In Bolivia: respinte le dimissioni di Mesa; criminalizzano i movimenti

["Redazione A SUD" <redazione at asud.net>]

Respinte le dimissioni del presidente Mesa
criminalizzano i movimenti e minacciano di morte i leaders della protesta

    In Bolivia le dimissioni del presidente Carlos Mesa sono state respinte
dal parlamento, mentre continua la criminalizzazione dei movimenti e delle
principali organizzazioni sociali del paese. I portavoce della protesta
vengono attaccati da un corteo di sostenitori di Mesa, mentre monta una
campagna d'odio contro indigeni e contadini, colpevoli di non far
progredire il paese. Mesa sottoscrive un accordo con i partiti e con la
confindustria locale. Non sarà rispettato nessuno degli impegni assunti dal
presidente nel momento della sua ascesa al potere, subito dopo la guerra
del gas dell'ottobre 2003 costata la vita ad oltre 80 persone che lottavano
per impedire la svendita della principale risorsa del paese alle
multinazioni europee e statunitensi.

    I movimenti decidono di continuare gli scioperi e le proteste per
ottenere la modifica che era stata promessa alla legge sugli idrocarburi.
Chiedono l'uscita da El Alto dell'impresa Agua de Illimani, in realtà
controllata dalla multinazionale francese Seux che vuole privatizzare le
risorse idriche di una delle città più impoverite dell'America Latina.
    Tutte le organizzazioni sociali, indigene, sindacali, contadine e della
società civile si costituiscono in assemblea permanente con l'impegno di
cambiare la legge sugli idrocarburi (portando le Royalties per le
multinazionali dal 18% al 50%), per chiedere l'Assemblea Costituente e per
cacciare la Aguas de Illimani da El Alto, impedendo la privatizzazione
dell'acqua.

per ulteriori approfondimenti vi segnaliamo l'articolo scritto da Giuseppe
De Marzo sulla criminalizzazione dei movimenti
per il settimanale Carta cliccando su:
<http://www.carta.org/campagne/diritti/mesa/050309fazzoletti.htm>http://www.carta.org/campagne/diritti/mesa/050309fazzoletti.htm


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