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Appello! 15 gennaio 2004: giornata per Haiti
- Subject: Appello! 15 gennaio 2004: giornata per Haiti
- From: "nello margiotta" <nellomargiotta55 at virgilio.it>
- Date: Wed, 7 Jan 2004 19:09:35 +0100
http://www.reporterassociati.org/index.php?option=news&task=viewarticle&sid=932 di Luciana Giani 04 Jan 2004 15 gennaio giornata di mobilitazione internazionale per Haiti 04 gennaio 2004 -- Appello alla solidarietà dell'opinione pubblica internazionale da parte di cinque entità haitiane. "Noi,organizzazioni della società civile haitiana,ci appelliamo alla solidarietà di tutta la comunità internazionale allo scopo di finire con il regime dispotico di Jean-Bertrand Aristide. Non ci sono dubbi ,in effetti,sulla natura tirannica del potere attualmente in carica in Haiti". "Se, nel 1990, Jean-Bertrand Aristide rappresentava una speranza per il movimento democratico e popolare;se egli ha potuto ingannare il suo popolo,e nello stesso tempo la comunità internazionale, oggi noi abbiamo perso tutte le nostre illusioni concenenti questo nuovo dittatore. Tutte le istituzioni di Stato sono state smantellate al solo profitto della persona di Jean-Bertrand Aristide". "Egli dispone a suo piacimento della finanza pubblica,senza alcun controllo.Interviene direttamente nel funzionamento di tutti i settori dell' amministrazione pubblica,particolarmente la polizia e la giustizia,mettendo così in pericolo i diritti e la vita di tutti i cittadini. La polizia così corrotta è al soldo diretto del capo dello stato,il quale mantiene una polizia parallela radicata nelle sedicenti organizzazioni popolari denominate "chimères", alle quali non esita a consegnare armi micidiali. Ministri e alti funzionari hanno dato le dimissioni. Alcuni religiosi,in tutto il paese, denunciano questo degrado dei valori morali più elementari e domandano le dimissioni del capo dello stato. Alcuni giornalisti sono stati assassinati,altri devono lasciare il paese". "La stampa indipendente è costantemente minacciata dal potere. Membri dell'opposizione sono arrestati da civili non identificati e gettati in prigione senza alcuna forma di processo. Donne sono rapite e violentate. I giudici non corrotti sono dovuti fuggire all'estero. Le Facoltà dell' Università di Stato di Haiti,in particolare la Facoltà di Scienze Umane,l' Istituto Nazionale di Amministrazione, di Gestione e di Alti Studi Internazionali, la Facoltà di agronomia e di medicina veterinaria, sono state attaccate e saccheggiate da bande armate al soldo del potere, sotto lo sguardo passivo della polizia. Il rettore e il vice-rettore dell'Università gravemente feriti, così come una ventina di studenti. E' tutta la Costituzione e i principi fondamentali dello Stato di diritto che hanno fatto a pezzi". "La nostra società si unisce per dire no a un tale degrado etico dell' autorità politica,ma per dire si a un nuovo contratto sociale,a una rifondazione della società haitiana,alla possibilità di uno sviluppo democratico che apra le porte della speranza per tutto il popolo haitiano. Haiti,con i suoi otto milioni di abitanti,è classificata tra i paesi più poveri del pianeta. Per questa ragione, Haiti rappresenta per i suoi vicini un problema permanente. Ma la nostra povertà e la nostra mancanza di risorse non possono in alcun caso servire da pretesto per forzarci a dei compromessi inaccettabili e immorali con il potere attuale in piena deriva totalitaria". "Le democrazie occidentali accetterebbero di negoziare con un potere che avesse violato a questo punto i diritti fondamentali della persona e i principi della Costituzione? Armare bande di bambini non ricorda le pagine cupe della storia europea,particolarmente i fascismi? Perché ciò che è intollerabile per i paesi sviluppati non dovrebbe esserlo per noi? Proseguiamo, dunque, a mani nude di fronte a tutte queste bande armate, la nostra lotta risoluta per il trionfo della democrazia nel nostro paese". "Siamo convinti che la democrazia non è fatta per i soli ricchi. Bisogna attendere disperatamente,in queste condizioni mondiali ingiuste, che noi, paese del terzo mondo,diventiamo ricchi per assaporare infine la pace civile e lo sviluppo in regime democratico? Senza dubbio,la democrazia non è la fine dell'ineguaglianza ma permette di regolare i conflitti in un quadro meno inumano, nel rispetto dei diritti dell'uomo. Costituiamo, dunque, una vera società civile internazionale di fronte alle logiche delle potenze di questo mondo, di fronte agli effetti negativi della mondializzazione". "L'opinione pubblica mondiale ha il suo ruolo da giocare. Ecco perché facciamo appello all'opinione pubblica mondiale: Manifestate la vostra solidarietà con il popolo haitiano aiutandoci nella riuscita di una giornata internazionale di mobilitazione per giovedì 15 gennaio 2004. Un giorno di mobilitazione per sostenere il popolo haitiano nella sua lotta per le libertà democratiche". Se desiderate unirvi a questo appello aggiungete il nome della vostra organizzazione,il nome della persona responsabile,e inviate a : cedh at acn2.net (Traduzione di Luciana Giani per Reporter Associati) Reporter Associati aderisce alla mobilitazione internazionale per Haiti e si impegna a sostenere e diffondere l'appello delle opposizioni haitiane. redazione at reporterassopciati.org
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