Evo Morales Ë il presidente della Bolivia



Evo Morales Presidente della Bolivia



Andando oltre i piu' rosei pronostici della vigilia, Evo Morales, leader
del Movimento al socialismo (Mas), si e' ampiamente imposto nelle elezioni
che si sono svolte ieri in Bolivia, e sara' quindi il primo presidente
autenticamente indio dell'America Latina.
Morales, che e' anche massimo dirigente della Federazione dei coltivatori
di coca del Chapare, ha superato con ampio margine il conservatore Jorge
'Tuto' Quiroga, del movimento Potere democratico sociale (Podemos), ed il
centrista Samuel Doria Medina, di Unita' nazionale (Un).

Secondo l'ultima proiezione realizzata da Captura Consulting e proposta
dalla Tv di stato, Morales ha ottenuto il 50,8% dei voti, e quindi la
legittimita' di una vittoria al primo turno, che attende pero' la conferma
ufficiale dalle cifre della Corte nazionale elettorale (Cne).
Sulla base del 90% del campione della proiezione, e con un margine di
errore dello 0,5%, Quiroga ha raccolto il 31,7%, Medina l'8,7%, Michiaki
Nagatani del Mnr il 6,6% e Felipe Quispe del Mip l'1,2%.
A completare il successo vi e' stata una importante affermazione alla
Camera dei deputati (65 seggi su 120) ed una
buona prestazione al Senato (13 seggi, come Podemos). Nel complesso il Mas
ha per il momento 78 seggi, gliene manca uno per avere la maggioranza al
Congresso nazionale.

Nella sua prima conferenza stampa Morales, il quale prima del voto aveva
detto che la sua candidatura "era un incubo per gli Stati Uniti", ha
annunciato un governo "di uguaglianza, giustizia sociale, equita' e pace"
che "mettera' fine al neoliberalismo sfruttatore".
Dopo aver assicurato che "finira' l'odio ed il disprezzo a cui, come
indios, siamo sempre stati sottoposti", il vincitore ha detto: "Vogliamo
vivere insieme senza esclusioni, in una unione nella diversita"'.
Infine, rivolgendosi agli imprenditori, ha detto che il Mas "non ricatta e
mai ricattera' gli imprenditori onesti che desiderino investire nel paese".

Gli analisti rilevano inoltre che ancora una volta, come era avvenuto nel
2002 quando aveva sfidato nelle elezioni l'allora presidente Gonzalo
Sanchez de Lozada, un intervento in extremis di Washington critico nei
confronti di Morales, non solo non ha impedito un suo successo, ma
addirittura ne ha ampliato le dimensioni.