Re: latinoamerica



Volevo commentare la notizia sulla marcia dei senza terra del Brasile:
1- la notizia è vecchia (17 maggio)
2- Molto parziale: tratta un aspetto marginale della marcia e in modo non
corretto (per sapere qualcosa di questo episodio consiglio di leggere il
testo qui sotto del frate benedettino Marcelo Barros)
3- tradotta molto male. Tra l'altro i senza terra si chiamano in portoghese
SEM TERRA e non sin tierra.
Serena Romagnoli 

Per informazioni ampie e accurate sulla marcia, potete consultare il sito
del Comitato di appoggio al MST/Amig@s MST-Italia
www.comitatomst.it 

HO FATTO LA MARCIA PER LA RIFORMA AGRARIA E SONO STATO AGGREDITO   di
Marcelo Barros 

       La marcia per la riforma agraria è stata l¹avvenimento più
significativo di questo 2005. Come ha  detto il compagno  Luis Basségio: ³E¹
stata una testimonianza di organizzazione, protesta e solidarieté². Per
questioni di salute, ho potuto fare solo la parte finale della marcia a
Brasilia. Sono stato molto onorato di essere invitato a parlare nell¹ultimo
pomeriggio di formazione su ³Mistica e Movimento Popolare². Nell¹iniziare la
grande marcia verso il Congresso Nazionale, un compagno della direzione
nazionale mi ha invitato a camminare in prima fila, tenendo insieme a loro
lo striscione iniziale della marcia. Era una grande emozione vedere la
moltitudine che applaudiva, la pioggia di striscie colorate che lanciate
dagli edifici. Era commovente vedere la disciplina dei compagni
semplicemente uniti, in momenti di silenzio, in altri momenti che cantavano
accompagnati dalla musica del carro del suolo o pronunciavano parole
d¹ordine che chiedevano: riforma agraria subito, cambiamenti strutturali di
questo modello economico e cittadinanza per tutti i brasiliani.
      Nella piazza di fronte all¹ambasciata USA, chiusa come sempre e
superprotetta  da centinaia di soldati, i manifestanti hanno lasciato
immondizia, simbolo di quel che l¹imperialismo nord americano impone al
mondo. Nell¹arrivare di fronte al Palazzo del Planalto, tutti sapevano che
il presidente avrebbe ricevuto quel pomeriggio 40 rappresentanti del MST e
dei partecipanti alla marcia. E¹ stato triste vedere il palazzo chiuso e
protetto da migliaia di soldati armati. Come se quella marcia pacifica di
più di 15.000 persone fosse una minaccia per il presidente  della Repubblica
o per chiunque altro. I soldati non volevano neanche permettere che la
marcia girasse nella strada di fronte al palazzo. Improvvisamente, noi che
stavamo in prima fila tenendo lo striscione, abbiamo visto una barriera di
soldati, con sfollagente in mano  che ci venivano addosso. Non c¹è stato il
tempo di fare niente. Al mio fianco i compagni non hanno arretrato. I
soldati armati contro di noi disarmati. Al mio lato alcuni lavoratori
avevano in mano falci e altri avevano coltelli. Nessuno ha brandito questi
strumenti. Abbiamo continuato a tenere lo striscione. Nonostante le spinte e
l¹aggressione, siamo riusciti a girare nella strada e conquistare lo spazio
perché la marcia andasse avanti. Un soldato mi ha colpito con una gomitata
alla spalla sinistra, ma, al di là del fatto che mi fa ancora male, quello
che mi ha colpito di più è stato vedere l¹insensibilità degli uomini che
dovevano difendere il popolo e non aggredire cittadini organizzati che
lottano pacificamente per i loro diritti.
            La marcia si è interrotta inizialmente per un¹ora di fronte
all¹edificio del Ministero dell¹economia per un atto pubblico, segnato
dall¹allegria e dall¹atteggiamento pacifico, oltre che da un brillante
discorso di   Plínio de Arruda Sampaio che, con parole estremamente
semplici, ha spiegato a tutti che cos¹è il modello economico, perché il
modello vigente in Brasile è ingiusto e quale sia l¹alternativa corretta
Dopo un¹ora abbiamo ripreso il cammino verso il Congresso Nazionale. Allora
è avvenuto il conflitto più grave. La Polizia dello Stato cercava un
pretesto per attaccare. Voleva, a qualsiasi costo, creare un incidente che
alimentasse i giornali il giorno dopo.  Di fatto, non potendo più aspettare,
i poliziotti che stavano su una macchina si sono diretti verso la
moltitudine. Poiché i manifestanti non avevano  spazio per far passare la
macchina lo scontro è stato inevitabile. In questi momenti non c¹è
razionalità né si può chiedere l¹opinione di nessuno. Anche in queste
circostanze, un giovane ha affermato di essere stato aggredito perché ha
visto due soldati che picchiavano un lavoratore che era caduto a terro ed è
andato a soccorrerlo. Altri difendevano persone più anziane e anche una
signora incinta che partecipava alla marcia
            E¹ stata un¹aggressione che fa male all¹anima: vedere la polizia
aggredire il suo stesso popolo, pre puro atto di brutalità e prepotenza,
manifestazione di una lotta di classe che alcuni sostengono superata o che
oggi assume un altro aspetto.  Non mi pare che abbia cambiato faccia. Mi
sono sentito negli anni 70, ai tempi della dittatura militare.Mi sono
sentito ancora più aggredito il giorno dopo, vedendo i grandi giornali che
titolavano: ³la Marcia del MST finisce in scontro²
           La manifestazione pubblica di fronte al Congresso fu bella e
profonda. Il MST, Via Campesina e tutti i movimenti sociali che hanno
partecipato possono essere soddisfatte. In tempo di ³ciascuno per sé e Dio
per nessuno², la società brasiliana può solo apprezzare questo esempio di
mobilitazione sociale e educazione alla cittadinanza. Nelle persone dei
lavoratori e dei loro alleati che hanno marciato, è stato tutto il Brasile
ad essere aggredito dalla truculenza della polizia e dalla imparzialità
anti-etica della grande stampa. Dobbiamo ancora fare molto. Ci hanno
dimostrato che questa marcia deve essere permanente e coinvolgere tutti.