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CONTINUA LA CAMPAGNA DI CRIMINALIZZAZIONE CONTRO CUBA
- Subject: CONTINUA LA CAMPAGNA DI CRIMINALIZZAZIONE CONTRO CUBA
- From: "Puntocritico" <puntocritico11 at virgilio.it>
- Date: Tue, 24 May 2005 14:48:23 +0200
CONTINUA LA CAMPAGNA DI CRIMINALIZZAZIONE DI CUBA di Andrea Genovali In questi giorni hanno destato grande impressione i fatti avvenuti a Cuba riguardo l’espulsione dei giornalisti polacchi e italiani. Cerchiamo di ragionarne tenendo presente il quadro complessivo dei fatti. Il primo fatto, senza il quale non si capisce il vero senso delle azioni cubane, è che Cuba è un paese bloccato da un embargo di oltre 40 anni e che vive con l’unica potenza mondiale rimasta a sole poche miglia dal suo territorio e questa potenza è da oltre 40 anni che cerca di distruggerla. Il secondo fatto ci dice che l’ambizioso progetto del primo “Congresso per la democrazia a Cuba” è stato un fallimento e la flebile opposizione interna cubana, che esiste e opera da molti anni nell’isola caraibica, ne esce divisa. Infatti dure critiche vengono rivolte da una parte dell’opposizione a Marta Beatriz Roque per essere stata sostenuta nell’organizzazione di questa manifestazione dai dollari dell’ala dura dell’esilio mafioso cubano di Miami e dai settori più reazionari del Senato americano. E a riprova di questo stretto contatto il centinaio di aderenti a questa manifestazione hanno ringraziato e poi inneggiato al presidente americano Bush per aver loro inviato un messaggio di amicizia e solidarietà. Il terzo ci dice, appunto, che il numero di persone che hanno partecipato, da tutta Cuba, a questo congresso è stato molto inferiore anche alle attese dei promotori che si aspettavano circa 500 persone. Il Corriere della Sera del 21 maggio ci dice che non ci sono state retate, intimidazioni e che la polizia cubana si è mantenuta ben lontana e che quindi chi voleva poteva tranquillamente partecipare. Il quarto fatto è che a Cuba l’opposizione può manifestare e lo stesso Corriere afferma che erano presenti alla manifestazione circa 200 persone, di cui un centinaio di 'dissidenti' e gli altri in qualità di invitati, partecipanti, osservatori, giornalisti. Il quinto fatto, non meno importante e che nessuno però dice è che il visto è previsto anche per l'ingresso negli Usa e se si entra con visto turistico per esercitare attività giornalistica si viene espulsi, come è accaduto a Robert Menard, il capo di Reporteres sans frontieres,solo per fare un esempio. In ogni caso su questo avvenimento i settori più anticubani italiani in cui, purtroppo fanno bella mostra di sé anche la sinistra moderata e rifondazione, hanno colto l’occasione per dire che Cuba viola di diritti umani, dimenticandosi però, soprattutto a sinistra, di dire che Cuba è uno di quegli “stati canaglia” che gli USA vogliono abbattere e che dopo l’Iraq anche l’opzione dell’invasione militare torna ad essere tragicamente una possibilità concreta. Ma soprattutto dimenticano che i diritti umani a Cuba sono tutelati e basta semplicemente guardare le cifre e le statistiche socio-economiche delle Nazioni Unite per capirlo. Una campagna di criminalizzazione, dunque, ben orchestrata e funzionale agli interessi del governo americano che ha reso pubblico un documento di 500 pagine nel quale spiega come si potrà portare la “democrazia americana” a Cuba e con quelle 500 pagine sono stati dispensati anche decine e decine di milioni di dollari per rimpinguare l’opposizione filoamericana dentro Cuba e preparare il terreno politico, attraverso i mass media, in Europa affinché anche l’opzione militare, se del caso, possa trovare dei sostenitori nel Vecchio continente. Una campagna utile anche per indurre l’UE a riattivare le vergognose sanzioni verso Cuba, sospese lo scorso febbraio. Tutto questo giustifica l’espulsione di 5 giornalisti che hanno violato le leggi di Cuba che prevedono nello specifico le stesse misure di quelle ad es. americane e di altri stati europei? Fino a quando Cuba sarà vittima dell ’embargo e del tentativo americano di cancellare l’esperienza rivoluzionaria ha il diritto di difendersi e i milioni di cubani che sfilano liberamente a fianco del proprio leader ci dicono che il governo cubano gode del consenso della stragrande maggioranza del popolo. E questo penso sia sufficiente.
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