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Sulla stampa cubana del 30/03/06
- Subject: Sulla stampa cubana del 30/03/06
- From: "Aldo GARUTI" <garut at libero.it>
- Date: Thu, 30 Mar 2006 18:43:54 +0200
Granma Internacional Digital VERSION SOLO TESTO L'Avana. Cuba. Anno 10 - Giovedi 30 Marzo 2006 -------------------------------------------------------------------------------- BOLIVIA Washington ha aperto un altro fronte? ? L´Amministrazione Bush sta a quanto sembra iniziando pressioni sistematiche sul Governo di Evo Morales JUANA CARRASCO MARTIN - Speciale per GI - Il Governo di Evo Morales, prima ancora delle elezioni del 18 dicembre che hanno visto l´ascesa alla presidenza del leader indigeno, è entrato in una delle liste nere di Washington, in questo caso quella del "populismo", un epiteto utilizzato dalla Casa Bianca e dal suo Dipartimento di Stato, incaricato di dare gli avvertimenti per segnalare quel che non gli piace o conviene. Si sente allora parlare di situazione sfavorevole per gli investimenti, di problemi economici in vista, di nazionalismo ed antiamericanismo, di attacchi alla democrazia, di minacce alla sicurezza nazionale statunitense, di relazioni non consigliabili ed altri avvisi su una probabile equazione per niente favorevole agli interessi USA. Il fatto che il primo presidente indigeno di un paese a maggioranza indigena sia arrivato al palazzo presidenziale con il sostegno di coloro che pretendono una Costituzione nuova e diversa, che riconosca diritti, necessità dello sviluppo per tutti, una migliore distribuzione dei beni, sovranità e indipendenza, che insomma rifondi il paese, non è allettante per gli Stati Uniti. Al paese del Nord non soddisfa nemmeno la giusta rivendicazione di nazionalizzare le ricchezze che vennero privatizzate al costo di una maggior povertà per gli sfavoriti dalla fortuna (si sta già parlando di assunzione da parte dello Stato del controllo azionario di 10 imprese che gestiscono settori strategici come le telecomunicazioni, il petrolio, le ferrovie, l´elettricita´ e l´aerolinea nazionale); per non parlare dello sguardo benevolo dei boliviani nei confronti degli altri paesi latinoamericani, alla ricerca di rapporti che abbiano come loro componente essenziale la solidarieta´, altra parola vituperata a Washington. E così gli attacchi dall´esterno non si sono fatti attendere, aggiungendo molto sale al pepe che anche settori oligarchici boliviani vanno spargendo su una Rivoluzione che vedono arrivare. Gli attacchi nordamericani sono iniziati alla fine di febbraio, quando la senatrice indigena Leonilda Zurrita del MAS (Movimento al Socialismo), compagna di partito di Evo Morales ed una delle sue più strette collaboratrici, si è vista ritirare il visto d´ingresso negli USA con l´assurda argomentazione che sarebbe coinvolta in atti di terrorismo. Zurrita era stata invitata a partecipare ad una conferenza di un´università statunitense. Il fatto è stato definito da molti una rappresaglia ed una discriminazione lesiva della dignità del popolo boliviano. Poi è venuta la de-certificazione della Forza Contro-Terrorista Congiunta (FCTC) da parte dell´Esercito degli Stati Uniti, a causa del sollevamento dall´incarico del suo comandante e della non accettazione di quello nominato dalla Bolivia, cosa che ha fatto affermare a Morales che: il Governo boliviano respinge "ricatti ed intimidazioni"..."Non accettiamo il veto"... La Bolivia e´ degna e "nessun Comandante verra´ cambiato su richiesta delle Forze Armate Statunitensi". L´attacco più recente è stato sferrato tra la sera di martedì e le prime ore di mercoledì 23 marzo, quando due potenti esplosioni in altrettanti modesti alberghi di La Paz, hanno provocato la morte di due persone ed il ferimento di altre 11. L´attentato è stato commesso da un cittadino statunitense, Claudius Lestat D´Orleans e dall´uruguayana Aida Ribeiro Acosta. Il presidente Evo Morales ha subito dichiarato: "Non è possibile che mentre stiamo compiendo questa trasformazione, una rivoluzione democratica e culturale per vivere bene, vengano compiuti questo tipo di attentati", attribuendo l´azione criminale a gruppi oligarchici e stranieri. "Mentre il Governo degli Stati Uniti sta lottando contro il terrorismo ci mandano nordamericani per compiere attentati terroristici in Bolivia", ha detto a Santa Cruz. Il ministro degli Esteri David Choquehuanca ha confermato il carattere politico dell´aggressione, della quale ha incolpato i gruppi economici disposti a creare un´atmosfera d´instabilità democratica. Alcuni giorni prima degli attentati, il Presidente boliviano aveva detto: "Non negozieremo mai il TLC con gli USA", proponendo come alternativa il TCP (Trattato di Libero Commercio dei Popoli) ed aggiungendo giustamente e ragionevolmente che è inaccettabile che le imprese di alcuni paesi invadano i paesi latinoamericani con i loro prodotti sovvenzionati e che in Bolivia ciò non avverrà. Questo paese sudamericano può attualmente esportare negli USA senza tariffe doganali prodotti tessili, in legno e gioielli, grazie alla Legge di Promozione Commerciale Andina e per lo Sradicamento della Droga, che Washington pretende di rimpiazzare soltanto con il cosiddetto Trattato di Libero Commercio. Le più alte autorità della nazione andina hanno dichiarato che gli attentati con esplosivi coincidono con la fase preparatoria dell´Assemblea Costituente, che vede i partiti politici e le organizzazioni sociali impegnate in un´intensa attività per decidere quali saranno i loro candidati nell´organo che elaborerà la nuova Costituzione, che dovrà rifondare la Repubblica su nuove basi che garantiscano ai `campesinos´, colonne portanti della nazione, maggiori opportunità socio-economiche, l´accesso alla terra per lavorarla, ai servizi di base (che sono diritti umani fondamentali) e la rappresentanza governativa. Queste elezioni sono programmate per domenica 2 luglio. La Polizia ha inoltre affermato che la coppia aveva in programma un altro attentato contro gli uffici del Consolato cileno a La Paz, cosa che avrebbe provocato un conflitto diplomatico con il paese vicino, proprio mentre il Governo di Evo Morales sta cercando di raggiungere un accordo definitivo per uno sbocco sul mare, tolto alla Bolivia dalla Guerra del Pacifico (1879-1883). Non è da escludere che dietro l´attentato vi sia la mano della CIA (la tenebrosa agenzia di spionaggio e guerra sporca statunitense) o di un´altra istituzione di sicurezza del poderoso impero, visto il doppio gioco di pressioni e lusinghe per cercare di estromettere Evo Morales dalla presidenza o, almeno, neutralizzarlo. Concordiamo al rispetto con la descrizione fatta dall´analista Jorge Luis Ubartelli in un articolo pubblicato su Rebelión, secondo la quale Washington si propone tre obiettivi: isolare la Bolivia da Venezuela e Cuba come elementi principali di un asse antimperialista; costringerla a negoziare in condizioni di diseguaglianza con gli USA accordi complessivi di sottomissione, primo tra i quali il TLC; preparare le condizioni per destabilizzare il Governo boliviano in caso di mancato raggiungimento dei due scopi precedenti. Non ci sono dubbi rispetto al fatto che il fronte boliviano rientra nei piani statunitensi per questo emisfero e gli USA non esiteranno ad utilizzare qualsiasi mezzo per cercare di mantere nell´ovile questo paese. ........................................................................................................................................ Il Movimento indigeno dell´Ecuador ha convocato un´Assemblea Generale Quito, 28 mar. (PL) - La Confederazione delle Nazionalità Indigene dell´Ecuador (CONAIE) ha convocato a un´Assemblea Generale per definire le azioni, con l´obiettivo di continuare la lotta contro il Trattato di Libero Commercio con gli Stati Uniti. L´incontro avverrà il prossimo 31 marzo a Riobamba, capoluogo provinciale di Chimborazo, anche se nella zona regna lo stato d´emergenza decretato dal Governo da sette giorni, ha affermato il capo della CONAIE, Santiago de la Cruz."La misura restringe il diritto di riunione ma, ha detto De La Cruz, questo decreto è un chiaro indicatore del nervosismo e della debolezza del governo". Egli ha detto che in questa riunione si valuteranno i risultati delle mobilitazioni iniziate il 3 marzo che hanno dato scacco matto al governo e si determinerà la strategia per le prossime settimane. Il vicepresidente di questa organizzazione ha sottolineato che in questi momenti ogni nazionalità definisce con le assemblee provinciali i propri compiti per sviluppare azioni più radicali e di maggior resistenza. Il leader ha aggiunto che si considerano sempre le azioni di forza perchè il TLC continua ad essere presente nei negoziati alle spalle della popolazione, nonostante le proteste e le manifestazioni per 11 giorni con blocchi del traffico in diverse province del paese, represse con la violenza. Abbiamo solo realizzato una pausa per riprendere le forze, ma gli indigeni continueranno con il blocco delle strade e l´occupazione delle piazze, ha aggiunto De La Cruz. I mezzi politici stimano che le mobilitazioni indigene sostengono che il TLC diventerà, se approvato, una preoccupazione per tutti gli abitanti dell´ Ecuador che chiedono al governo trasparenza e conoscenza di tutti i negoziati. Il dirigente indigeno ha avvisato che nel caso in cui i negoziati del TLC con gli Stati Uniti si concretino, la CONAIE richiamerà la sua gente per le strade. ..................................................................................................................................... Cuba ha convocato i paesi arabi al Summit dei Non Allineati L´AVANA, 27 marzo (PL). - Il ministro degli Esteri cubano, Felipe Pérez Roque, ha convocato i Capi di Stato e di Governo della Lega Araba per il XIV Summit dei Paesi Non Allineati (NOAL), prevista per il prossimo mese di settembre a Cuba. Il capo della diplomazia dell´Isola, intervenendo nella XVIII Sessione Ordinaria del Summit della Lega Araba a Karthoum, in Sudan, ha fatto riferimento alla necessità di rafforzare il Movimento dei Paesi Non Allineati. Pérez Roque, secondo quanto ha pubblicato lunedì il quotidiano Granma, ha invitato all´appuntamento (il cui svolgimento è previsto dall´11 al 16 settembre) i rappresentanti dei 22 paesi che compongono la Lega Araba, a nome del popolo e del Governo cubani e del Presidente Fidel Castro. Il titolare degli Esteri ha puntualizzato che è imprescindibile consolidare i NOAL, soprattutto nel mondo di oggi, che vede prevalere l´unilateralismo e le pretese egemoniche nei rapporti internazionali. Felipe ha aggiunto che "in una congiuntura che ci ha visti testimoni di chiare manifestazioni di mancanza di rispetto per l´Islam e dei popoli arabi, Cuba condanna energicamente tali atti". Il ministro cubano ha così ribadito la solidarietà della Maggiore delle Antille con le giuste cause dei paesi arabi ed in particolare con l´eroica lotta del popolo palestinese per conquistare la sua autodeterminazione. Ha riconosciuto il diritto di questa nazione a stabilire un suo Stato sovrano ed indipendente con Gerusalemme Est come capitale ed a vedersi restituiti senza condizioni tutti i territori arabi occupati da Israele dal giugno 1967. Ha anche espresso gratitudine ai popoli arabi per la loro solidarietà con la lotta di Cuba contro il blocco economico imposto dagli Stati Uniti da più di quarant´anni. Il diplomatico è stato ricevuto dal presidente del Sudan, Omar Hassan Hamed Al-Bashir, al quale ha trasmesso il saluto di Fidel Castro ed ha consegnato l´invito a partecipare al Summit dei Non Allineati a L´Avana. Al Bashir ha ringraziato per il gesto e lo ha contraccambiato inviando un forte abbraccio al popolo cubano ed al suo leader, che ha definito un simbolo della resistenza e della lotta contro l´imperialismo. Il ministro cubano si è incontrato anche con diversi dei suoi omologhi arabi presenti all´appuntamento, ai quali ha esposto i dettagli dei preparativi del Summit de L´Avana. Il rappresentante dell´Isola si era recato precedentemente ad Algeri con lo scopo di consegnare al presidente Abdelaziz Bouteflika un invito del suo omologo cubano Fidel Castro per il prossimo appuntamento del Movimento NOAL. Pérez Roque ha segnalato che Bouteflika ha confermato che sarà presente nel suddetto, al quale si prevede partecipino più di 50 capi di Stato ed i rappresentanti di più di 110 nazioni. ..................................................................................................................................... Zacarias Moussoui dichiara in tribunale o Dovevo dirottare un aereo per un´altra ondata di attacchi" L'11 settembre del 2001 un quinto aereo dirottato doveva colpire la Casa Bianca. Lo ha detto Zacarias Moussoui, il terrorista d´origine marocchina, il solo sotto processo negli Stati Uniti per gli attentati dell'11 settembre. Nel corso della sua deposizione in un tribunale della Virginia, l'uomo ha dichiarato che Osama Bin Laden personalmente l´aveva incaricato di mettersi ai comandi d´un quinto aereo, per sferrare una"seconda ondata" di attacchi. Con lui doveva andare anche Richard Reid, il terrorista britannico arrestato nel dicembre 2001 mentre volava verso gli Stati Uniti con le scarpe piene di esplosivi. Moussoui ha nuovamente negato di essere "il ventesimo uomo" fra i dirottatori che attaccarono New York e Washington, ma ha anche ammesso d´aver mentito agli inquirenti del FBI, che lo arrestarono il 16 agosto del 2001, proprio perché voleva che gli attentati venissero compiuti, pur non sapendo la data precisa. In prigione, ha detto anche che aveva acquistato una radio, proprio per seguire in diretta l'andamento della strage. È la prima volta che Moussaui rivela che l'attacco alla Casa Bianca doveva avvenire subito dopo quelli contro il World Trade Center e il Pentagono. "Sapevo che avrebbero abbattuto le Torri Gemelle, ma non sapevo quando e non conoscevo i dettagli", ha detto ancora Moussoui. .................................................................................................................................... Addio CDH, Benvenuto CDH ROBERTO GILI COLOM (PL) - Coinvolta in un´irrimediabile crisi di credibilità, la Commissione dei Diritti Umani, CDH, della ONU, ha svolto la sua ultima sessione dopo 60 anni d´esistenza. Il discusso organismo sarà sostituito dal denominato, sinora, Consiglio dei Diritti Umani... quindi diciamo Addio alla CDH e Benvenuto al CDH. In una sorta di funerale la CDH ha effettuato lunedì 27 il suo 62º e ultimo periodo di sessioni nella tradizionale sede di Ginevra, accompagnata dalle proteste per la mancanza dei temi di fondo dell´agenda. Vogliamo esprimere la nostra profonda insoddisfazione e una forte critica perchè l´ultima sessione della CDH è stata vuota di sostanza", ha affermato un rappresentante sudamericano. L´organismo, ha detto, ha lasciato cadere l´opportunità d´abbordare problemi che preoccupano la comunità internazionale, ha detto. Il peruviano Manuel Rodríguez Quadro, che presiedeva la riunione, l´ha considerata storica, perchè chiudeva un ciclo nel lavoro della ONU e dava il passo al Consiglio, definito un nuovo orizzonte nel lavoro dell´organismo mondiale. I 47 membri del Consiglio saranno eletti il 9 maggio nell´Assemblea Generale della ONU a New York, con voto segreto e con un sistema di maggioranza semplice, 96 voti. L´Alta Commissaria per i Diritti Umani, la canadese Louise Arbur, ha encomiato il legato della CDH ed ha informato che il primo appuntamento del CDH è per il 9 maggio stesso; in quella data saranno eletti i 47 membri e la prima sessione si svolgerà il 19 giugno a Ginevra. La sua credibilità richiede azioni rapide in problemi vitali e la scelta di decisioni urgenti per non far formare una breccia nella protezione dei diritti umanai, ha segnalato la Arbour. I delegati latino americani consideravano vitale un dibattito prima della morte della CDH, su problemi vitali come la protezione delle persone contro la scomparsa forzata e i diritti dei popoli indigeni. Nell´ultima riunione della CDH hanno parlato delegati del Brasile, Marocco, Arabia Saudita, Azerbaigian e Olanda e un portavoce che rappresentava 265 ONG´s, tra gli altri. Il progetto per la creazione del Consiglio dei Diritti Umani ha avuto il voto favorevole di 170 delle 191 nazioni che fanno parte della ONU. Stati Uniti, Israele, Isole Marshall e Palau hanno votato contro, in quella che è stata definita una manovra. A differenza della CDH, il Consiglio non dipenderà dal Consiglio Economico e Sociale della ONU ma dall´Assemblea Generale. Tra le differenze notevoli dei due organismi si include il fatto che adesso i paesi eletti possono essere sospesi dai membri in caso di violazioni dei diritti umani. La formazione del Consiglio, selezionato, è stata gestita con l´appoggio totale e la guida assoluta degli Stati Uniti. Il continente africano che storicamente contava con 23 rappresentanti nella CDH ne avrà solo 13 nel Consiglio, mentre il detto gruppo degli 80 - G80 - su dieci che ne aveva, resterà con tre. Il nuovo strumento si presenta vulnerabile alle espressioni e alle azioni delle grande potenze che formano il Consiglio di Sicurezza. Gli analisti che sostengono questo punto di vista credono che in effetti la CDH era divenuta una sorta di tribunale al quale non sono mai stati chiamati i paesi del detto primo mondo. Di fatto il Dipartimento di Stato sostiene che i membri permanenti del Consiglio di Sicurezza lo siano anche nel futuro Consiglio. In realtà la CDH era diventata una palestra per far esercizio di egemonismo e selezione in materia di diritti economici, politici, sociali, culturali e di altro taglio. Il diritto alla casa però, all´alimentazione, alla salute e all´educazione non hanno mai avuto molto spazio nell´agenda. Quanto hanno pesato sulla credibilità e il lavoro della CDH le manovre e le azioni promosse da Washington e dai paesi dell´Unione Europea contro i piccoli Stati? Gli Usa non sono stati eletti per integrare la CDH nel 2001 come voto di castigo della maggior parte del mondo di fronte alle aperte o segrete imposizioni e manipolazioni... Non poche volte nei corridoi della CDH si è manifestata la frenesia dei rappresentanti degli USA o della Gran Bretagna per la creazione di determinati gruppi di lavoro creati nello stesso organismo... Si citano, rispetto a questo atteggiamento di rabbia, i lavori dei gruppi sulle scomparse forzate le detenzioni arbitrarie, i mercenari e i relatori sull´educazione, l´alimentazione, le popolazioni indigene, la salute, le torture, la casa, le esecuzioni sommarie, i rifiuti tossici... Il governo di George W. Bush non ha mai ricevuto Jean Ziegler, relatore speciale nella Commissione dei Diritti Umani per il diritto all´alimentazione. Curioso. Il professor Cherif Bassiouni, relatore nella stessa Commissione sulla situazione dei diritti umani in Afganistan ha descritto in una relazione le teorie e gli omicidi commessi dall´esercito degli Stati Uniti in questa nazione e la CDH lo ha "premiato" non rinnovandogli il contratto. Cinque esperti della CDH hanno denunciato le torture ripetute nel centro di detenzione occupato illegalmente degli USA cuba, la base navale di Guantánamo, ed hanno raccomandato che si chiuda il campo: silenzio assoluto. Il multilateralismo che equivale al rispetto dell´uguaglianza sovrana, è in gioco con la creazione del Consiglio dei Diritti Umani e la scomparsa della CDH. Un influente quotidiano latino-americano ha scritto che il Consiglio dei Diritti Umani della ONU è nato manipolato dalle imposizioni degli Stati Uniti. Il principio razionale d´uguaglianza del voto nella formazione di questo corpo è stato vietato dal rappresentante degli Stati Uniti John R. Bolton, noto nei corridoi della diplomazia dell´organizzazione come "La Bestia", ha commentato il quotidiano! ..................................................................................................................................... Più di 9.000 soldati yankees hanno disertato da quando è iniziata l´aggressione all´Iraq WASHINGTON. - Più di 9.000 soldati nordamericani hanno disertato da quando è iniziata l´aggressione all´Iraq ed il fenomeno ha avuto un incremento negli ultimi tempi, hanno reso noto alcuni dispacci della stampa. Quattrocento disertori, secondo PL, hanno valicato negli ultimi giorni la frontiera nord del paese e stanno tentando di conseguire in Canada lo status di rifugiato politico. Jeffry House, avvocato di Toronto che rappresenta molti di questi militari, ha dichiarato agli organi di stampa di ritenere che l´immensa maggioranza di questi militari possegga i requisiti fissati dall´ONU per ottenere asilo. Il ventiduenne californiano Ryan Johnson è uno di coloro che stanno aspettando la concessione dell´asilo politico in Canada. La sua unità è stata inviata in Iraq nel 2005. "Io ho conversato con molti soldati che sono stati in Iraq e mi hanno parlato sulle persone innocenti che muoiono e sui bombardamenti dei quartieri abitati da civili", ha detto l´ex militare alla stampa, argomentando le ragioni per le quali ha detto addio all´Esercito. Il ventiseienne Jeremy Hinzman, un altro rifugiato, ha abbandonato per motivi simili l´82º Divisione Aerotrasportata, una delle unità d´elite più usate da Washington nello scenario iracheno. "Firmare un contratto non è un motivo sufficiente per abdicare alla morale umana", ha detto recentemente Hinzman al quotidiano britannico `News Telegraph´. Il militare ha aggiunto che "se lei sa che l´ordine è ingiusto, è suo dovere disobbedire". ..................................................................................................................................... L´EUROPA È SCOSSA DA UN´ONDATA DI SCIOPERI Tre milioni di persone hanno partecipato alle proteste in Francia PARIGI. - I sindacati hanno stimato che sono stati circa tre milioni i partecipanti alle manifestazioni in Francia, convocate per protestare contro l´introduzione della legge del Contratto di Primo Impiego (CPE). Secondo le autorità invece i manifestanti sarebbero stati un milione. Bernard Thibault, capo del principale sindacato francese, la Confederazione Generale dei Lavoratori (CGT), ha detto che tre milioni di persone costituiscono una "cifra storica". Secondo il leader sindacale, solamente a Parigi sono scese in strada 700.000 persone. È stato assicurato che hanno manifestato più di 200.000 persone a Marsiglia (sud-est), 100.000 a Bordeaux (sud-ovest), 80.000 a Lille (nord), 63.000 a Grenoble (sud-est) e 40.000 a Lione (sud-est). La partecipazione è stata sensibilmente superiore a quella del 18 marzo scorso, la precedente giornata di mobilitazione, quando in tutto il paese sono stati contati 503.600 manifestanti, secondo la polizia e 1,5 milioni secondo gli organizzatori, ha sottolineato un dispaccio della AFP. Secondo l´agenzia EFE, il primo ministro francese Dominique de Villepin, contestato nel suo stesso partito e la cui popolarità è in caduta libera, si sta afferrando alla sua riforma del lavoro, che danneggia i giovani. SONO INIZIATI GLI SCIOPERI PER AUMENTI SALARIALI IN GERMANIA Più di 1.000 lavoratori del settore automobilistico, iscritti al sindacato IG-Metall, hanno fermato la produzione nella fabbrica BMW di Leipzig, segnando l´inizio di una serie di scioperi per rivendicare aumenti salariali. Le interruzioni del lavoro sono state indette dal sindacato dell´industria metallurgica ed elettrica dopo il fallimento dei negoziati con il padronato, ha reso noto Notimex. LA GRAN BRETAGNA È STATA PARALIZZATA DA UNO SCIOPERO DEL PUBBLICO IMPIEGO Uno sciopero di più di un milione e mezzo di impiegati pubblici contro la riduzione delle pensioni proposta dal Governo britannico ha paralizzato quasi tutto il paese. Lo sciopero ha svuotato gli uffici postali e per la riscossione delle imposte, le banche, gli studi notarili, le librerie, i centri d´interesse turistico ed ha pregiudicato il servizio della metropolitana, così come la regolazione del transito nelle grandi città. (PL) ........................................................................................................................................... Il filosofo Gianni Vattimo ha ricevuto un diploma al merito artistico L´AVANA. - Il filosofo e ricercatore italiano Gianni Vattimo ha conquistato i cuori cubani con la sua conferenza nell´Istituto Superiore d´Arte, durante la quale ha confessato di sentirsi già cittadino cubano. L´istituzione culturale ha conferito il diploma al merito artistico per il valore dell´opera scritta a questo notevole pensatore del nostro tempo, sempre in lotta contro la globalizzazione egemonica ed i convenzionalismi, impiegando l´arma dei saggi e di un ampio lavoro giornalistico. Vattimo è polemico e naturale nelle sue esposizioni, ben informato sui cambiamenti e le crisi che si producono nel mondo ed esperto ammiratore dell´arte e dell´estetica. Sta visitando Cuba come invitato alla Nona Biennale de L´Avana ed ha potuto contare sulla presenza del ministro della Cultura Abel Prieto alla sua conferenza, dopo la quale si è prodotto un fruttifero scambio di domande e risposte. Prieto ha proposto di invitare il Professore italiano a Cuba affinchè realizzi alcuni seminari di dibattito teorico su filosofia e contemporaneità, assieme ad artisti di differenti discipline. Vattimo è internazionalmente riconosciuto per il suo rigore scientifico e filosofico ed è una personalità accademica che ha lavorato in diverse università europee, degli Stati Uniti e latinoamericane. Ha pubblicato molti saggi in varie nazioni, tradotti in spagnolo e portoghese. Il suo recente libro El socialismo o Europa (2004), è dedicato al significato ed al futuro del processo d´integrazione del Vecchio Continente e raccoglie gli articoli scritti durante il suo mandato come parlamentare europeo. ........................................................................................................................................... Si è dimesso il capo di gabinetto della Casa Bianca Il capo di gabinetto della Casa Bianca, Andrew Card, si e dimesso ed è stato rimpiazzato dal direttore agli affari del bilancio della stessa Casa Bianca, Josh Bolton, ha informato il presidente George W. Bush durante una conferenza stampa nella quale il governante ha dato l´annuncio, ma non ha spiegato le motivazioni delle dimissioni di Card che avvengono in questo periodo di rapida discesa della popolarità del presidente Bush e di crescenti richiami di politici e analisti di realizzare cambiamenti nella residenza ufficiale. Le più recenti dimissioni d´alto rango nella Casa Bianca sono dell´ottobre scorso quando lasciò il suo posto di capo di gabinetto del vice presidente Cheney, Lewis Scooter Libby, coinvolto in uno scandalo CIA-gate. Libby, accusato d´aver rivelato intenzionalmente l´identità d´una ufficiale della CIA è accusato d´aver ostruito il corso della giusitizia, di falsa testimonianza - due volte - e di spergiuro - due volte. Il pubblico ministero speciale Patrick Fitzgerald sostiene che l´ex funzionario aveva cercato intenzionalmente di ostruire e impedire, influendo sulla amministrazione della giustizia, ingannando e mentendo alla giuria che stava investigando, PL. -------------------------------------------------------------------------------- Director Geral: Lázaro Barredo Medina. Director Editorial: Gabriel Molina Franchossi. HOSPEDAJE: Teledatos-Cubaweb. 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