Brevi Latinoamericane



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Brasile non rinnoverrà impegni con il
FMI
<x-tad-smaller>Di Tito Pulsinelli *</x-tad-smaller>
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</x-tad-smaller>7 Aprile 2005 - Il Presidente Lula da Silva, nel corso del recente vertice presidenziale con Spagna, Venezuela e Colombia svoltosi alla frontiera amazzonica, confermò che il Brasile non sottoscriverà più alcun impegno con il Fondo Monetario Internazionale.
Lula ha precisato che nel corso del suo mandato aveva dovuto ottemperare ad obblighi assunti dal precedente governo di Cardoso, che ora sono già scaduti.
L’andamento dell’economia brasiliana è favorevole, con aumento delle riserve monetarie, produzione ed esportazioni, pertanto non vi è alcuna necessità di rinnovare accordi con il FMI. “Abbiamo la forza e la capacità di camminare con le nostre gambe –ha detto Lula- e di decidere da soli il nostro cammino”.

L’altro fatto rilevante del vertice quadrangolare tra Spagna, Brasile, Colombia e Venezuela è stato l’annuncio della vendita di aerei da trasporto e motovedette costruite in Spagna destinate alla vigilanza costiera e frontaliera del Venezuela.
Gli Stati Uniti hanno scatenato una intensa campagna di pressione e allarmismo contro un presunta corsa al riarmo del Venezuela, che è stata ignorata da Zapatero e persino dal Presidente colombiano Uribe.
Non poteva essere altrimenti, visto che la Colombia riceve quasi 2 miliardi annuali di finanziamenti -soprattutto bellici- da parte degli Stati Uniti.

La pressione per isolare il Venezuela non sembra far breccia nei paesi confinanti, tanto che Lula ha difeso apertamente Chavez: “Non accettiamo diffamazioni contro i nostri compagni. Il Venezuela ha il diritto di essere un paese sovrano”.
L’insistente campagna diffamatoria della Casa Bianca è mutevole e contraddittoria, simile ad una porta girevole, visto che nel recente passato accusava il governo di Caracas di lasciare sguarnite le frontiere per fiancheggiare sotterraneamente le guerriglie colombiane. Adesso che si dotano degli strumenti idonei a tale scopo, la critica degli Stati Uniti è incomprensibile o pretestuosa.
Durante il vertice è trapelato che sarebbero in corso contatti tra il governo colombiano e la guerriglia dell’Esercito di Liberazione Nazionale, che dovrebbe portare a negoziati da effettuarsi in Messico. Sono inoltre stati firmati contratti per costituire una impresa mista tra la spagnola REPSOL e lo Stato venezuelano per lo sfruttamento di un nuovo giacimento gasifero.

Il vertice ha sottolineato i progressi dell’integrazione sudamericana, il ruolo crescente della Spagna in questa aerea e la sostanziale marginalizzazione degli Stati Uniti, che non riesce a bloccare il processo di autonomia della troika Caracas-Buenos Aires-Brasilia. La politica di contrasto basata sulla demonizzazione del Venezuela finora non da risultato. Rumsfeld, in visita in Argentina per promuovere l’isolamento di Caracas, non è stato ricevuto dal Presidente Kirchner.

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<x-tad-smaller>:: MESSICO ::</x-tad-smaller>


GOLPE del GOVERNO CONTRO CANDIDATO PRESIDENZIALE della SINISTRA
<x-tad-smaller>Di Tito Pulsinelli *</x-tad-smaller>
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</x-tad-smaller>6 Aprile 2005 - Grande incandescenza politica in Messico, il governo si appresta a ritirare l’immunità al Governatore della capitale -Manuel Lopez Obrador- ed eliminare così dalla corsa presidenziale il candidato con più accettazione nei sondaggi.

Il governo è quello di destra di Fox, e il concorrente che vuole togliere di mezzo con deboli pretesti giuridici, è il rappresentante della sinistra Lopez Obrador.

Il governo filo-USA di Fox ha scelto la via del golpe-leguleio per sbarazzarsi del popolarissimo Governatore di Città del Messico, accusandolo di aver violato la legge quando ampliò l’accesso stradale ad un importante ospedale pubblico.

La destra attualmente al potere, senza che vi sia stato alcun processo e nessuna condanna giudiziaria, lunedì riunirà il Parlamento per ritirare l’immunità a Lopez Obrador.
Inutile dire che per accuse più gravi di nepotismo, interesse privato nelle numerose privatizzazioni del sistema bancario, o colossali casi di corruzione, non si è mai fatto ricorso al ritiro dell’immunità, e costoro siedono tuttora indisturbati nel Parlamento e nel Senato messicano.
Tanto che si apprestano ad eseguire il golpe preventivo con cui la destra tenta di eliminare il più pericoloso concorrente per la corsa presidenziale dell’anno prossimo.
Lopez Obrador ha già anunciato che, se il Parlamento gli mostra il pollice verso, non appellerà, nè chiederà la libertà provvisoria. Per la prima volta, potrebbe esserci un candidato presidenziale che farà campagna dall’interno di una cella.
Ha fatto appello a tutti i messicani amanti delle libertà a cominciare una campagna di resistenza civica e disobbedenza civile non-violenta, che comincerà lunedi prossimo accerchiando la sede del Parlamento.

Lopez Obrador si rivolgerà a loro prima di entrare alla Camera dei deputati per presentare la sua autodifesa.
Non è per nulla scontato l’esito di questa mossa azzardata contro colui che la destra denomina con preoccupazione e disprezzo Lopez-Chavez.
Il prezzo da pagare per lo strappo istituzionale è notevole, e già si manifesta nelle lacerazioni interne ai partiti conservatori.
Appare evidente che –qualunque sarà la decisione del Parlamento- la posizione di Lopez Obrador esce rafforzata, e sancisce l’inizio di una campagna presidenziale che è già rovente e sicuramente si radicalizzerà.



<x-tad-smaller>* Collaboratore di Radio Onda d'URTO di Brescia, ha pubblicato numerose analisi sulla geopolitica latinoamericanae e internazionale per l'Osservatorio Indipendente Selvas.org. </x-tad-smaller>
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<x-tad-smaller>(Il presente articolo è utilizzabile con la citazione dell'autore e di Selvas.org</x-tad-smaller><x-tad-smaller>.)
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