Cile / Pinochet incriminato per l'Operazione Condor e agli arresti domiciliari





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Cile. I giudici incriminano Pinochet per l'Operazione Condor: dittatore agli arresti domiciliari



Santiago del Cile, 13 dicembre 2004


Con una decisione storica, la magistratura cilena ha deciso oggi di incriminare per violazione dei diritti umani Augusto Pinochet, presidente della Repubblica dal 1973 al 1990, mettendolo agli arresti. Trent'anni  durante i quali furono torturate, uccise e fatte barbaramente sparire almeno trentamila persone: gli uomini di Unidad Popolar, la coalizione di Allende, militanti dei partiti comunista, socialista e democristiano, accademici, professionisti religiosi, studenti e operai.


Pinochet è stato messo agli arresti domiciliari su richiesta del giudice Juan Guzman, che sta indagando sul ruolo dell'ex dittatore cileno nell' 'Operazione Condor', il piano concordato negli anni Settanta tra dittature latinoamericane per reprimere l'opposizione. Guzman ha spiegato di aver deciso di coinvolgere Pinochet nel processo per il sequestro di nove persone scomparse senza lasciar traccia ed un omicidio.


Nato nel 1915, ufficiale dell'esercito cileno, nel '73 profittò del golpe militare che provocò la morte dell'allora presidente della Repubblica Salvador Allende e diede inizio alla lunga dittatura cilena. Forte dell'appoggio delloligarchia e delle élites imprenditoriali, di ampi settori politici e religiosi, Pinochet seppe guadagnarsi il sostegno indispensabile degli Stati Uniti, timorosi che la pericolosa e illiberale macchia comunista si espandesse nell'area sudamericana.


Dal 1973 al 1990, le sparizioni, gli arresti, le torture e l'esilio dievntarono macabra pratica di governo. Con il "Plebiscito" dell' '89, proposto dalla stessa giunta del Generale, Pinochet incassò il 'no' del popolo cileno, ma restò ugualmente comandante supremo delle forze armate. Quanto ai reati della dittatura, furono "liquidati" con l'attuazione della politica della riconciliazione nazionale; Pinochet, una volta in pensione, conservò la carica di Senatore a vita con conseguente immunità e la sua impunità venne difesa ferocemente.


La "caduta" di Pinochet, fino a poco tempo fa considerato in Cile un intoccabile (negli ambienti militari ha ancora numerosi seguaci), è iniziata il 22 settembre del 1998, quando l'ex generale andò a Londra per una operazione chirurgica. Amnesty International e altre organizzazioni chiesero subito il suo arresto per violazione dei diritti umani. Pochi giorni dopo il giudice spagnolo Baltasar Garzon emise un mandato di cattura internazionale, chiedendo di incriminare il generale per la morte di cittadini spagnoli durante la dittatura cilena. A sostegno di questa richiesta si espressero le sentenze dell'Audiencia Nacional di Madrid e della Camera dei Lords di Londra, richiamandosi al principio della difesa universale dei Diritti dell'Uomo e stabilendo rispettivamente che la Giustizia spagnola era competente per giudicare i fatti avvenuti durante la dittatura militare in Cile - dal momento che si tratta di "crimini contro l'umanità" che colpiscono, come soggetto giuridico, il genere umano nel suo insieme - e che i presunti autori di gravi delitti contro l'umanità, come appunto Pinochet, non godono di immunità per i loro crimini, neanche se si tratta di capi di Stato o ex capi di Stato.


Ma il Regno Unito il 2 marzo 2000 decise di liberare Pinochet e di permettere il suo ritorno in Cile, negando l'estradizione e adducendo "ragioni umanitarie": un'espressione beffarda alle orecchie dei parneti delle migliaia di vittime della sua dittatura.


A Santiago, però, il giudice Guzman ha continuato a indagare sui crimini di Pinochet. Senza riuscire, ad oggi, a portarlo davanti a un tribunale del suo Paese.