APPELLO COLOMBIA



Cara lista LATINA di PeaceLink,

nell'augurarvi a tutti un 2004 migliore di quello appena concluso, vi
sottopongo un appello importantissimo in difesa delle COMUNITA' di PACE in
Colombia, ora minacciate per la loro richiesta di indipendenza dalla guerra
civile trentennale di questa Nazione.

Vi chiedo di diffondere il più possibile l'appello pubblicato dal Centro
Studi Difesa Civile di cui riporto in basso l'indirizzo internet e inserito
qui sotto di seguito.


Selvas.org
Augura a tutti di poter
guardare il tempo che verrà
con gli occhi dell'Uomo Nuovo.

 ...Continuamente.

Presidente e Coordinatore volontario - Martin E. Iglesias
---------------------------------------------------------
Associazione Culturale Selvas.org ­ Osservatorio Indipendente sulla Regione
Andina
Sede legale: Via delle Leghe, 5 - 20127 Milano ­ ITALIA
Home Page - http://www.selvas.org
E-mail: info at selvas.org

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http://www.pacedifesa.org/interventi_internazionali/colombia_vive.asp

 
  Colombia
     
Notizie gravi dalla Colombia: la dichiarazione di rottura della Comunità di
Pace di S. José de Apartadó con il sistema giudiziario e minacce rivolte il
9 dicembre ad un membro della Comunita¹ ed a 2 membri di Peace Brigades
International (PBI) che lo accompagnano quotidianamente per proteggerlo.
* Emergenza comunità di Pace in Colombia  
* Appello per l'attivazione della rete d'emergenza
* Dichiarazione pubblica di rottura col sistema giudiziario colombiano della
comunità di Pace di S.josè de Apartado
* Nuevamente somos golpeados por acciones terroristas

EMERGENZA COMUNITA¹ DI PACE COLOMBIANE

Pubblichiamo in questo numero i recenti drammatici resoconti integrali ed
alcune traduzioni della Comunità di Pace di S. José de Apartadò.
La Comunità si trova in una nuova e grave situazione di pericolo. La loro
dichiarazione di rottura con il sistema giudiziario (vedi il documento
specifico) va letto come un appello estremo di vita a fronte di minacce di
morte e non come un giudizio politico definitivo. 
Riteniamo che sia preciso dovere del Governo Colombiano proteggere queste
Comunità disarmate, indipendentemente dalle interpretazioni eventualmente
errate che esse, nella situazione di esasperazione e terrore in cui si
trovano, possono dare dell¹operato del Governo stesso, del sistema
giudiziario e dell¹esercito. 
Noi stessi non aderiamo necessariamente ad alcune interpretazioni dei fatti
raccontati nei documenti della Comunità. Nell¹episodio raccontato nella
lettera che pubblichiamo di seguito, la vicinanza temporale dell¹incontro
fra paramilitari e militari non è necessariamente prova di contiguità fra
questi. 
La pressione internazionale può stimolare il Governo Colombiano a prestare
maggiore attenzione alla tutela di queste comunità, attraverso idonee
disposizioni alle forze di sicurezza ed adeguati e fermi ma contemperati
interventi delle stesse nei confronti dei paramilitari. 
Abbiamo preparata una lettera per l¹azione di emergenza che trovate in
questo bollettino (e nel settore Colombia del sito www.pacedifesa.org ), che
vi preghiamo di inoltrare alle diverse autorità italiane e colombiane
competenti. L¹obiettivo è di effettuare, anche attraverso i canali
diplomatici, tutte le possibili sollecitazioni al Governo Colombiano
affinché si assuma, senza mezzi termini o dilazioni la responsabilità di
garantire i diritti umani e la stessa esistenza di questi pacifici
cittadini. 
Stiamo valutando inoltre la possibilità di sollecitare la Unione Europea ed
i diversi governi europei affinché:
§ inviino degli osservatori ufficiali in loco per verificare i fatti
denunciati dalla Comunità di Pace, 
§ sottopongano da ora in poi ogni progetto di aiuto e collaborazione
economica, anche in atto, alla valutazione di impatto sul conflitto, 
§ in assenza di immediate ed adeguate misure da parte del Governo Colombiano
a tutela delle Comunità e degli accompagnatori internazionali prendano in
considerazione opportune sanzioni.

Il gruppo del CSDC di sostegno alle Comunità di Pace della Colombia

Per maggiori informazioni puoi rivolgerti a Garcìa Duranti Dino del Centro
Studi Difesa Civile; mail: dino1973 at supereva.it  
tel. 0761340668/ cell. 3489149844

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APPELLO PER L'ATTIVAZIONE DELLA RETE DI EMERGENZA


Gentile lettore,
ti informiamo che il CSDC ha attivato la propria rete d¹emergenza a supporto
della medesima azione intrapresa da Peace Brigades International per
rispondere alle gravi minacce subite dalla Comunità di Pace di San José de
Apartadó e dagli accompagnatori in loco di PBI.

Il Centro Studi Difesa Civile ti sarà grato se potrai contattare ed
informare funzionari e responsabili che a loro volta possano fare le
necessarie sollecitazioni al governo colombiano. Si tratta di operatori
economici e diplomatici, ad esempio le società italiane che lavorano in
Colombia, le ambasciate colombiane in Italia e presso la Santa Sede,
l¹ambasciata italiana in Colombia, gli uffici competenti del Ministero degli
esteri italiano e del commercio estero. 

Ti chiediamo di far circolare il seguente documento su giornali e bollettini
e di inoltrarlo alle autorità diplomatiche con cui puoi entrare in contatto
e che abbiano relazioni con la Colombia. Puoi anche preparare una versione
tua di lettera, interlocutiva e cortese, ed inviarLa agli uffici competenti
chiedendo alle autorità italiane di sollecitare il Governo Colombiano a
garantire la sicurezza delle Comunità di pace e degli osservatori
internazionali. (per informazioni puoi rivolgerti a Garcìa Duranti Dino
mail: dino1973 at supereva.it ; tel 0761340668). a 

Ti ringraziamo se vorrai mantenerci informati sugli sviluppi dei tuoi
contatti. 

Accogli il cordiale saluto del Centro Studi Difesa Civile.

Dino Garcia Duranti e Francesco Tullio

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CSDC
Centro Studi Difesa Civile


Gentile Ambasciatore ( o direttore , consigliere, dottore ecc.)

      Le scriviamo per richiamare la Sua attenzione sulla situazione di
minaccia di cui sono vittima le organizzazioni internazionali nella regione
di Urabá Antioqueño, in Colombia. In particolare ci preoccupano la
dichiarazione di rottura delle Comunità con il sistema giudiziario (trova
informazioni in merito nel sito www.pacedifesa.org) e le gravi minacce
rivolte il 9 dicembre ad un membro della Comunita¹ di Pace San José de
Apartadó ed a 2 membri di Peace Brigades International (PBI) che lo
accompagnano quotidianamente per proteggerlo. Alle formazioni nonviolente
delle PBI partecipano anche volontari italiani.
     Il 9 dicembre 2003 Dorothea Timmer, cittadina olandese e David Raboso,
cittadino spagnolo accompagnavano nell¹auto di Peace Brigades International.
un membro della comunita¹ di San Jose¹. Essi sono stati fermati da 4 civili
in armi, nella strada che porta da Apartadò a San José, alle 2,30 pm, nel
tratto di strada tra Mangolo e Tierra Amarilla ( luogo dove in diverse
occasioni sono stati denunciati posti di blocco dei paramilitari e dove si
e¹ ripetuto per un periodo di tempo un blocco economico ai danni della
Comunita¹ di San Jose¹). Due degli uomini armati hanno minacciato con una
pistola i due membri di PBI e li hanno fatti uscire dall¹automobile,
facendosi consegnare i cellulari e le chiavi. Gli aggressori hanno chiesto
al membro della comunita¹ di San Jose¹ accompagnato da PBI, di scendere
dall¹auto. I membri di Peace Bridades International hanno insistito per
spiegare chi erano e che mantengono una interlocuzione permanente con le
autorita¹, ma il gruppo armato ha risposto che già ne erano a conoscenza ed
erano poco interessati a tale fatto. Gli occupanti dell¹auto sono stati
insultati ed infine gli armati hanno portato via un cellulare di PBI, vari
milioni di pesos della Comunita¹ di Pace di San Jose¹ di Apartado¹ assieme a
due documenti di membri della comunità ed i loro libretti bancari.
Alcuni minuti dopo la rapina, i volontari si sono imbattuti nei soldati del
Battaglione Bejarano ai quali hanno riferito dell¹aggressione subita. 
     Tale episodio è solo l¹ultimo di una serie di segnalamenti e minacce al
lavoro che le Peace Brigades Internacional portano avanti nella regione.
Nell¹agosto di quest¹anno è stato diffuso un video nel quale le
organizzazioni umanitarie internazionali quali PBI, Medici del Mondo Francia
e ACNUR venivano accusate di complicità con la guerriglia. Il 14 novembre:
nel quotidiano Wall Street Journal degli Stati Uniti è stato pubblicato un
articolo che affermava che le comunita¹ che PBI accompagna nella regione,
Cacarica e San Jose de Apartado¹, sono il braccio politico della guerriglia
e che hanno ricevuto appoggio da Amnesty International e PBI. Questo
articolo è stato tradotto in spagnolo e divulgato durante un evento pubblico
in Turbo in data 21 novembre. Il 22 novembre un cittadino spagnolo, membro
di PBI del gruppo di Turbo nel tratto di strada Turbo-Apartado¹ in autobus
pubblico, è stato avvicinato da due uomini che si sono identificati come
membri dell¹autodefensas, hanno affermato che ³loro sono qui la legge² e lo
hanno invitato a scendere a el Tres, perche¹ volevano parlare con lui. Il
volontario si è qualificato come membro di Peace Brigades International e si
è rifiutato di scendere dall¹autobus. Nelle settimane precedenti era stata
rilevata una sospetta circolazione di auto nei pressi della casa del
volontario in Turbo, e il visibile pedinamento di membri altri membri di
PBI. 
     Peace Brigades International e¹ una organizzazione Non Governativa che
impegna un gruppo di osservatori/accompagnanti internazionali. Il suo
obbiettivo e¹ la protezione dello spazio di attuazione dei difensori dei
diritti umani, colpiti dalla repressione per il loro lavoro non violento in
difesa dei diritti umani. PBI accompagna in Colombia la Comunita¹ di Pace di
San Jose de Apartado¹ e CAVIDA (Comunita¹ di autodeterminazione, Vita e
Dignita¹ del Cacarica) nella regione di Uraba¹ Antioqueño e Chocoano. 
     Va rilevato che parte della popolazione locale teme vi siano contiguità
fra paramiliari ed esercito sulla base di alcune considerazioni che ci
auguriamo siano errate, ma che il governo colombiano dovrà prendere in
considerazione per evitare che la situazione peggiori ultriormente. 
     E¹ certo che i sentimenti della comunità di pace di S. José, che è
passata attraverso la uccisione, sia da parte della guerriglia che dei
paramilitari che di altri soggetti, di 500 propri membri e di oltre 10
leader, siano sopratutto di esasperazione. Ma sicuramente le Comunità di
pace hanno agito sempre nell¹ambito della ricerca nonviolenta di soluzione
ai loro gravi problemi esistenziali. Se è vero, come ci risulta, che un
generale delle forze armate colombiane opera sostenendo tesi diverse e
considerando le comunità di pace come dei nemici, questa linea politica
rischia di scaldare ulteriormente gli animi fino al punto da creare dei
nemici anche laddove invece ci possono essere degli amici. Noi chiediamo che
il governo colombiano prenda seriamente in considerazione il nostro appello
civico e si attivi per dirimere completamente il dubbio che sorge
nell¹opinione pubblica mondiale. 
     Siamo consapevoli delle molteplici difficoltà che il governo colombiano
deve affrontare. Proprio per questo ci permettiamo di segnalare
l¹opportunità che esso imposti una strategia di tutela e di de-escalation
della tensione, cominciando proprio dalle Comunità di pace. Suggeriamo ad
esempio che precise direttive vengano impartite affinchè i membri
dell¹esercito restino sempre e senza eccezione amichevoli nei confronti
della popolazione tutta, ma restino anche disciplinati e corretti nei
confronti di eventuali sospetti, arrestati o avversari, in modo da non
allargare il fronte del malcontento. Suggeriamo che le formazioni
paramilitari vengano invitate dal governo e dall¹esercito attraverso un
video pubblico e convincente ed attraverso tutti gli altri canali
disponibili, ad interrompere ogni azione di minaccia e di violenza. 


Accolga il cordiale saluto del Centro Studi Difesa Civile.




Francesco Tullio
Presidente Onorario

Roma lì 20 dicembre 2003

 

 


Centro Studi Difesa Civile
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