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[NuevaColombia] TAMBURI DI GUERRA TRA ECUADOR E COLOMBIA!
- Subject: [NuevaColombia] TAMBURI DI GUERRA TRA ECUADOR E COLOMBIA!
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- Date: Fri, 23 Jan 2004 09:27:25 +0100
Pressione di Washington, militarizzazione crescente e tensione sociale alle stelle TAMBURI DI GUERRA TRA ECUADOR E COLOMBIA! Tratto da Liberazione del 20/01/2004 Tamburi di guerra alla frontiera tra Ecuador e Colombia. Un progetto che l'amministrazione Bush aveva a lungo differito, cercando le vie più redditizie, prende il via con il sequestro, a Quito, del colombiano Simon Trinidad, prelevato da una squadra mista di agenti della Cia e dei servizi segreti ecuadoriani mentre si preparava a incontrare rappresentanti delle Nazioni Unite. Trinidad, un quadro politico delle Farc, aveva avuto un ruolo importante nel processo di pace nel Caguán, sollecitato dal presidente Pastrana all'inizio del suo mandato e successivamente affossato dal "partito americano". Le Farc hanno confermato il sequestro del loro rappresentante e così pure le informazioni filtrate alla stampa secondo le quali tra i "prigionieri di guerra" figura anche Ingrid Betancourt, candidata alle ultime elezioni presidenziali (quelle da cui è uscita la presidenza Uribe). Trinidad, ha detto un portavoce, doveva incontrare il segretario generale dell'Onu, Kofi Annan e il suo rappresentante pesonale, James Lemoyne, lo stesso che fu protagonista, nella fase terminale del "processo di pace" con Pastrana, di un estremo tentativo di mediazione. I dirigenti della guerriglia non hanno voluto commentare l'indiscrezione vera o presunta accreditata da un giornale, secondo la quale militari paramilitari punteranno sull'assassinio del leader della guerriglia, Marulanda, e dei massimi collaboratori. Sul versante statunitense non si è avuta alcuna rivendicazione. Cresce invece l'allarme in Ecuador, dove il recente incontro tra il presidente Gutíerrez e il sottosegretario statunitense per l'America Latina, Otto Reich, l'uomo di tutti i colpi di Stato e di tutti gli intrighi, viene messo apertamente in relazione con gli impegni assunti dal primo. A meno di un anno dalle presidenziali, insomma, gli ecuadoriani «scoprono con rabbia di essere vittime di una specie di assalto mosso da un gruppo di ufficiali legati ai servizi segreti dell'esercito». Il professor Manuel Salgado, dell'Università centrale di Quito, già presidente del Congresso, consigliere del partito socialista per la politica estera, considerato un'autorità per i problemi dell'area andina ha dichiarato che Gutíerrez, il quale si era presentato agli elettori come garante del cambiamento, si è smascherato rapidamente come «un militarista, complice dell'amministrazione Bush, in totale connessione con il presidente colombiano, Uribe, e con il narcotraffico» e sta operando per coinvolgere il paese nell'intervento militare statunitense in Colombia. La tensione fra le organizzazioni popolari e i partiti di sinistra ecuadoriani cresce a vista d'occhio ha dichiarato Salgado, notando che la dollarizzazione ha trasformato l'Ecuador in uno dei paesi più cari del continente e ha scatenato un'ondata di disoccupazione, di povertà e di violenza delinquenziale. Il presidente ha tradito tutte le sue promesse, a partire da quella di rivedere gli accordi con gli Stati Uniti per l'uso della base militare di Manta, grazie alla quale è possibile controllare l'intera regione di frontiera con la Colombia e soprattutto i dipartimenti di Putumayo e di Meta, dove si ritiene siano concentrate le forze più rilevanti della guerriglia. Le forze armate ecuadoriane non possono entrare nella zona, che è praticamente sottratta alla sovranità del paese. Le organizzazioni popolari ecaudoriane stanno preparando una mobilitazione di massa contro il governo. Salgado non ha nascosto la preoccupazione sua e del suo partito. «Certo - ha detto - le cose non possono fermarsi al punto in cui sono. Non si dimentichi che stiamo parlando dell'Ecuador, un paese che in quattro anni ha cambiato cinque volte governo, un paese che il Libertador, Simón Bolivar, ha paragonato a un vulcano. Noi ecuadoriani siamo fatti così: nel momento in cui nessuno se lo aspetta, cominciamo a eruttare. Gli Stati Uniti frebbero bene a riflettere sulle loro mosse e a chiedersi come mai in America Latina trovano sempre meno alleati». L'attenzione resta rivolta anche alla Colombia e al Venezuela, gli altri due vertici di quella che fu la "Grande Colombia" bolivariana. In Colombia, l'amministrazione Bush ha subito, infatti, un pesante rovescio neelle ultime elezioni, dalle quali è uscita una maggioranza di astenuti. Una sconfitta severa, che è stata seguita da un numero inatteso di dimissionari nelle file dei "fedelissimi": tra gli altri l'immarcescibile generale Mora, capo di stato maggiore, sostenitore a oltranza della "politica di forza", la ministra della difesa, Matta Lucia Ramirez e quella dell'ambiente, il ministro degli interni, Fernando Londono Hoyos e il direttore della polizia, Teodor Campo. Ennio Polito Yahoo! 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