LATINOAMERICA -Il riscatto delle popolazioni indigene




A Roma l’assise delle popolazioni indigene dell’America Latina



Roma - 23 novembre ore 10,00 -13,00  15,00 -18,00
Seminario "Il riscatto delle popolazioni indigene dell'America Latina"
Sala congressi Università La Sapienza - Via Salaria 113

intervengono

Adolfo Pérez Esquivel, Premio Nobel per la Pace argentino

Luis Evelis, presidente ONIC (Organizzazione Nazionalità Indigene Colombia)

Luis Macas, presidente CONAIE (Confederazione Nazionalità Indigene Ecuador)

Blanca Chancoso, leader movimento donne indigene ecuadoriane

Oscar Olivera, rappresentante della Coordinadora del agua y la vida e dei
movimenti sociali boliviani

Eugenio Rojas, sindaco di Achacachi, municipio indigeno aymara, Bolivia

Carlos Montemayor, giornalista e scrittore messicano, esperto della
questione indigena

 Introducono:

Angelo Bonelli, Assessore all'ambiente della Regione Lazio

Giuseppe De Marzo, portavoce dell'associazione A Sud

Moderatore: Gianni Minà direttore rivista Latinoamerica



 Adolfo Pérez Esquivel, Premio Nobel per la Pace 1980, che proprio
quest’anno festeggia i venticinque anni del conferimento di questo
prestigioso riconoscimento alla sua persona, e quattro leader indiscussi
delle battaglie delle popolazioni indigene che stanno cambiando la realtà
dell’America Latina, si riuniranno mercoledì 23 novembre a Roma per
iniziativa dell’Assessorato all’ambiente e alla cooperazione tra i popoli
della Regione Lazio, della rivista Latinoamerica e tutti i sud del mondo e
della onlus A Sud.

Nella sala congressi dell’Università La Sapienza (Via Salaria 113), con la
collaborazione della Facoltà di Scienze della Comunicazione, in due
sessioni, una dalle 10.00 alle 13.00 e l’altra dalle 15.00 alle 18.00,
questi nuovi protagonisti della resistenza e del nuovo vento di riscatto
che soffia nel continente a sud degli Stati Uniti, racconteranno le lotte
dei loro popoli in Bolivia, Ecuador, Perù, Colombia, Messico e Brasile, che
hanno imposto una nuova agenda politica ai rispettivi governi e l’esigenza
di risarcire diritti che sono negati da 500 anni.

L’iniziativa è tanto più d’attualità se si considera lo stato d’allerta in
atto in questo momento in Ecuador, dopo che il presidente Alfredo Palacio,
subentrato a Lucio Gutierrez, costretto alla fuga proprio dalla fermezza
dei movimenti degli indigeni quechua del suo paese, sta per raggiungere
Washington per incontrare il presidente nordamericano Bush. Il governo di
Washington spinge per l’ingresso dell’Ecuador nell’ALCA, il trattato di
libero commercio, che quasi tutti i paesi latinoamericani stanno invece
rifiutando, ritenendolo l’ espressione più estrema di un nuovo colonialismo.

Per questo Luis Macas, presidente della CONAIE (Confederazione Nazionalità
Indigene dell’Ecuador), non confermerà fino all’ultimo la sua presenza,
mentre saranno sicuramente a Roma Blanca Chancoso, leader nel movimento
donne indigene ecuadoriane, Oscar Olivera, rappresentante della
Coordinadora del agua y la vida e dei movimenti sociali boliviani, Eugenio
Rojas, sindaco di Achacachi, municipio indigeno aymara in Bolivia, e Luis
Evelis, presidente della ONIC (Organizzazione delle Nazionalità indigene
della Colombia). Con loro, presentati da Gianni Minà, ci saranno anche
Carlos Montemayor, prestigioso scrittore messicano studioso del movimento
zapatista, e come detto Adolfo Pérez Esquivel, che ultimamente si è
impegnato nelle lotte per il riconoscimento dei diritti delle popolazioni
mapuche dell’Argentina e del Cile.

Introdurranno Angelo Bonelli, Assessore all’ambiente della Regione Lazio,
da tempo impegnato nelle battaglie che riguardano la tutela delle risorse
ambientali e i diritti negati delle popolazioni autoctone e Giuseppe De
Marzo, portavoce dell’associazione A Sud.

Alla vigilia del Summit dei Nobel per la Pace in programma dal 24 al 26
novembre, per iniziativa della Fondazione Gorbachev, Roma sarà dunque al
centro di un ulteriore dibattito che segnala un presente inquieto e
preannuncia un futuro prossimo piuttosto denso di complicazioni se il mondo
occidentale e i suoi media continueranno superficialmente a ignorare le
istanze di milioni di esseri umani, rappresentanti di una umanità battuta
ma non vinta, 500 anni fa, dai conquistatori.

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