Appello! 15 gennaio 2004: giornata per Haiti



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      di  Luciana Giani
      04 Jan 2004
       15 gennaio giornata di mobilitazione internazionale per Haiti

      04 gennaio 2004 -- Appello alla solidarietà dell'opinione pubblica
internazionale da parte di cinque entità haitiane. "Noi,organizzazioni della
società civile haitiana,ci appelliamo alla solidarietà di tutta la comunità
internazionale allo scopo di finire con il regime dispotico di Jean-Bertrand
Aristide. Non ci sono dubbi ,in effetti,sulla natura tirannica del potere
attualmente in carica in Haiti".


      "Se, nel 1990, Jean-Bertrand Aristide rappresentava una speranza per
il movimento democratico e popolare;se egli ha potuto ingannare il suo
popolo,e nello stesso tempo la comunità internazionale, oggi noi abbiamo
perso tutte le nostre illusioni concenenti questo nuovo dittatore. Tutte le
istituzioni di Stato sono state smantellate al solo profitto della persona
di Jean-Bertrand Aristide".

      "Egli dispone a suo piacimento della finanza pubblica,senza alcun
controllo.Interviene direttamente nel funzionamento di tutti i settori dell'
amministrazione pubblica,particolarmente la polizia e la giustizia,mettendo
così in pericolo i diritti e la vita di tutti i cittadini. La polizia così
corrotta è al soldo diretto del capo dello stato,il quale mantiene una
polizia parallela radicata nelle sedicenti organizzazioni popolari
denominate "chimères", alle quali non esita a consegnare armi micidiali.
Ministri e alti funzionari hanno dato le dimissioni. Alcuni religiosi,in
tutto il paese, denunciano questo degrado dei valori morali più elementari e
domandano le dimissioni del capo dello stato. Alcuni giornalisti sono stati
assassinati,altri devono lasciare il paese".

      "La stampa indipendente è costantemente minacciata dal potere. Membri
dell'opposizione sono arrestati da civili non identificati e gettati in
prigione senza alcuna forma di processo. Donne sono rapite e violentate. I
giudici non corrotti sono dovuti fuggire all'estero. Le Facoltà dell'
Università di Stato di Haiti,in particolare la Facoltà di Scienze Umane,l'
Istituto Nazionale di Amministrazione, di Gestione e di Alti Studi
Internazionali, la Facoltà di agronomia e di medicina veterinaria, sono
state attaccate e saccheggiate da bande armate al soldo del potere, sotto lo
sguardo passivo della polizia. Il rettore e il vice-rettore dell'Università
gravemente feriti, così come una ventina di studenti. E' tutta la
Costituzione e i principi fondamentali dello Stato di diritto che hanno
fatto a pezzi".

      "La nostra società si unisce per dire no a un tale degrado etico dell'
autorità politica,ma per dire si a un nuovo contratto sociale,a una
rifondazione della società haitiana,alla possibilità di uno sviluppo
democratico che apra le porte della speranza per tutto il popolo haitiano.
Haiti,con i suoi otto milioni di abitanti,è classificata tra i paesi più
poveri del pianeta. Per questa ragione, Haiti rappresenta per i suoi vicini
un problema permanente. Ma la nostra povertà e la nostra mancanza di risorse
non possono in alcun caso servire da pretesto per forzarci a dei compromessi
inaccettabili e immorali con il potere attuale in piena deriva totalitaria".

      "Le democrazie occidentali accetterebbero di negoziare con un potere
che avesse violato a questo punto i diritti fondamentali della persona e i
principi della Costituzione? Armare bande di bambini non ricorda le pagine
cupe della storia europea,particolarmente i fascismi? Perché ciò che è
intollerabile per i paesi sviluppati non dovrebbe esserlo per noi?
Proseguiamo, dunque, a mani nude di fronte a tutte queste bande armate, la
nostra lotta risoluta per il trionfo della democrazia nel nostro paese".

      "Siamo convinti che la democrazia non è fatta per i soli ricchi.
Bisogna attendere disperatamente,in queste condizioni mondiali ingiuste, che
noi, paese del terzo mondo,diventiamo ricchi per assaporare infine la pace
civile e lo sviluppo in regime democratico? Senza dubbio,la democrazia non è
la fine dell'ineguaglianza ma permette di regolare i conflitti in un quadro
meno inumano, nel rispetto dei diritti dell'uomo. Costituiamo, dunque, una
vera società civile internazionale di fronte alle logiche delle potenze di
questo mondo, di fronte agli effetti negativi della mondializzazione".

      "L'opinione pubblica mondiale ha il suo ruolo da giocare. Ecco perché
facciamo appello all'opinione pubblica mondiale: Manifestate la vostra
solidarietà con il popolo haitiano aiutandoci nella riuscita di una giornata
internazionale di mobilitazione per   giovedì 15 gennaio 2004. Un giorno di
mobilitazione per sostenere il popolo haitiano nella sua lotta per le
libertà democratiche".

      Se desiderate unirvi a questo appello aggiungete il nome della vostra
organizzazione,il nome della persona responsabile,e inviate a :
cedh at acn2.net

      (Traduzione di Luciana Giani per Reporter Associati)

      Reporter Associati aderisce alla mobilitazione internazionale per
Haiti e si impegna  a sostenere e diffondere l'appello delle opposizioni
haitiane.

      redazione at reporterassopciati.org