ayala Dias Ferreira
 
MILANO, Incontro pubblico
 
28 aprile
CESENATICO
Il Movimento senza terra
Con Ayala Dias Ferreira
 
29 APRILE ­ 1 MAGGIO
CREMONA/ARCI: Mst, lotta per la riforma agraria e contro l¹impunità.
Iniziative con la partecipazione di Ayala Dias Ferreira
 
5-6 maggio
PADOVA/CIVITAS 
Il Brasile nel cuore
Con la partecipazione di  Ayala Dias Ferreira
 
10 maggio
PORDENONE, Vocalia Brasil
 
12/13/14 maggio
PARMA/
Mostra di Salgado, dibattiti
 
13 Maggio
Roma, ore 19, Salone Chiesa Valdese, piazza Cavour
Fagiolata brasiliana in favore della scuola nazionale del MST
 
 *******************************

All'ambasciatore del Brasile a Roma, Adhemar Bahadian
Al Presidente Luiz Inácio Lula da Silva
Al Ministro dello Sviluppo Agrario Guilherme Cassel
Al Ministro della Giustizia Marcio Thomaz Bastos
Al Ministro Nilmário Miranda Segretario Speciale per i Diritti Umani



 
Noi, membri dell¹Associazione Amig@s MST-Italia, che da anni seguiamo con
attenzione il percorso democratico seguito dal Brasile, vogliamo esprimere
la nostra solidarietà nei confronti dei 4,5 milioni di famiglie contadine
senza terra del Paese. Oggi, a dieci anni dalla strage di Eldorado dos
Carajás, rinnoviamo la richiesta di giustizia per le  vittime e le loro
famiglie. E torniamo a ribadire la nostra preoccupazione per il costante
aumento delle vittime del latifondo (il numero di assassinati, tra il 1980 e
il 2005, è di 1748 persone).
Il 17 aprile è per noi, come per tutti i sostenitori e gli  aderenti a Via
Campesina, un giorno di commemorazione, di commozione e di lotta affinché il
Brasile diventi Paese di pace, come indica il titolo del II PNRA 2003 ³Pace,
produzione e qualità di vita nell¹ambiente rurale².
Chiediamo giustizia per tutti i senza terra, affinché cessi ogni forma di
violenza, personale, sociale e strutturale.
Chiediamo giustizia per la realizzazione della riforma agraria, per
l¹espropriazione delle terre improduttive e il rispetto della funzione
sociale della terra, come recita la Costituzione.
Chiediamo giustizia sulla base delle ricerche secondo cui l¹agricoltura
familiare produce grandi miglioramenti nella qualità di vita dei contadini,
nella produttività e nella formazione di nuovi posti di lavoro (B.HEREIDA,
S.LEITE, L.MEDEIROS (a cura di), Impactos dos assentamentos. Um estudo sobre
o meio rural brasileiro, NEAD, Editora UNESP, Sao Paulo, 2004).
Chiediamo giustizia per le donne di Via Campesina che hanno occupato la
fabbrica di Aracruz, protestando contro l¹avanzata del Deserto Verde, e
hanno subito criminalizzazione e violenza.
Chiediamo giustizia per  il massacro di Felisburgo, affinché i colpevoli
vengano processati e si interrompano le intimidazioni che le famiglie dei
contadini continuano a subire da parte dei pistoleiros del latifondista
Adriano Chafik.
Chiediamo il trasferimento alla giustizia federale del processo per
l¹assassinio di Onalicio Arujo Barras e Valentin Serra.
Chiediamo giustizia, per la terra e per la vita, nella certezza che il
Brasile può giocare un ruolo strategico nell¹affermazione del principio
della sovranità alimentare nel mondo.
 
 
 
ASSOCIAZIONE NAZIONALE AMIG@S MST-ITALIA