CONTINUA LA CAMPAGNA DI CRIMINALIZZAZIONE CONTRO CUBA



CONTINUA LA CAMPAGNA DI CRIMINALIZZAZIONE DI CUBA
di Andrea Genovali

In questi giorni hanno destato grande impressione i fatti avvenuti a Cuba
riguardo l’espulsione dei giornalisti polacchi e italiani. Cerchiamo di
ragionarne tenendo presente il quadro complessivo dei fatti.
Il primo fatto, senza il quale non si capisce il vero senso delle azioni
cubane, è che Cuba è un paese bloccato da un embargo di oltre 40 anni e che
vive con l’unica potenza mondiale rimasta a sole poche miglia dal suo
territorio e questa potenza è da oltre 40 anni che cerca di distruggerla.
Il secondo fatto ci dice che l’ambizioso progetto del primo “Congresso per
la democrazia a Cuba” è stato un fallimento e la flebile opposizione interna
cubana, che esiste e opera da molti anni nell’isola caraibica, ne esce
divisa. Infatti dure critiche vengono rivolte da una parte dell’opposizione
a Marta Beatriz Roque per essere stata sostenuta nell’organizzazione di
questa manifestazione dai dollari dell’ala dura dell’esilio mafioso cubano
di Miami e dai settori più reazionari del Senato americano. E a riprova di
questo stretto contatto il centinaio di aderenti a questa manifestazione
hanno ringraziato e poi inneggiato al presidente americano Bush per aver
loro inviato un messaggio di amicizia e solidarietà.
Il terzo ci dice, appunto, che il numero di persone che hanno partecipato,
da tutta Cuba, a questo congresso è stato molto inferiore anche alle attese
dei promotori che si aspettavano circa 500 persone. Il Corriere della Sera
del 21 maggio ci dice che non ci sono state retate, intimidazioni e che la
polizia cubana si è mantenuta ben lontana e che quindi chi voleva poteva
tranquillamente partecipare.
Il quarto fatto è che a Cuba l’opposizione può manifestare e lo stesso
Corriere afferma che erano presenti alla manifestazione circa 200 persone,
di cui un centinaio di
'dissidenti' e gli altri in qualità di invitati, partecipanti,
osservatori, giornalisti.
Il quinto fatto, non meno importante e che nessuno però dice è che il visto
è previsto anche per l'ingresso negli Usa e se si entra con
visto turistico per esercitare attività giornalistica si viene
espulsi, come è accaduto a Robert Menard, il capo di Reporteres
sans frontieres,solo per fare un esempio.
In ogni caso su questo avvenimento i settori più anticubani italiani in cui,
purtroppo fanno bella mostra di sé anche la sinistra moderata e
rifondazione, hanno colto l’occasione per dire che Cuba viola di diritti
umani, dimenticandosi però, soprattutto a sinistra, di dire che Cuba è uno
di quegli “stati canaglia” che gli USA vogliono abbattere e che dopo l’Iraq
anche l’opzione dell’invasione militare torna ad essere tragicamente una
possibilità concreta. Ma soprattutto dimenticano che i diritti umani a Cuba
sono tutelati e basta semplicemente guardare le cifre e le statistiche
socio-economiche delle Nazioni Unite per capirlo.
Una campagna di criminalizzazione, dunque, ben orchestrata e funzionale agli
interessi del governo americano che ha reso pubblico un documento di 500
pagine nel quale spiega come si potrà portare la “democrazia americana” a
Cuba e con quelle 500 pagine sono stati dispensati anche decine e decine di
milioni di dollari per rimpinguare l’opposizione filoamericana dentro Cuba e
preparare il terreno politico, attraverso i mass media, in Europa affinché
anche l’opzione militare, se del caso, possa trovare dei sostenitori nel
Vecchio continente. Una campagna utile anche per indurre l’UE a riattivare
le vergognose sanzioni verso Cuba, sospese lo scorso febbraio.
Tutto questo giustifica l’espulsione di 5 giornalisti che hanno violato le
leggi di Cuba che prevedono nello specifico le stesse misure di quelle ad
es. americane e di altri stati europei? Fino a quando Cuba sarà vittima dell
’embargo e del tentativo americano di cancellare l’esperienza rivoluzionaria
ha il diritto di difendersi e i milioni di cubani che sfilano liberamente a
fianco del proprio leader ci dicono che il governo cubano gode del consenso
della stragrande maggioranza del popolo. E questo penso sia sufficiente.