ARTICOLI E NOTIZIE SULLA MARCIA DEL MST



Title: ARTICOLI E NOTIZIE SULLA MARCIA DEL MST
Sto inviando testi appena tradotti (in blu) e altri già inviati o in portoghese


Dom Tomas Balduino: Popolo di Dio in marcia (3 maggio)

Frei Betto: Verso la terra promessa  (7 maggio)

Dom Demetrio Valentini: Marcia a Brasilia  (5 maggio)

Stedile: Perché marceremo a Brasilia (Caros Amigos, Aprile)

Cosa bisogna fare per cambiare la vita del popolo: DOcumento che verrà consegnato a Brasilia il 17 maggio ai tre poteri


Incontro con il Ministro Gil (6 maggio, sito MST)

Dichiarazioni del presidente del PT Genoino sulla marcia (6 maggio, sito MST)

Notizie dalla stampa brasiliana (2 e 4 maggio)

I bambini e la marcia, dal sito MST

La marcia e la salute, dal sito MST

Testimonianza Mario ALemi (7 maggio)

Riferimenti sito MST

Articolo Dep Luciana Genro in portoghese: En Marcha para o futuro

MST entrega pauta da Marcha ao ministro Rosseto  in portoghese






DA ADITAL DEL 3 MAGGIO 2005

Popolo di Dio in marcia  di  Dom Tomás Balduíno *



Migliaia di persone, uomini e donne, bambini, giovani, adulti e anziani, tutti uniti in una grande camminata. Perché? Per dire al governo e alla società che la Riforma Agraria è una necessità, deve essere fatta, non si può più rinviare la sua realizzazione. Per mostrare a tutti e a tutte che la concentrazione della terra, attraverso i latifondi, deve finire. E che l¹agrobusiness è predatore dei beni naturali, inquinatore dell¹ambiente e causa dell¹esodo rurale, con conseguente aumento della disoccupazione. Dove passa l¹agrobusiness, resta uno strascico sempre più profondo di violenza contro i lavoratori e di violazione dei diritti umani.

Mentre i piedi camminano, già stanchi per una lunga giornata, piena di ostacoli, la mente e il cuore si vanno aprendo, comprendendo le cause che provocano tanta sofferenza per i piccoli. Così gli occhi cominciano a intravvedere all¹orizzonte una nuova terra di condivisione e abbondanza, dove c¹è posto per tutti, dove tutti   ottengono con allegria il pane quotidiano, e dove la stanchezza si trasforma in allegria.

Anche questa marcia lascerà uno strascico molto chiaro e profondo nella storia del popolo brasiliano. Il segno della dignità di coloro che, anche essendo stati esclusi dal banchetto preparato per tutti, non si lasciano abbattere e lottano per conquistare lo spazio che è loro e dal quale sono stati espulsi. E¹ il segno della fede di chi sa che questa lotta sta costruendo una nuova terra.  

Questa marcia mi fa ricordare di quell¹altra grande marcia di cui si parla nel libro sacro, la Bibbia. Il Popolo di Dio, che riuscì a liberarsi dalla schiavitù del Faraone in Egitto, dopo aver attraversato il mar Rosso, si pone in marcia per la conquista della Terra Promessa. Sono stati 40 lunghi anni di camminata attraverso il deserto, soffrendo fame e sete. Affrontando discordie interne. Con la tentazione di cercare e adorare altri dei che gli promettessero risposte più facili e gli offrissero soluzioni, senza dover affrontare difficoltà. Anche di fronte a situazioni così avverse, il popolo continuò a camminare. Fu in questa lunga camminata che si andò forgiando l¹identità e l¹unità di questo popolo, che riuscì così ad unire le energie per conquistare, finalmente una terra, la terra che il Signore gli aveva promesso, una terra in cui scorre latte e miele.

La camminata che questa moltitudine fa ora da Goiânia a Brasília vuole anch¹essa conquistare la terra. E va a prendere d¹assalto il potere centrale, che si ostina nel matenere intatte le strutture arcaiche e ingiuste sulle quali si è fondata la società brasiliana, che mantiene i privilegi, molte volte illegali di alcuni pochi, a danno della grande maggioranza del popolo, che preferisce impiegare le risorse del popolo per pagare gli interessi di un debito che non si sa con certezza come si è formato, invece di indirizzarle a rispondere alle necessità elementari dei cittadini.   

I marciatori, nell¹andare a Brasilia, vogliono svegliare il presidente Lula, che pur avendo garantito che la Riforma Agraria è una delle priorità del suo governo, non riesce a fare passi concreti e significativi in questa direzione. Vogliono scuotere il Congresso dove si annidano, non i difensori del popolo, ma i negoziatori dei gruppi potenti e delle elite, che mantengono e ampliano i privilegi sui quali si accomodano anche oggi. Vogliono tentare di aprire gli occhi del Potere Giudiziario, la cui cecità è emblematica. E¹ realmente cieco di fronte alle legittime rivendicazioni dei piccoli alla terra, al cibo, al lavoro, alla casa, alla salute, all¹educazione, ma vede con nitidezza il ³diritto² dei potenti, soprattutto il diritto alla proprietà senza riserve e senza limiti. Questa massa umana occuperà il Planalto Centrale per mostrare a tutti che esiste, che sta in piedi,  che non si spaventa di fronte agli incerti  e agli sgambetti che i grandi gli preparano.

Come il popolo di Dio conquistò la Terra Promessa, questo popolo in marcia vuol conquistare oltre alla terra per lavorare e produrre, la terra della coscienza dei brasiliani e delle brasiliane perché si uniscano alla lotta che porti tutti a ottenere   una vita dignitosa.

* Bispo emérito de Goiás. Presidente da Comissão Pastoral da Terra


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VERSO LA TERRA PROMESSA di Frei Betto


Frei Betto

Il MST ha ascoltato il consiglio del presidente  Lula e si è alzato in
piedi. Ora, appoggiata dalla Commissione Pastorale della Terra e da altre
organizzazioni, marcia da   Goiânia a Brasília in favore della riforma
agraria. La camminata è cominciata il 2 di maggio. Vi partecipano circa
12.000, persone provenienti da 23 stati. La marcia non punta alla terra
Promessa, come quella degli ebrei, descritta nell¹Antico Testamento. Vuole
solo una porzione della terra promessa dal governo Lula.

Nel 2002, il governo federale ha approvato il 2° Piano Nazionale di Riforma
Agraria che entro il 2006 dovrebbe insediare 400.000 famiglie senza terra. E
più di 130.000 dovrebbero ricevere un finanziamento per l¹acquisto di un
immobile rurale.  

All¹inizio dell¹anno passato, Lula assicurò che entro il mese di dicembre
sarebbero state insediate 115.000 famiglie. Secondo l¹Incra, nel 2004,
furono insediate circa 80.000 famiglie. In due anni di governo 117.000. Il
MST contesta questi dati. Dice che la maggioranza delle famiglie è stata
sistemata all¹interno di progetti avviati dal governo Cardoso o  ha visto
soltanto la propria situazione regolarizzata. Così in due anni il governo
attuale avrebbe insediato 64.000 famiglie.

La cosa più grave è che il governo federale non dimostra la volontà politica
di concretizzare la riforma agraria. Dei 3,4 miliardi previsti nel bilancio
di quest¹anno dal Ministero per lo Sviluppo Agrario (MDA), il Ministero
dell¹economia ha tagliato 2 miliardi per fare cassa e assicurare la montagna
di denaro ³circa 60 miliardi di reais² del superavit primario
(Š)

Ci sono state proteste, anche del ministro Rossetto, che hanno obbligato il
ministro Palocci a liberare 400 milioni della quantità trattenuta. Se la
riforma agraria sarà di fatto priorità del governo Lula, il Miliardo e
seicentomila reais restanti devono essere restituiti in breve al Ministero
dello sviluppo agrario.

La marcia di 223 chilometri   culmina a Brasilia il 17 maggio. Essa
rivendica quel che il governo Lula ha promesso: insediare 400.000 famiglie
entro il 2006. Il presidente ha sottolineato che non basta dare la terra.
Bisogna che ci siano anche buone condizioni tecniche di semina, raccolta,
trasporto e commercializzazione del prodotto eccedente rispetto al consumo
familiare. E¹ quello che desiderano i senza terra, attraverso un programma
di agroindustrie e di credito speciale per gli insediamenti.

Tutte le statistiche provano che l¹attività rurale è quella che dà più
lavoro in Brasile. E noi conviviamo con un allarmante indice di
disoccupazione. Fare la riforma agraria ³una rivendicazione vecchia di 150
anni² significa rimandare indietro l¹esodo verso le città, ridurre il numero
di favelas, diminuire la disuguaglianza sociale e, in conseguenza di questo,
la violenza urbana. In questo paese di 800 milioni di ettari coltivabili, la
terra è quel che non manca.

E¹ provato che più del 60% degli alimenti che arrivano sulle tavole delle
famiglie brasiliane provengono dall¹agricoltura familiare. Il governo
federale ha esteso i benefici del Pronaf (Programma Nazionale di Agricoltura
Familiare) a tutto il paese, spezzando il monopolio della regione Sud.
Questo, tuttavia, non è sufficiente. La burocrazia rende ancora difficile
l¹accesso al finanziamento.

Uno dei maggiori ostacoli alla riforma agraria è il Congresso Nazionale, un
nido di ruralisti difensori del latifondo. Basta dire che, fino ad oggi, non
ha approvato la proposta del governo di esproprio sommario delle fazendas in
cui ci sia lavoro schiavo. Questo è uno dei fattori che favoriscono
l¹impunità dei criminali accusati delle morti di coloro che lottavano per la
riforma agraria.  

Qual è il progetto Brasile del governo Lula? Nell¹economia non c¹è spazio
per i dubbi: equilibrio fiscale, contenere l¹inflazione, attrarre capitali
stranieri, ridurre i debiti interno e estero, aumentare le esportazioni e
ridurre le importazioni, ampliare le riserve e la capacità di investimento.
La meta è positiva, il metodo discutibile, perché gonfia gli interessi,
riduce il credito, stimola la speculazione e asfissia la produzione. Una
difficile equazione: promuovere lo sviluppo sociale attraverso una politica
economica neoliberista che favorisce il capitale e opprime il lavoro.

La riforma agraria è, teoricamente, la ³priorità delle prioritಠdel governo
Lula. A lato della lotta alla fame. D¹altra parte le due cose sono
intrecciate. Ma così come il presidente ha ammesso che il drago
inflazionario non può essere contenuto solo con la frusta degli alti
interessi, che fa male ai lombi della nazione, è ora che il governo dia
risalto al Piano Nazionale di Riforma Agraria e, almeno, realizzi gli
obiettivi di insediamento annunciati nei due primi anni di gestione.

Un governo che ha avuto il coraggio sufficiente per  omologare la riserva
indigena di   Raposa Serra do Sol, in  Roraima, non merita di arrivare alle
elezioni del 2006 con una semplice riverniciatura fondiaria, mentre migliaia
di famiglie restano accampate al bordo delle strade perché sanno che lontano
dalla terra per loro non c¹è salvezza. Non possono più, come fece la
famiglia del presidente, salire su un camion e viaggiare nella speranza di
ottenere lavoro nell¹Eldorado paulista. Gli resta solo la possibilità di
lottare per la terra che hanno perduto




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COSA BISOGNA FARE PER CAMBIARE LA VITA DEL POPOLO!
- Proposta del MST, di Via Campesina e dei  Movimenti sociali al  Governo Lula-
In ambiente rurale, nell¹agricoltura contadina e rispetto alla riforma agraria

1 ­ Realizzare l¹obiettivo di insediare 430.000 famiglie senza terra, entro la fine del mandato, come promesso dal Piano Nazionale di Riforma Agraria.    
2 ­ Realizzare un programma di istallazione di agroindustrie negli insediamenti e di credito speciale per la riforma agraria.   Il PRONAF non sta rispondendo alle necessità dei più poveri.   
3 ­ Difendere l¹ Amazzonia e la biodiversità brasiliana contro gli interessi delle transnazionali e impedire il processo di privatizzazione dell¹acqua.   
4 - Garantire il principio della precauzione e impedire la liberazione della coltivazione commerciale  di qualsiasi semente transgenica, prima che ci sia una indagine sulle conseguenze per l¹ambiente e per la salute delle persone
5 ­ Punire in modo esemplare tutti i    fazendeiros responsabili della violenza contro i lavoratori. Federalizzare i processi per assassinio. Approvare immediatamente la legge di esproprio delle fazendas con lavoro schiavo.   
6 ­ Demarcare immediatamente tutte le aree indigene, così come stabilisce la Costituzione, sostenere e valorizzare la cultura dei popoli indigeni. Regolamentare tutte le terre dei quilombos.   

POLITICA ECONOMICA
7 ­ Impiegare i 60 miliardi di reais del superávit primario annuale, che è denaro del popolo raccolto attraverso le tasse, in investimenti che generino posti di lavoro per tutti. Investire in abitazioni popolari, salute pubblica e in EDUCAZIONE gratuita per tutti i giovani. Realizzare programmi per lo sradicamento dell¹analfabetismo dalla nostra società
8 ­ Abbassare i tassi di interesse reale (Selic) allo stesso livello praticato negli Stati Uniti e nei paesi vicini come  il Venezuela e l¹ Argentina ossia, al 2,5% all¹anno, e non al 19,50%  attuale, che produce soltanto lucro per le banche.
9 ­ Raddoppiare il valore reale del salario minimo e il valore della pensione portandoli a    454 reais mensili nel maggio del    2005, e 566 reais nel maggio del    2006, puntando a distribuire il reddito e migliorare le condizioni di vita dei più poveri. Onorando così l¹impegno assunto dal governo di raddoppiare il potere di acquisto del salario durante il suo mandato
10 ­ Recuperare il controllo governativo e pubblico sulla Banca Centrale e sulla politica  monetaria. Impedire l¹autonomia della banca, come vogliono e stanno realizzando i banchieri e il    FMI.
11 ­ Non firmare l¹accordo dell¹ALCA. Non accettare le regole dell¹Organizzazione Mondiale del Commercio che danneggiano l¹economia brasiliana. Conservare solo quegli accordi commerciali che possano giovare al popolo.   
12 - Realizzare un¹ Udienza  Pubblica sul debito estero, come stabilisce la Costituzione. E rinegoziare il suo valore, poiché abbiamo già pagato diverse volte. E usare queste risorse per l¹educazione, secondo la proposta della CNTE (Confederazione nazionale dei lavoratori dell¹educazione). Rinegoziare il debito pubblico interno, prolungando il suo pagamento senza danneggiare il bilandio dell¹Unione.  

POLITICA IN GENERALE
13 ­ Mobilitare i gruppi del Congresso Nazionale perché sia approvata la regolamentazione del Plebiscito Popolare, progetto di legge  (nr.4718/2004) presentato da  OAB (Ordine degli avvocati del Brasile) e CNBB (Conferenza Nazionale dei Vescovi). In modo che il popolo possa decidere sulle questioni fondamentali.
14 ­ Democratizzare l¹uso dei mezzi di comunicazione di massa. Rivedere le concessioni politiche e liberare l¹uso delle radio e televisioni comunitarie.   
15 ­ Condannare in tutti gli organismi internazionali la politica della guerra e della violazione dei diritti umani del governo   Bush, chiedendo la ritirata delle truppe statunitensi dall¹Iraq. Ritirare immediatamente le truppe brasiliane da Haiti.   
16 ­ Promuovere un vero mutirão nazionale, discutendo, insieme alla società un progetto di sviluppo   che garantisca la sovranità nazioanle,  e definisca come priorità la garanzia del lavoro per tutti, la lotta alla disuguaglianza sociale e una vera democrazia politica.   

DOCUMENTO  CHE I PARTECIPANTI ALLA MARCIA NAZIONALE PER LA RIFORMA AGRARIA CONSEGNERANNO AI RAPPRESENTANTI DEI TRE POTERI A BRASILIA.  



PERCHE¹ MARCEREMO A BRASILIA


di João Pedro Stedile

Non potremo mai dimenticare
Il 17 aprile del 1996 due plotoni della Polizia Militare del Pará, con
duecento soldati ciascuno, ha ricevuto l¹ordine di accerchiare un
accampamento di senza terra alla curva dell¹S, nel comune di Eldorado de
Carajás, e dare una lezione a quei vagabondi che insistevano nel voler
lavorare la terra. Ogni plotone è uscito ben preparato dalle proprie
caserme  a Parapuebas e Marabá. Senza elemeni di identificazione nella
divisa. Senza registrazione delle armi e munizioni. Erano ordini superiori.
Governava la provincia del Pará il signor Almir Gabriel (PSDB), governava la
colonia Brasile, il proconsole americano e principe dei sociologi, Fernando
Henrique Cardoso. Dopo alcune ore, il massacro: diciannove senza-terra
assassinati. Uno di loro, il giovane Oziel da Silva, di soli 18 anni e
leader dell¹accampamento, fu preso, immobilizzato e colpito   (con il calcio
della pistola) di fronte a tutti i soldati mentre gli chiedevano di
continuare a gridare: ³Viva il MST!² Altri 69 furono gravemente feriti, e
ancor oggi soffrono delle conseguenze, che li hanno resi inabili al lavoro
agricolo.

Di fronte alla barbarie perpetrata dallo Stato brasiliano, a servizio delle
elite, la Via Campesina internazionale, che per caso era riunita, in quello
stesso giorno, per la sua seconda conferenza a Città del Messico, dichiarò
allora il 17 aprile, Giornata internazionale di Lotta Contadina.  Da allora,
tutti gli anni, in un numero crescente di paesi, le organizzazioni contadine
realizzano mobilitazioni, all¹interno della lotta per la riforma agraria e
per la difesa dei loro diritti. Il massacro di Carajás è servito almeno come
spinta perché i contadini di tutto il mondo lottassero di più. Qui in
Brasile, abbiamo l¹obbligo di non scordare mai queste scene della barbarie
compiuta dalla nostra elite, che grida tutti i giorni, nei suoi canali
televisivi, contro le barbarie commesse dai lumpen nelle prigioni, nelle
Feben, durante gli odiosi sequestri. Ma si dimentica della sua propria
barbarie. Si dimentica che la proliferazione dei lumpen è   il prodotto
della barbarie istituzionale del sistema capitalista, che organizza la
società  solo per l¹individualismo e la ricerca del lucro. E i poveri, qundo
cercano di imitare questo, si trasformano anche loro in barbari.

La marcia a Brasilia
E quest¹anno abbiamo deciso, l¹MST con i movimenti sociali organizzati in
Via Campesina/Brasile, di realizzare una grande marcia a Brasilia. Usciremo
da Goiania il 1 maggio e cammineremo per 17 giorni fino ad arrivare alla
capitale federale. La novità di questa marcia non è il fatto in se stesso di
metterci in cammino, perché le marce fanno parte dei vari tipi di
mobilitazione dei contadini, ma è nel numero dei partecipanti. Riuniremo più
di 10.000 persone, uomini, donne, bambini, venuti da 23 stati del Brasile,
per camminare insieme, protestare e richiarmare l¹attenzione della società
brasiliana sulla grave situazione di povertà e disuguaglianza nelle
campagne.


E perché un così grande sforzo e sacrificio?
Far muovere tutti i giorni 10.000 persone, portando con noi cucine, bagni,
acqua, in una marcia che esigerà un enorme sacrificio di tutti i
partecipanti, è un grosso impegno, ma il sacrificio maggiore è aspettare
tutta una vita, fermi, immobilizzati dalla povertà e dall¹ingnoranza.
Mobilitare, lottare è già un atto di dignità contro il sacrificio sociale
storico che è imposto ai poveri nel paese. Cammineremo per richiamare
l¹attenzione della società brasiliana sul fatto che la riforma agraria è
ferma. Abbiamo fatto un accordo con il governo Lula nel novembre del 2003,
nel quale il governo prendeva l¹impegno di insediare 430.000 famiglie nei
tre anni di mandato che restavano ancora. E il governo si impegnava a
mettere al primo posto le famiglie accampate. E¹ passato, da allora, quasi
un anno e mezzo, e fino ad ora il governo non ha onorato il suo impegno e ha
insediato meno di 60.000 famiglie. Mancano 20 mesi di mandato e 370.000
famiglie devono ancora essere insediate. Il governo non sta mettendo in
pratica il piano nazionale di riforma agraria e, addirittura, annuncia tagli
al bilancio, per pagare gli interessi del debito interno, ai banchieri.
E questo sarà il secondo motivo della nostra marcia. Sappiamo che la
realizzazione della riforma agraria non è solo una questione di volontà
politica o d¹impegno personale del presidente. Dipende da una politica
economica. Dipende da un progetto nazionale di sviluppo.
E marceremo, quindi, per andare a Brasilia a dire al governo che cambi la
sua politica economica, se vuole rendere possibile la riforma agraria e
risolvere i problemi del popolo. Tutti sappiamo che la politica economica
attuale è il proseguimento della politica neoliberista del governo
anteriore. I mandatari del Ministero delle Finanze e della Banca Centrale
sono ancora gli stessi ³tucani² degli scorsi otto anni. Questa politica, che
si basa sulla priorità del superavit primario, sugli alti interessi e sullo
stimolo alle esportazioni, ha come risultati soltanto: profitti fantastici
per le banche e le transnazionali, concentrazione di reddito  e aumento
della disoccupazione. Basta leggere i giornali, non è necessario essere
economisti per capire la sua natura.
Andiamo a Brasilia a dire che è ora di utilizzare i 60 miliardi di reali di
superavit primario per applicarli in investimenti che garantiscano lavoro
per tutti. Investirli nell¹educazione, nell¹università pubblica e nella
salute pubblica. Vogliamo dire che, se vogliono tanto imitare gli Stati
Uniti, devono adottare il tasso di interesse degli Stati Uniti, che è di
appena il 2,5% e non del 19% che riscuotono da noi.
Andiamo a Brasilia a dire che il nostro popolo merita un salario minimo
dignitoso. Economie più povere e più piccole, come quelle dell¹Argentina e
del Paraguai, pagano salari minimi intorno ai 500 reali. Perché l¹economia
brasiliana non può pagare salari simili? Tutti i mezzi di comunicazione
delle elite, tutti gli imprenditori dicono ipocritamente di sostenere la
distribuzione del reddito, ora, l¹aumento del salario minimo è la misura più
efficace per distribuire il reddito. Perché non lo accettano?
Andiamo a Brasilia a sostenere l¹idea che, il nostro popolo si libererà
dalla povertà e dalla disuguaglianza sociale, solo se il governo metterà
realmente al primo posto la maggioranza e garantirà che ogni giovane abbia
accesso all¹università pubblica e gratuita. Anche su questo punto, le elite
accettano la tesi che l¹educazione deve essere la priorità, ma non accettano
che il governo smetta di pagare i debiti interni  e esteri e investa le
risorse nell¹educazione.
Andiamo a Brasilia a sostenere l¹idea che è necessario fare una discussione
pubblica, un auditing sul debito estero,  perché il popolo sappia cosa è gia
stato pagato e quel che continuiamo a pagare invano. Il nostro popolo invia
annualmente più di 50 miliardi di dollari all¹estero. La nostra elite
mantiene 85 miliardi di dollari depositati in conti esteri. La Costituzione
brasiliana stabilisce la realizzazione di un auditing sul debito estero. Ma,
in questo caso, nessuno esige il rispetto della Costituzione!
Andiamo a Brasilia a dire al Congresso Nazionale che è ora di regolamentare
il diritto del plebiscito popolare, delle consultazioni e referendum
previsti nella Costituzione, che  fino ad oggi, non sono stati
regolamentati. Il popolo ha bisogno di avere il  diritto di esercitare il
suo mandato. I deputati non possono usurpare il diritto del popolo a
decidere. Per questo appoggiamo il progetto di legge elaborato dalla OAB e
dalla  CNBB, che sta passando per la Camera dei Deputati, che regola il
diritto del popolo  a realizzare plebisciti popolari, per decidere su tutte
le questioni   sulle quali ritenga necessario esprimere il proprio parere.
Andiamo a Brasilia a sostenere la democratizzazione dei mezzi di
comunicazione di massa. Perché il governo smetta di chiudere le radio
comunitarie. Non ci sarà democrazia senza che il popolo e le sue
organizzazioni sociali abbiano il diritto all¹informazione. E, per questo,
le radio, le televisioni comunitarie sono fondamentali, così come
democratizzare le concessioni pubbliche della televisione.
Andiamo a Brasilia a dire che siamo contro l¹accordo dell¹ALCA e chiedere
che il governo ritiri da Haiti i nostri soldati. Il popolo di Haiti deve
essere sovrano, e decidere da solo il suo futuro. Il popolo di Haiti ha
bisogno del nostro aiuto umanitario, non di soldati.
E per dire tutto questo a Brasilia, speriamo di poter contare sulla
partecipazione di tutti voi. Alla fine della marcia il 17 maggio a Brasilia,
realizzeremo una grande manifestazione per consegnare ai tre poteri le
nostre richieste.

NOTIZIE DALLA MARCIA

6 maggio incontro con il ministro Gilberto Gil
Gil ha ricevuto una equipe di negoziazione del MST per discutere i punti specifici relativi alla cultura per la aree di insediamento della Riforma Agraria, le convenzioni e i patrocini agli eventi nazionali e regionali nelle campagne. Tema centrale dell¹incontro è stato la conservazione e il rafforzamento dell¹identità culturale contadina.

6 maggio - Vogliamo che le mete siano realizzate dal governo dice Genoino
Crediamo che le mete stabilite nel 2003 saranno realizzate dal governo ­ dice il presidente del PT che ha parlato il 5 maggio a Brasilia sulla necessità della riforma agraria e l¹importanza della marcia nazionale. ³Voglio manifestare ai partecipanti alla Marcia, l¹appoggio del PT, alla bandiera della riforma agraria, alla realizzazione delle mete². Per lui la riforma agraria è fondamentale per lo sviluppo del paese. Se vogliamo uno sviluppo con inclusione, con lavoro, con distribuzione di reddito, la Riforma agraria concretizza questo nelle campagne.
DI fronte alla meta di insediare 400.000 famiglie Genoino ha detto che realizzare questo obiettivo sarà possibile con una combinazione di sforzi tra le strade e il governo. La pressione è legittima e il governo deve dialogare con il Movimento per cercare mezzi per l¹esecuzione delle mete.

2 MAGGIO - SINTESI
La stampa dà grande rilievo oggi all'inizio della Marcia Nazionale per la Riforma Agraria. Tutti i giornali informano che i principali obiettivi della marcia sono fare pressione sul governo federale  per accelerare il processo della riforma agraria e forzare verso un ampliamento delle linee di credito dell'agricoltura familiare. Al di là della quantità di notizie,   Folha e Estadão riportano interpretazioni più approfondite dell'evento, indicando che la marcia è, in linea generale, un atto politico di appoggio al governo federale, ma contrario alla sua politica economica.  
Lo Estadão valuta che la realizzazione della marcia, sommata alla diminuzione del numero di occupazioni nel 2005, dimostrano che le relazioni tra MST e governo federale "presentano un grado di affinità maggiore di quanto si potesse supporre". La percezione del giornale è che il MST valuta che Lula incontra ostacoli nella realizzazione della riforma in seguito agli accordi assunti con la destra nella disputa elettorale.   João Pedro Stédile, del coordinamento del  MST, sottolinea nella  Folha che il  MST non è "pazzo" tanto da rompere con il presidente Lula, nonostante il fatto che la speranza nel governo si sia trasformata in "perplessità".  
Dia 4 de maio


4 MAGGIO - SINTESI
Il governo federale prepara un pacchetto di misure per ricevere la marcia dei senza terra che sta andando a Brasilia. Il giornalista Hugo Marques (Jornal do Brasil e Gazeta Mercantil) informa che il ministro Miguel Rossetto (Sviluppo Agrário) ha promesso di liberare 10 miliardi di reais per l'agricoltura familiare, attraverso il Pronaf, per il raccolto 2005!2006. Il valore corrisponderebbe al triplo dei crediti concessi durante la gestione Cardoso.  E ha promesso l'impegno del governo a liberare più risorse per la realizzazione della riforma agraria.  Jaime Amorim, dirigente del  MST, ha protestato per il basso numero di insediati (40 mil) che avranno accesso alla linea  A del Pronaf quest'anno, durante la riunione di 20 rappresentanti del Movimento con il ministro. Il MST ga formato una commissione per dialogare con il governo federale durante la realizzazione della marcia, commenta il   Correio Braziliense.


I bambini e la marcia dal sito MST
Durante  la marcia nazionale per la riforma agraria, oggi accampata a   Anápolis (GO), i 113 bambini che stanno marciando passano il giorno con i loro genitori. Nel frattempo le  65 persone   che si occupano abitualmente di loro faranno una giornata di formazione.
Alcuni di loro hanno una preparazione pedagogica ma la maggior parte è stata designata dai vari stati solo per occuparsi dei bambini. "Ma noi non vogliamo che ci si occupi soltanto di curarsi dei bambini, vogliamo che questa sia per loro una opportunità educativa. Per questo faremo formazione" - dice    Cristina Vargas,  che fa parte del gruppo.
Durante la mattina gli educatori hanno discusso sul significato della Marcia e dell'educazione infantile e hanno programmato le attività da svolgere fino alla fine della marcia.
Le attività che saranno organizzate per gruppi di età, includono pittura, musica, giochi che hanno a che fare con il tema della collettività.
In questa settimana il tema centrale è stato la Marcia. "A volte i bambini sono qui ma non sanno bene perché, quindi abbiamo parlato di che senso ha la Marcia" dice Cristina. Nei prossimi giorni, il settore CUltura del Movimento organizzerà attività teatrali con i bambini

Scuola itinerante
Durante tutto il periodo della marcia, i 43 bambini che frequentano la scuola e hanno più di sette anni, non stanno rinunciando alle lezioni, partecipano alla Scuola itinerante del MST, "i bambini vanno a scuola e insieme marciano", conclude Cristina.

La marcia e la salute
La preparazione dei partecipani del settore Salute per la Marcia è cominciata da mesi, dallo scorso novembre. In quel mese infatti c¹è stata una riunione formativa sul primo soccorso, poi ogni partecipante è tornato nel proprio stato  e ha complestato la sua preparazione. Si tratta di 328 persone. L¹organizzazione dei compiti è fatta stato per stato. Ogni giorno i marciatori coinvolti nell¹assisteza, di ogni stato si riuniscono per discutere come va il loro servizio. Ogni tre giorni c¹è una riunione generale della brigata.
Dato il numero di persone, lo sforzo fisico che compiono, non abbiamo avuto molti casi di cui occuparci. Noi cerchiamo di prevenire i problemi avvertendo attraverso la radio di bere molto di tenere sempre il cappesso ecc. Ci occupiamo ance della raccolta dei rifiuti per non danneggiare i luoghi in cui ci accampiamo. Sei ambulanze sono disponibili durante tutto il tempo della marcia. Diciamo anche ai compagni che si riposino che si facciano massaggi. E¹ importante che le persone si aiutino a vicenda.



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TESTIMONIANZA DI MARIO ALEMI
Equipe di Comunicazione della Marcia Nazionale
Il primo maggio e' partita da Goiania, capitale dello stato di Goias, la piu' grande
marcia organizzata dal Movimento. Le motivazioni della marcia sono state pubblicate
da vari giornali dai dirigenti stessi dell´MST (cfr. l´articolo <http://www.comitatomst.it/stedin62.htm>  di Stedile su Caros Amigos,
in italiano). La stampa italiana sembra non essersi accorta che 12.000 persone, nel
più grande stato latinoamericano, si sono messe in marcia per percorrere 250 km in 16
giorni: l´arrivo è infatti previsto per il 17 a Brasilia, capitale del Brasile,
mentre la stampa brasiliana ha iniziato a mostrare i primi segni di insofferenza con
qualche attacco su "O estado de São Paulo", il maggior quotidiano brasiliano.

Ma, chiaramente, l´entusiasmo dei partecipanti non è stato scalfito quando
l´imponente camion con il Sound System ha diffuso la lettura  dell´articolo
(offensivo nei confronti del Movimento): come risposta più di mille bandiere rosse
con il simbolo della coppia contadina hanno sventolato frenetiche.

Come funziona questa marcia? Ci si sveglia la mattina alle 5, e spesso l´entusiasmo
spinge i più giovani a gridare slogan dalle 4 e mezza, e ci si mette in marcia  
dopo un´ora. L´organizzazione è imponente: quando ancora i partecipanti si stanno
mettendo in colonna, i responsabili della logistica stanno smontando gli enormi
tendoni, uno per ogni stato, in cui abbiamo dormito. Un panino con mortadella che
ricorda l´asilo e si parte.

Sono più o meno 20 km di marcia a passo normale, senza zaino. Durante la marcia
l´audio del Sound System viene diffuso anche attraverso un radiotrasmettitore
installato dall´associazione delle radio comunitarie: ad ogni partecipante è stata
distribuita una radiolina (senza nessuna cauzione, ma dovrà essere restituita). Si
marcia ininterrottamente per 4-6 ore e si arriva nel nuovo accampamento, dove i
tendoni sono già montati. Poco dopo arriva il primo pasto caldo: l´immancabile riso
e fagioli con carne e sugo. Per ogni pasto vengono utilizzate 8300 gavette di
alluminio, cucinate 2 tonnellate di riso, 1,8 tonnellate di fagioli, 310 litri di
olio, 980 kili di carne (tre buoi!) da 415 lavoratori (volontari). Tutto il
materiale viene comprato con il contributo di ogni stato e messo in comune, poi
ridiviso in modo da dare la possibilità ad ogni stato di preparare un pasto il più
vicino possibile ai gusti locali.

Può non sembrare il particolare più importante di questa marcia (non lo è in
effetti), ma mostra la capacità dell´MST di far collaborare un numero notevole di
persone con orari pesantissimi (dalle 4 del mattino fino alle 10 di sera), tutti
spinti esclusivamente dal desiderio di collaborare al successo di questa marcia,
producendo un risultato più che accettabile!

Perché questa marcia dunque. Stedile dice contro una politica economica vergognosa,
ma nell´articolo non appare nessun attacco diretto al presidente Luis Inacio Lula da
Silva. Come mai?

Tutti, o quasi, nel Movimento son convinti che la direzione presa dal governo non
dipenda dalla volontà personale del presidente, ma dalle pressioni che questo
continua a ricevere. Sul settimanale brasiliano Epoca, Stedile sottolinea
l´importanza che i due ministri ultra-conservatori, quello dell´economia Palocci e quello
dello Sviluppo Furlan, hanno nelle scelte di politica economica. Il primo regalando
il 12% di interesse annuo ai cosiddetti investitori istituzionali (le banche brasiliane annunciano investimenti record ogni anno, quest´anno un miliardo di euro di guadagno liquido netto per il Banco do Brasil), il secondo cercando di mettere il bastone tra le ruote alla politica veramente rivoluzionaria del Brasile nei confronti del software libero.

Per questo la marcia è importantissima: il 54% dei brasiliani, secondo il Movimento, reputa necessaria una riforma agraria come quella proposta dal MST o quella, leggermente edulcorata, promessa dal PT in fase elettorale. Eppure i poteri forti hanno impedito a questo governo di mantenere le promesse più basilari. Questa marcia sta avendo un effetto notevole: il 5 maggio ad Anapolis, una città di 300.000 abitanti, ho intervistato un po´ di ragazzi per la città, alcuni pensionati in giro, i lavoratori del punto internet, alcuni baristi. Tutti si sono dichiarati favorevoli, tutti hanno affermato che la lotta del MST è una lotta per riscuotere ciò che Lula aveva promesso, per migliorare la situazione del popolo brasiliano.

Nella marcia mi sono unito alla "Brigata di Itapeva", dello stato di San Paolo. Ero stato ad Itapeva l´anno scorso un mese e sono stato sorpreso dalla quantità di nuovi militanti, moltissimi giovanissmi, poco più di 20 anni, tutti culturalmente capaci (se quest´espressione ha senso). L´MST continua ad occupare, e continua così a forzare lo stato a ridistribuire la ricchezza di base di un paese: la terra. La marcia si trasforma in un percorso intellettuale oltre che fisico: scambiare idee con questi giovani è estremamente stimolante. Sono curiosi, vogliono viaggiare, le donne sono fortemente critiche riguardo al machismo che ancora è presente nella base del movimento, si parla di discriminazione razziale, di politica italiana --ahimè-- o di politica brasiliana. Discretamente (non sarebbe permesso) si beve una birra prima di andare a dormire sull´erba.


Mario Alemi <http://mst.linux.it>
www.comitatomst.it


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Nel sito brasiliano del MST potete trovare notizie continuamente aggiornate sulla marcia e inoltre:
Foto
Brevi programmi radiofonici
Le canzoni della marcia



http://www.mst.org.br/informativos/especiais/marcha/home.htm

http://www.mst.org.br/informativos/especiais/marcha/fotos.htm
http://www.mst.org.br/informativos/especiais/marcha/vinhetas.htm
http://www.mst.org.br/informativos/especiais/marcha/musicas.htm


Marcha Nacional pela Reforma Agrária

Em marcha para o futuro


07/05/2005

Por Luciana Genro*

Há vinte e um anos, o MST constrói um modelo inovador de luta pela terra no Brasil. Com a palavra de ordem "Ocupação é a única solução", o Movimento iniciou sua cruzada pela realização da Reforma Agrária no país, há quinhentos anos convenientemente protelada pelas elites do país. A partir daí, as ocupações de terras, feitas por trabalhadores rurais organizados, cada vez mais conscientes e em maior número, se espalham de norte a sul. No rastro das suas ações, o MST se faz forte e mundialmente conhecido, objeto de tese de pesquisadores de inúmeros países. No Brasil, outros movimentos de luta pela terra surgiram, como o MTL - Movimento Terra Trabalho e Liberdade - que significou um importante avanço na combinação de organizar os excluídos do campo e da cidade. Mas à medida que crescia a força dos movimentos de luta no campo, creditada aos seus valorosos militantes, aumentava também a repressão institucional e de milícias ilegalmente armadas pelo latifúndio contra os trabalhadores sem-terra e contra os excluídos das cidades. Recentemente em Goiânia - a mesma cidade de onde sai a marcha do MST- dois trabalhadores sem teto foram covardemente assassinados pela Polícia Militar em uma das mais violentas operações de desocupação urbana de que temos notícia.

Nesse sentido, é com entusiasmo que acompanho a realização de mais uma grande e bela ação do MST: uma marcha com cerca de 12 mil companheiras e companheiros, dispostos a caminhar 200 Km durante 17 dias, de Goiânia a Brasília, a fim de homenagear os trabalhadores mortos em Carajás e mostrar à sociedade, e especialmente aos detentores do poder, que a luta para ver a terra nas mãos de quem nela trabalha continua e se torna, a cada passo, mais urgente.

O episódio conhecido como Massacre de Eldorado de Carajás, no qual dezenove camponeses, militantes do MST, foram covarde e brutalmente assassinados por dois pelotões da Polícia Militar do Pará, no dia 17 de abril de 1996, não pode ser jamais esquecido. Diante da coragem e determinação dos milhares de lutadores e lutadoras do povo, organizados em torno da Reforma Agrária, um direito social assegurado pela Constituição Brasileira, mas nunca cumprido, a resposta dos poderosos foi e continua sendo a barbárie. Temos que, em sua memória e de todos os que tombaram, apoiar ainda com maior vigor a luta contra o latifúndio e pela Reforma Agrária.

Para milhares de pessoas que morreriam anonimamente, no abandono, sem terra e sem dignidade, as marchas e acampamento são um espaço de aprendizado na luta e de convivência fraterna, de formação, conscientização e emancipação de seres humanos. Um lugar onde todos se unem na construção de uma outra subjetividade, capaz de gestar as bases de uma sociedade socialista. Participar de um acampamento ou assentamento é antes de tudo recuperar a auto estima esquecida entre as inúmeras humilhações sofridas quotidianamente.

Embora os movimentos sociais de luta pela Reforma Agrária, nestas duas décadas, tenham contribuído decisivamente para o avanço da organização social no campo, a contrapartida do Estado, com seus diversos governos, inclusive e especialmente o atual, tem sido decepcionante. Nunca, nem antes nem agora, houve disposição política e verbas suficientes para fazer de fato a Reforma Agrária. A prioridade continua sendo o pagamento dos famigerados juros das dívida, que serve apenas para encher de dólares os bolsos de uma ínfima minoria de parasitas. O governo Lula, que encheu de esperança milhares de sem- terra tem mantido intocada a estrutura fundiária no país, preservando o latifúndio, fortalecendo o agrobusiness e solapando a agricultura familiar.

Em 2003, a promessa era assentar 60 mil famílias, mas apenas 36,8 mil foram beneficiadas. No ano passado, 81,2 mil famílias foram assentadas, diante de uma meta de 115 mil. Até agora, o governo petista não cumpriu nenhuma meta de assentamento. E, muito provavelmente, este ano será como os anteriores pois do orçamento original de R$ 3,7 bilhões do Ministério do Desenvolvimento Agrário, R$ 1,6 bilhão estão retidos pelo governo federal e os Ministérios da Fazenda e Planejamento ainda não sinalizaram quando parte do valor será desbloqueado, se é que vai ser.

Enquanto isso, a situação da população rural brasileira é de desespero. As contradições são evidentes: o emprego agrícola continua estagnado por mais que a produção e as exportações agrícolas cresçam; apesar de existirem milhões de hectares sem cultivo, não há trabalho para todos no campo; não bastasse isso, a possibilidade de emigrar para a cidade deixou de existir, pois elas não têm mais condições de oferecer emprego sequer aos seus habitantes.

Expulsos do campo, barrados na cidade, para onde marcham, então, os Sem Terra?

O que resta a nós, lutadores, senão ocupar a arena política, lugar primeiro das batalhas que poderão nos trazer o justo e legítimo direito à terra, moradia, saúde, educação, lazer e tudo o que assegura o mais sagrado direito de todos os seres humanos: o direito a uma vida digna?

Sim. Brasília, destino final da marcha dos Trabalhadores Sem Terra. Ocupação física do espaço político brasileiro por excelência. Às vozes que aqui gritarão, dia 17 de maio, para exigir agilidade na Reforma Agrária, auditoria da dívida externa, salário mínimo digno, democratização dos meios de comunicação e o fim da pobreza e da desigualdade se juntarão a de todos que no Brasil e no mundo lutam por uma organização social onde o respeito à vida, ao nosso planeta-mãe e a todos os seus filhos possa finalmente prevalecer sobre a voragem do lucro!

O mandato de deputada federal que os eleitores do Rio Grande do Sul me conferiram, e meu partido, o P-SOL, têm como princípio inalienável o engajamento e o apoio ativo à organização do povo nos movimentos e entidades efetivamente comprometidos com as lutas dos trabalhadores e com a causa do socialismo. A luta pela Reforma Agrária e todas as outras que são e serão travadas no caminho para a construção do socialismo nos unem, nos tem unido e continuarão a nos unir. Estamos juntos, companheiros e companheiras. A luta de todos os Sem Terra é a nossa luta.

*Luciana Genro é deputada federal (P-SOL/RS)

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Informativos - Últimas do MST
MST entrega pauta da Marcha ao ministro Rosseto
03/05/2005

Uma comissão de representantes da Marcha Nacional pela Reforma Agrária entregou nesta terça-feira (03), em mãos, a pauta com as reivindicações da mobilização ao ministro do Desenvolvimento Agrário, Miguel Rosseto, e ao presidente nacional do Incra (Instituto Nacional de Colonização e Reforma Agrária), Rolf Hackbart. Esse foi o primeiro e o mais importante dos diversos encontros agendados com representantes do governo para acontecer durante a Marcha.

Os pontos apresentados no documento se referem ao fortalecimento do Incra e à situação dos acampamentos e assentamentos, sendo que o descontigenciamento dos recursos para a Reforma Agrária foi a questão mais enfatizada durante a reunião. ³Nós não aceitamos que os 2 bilhões de reais da Reforma Agrária vão pagar juros da dívida brasileira², disse Fátima Ribeiro, da direção nacional do MST. A verba se refere ao corte no orçamento destinado ao Ministério para gastos deste ano. Desse montante, somente 400 milhões foram devolvidos, sendo que a liberação efetiva do recurso se limitou a 250 milhões até agora. Com isso, a meta do Plano Nacional de Reforma Agrária (PNRA) de assentar 400 mil famílias Sem Terra até o fim de 2006 fica inviabilizada.

Nessa questão, o presidente do Incra traçou um cenário pessimista. ³Os recursos para obtenção de terra acaba no mês que vem. Hoje estamos selecionando terra para não gastar todo o dinheiro², alertou Hackbart. Mas o ministro Rosseto está otimista. ³Estamos confiantes ­ e esse é o compromisso do governo ­ de assegurar recursos integrais para o cumprimento de todas as metas do PNRA³.

A pauta

Com relação à reestruturação do Incra, os Sem Terra reivindicam a vinculação do órgão à Presidência da República, além da contratação de novos servidores. Para Egídio Brunetto, da direção nacional do MST, durante o governo FHC o órgão foi sucateado e o novo governo tem a obrigação de fortalecê-lo novamente. ³Passamos dois anos e meio de mandato e o Incra está quase igual. Tem estado que tem um agrônomo para fazer vistoria², denuncia Brunetto.

Além disso, a Marcha reivindica que o governo faça um cronograma de assentamento das famílias acampadas por estado de acordo com as metas do PNRA. ³As famílias do MST não foram efetivamente assentadas nesses dois anos. Para se ter uma idéia, em 2004, só foram assentadas 11 mil do Movimento², disse Jaime Amorim, da direção nacional do MST.

A construção de um novo crédito para a Reforma Agrária e a universalização da assistência técnica para os assentamentos também foram discutidos na reunião. O MST denunciou que são raros os casos em que o agricultor consegue ter acesso aos recursos do Pronaf (Programa Nacional de Fortalecimento da Agricultura Familiar).

Na opinião do ministro Rosseto, todos os pontos citados na pauta dialogam com o fortalecimento de uma Reforma Agrária qualificada para o Brasil. ³A minha expectativa é de que possamos avançar bastante com relação a esses temas e responder a esse grande sonho de milhares de famílias que querem trabalhar na terra².

Na reunião, ficou acertado que nos próximos dias serão negociados os diversos pontos de reivindicações para que, no começo da próxima semana, o Ministério se pronuncie oficialmente se vai atender à pauta completa ou não. Como lembrou Fátima Ribeiro, ³a esperança é a última que morre e é por isso que estamos em uma Marcha pela Reforma Agrária com uma grande expectativa de que essas 11 mil pessoas que estão caminhando recebam uma resposta concreta desse governo².

A previsão é de que a Marcha Nacional pela Reforma Agrária chegue a Brasília no dia 17 de maio. A mobilização está sendo organizada pelo MST, CPT (Comissão pastoral da Terra), Via Campesina e Grito dos Excluídos.